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Autore: bibliophile    29/12/2013    1 recensioni
Cosa ha provato Katniss alla sua seconda mietitura? E' stato solo un insulso rituale di Capitol City o forse qualcosa si è mosso anche negli animi degli altri membri...della sua squadra? I pensieri inespressi di Katniss, sulla base delle immagini del film.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Catching Fire, Mietitura per i 75esimi Hunger Games


Squadra.




La mietitura si avvicinava ogni giorno di più e io passavo sempre più notti con gli occhi sbarrati, terrorizzata dagli errori vissuti e da quelli che avrei dovuto vivere. Tutti noi vincitori stavamo così, io nel mio letto, Peeta nel suo o davanti a una qualche tela da riempire del colore della paura e Haymitch sulla sua poltrona, una bottiglia in mano per cercare di dimenticare, o meglio di non ricordare.

L'aria di casa mia era soffocante: mia madre si era di nuovo chiusa nel suo muto dolore, incapace di affrontare la morte, praticamente certa, di una figlia che aveva ormai considerato salva e Prim cercava invano di far forza a tutti, ma senza crederci nemmeno lei. Volevo uscire, vagare per il distretto, ma nemmeno lì ero al sicuro: i ragazzi e le loro famiglie erano fin troppo sollevati dal fatto che i condannati a morte fossero già stati scelti ed rimanevano in pochi a dispiacersi per noi; quel vago sollievo mi soffocava e non mi restava altro che rifugiarmi nei boschi, sperando che Gale, troppo impegnato in miniera, non venisse a scovarmi, interrompendo il flusso dei miei pensieri. Era una cosa che non potevo affrontare con lui, non quel dolore. L'unico che poteva capirmi era Peeta, ma in quel momento era alle prese con il suo di dolore ed ero già troppo in debito con lui per privarlo anche di quegli attimi di tempo per se stesso.




Il giorno è arrivato.

Sei pacificatori ci scortano dalle nostre case fino alla piazza, quasi fossimo assassini. Ah vero, noi siamo già assassini, o comunque due di noi lo diventeranno presto.

Io, Peeta e Haymitch. Tre quarti di una squadra buffa e improvvisata.

Eccola la quarta, la in piedi, impettita nel suo abito arancione.

Che strana mietitura: nessun bambino spaventato in lacrime, nessuna paperella a cui ricordare di tener dentro la coda. A qualcuno sembrerà la più bella di tutte. Guardate come siamo ridotti: non abbiamo più nemmeno pietà per gli altri svantaggiati che sono tra noi. L'esasperazione della paura.

Camminiamo a testa alta, almeno io e Peeta, finchè non giungiamo a lato di Effie, io da una parte, gli uomini dall'altra.

Uno sguardo a Prim.

Il volto di tutti è la maschera che riflette il dolore che proviamo dentro. Haymitch è fuori luogo. Si tiene in piedi non si sa come sulle gambe molli, per l'alcol e, forse, la paura o il ricordo, e rimane fermo nel posto occupato da molti, troppi ragazzi innocenti, mentre lui è ormai un uomo maturo. E' addolorato, affranto, deluso. La nostra prima mietitura risale all'anno scorso, è tutto troppo recente per fare così male, ma per lui sono passati venticinque anni.

''Come sempre, prima le signore.''
Mi accorgo ora che Effie ha già iniziato a parlare, con l'usuale tono squillante a cui manca una nota di euforia, di eccitazione che ha sempre caratterizzato la sua parte nelle edizioni passate. Come può pronunciare le stesse battute di sempre? E' davvero così insensibile?

Fisso mia madre, mia sorella e Gale mentre lei, con passi un po' esitanti, si reca alla boccia, vuota. L'unico biglietto è nelle sue mani. Tutti sanno già il nome di quale ragazza sta scritto lì, su quell'insulso pezzo di carta che però ha tanta importanza.

''Il tributo femmina del distretto 12...Katniss Everdeen''.

Una lacrima solitaria scende lenta sulla mia guancia mentre mi volto per prendere posto a fianco di Effie e solo ora mi accorgo delle emozioni contrastanti che danno luogo a una battaglia sul suo volto: il dolore sincero si fa strada tra gli strati di cipria e fondotinta e combatte con la maschera di giullare euforico per le telecamere. Una lacrima, piccola, quasi invisibile, ma presente, solca anche il suo viso.

''Magnifico''

''E adesso gli uomini''

Cerco con gli occhi lo sguardo di Haymitch per ricordagli quello che mi ha promesso e lui, come se avesse capito, mi ammicca. Continuo a sperare anche mentre Effie prende il biglietto e ritorna al microfono per leggerne il contenuto.

Ma quando con un sospiro decisamente addolorato che scopre i suoi reali sentimenti pronuncia le parole ''Haymitch Abernathy'', non posso che cedere allo sconforto: Peeta sarà di nuovo là dentro con me, e farà di tutto per proteggermi. Infatti, dopo appena qualche secondo, si offre volontario al suo posto, mentre il mentore cerca, invano, di fermarlo.

Non so se sia per tenere fede alla promessa che mi ha fatto o per qualche sua scelta personale, ma credo che questo gesto dica molto di più sulla sua persona che tante altre cose; ormai è chiaro che non è solamente un ammasso di alcol, sporcizia e brutti ricordi da dimenticare, ma che forse anche lui vuole dare un senso alla sua vita, trovando qualcuno per cui morire o qualcuno per la cui sopravvivenza impegnarsi davvero.

Queste riflessioni non sfuggono nemmeno a Effie, e noto che anche lei è cambiata. Forse anche lei ha capito che gli Hunger Games sono circences solo per chi, come la maggioranza dei capitolini, è un ammasso di chirurgia estetica, mentre per tutti gli altri rappresentano solo vergogna, segno che di stare indifferenti davanti alla morte sistematica di persone innocenti che pagano per un male mai commesso non ne vogliono proprio sentire.

''Molto bene! I tributi del distretto 12: Katniss Everdeen...e Peeta Mellark''

Il dolore minaccia di farsi strada anche nella sua voce, lei, che probabilmente ha creduto forse non a tutto, ma almeno ad una parte della messinscena amorosa, non può sopportare di dover pronunciare una seconda volta i nostri nomi insieme ad una mietitura. No, si oppone anche lei; forse vuole ancora la promozione ad un altro distretto, ma per non dover più sopportare questo strazio.

Si vede chiaramente che, quando la gente del mio distretto raccoglie un po' di solidarietà rimasta sul fondo del loro cuore e si unisce a mia madre, forse uscita dal suo guscio, e mia sorella alzando tre dita al cielo per dirci il suo grazie, la sua ammirazione e il suo addio e noi rispondiamo, anche lei vorrebbe unirsi a noi, in un primo gesto di ribellione di cui si pentirà non appena arriveremo nella capitale, ma che avrà comunque lasciato il suo segno, uno strascico di ricordo in un cuore forse troppo impreparato, ma desideroso di provare emozioni vere e non dal riflesso di uno schermo.


Perchè noi, in fondo, siamo una squadra.



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Ciao a tutti! Le vacanze di Natale sono una vera fonte di ispirazione per me! Stavo rivedendo Catching Fire e la scena della mietitura mi ha a dir poco turbata. E' un pezzo reso davvero bene, nel film, mentre nel libro, ahimè, è liquidato, se posso azzardare questo termine con i capolavori di Suzanne Collins, in due paginette. Ho pensato, dunque, di condividere con voi la mia versione dei pensieri di Katniss. Spero che possiate apprezzare questo mio scritto, in ogni caso...recensite!!
Un sincero augurio di buone feste, un bacio

Esther
  
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