Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: xDelilah_Morgan    29/12/2013    2 recensioni
Io ero un ragazzo normale, vivevo una vita normale nel mio normale paesino d'origine. Ma poi è arrivata lei, ha preso il mio bel castello di carte e l'ha distrutto semplicemente rivelandomi chi ero davvero.
E cosa fai quando tutto quello che davi per scontato svanisce come sabbia tra le dita?
Cosa fai se ogni tua certezza viene messa in dubbio da una nottata abbastanza bizzarra?
Cosa fai se sei costretto a scappare via ed abbandonare tutto quello che hai costruito in quasi diciotto anni?
Cosa fai se ti dicono che la tua vita vale molto di più di quello che credi dato che sei l'ultimo sopravvissuto della tua specie e ti vogliono morto?
Cosa fai? Semplice: combatti.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo – il Canto del Lupo

 

Una volta ero felice e spensierato... vivevo in un piccolo paesino sulle sponde del Trasimeno e conducevo una vita tranquilla mentre ora, di quella vita, non è rimasto più nulla. Nemmeno io. Non sono rimasto lo stesso di prima: ho un nuovo nome, una nuova casa e una nuova, strana e malassortita ma splendida famiglia. Com'è successo tutto questo? Con l'arrivo inaspettato ed improvviso di Bianca Marchesi. Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui finimmo in classe assieme...

La prima campanella suonò e tutti i miei nuovi compagni stavano lentamente entrando dalla porta semi distrutta. Le loro non erano facce allegre o riposate, la ripresa dopo le vacanze estive era sempre la più dura, ma sembravano comunque tipi interessanti. Quattro ragazze si sistemarono sulla colonna di banchi a destra assieme a due ragazzotti dall'aria sveglia, tipici secchioni che tentavano di abbordare senza successo ogni essere di sesso femminile. I “Forever Friendzoned” per intenderci. Poi arrivarono in massa sette ragazzi che subito identificai come “i Ribelli”, già mi piacevano. Io ero uno di loro: la scuola non m'importava, era un passatempo divertente in attesa dei diciotto anni. Era per questo motivo che ripetevo la seconda superiore per la terza volta. Tra il gruppetto notai una tipa davvero singolare, entrò per ultima parlottando con un ragazzo e lanciò lo zaino blu su uno dei banchi nella mia colonna. Era nella nostra scuola già dall'anno prima, veniva da un liceo che odiava dove era stata bocciata per un misero cinque. Sapevo benissimo come si chiamava, la vedevo sempre uscire in cortile a fumare una sigaretta o passeggiare per i corridoi, sapevo benissimo che non era come le altre ragazze. Era una ribelle pure lei e questo mi affascinava. Ormai tutte le femmine erano fissate con i tacchi e i vestiti mentre lei aveva sempre ai piedi le sue adorate e malconce Converse e un paio di jeans. L'entrata della prof di Diritto mi distolse dai miei pensieri, iniziò la lezione di presentazione e i ragazzi iniziarono a sfoggiare le loro abilità di casinari. Risposero all'appello con dei versi di animali ed io mi unii al coretto. Come inizio dell'anno non era per niente male.

Fin qui tutto bene, chiacchieravamo e scherzavamo sempre insieme noi otto e tutti i prof ci rimproveravano ma poco c'importava delle loro minacce. Collezionavamo note di classe come fossero francobolli ma comunque prendevamo sempre la sufficienza, cosa senza precedenti nel mio curriculum scolastico. E tutto grazie ai pomeriggi di studio in loro compagnia. Bianca era un po' la “Mamma dei ribelli”, rideva e scherzava molto volentieri ma sapeva quando era ora di tornare seri e mettersi al lavoro. Sembrava nutrire un leggero interesse per me, mi guardava sempre di sfuggita e alla prima occasione mi si sedeva vicino. Sembrava interesse romantico ma scoprii che non lo era affatto quando ad Halloween fui protagonista di un episodio alquanto singolare.

La luna splendeva alta nel cielo e formava un cerchio perfetto sullo sfondo nero puntellato di stelle. Eravamo a San Feliciano, Bianca e il suo migliore amico Gabriele abitavano lì e ci avevano invitati a festeggiare con una “caccia al fantasma” nel boschetto attorno al paese quel 31 ottobre. Gli altri si avventurarono tra gli alberi vicino al cimitero mentere io rimasi di guardia seduto su un sasso assieme alla ragazza. Aveva già finito il giro da sola all'interno del giardino con le lapidi famoso per le innumerevoli leggende (senza alcun fondamento) che parlavano di misteriose apparizioni durante la notte di Halloween. Ovviamente non aveva trovato nulla di sovrannaturale e quindi era uscita e si era accesa una sigaretta. Io intanto fissavo la luna, rapito dalla sua bellezza. Tutto intorno sembrava essere svanito, c'era solo lei al centro del nulla. Ero talmente preso da quella visione che non mi accorsi della strana creatura che sbucò all'improvviso dal terreno, solo la mano di Bianca che mi trascinava di peso lontano da lì mi fece rinsavire. Guardai il mostro correre appesantito dalla sua imponente mole verso di noi.
– Ma che cos'è quello? – balbettai mentre tentavo di sostenere il suo passo, era davvero veloce.
– Un golem di fango... nasconditi qui dietro, a lui ci penso io. – rispose con naturalezza mentre mi indicava un cipresso dal tronco sufficientemente largo da occludermi alla vista di quel... coso. Lei gli corse incontro ed io tentai di fermarla ma non mi diede retta. Ero troppo spaventato da quel gigantesco essere per andarle dietro. E anche maledettamente confuso. Da dov'era arrivato un golem? E come mai appena lei toccò terra delle imponenti radici sbucarono dal terreno e lo avvolsero come un salame?
– Che ci fai qui? – urlò Bianca per farsi sentire dal bestione che si stava dimenando nel castigo impostogli dalla ragazza. Quello mugugnò parole incomprensibili simili ad insulti e poi aprì la sua enorme bocca di fango e parlò, mandandomi ancor più in confusione.
– I miei padroni hanno sentito il Figlio della Notte e mi hanno mandato a catturarlo. E non sarà un'insulsa Figlia della Natura ad impedirmi di portare a termine la mia missione. – la sua voce era bassa e spettrale, come se provenisse da una caverna. Ma non diedi molto peso al tono, mi concentrai sulle parole. Cos'era un Figlio della Notte?
– Mi dispiace per te e i tuoi mandanti ma non lo avrete mai. – gli rispose lei e strinse ancor di più le radici attorno al corpo del Golem. – Nicola, corri ad aprire il rubinetto! – mi guardò di sfuggita ed io obbedii; visto quello che aveva fatto al bestione, averla come nemica non era nelle mie priorità. Corsi su per la salitina e presi il tubo verde che si collegava un ugello arrugginito e glielo lanciai, poi aprii l'acqua che schizzò fuori con più impeto e forza del normale. Lei lo punto versò il mostro e lo fece dissolvere lentamente.
– Hai sconfitto me, Figlia della Natura ma non potrai nulla contro di loro! – l'essere pronunciò le sue ultime parole e l'acqua si smorzo, tornando a fluire regolarmente. Chiusi il rubinetto mentre Bianca risaliva le scalette riavvolgendo il tubo come se niente fosse.
– Che diamine è appena successo? – chiesi con tono disperato ma lei non riuscì a darmi una risposta, era pallida come un cencio e le sue gambe tremavano. Si sedette sul sasso di prima e sfilò dalla tasca dei jeans il telefono. Riprese fiato e mi guardò dritto negli occhi. Era allarmata e molto più seria del normale.
– Nicola, sei in pericolo. Quel golem è venuto a cercare te, i Sussurratori sanno dove sei e ne arriveranno altri se non scappiamo al più presto. – disse alla svelta e compose un numero sul telefono. Stavo metabolizzando ancora la notizia quando lei iniziò a parlare. – È arrivato il momento. Siamo al cimitero. – era stata chiara e sintetica, segno che il pericolo era più grave del previsto.
– Come hai fatto a... fare quelle cose? Che vuol dire che sei una Figlia della Natura? – continuai passandomi le mani tra i capelli scuri.
– Non sono come mi vedi... sono una Figlia della Natura, un'Elementale. Controllo gli elementi e gli ordino di agire perché è questo il mio potere. Vengo da Aridia, una città sconosciuta agli umani dove vivono esseri con poteri sovrannaturali. Anche tu sei originario di lì ma la tua specie è stata sterminata, per questo a soli pochi mesi sei stato mandato qui. Sei l'unico sopravvissuto dei Figli della Notte e finora i Sussurratori non ti hanno mai trovato perché seguono la scia dei tuoi poteri, rimasti sopiti fino ad oggi. Io sono la tua Guardiana, nata per proteggerti fino alla morte assieme agli altri del Cerchio di Ginepro. Spero di essere stata abbastanza esauriente, ti spiegherà meglio Maestra Ginepro una volta arrivati a casa sua. Vieni... – spense a terra la sigaretta che si era accesa e si avviò verso la strada dove arrivò un SUV nero. La seguii perché, viste le circostanze, le credevo. Insomma la mia compagna di classe sapeva muovere le radici e comandare l'acqua; non sapevo se esserne più divertito o spaventato. Dal finestrino del guidatore comparve il volto di un ragazzo sulla ventina con una cresta bruna e gli occhi gialli. Sembrava familiare... sentivo di conoscerlo ma non riuscivo a ricollegarlo ad un nome.
– Presto, salite. – ordinò e noi eseguimmo alla svelta. Lei gli si accomodò vicino e io salii nei sedili posteriori; li guardai sorridersi dolcemente e capii che non erano “solo amici”. Ecco perché Bianca non cedeva alle avances del belloccio della classe vicino alla nostra, era già impegnata... – Ciao, Bia... sarà una vita che non ci si vede, eh? – scherzò dandole un buffetto sulla spalla.
– Che scemo che sei, è dalla passata luna piena che non ti rivedo... mica è tanto tempo un misero mese. Gli altri sono già da Maestra Ginepro? – gli chiese con un mezzo sorriso scompigliandogli i capelli.
– Sì, Andy e Cloe ti stanno aspettando con ansia... manchi un po' a tutti nel Cerchio ma Maestra Ginepro ci porta sempre i tuoi saluti e tue notizie. – continuarono a fare conversazione e all'improvviso mi ricordai dove l'avevo già visto. Era il massaggiatore della mia squadra di calcio! Solo che aveva gli occhi marroni quando veniva alle partite. E così anche il massaggiatore era una creatura e stava con la mia compagna di classe. Wow.
– Sei silenzioso, Nicola... non dirmi che un golem ti ha spaventato così... aspetta di vedere un'arpia. Quelle sì che sono terrificanti. Soprattutto quando sfoderano gli artigli e... – la voce di Bianca lo interruppe scherzosamente irritata.
– Smettila di spaventarlo, Giacomo... oddio, che bambino che sei. – scoppiò a ridere sistemandosi i capelli bruni dietro l'orecchio. Battibeccavano proprio come una coppietta quei due.
– Non sono spaventato, solo non volevo rovinare il vostro quadretto. Comunque anche tu sei un Figlio della Natura o come cavolo si chiamano? – gli chiesi ma in risposta loro due risero di cuore.
– Oddio, hai frainteso... non sono il suo ragazzo ma suo cugino. E sono un Figlio del Cielo, so trasformarmi in un falco. – mormorò tra le risate svoltando bruscamente per un viottolo sterrato.
– Oh... capisco. Scusate per il malinteso. Ed io cosa saprei fare di tanto figo? – continuai e questa volta fu lei a rispondermi, ritrovando il suo solito contegno.
– Sei un Mutaforma anche tu solo che, invece del falco, il tuo animale è il lupo. Imparerai col tempo a trasformarti grazie alla guida di Maestra Ginepro. Siamo arrivati. – indicò una bellissima villa al centro di un giardino con tanto di laghetto zen e piscina interna. Giacomo parcheggiò il SUV accanto ad una Punto nera terribilmente familiare e ad altre due auto, una Porsche grigio scuro e un Range Rover bianco. Mi chiesi di chi fossero quando una voce conosciuta ci chiamò.
– Finalmente siete arrivati. Come stai, piccola Arcobaleno? – chiese la mia prof di diritto uscendo dall'ingresso pieno di piante e fiori di tutti i tipi. Che ci faceva Greta Cariddi insieme a quelle creature? Ma certo, era anche lei una di loro... stavo per andare a sbattere la testa sul muro quando la vidi abbracciare Bianca. Questo spiegava il perché dell'affetto quasi materno della donna nei confronti della studentessa.
– Bene, prof... ehm, Maestra Ginepro. Scusi la svista, ormai l'abitudine ha preso la meglio sulle buone maniere. – le due donne si avviarono all'interno dell'abitazione e Giacomo mi si avvicinò.
– Non sei il primo Risvegliato in preda alla confusione che vedo per questo sono solito dare un consiglio a tutti quelli come te che incontro: aspettati le cose più strane. Dentro ci sono altri tre componenti del Cerchio e di sicuro li avrai già visti da qualche parte, viviamo da anni a stretto contatto con te anche se non te ne sei mai accorto. Non spaventarti, siamo qui per aiutarti. Ora chiama i tuoi amici e trova una scusa per la tua assenza, ti aspetto dentro. – mi batté una pacca sulla spalla e seguì le due. Io scrissi un veloce messaggio ai ragazzi e ripensai alle sue parole. Quante altre persone della mia vita erano creature magiche? Trovai la risposta appena varcai la soglia di casa. Nel soggiorno due ragazze stavano abbracciando Bianca e la tempestavano di domande. Una era l'apprendista parrucchiera che stava sotto casa mia, una ragazza di più o meno la mia età con dei capelli bianchissimi e gli occhi celesti. Era lei la Cloe di cui parlavano in auto e l'altra era Andrea, la figlia del proprietario del bar dove andavo sempre, l'avevo incontrata anche in discoteca un paio di volte. Solo che la vedevo sempre con dei corti capelli neri a caschetto mentre ora li aveva lunghi e... viola. E poi, in fondo alla stanza, c'era un biondino che conoscevo fin troppo bene: era Stefano, il figlio del compagno di mamma. Mi salutò con un timido sorriso ed io ricambiai stupito. La prof Cariddi ci richiamò tutti all'attenzione e ci fece accomodare sui divani disposti a formare un quadrato, poi si alzò al centro di questo ed iniziò a parlare.
– Benvenuti miei cari alla Riunione del Cerchio di Ginepro. Prima di iniziare, presentatevi come si deve al nostro caro Nicola. – allargò le braccia con il suo solito sorriso rassicurante e Bianca prese la parola alzandosi in piedi.
– Io sono Arcobaleno, Figlia della Natura. Nata per essere la tua guardiana. Non guardarmi con quella faccia, mi chiamo davvero così... ognuno di noi ha un nome umano per non destare sospetti. – i suoi occhi verdi sembrarono acquistare sfumature dorate quando li riaprì sorridendo. Poi si rimise a sedere e fu il turno di Giacomo.
– Io invece sono Falco, Figlio del Cielo. Da più di settant'anni anni assisto i risvegliati. – anche lui tornò a sedere accanto alla cugina. Intanto mi stavo ripetendo mentalmente quei nomi... erano così singolari ma non mi azzardai a ridere.
– Io sono Orizzonte, Figlio del Sole. Assisto alle missioni in quanto guaritore. – Stefano guardò a terra lievemente in imbarazzo. Non eravamo mai stati in ottimi rapporti, ero sempre piuttosto freddo con lui ma, visto il perché della sua entrata nella mia vita, me ne stavo pentendo.
– Crysalide, Figlia del Tempo. Detto predizioni e viaggio nel tempo... insomma, sono un misto tra l'Oracolo di Delfi e Doctor Who. – spezzò la tensione la ragazza dai capelli viola e mi sorrise a trentadue denti. Nel bar di quello che forse era suo padre, la vedevo sempre allegra e solare, parlava con tutti ed era un piacere incontrarla. Io, invece, non avevo mai avuto modo di rivolgerle parola negli ultimi due anni, ero sempre impegnato a starmene seduto nel mio angolino con la compagnia di un tempo. Anche l'ultima ragazza si alzò in piedi facendo scoppiare un palloncino di chewing gum.
– Io sono Ruscello e sono una Ninfa... sono una delle ultime arrivate nel Cerchio, mi hanno mandato qui in “punizione” perché ho infranto la legge della città di Cristallo e mi hanno messa a fare la Stratega durante le missioni. Credimi, ti troverai bene con noi. – esplose un altro palloncino e si buttò di nuovo sul divano ma i cuscini non sembrarono spostarsi. Quella ragazza sembrava fatta d'aria tanto era pallida la sua pelle e fini i suoi capelli.
– Bene. Ora Nicola dovrai ascoltarmi bene perché, da questo momento in poi, la tua vita cambierà. Prima del completo Risveglio passeranno più o meno quattro mesi nei quali noi ti insegneremo ad usare i tuoi poteri. Avrai un'assistente fissa, la piccola Arcobaleno, e tutti gli altri faranno da tutori. Partirete per la vostra missione fra due giorni e intanto dovrete cercare di spezzare tutti i ponti creati con gli umani. Non dovrete lasciare traccia del vostro passaggio nelle loro vite. Orizzonte ha messo a punto la pozione, vi basterà offrirgli da bere e loro si addormenteranno per un po'. Al risveglio vi avranno completamente cancellati. So che sarà dura per voi ma il Destino in questo mondo ci è avverso, non possiamo viverci per più di un breve lasso di tempo o la gente inizierà a sospettare della nostra longevità. – spiegò Maestra Ginepro e nella stanza tutti pendevano dalle sue labbra. Si poteva vedere chiaramente quanto davvero i presenti ammirassero la donna. Soprattutto Bianca... o forse dovevo chiamarla “Arcobaleno”? Era tutto così complicato ma dovevo accettarlo ed abituarmici al più presto. La donna continuò a parlare ai ragazzi dell'itinerario verso Aridia, la città dove avrei passato il resto della vita. Che poi, quanto mai poteva durare il resto della mia vita? Tenendo conto del fatto che avevo degli assassini alle costole che mi mandavano Golem di fango sotto casa per catturarmi od uccidermi e che di lì a poco sarebbero arrivati esseri peggiori di un omino di terra, la mia prospettiva di vita non mi sembrava tanto lunga e rosea... fortuna che avevo Bianca al mio fianco, con un solo tubo mi aveva salvato la pelle quindi potevo dirmi al sicuro. E poi c'erano gli altri ragazzi a guardarmi le spalle... insomma, le probabilità stavano aumentando. Ma il mio pessimismo secondo solo a quello del Leopardi non le considerava. Le probabilità erano buone ma non erano abbastanza, insomma...
Scacciai quei pensieri ed ascoltai le ultime parole della prof dato che erano rivolte esclusivamente a me. I suoi occhi blu simili a due zaffiri incastonati nelle iridi si puntarono nei miei e capii che stava per chiedermi l'unica cosa a cui non avrei mai davvero saputo rispondere. O almeno così credevo.
– Allora, Canto del Lupo... sei pronto ad abbandonare tutto e tutti? A lasciare la tua vita qui a San Feliciano ed unirti al Cerchio di Ginepro? Sei pronto a correre tutti i rischi che comporta il tuo risveglio e la tua vera identità? – mi chiamò persino con il mio vero nome. Lo capii perché, al solo sentirlo pronunciare, un brivido mi corse lungo la schiena, infondendomi una nuova energia. Sorrisi scacciando ogni dubbio ed incertezza. Sentendomi in grado di affrontare qualsiasi cosa, anche la perdita della mia vita normale e tremendamente noiosa... dopotutto stavo per cominciarne una all'insegna dell'avventura e non potevo chiedere di meglio. Sentendo il mio vero nome compresi appieno chi ero Io. Ero una creatura magica. Ero un lupo, ero Canto del Lupo. Ed ero pronto. Mi alzai, quindi, in piedi e guardai prima la mia amica e poi la donna davanti a me. Schiusi le labbra e sussurrai una sola parola.

– Sì. – 


**Angoletto dell'Autrice**
Salve, gente! Questo è il mio primissimo tentativo di Fantasy/Sovrannaturale quindi se è qualcosa di pietoso non esitate a dirmelo... Accetto critiche e consigli per migliorare e regalo biscotti a chi recensisce, giuro u.u
Ma tornando alla storia... ho tentato di dare un'idea più o meno vaga dei personaggi ed in seguito, appena troverò un'anima pia che sa fare i banners, metterò anche le foto. Ovviamente ancora è solo il prologo quindi non si sa praticamente niente di loro ma andando avanti conto di mettere qualche capitolo o parte di capitolo con POV diverso da quello del protagonista. Dipende, poi, dalla Dea dell'ispirazione che ultimamente mi è avversa... 
Ringrazio particolarmente la mia Crysalide che sta aspettando questo prologo da giorni, ha odiato i miei biscotti per il ritardo nella pubblicazione e mi ispira ogni volta che sono in crisi con i personaggi. Ringrazio anche la mia Ruscello, la mia F perché lei c'entra sempre qualcosa.
Aspetto vostre notizie con ansia.
Dede♥

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: xDelilah_Morgan