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Autore: wawaring    29/12/2013    3 recensioni
Un breve focus sull'anima nera di Xelloss, tra paradossi e contraddizioni, che si slatentizzano in seguito all'incontro con una sua innata nemica.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Philia Ul Copt, Valgarv, Xelloss Metallium
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In principio era il caos.
E lo sarà nuovamente; prima di quanto la mente limitata degli umani possa concepire.
Troppo tardi rispetto ai nostri auspici, comunque.
 
Attraverso il Piano Astrale alla velocità della luce. In meno di un secondo sono all’altro capo del mondo. Viaggio così come ho vissuto. Una massa di immagine frammentarie scorrono davanti ai miei occhi, troppo fulminee e troppo complesse per essere interpretate dai sensi limitati della mia forma umana.
Ricordo ancora distintamente la mia nascita; il mio emergere dall’oblio. La mia genesi dalle tenebre. Vedo il male puro distorcersi e prendere forma in me stesso.
Ricordo ancora il mio vero nome, che non può essere pronunciato.
Ricordo di aver sorriso.
 
Ricordo la mia missione.
Lei si è manifestata, funesta come la Dark Star, fulminea come il Laguna Blade. Si è posta a cavalcioni su di me, e ci siamo uniti. Con un vago senso di noia, mi sono sottomesso al suo rituale, e ho percepito il suo crudele piacere nel procurarmi dolore.
Al termine mi ha osservato a lungo ed in silenzio, assaporando del tabacco. Mi domando cosa stesse contemplando in me; con accuratezza, come se stesse cercando qualcosa al di sotto dell’apparenza.
Oh, Madre mia. Oh, mia Creatrice. Sono solo un guscio vuoto. Così come tu mi hai voluto.
So che non lo credi. Non più.
 
Non è necessario che Lei proferisca parola. Uno sguardo, e conosco già la mia missione.
 
Ed ecco che mi trovo nell’ombra a poggiare il mio sguardo su di lui. Lo osservo, infante, correre nei campi, apparentemente gioioso.
Vorrei torcergli il collo, e strappargli dalla faccia quell’espressione felice. I sentimenti positivi mi nauseano e mi stomacano. E, quando particolarmente intensi, i sintomi si intensificano via via, sempre più intollerabili.
Mi immagino mentre sottopongo il piccolo Drago Perduto a torture inimmaginabili, e il senso di nausea si attenua.
Ma ecco che si manifesta la Presenza che stavo attendendo. La percepisco, così come avverto il fetore del piccolo Drago Perduto. È talmente intento nel suo compito, e il mio nascondiglio è talmente ben ponderato, che non si accorge di me.
 
Non voglio trarre Vargarv in salvo dal suo carnefice. Non posso dimenticare il conto in sospeso che ho con lui. Non posso accantonare la nostra innata rivalità.
Ma devo, perché questi sono gli ordini.
 
Sto per farmi avanti, quando qualcosa mi colpisce alla testa. Non mi provoca dolore, ma mi sospinge in avanti di parecchi metri. La Presenza mi vede, sobbalza, e svanisce nel nulla.
Con una smorfia mi rammarico dell’occasione sprecata, e del fatto che il tempo da dedicare alla mia missione si dilaterà sensibilmente. Lei non ne sarà compiaciuta.
 
Mi volto verso colei che mi ha colpito. E’ l’ex Vestale del Re dei Draghi di Fuoco. La osservo per un po’, rivolgendole il più abbacinante dei miei sorrisi; mentre lei, per nulla impressionata, strepita e urla verso di me, convinta che il mio fosse un tentativo di fare del male al suo prezioso cucciolo di drago.
Le spiego come stanno le cose.  Che non sono i Demoni a volerlo finire, ma al contrario i suoi consimili.
 
“Perché vuoi proteggerlo, adesso?” Urla, confusa “Perché, se in passato hai cercato di ucciderlo?”
“Il seme del male è piantato dentro di lui.” Le spiego “E’ questione di tempo, ma presto sboccerà. La Signora ha profetizzato che riporterà il mondo nel Chaos.”
L’ultimo dei Draghi Dorati fissa gli occhi nei miei, sconvolto. Eppure, nel profondo, non riluce forse un barlume di consapevolezza?
“Ma perché? Lui ha cercato la redenzione in una nuova vita. Lui è buono, ora.”
Sorrido, sinceramente colpito dall’ingenua consapevolezza con cui mente a sé stessa “Ha accettato la natura demoniaca dentro di sé, in virtù del suo odio per i Draghi Dorati; gli è stata infusa da Garv. Una simile macchia non si può cancellare.”
Il Drago piange, ma sembra risoluto “E’ possibile, invece. E te lo dimostrerò.”
 
“Perché volete farlo? Perché volete riportare il mondo alle tenebre?” mi chiede, più tardi, davanti ad un fuoco, mentre culla Vargarv, profondamente addormentato tra le sue braccia. Quel bivacco è completamente inutile, poiché non posso patire il freddo, o la fame. Posso solo odiare. È per questo che Lei mi ha creato.
Sorrido “Non capiresti. Sei uno sporco e stupido Drago Dorato, in fondo.”
Il Drago Dorato ringhia furibondo, con la sua voce di Essere Superiore.
Senza un motivo apparente, se non quello di ingannare l’attesa, le illustro il senso della mia missione.
“Non capisco il senso delle forme di vita che popolano il nostro pianeta. Il loro scopo è automantenersi, il loro è un narcisistico inseguire il soddisfacimento dei propri bisogni, afinalisticamente.” Fisso il mio sguardo nel suo, e lei non cede “Voglio liberare il Mondo dall’inutilità di questi esseri. Solo il Chaos può dare un senso all’Universo. Anche se questo può significare il nostro annullamento.” Sorrido, e questa volta non in modo simulato. E questo mi sorprende, perché non sono stato creato per provare sentimenti. Apprezzo l’ironia della mia condizione.
Lei fissa il fuoco davanti a sé, intristita; lo sguardo vacuo. Una parte di lei ha compreso le mie motivazioni. E questo, lo so, non le piace. La porta ulteriormente ad odiarmi. Ad odiarsi.
Un brivido mi percuote.
 
L’altro Drago ci attacca. Non mi capacito del fatto che sia stato in grado di cogliermi di sorpresa. Qualcosa mi ha distratto.
Faccio da spola tra Questo e l’Altro modo. Attacco; lo ferisco mortalmente.
Il bambino è al sicuro. L’avversario giace a terra, in una pozza di sangue, carico di rancore. Posa il suo occhio giallo sul suo consimile.
“Uccidilo” la ammonisce “Porterà il mondo nel Chaos.”
Il Drago Dorato abbraccia Vargarv, e con un incantesimo lo addormenta perché non possa vedere. Perché non possa sentire.
“No!” esclama, in lacrime “Lui saprà opporsi alla sua natura.”
Il nostro avversario non le crede, e io nemmeno. Lui fa appello alle sue forze residue per un ultimo attacco.
Intervengo troppo tardi per un contrattacco efficace. Non ho altra scelta che sacrificarmi.
 
“Xelloss! Sei ferito!” constata inutilmente lei.
Che azione stupida, la mia, di farle da scudo. Che idiozia, la sua, di medicare le mie ferite.
“Perché mi guardi… in quel modo?”balbetta, con voce tremante, mentre è china su di me, con le mani sporche del mio sangue.
“Perché sto impazzendo; e tu sei la causa della mia insania.”Assaporo le sue labbra, fino a farle sanguinare. Godo del male che le procuro; della sua debolezza, che vanifica il suo divincolarsi. Con un solo gesto le strappo di dosso le vesti.
“Tutto questo è sbagliato. Non ha senso!” sussurra tra le lacrime, mentre il suo corpo caldo e vulnerabile si avvinghia al mio. Mi detesta a tal punto da non avvedersi che la pensiamo allo stesso modo.
“Io ti odio! Voglio vederti morto!” Urla, mentre tenta invano di liberarsi dalla mia morsa.
“Sei un drago. È la tua natura.” Le spiego pazientemente, e riprendo a baciare il suo collo. Lei geme e freme in risposta.
“Ma ti amo. Che Cepheid mi perdoni, e abbia pietà di me. Io ti amo.” Scoppia in lacrime.
“Lo so, e questo mi uccide.” La consolo.
 
Mi unisco a lei, per quanto doloroso.
Per quanto meraviglioso.
Ed è come ascendere al Piano Astrale fino al Mare del Caos, in cui mi fondo, mi perdo. Come la perfezione della morte, e della dissoluzione. Uno spazio talmente infinitesimale da giungere all’annullamento, in cui luce e tenebre codominano pur non esistendo. Un paradosso, così come la nostra unione. Un’iniziale implosione che si arresta ed infine si estende in tutta la mia essenza. E che come un’onda si propaga in lei, in lei.
 
Philia…
 
La osservo respirare. La osservo gemere. La osservo sciogliersi nel piacere e contorcersi nella sofferenza.
 
La mia Signora ci osserva. So che non soprassederà sulla mia infedeltà. Che il contrappasso sarà insostenibile. Forse deciderà di uccidermi. Ma più probabilmente il suo perverso interesse nei miei confronti ne uscirà rinforzato, ed io vivrò. Per ora.
Mentre osservo il drago dormire, stremato, bacio la sua fronte. Mi sorprendo del mio gesto.
Mi dissolvo. Di certo non la rivedrò, in questa vita.
Ma l’eternità può riservare sorprese.
 
E nella mia mente risuonano le parole della profezia della mia Padrona:
 
“E l’essere prosegue il suo cammino, verso il proprio destino.
Nutrito dal tempo e dall’esperienza, dentro di esso, un seme attende di sbocciare.”
 
I fiori del male
  
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