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Autore: The Corpse Bride    21/05/2008    4 recensioni
Tony cerca di fare chiarezza sul suo rapporto con la sorellina Effy. Il tema è un po' forte, quindi coloro che non se la sentono di leggere una storia in cui il legame fraterno non è propriamente avvertito come fraterno, per favore passino alla prossima fanfic. ^^
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Stonem, Elizabeth Stonem
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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-Sid.
-Che c'è?
-Volevo parlarti.
-Uuh.
-Che c'è...?
-Ogni volta che dici di dovermi parlare, stai progettando di farmi perdere la verginità con una donna clinicamente pazza, o, peggio ancora, con una donna tua.
-Niente a che vedere col tuo uccello.
-Allora parla.
Ma taccio.
Le parole ci sono, tutte perfettamente in fila dietro la mia lingua, rifinite, pregne e taglienti.
Ma si rifiutano di uscire.
-Tony? Puoi parlare. Ti ascolto.
Annuisco, ma non dico nulla.
-... che c'è?
Un tempo, Sid avrebbe pensato che volevo semplicemente farlo uscire da ogni grazia di Dio con uno dei miei soliti giochetti. Ma dopo quello che è capitato l'altra notte, non lo pensa più. Non mi crede più capace di fare nulla, dopo quello che mi è successo.
"Io vengo da Marte e tu da Venere, io faccio delle cose e tu te ne preoccupi, io vado a letto con le ragazze e tu le spingi a commettere suicidio."
Sa che le cose sono cambiate. Ho dovuto scappare da Marte e preoccuparmi di quel che faccio, rifiutarmi di andare a letto con una ragazza e vederla rischiare di morire perché non ho voluto farmela.
"Nel tuo letto te lo meni pensando "io sarò come Tony, io UN GIORNO sarò COME TONY."".
Adesso sa che non c'è niente di peggio.
-Lascia stare, Sid. Mi spiace. Ti ho disturbato. Lascia perdere.
-Non mi nascondi niente?
-Cazzo, niente.
Metto giù la cornetta.
Effy è tornata a casa. Forse avrei preferito che rimanesse dov'era; muta, immobile, lontana da noi.
Non è che la odi. Cerchiamo di capirci: io adoro Effy, come non ha mancato di sottolineare Sid.
L’ho sempre, sempre adorata. L'ho sempre difesa, e l'ho sempre coperta, e sono sempre stato al suo fianco - qualunque stronzata le venisse in mente di fare. E la sua riserva di stronzate, credetemi, è inesauribile.
Il problema è che, dopo tutto questo tempo, dovrei essere stanco di farlo. E invece so che se Effy stasera uscisse di nuovo, anche dopo quel cazzo di casino, io mi infilerei la sua calza a righe rosse e nere e mi avvolgerei nelle sue coperte, come ogni dannatissima sera.
Poi passerei la notte a cercarla in giro per Bristol, e mi lascerei pestare e minacciare e umiliare per lei.
Cos'è che mi è uscito dalla bocca, l'altro giorno...?
"E' davvero intelligente, la persona più intelligente che ci sia. Non esiste una come lei."
"Effy lo sa bene, mi ama per ciò che sono veramente."
Lionel Richie...? No, non sembravo Lionel Richie. Non sembravo né Lionel Richie né James Blunt né Brian Adams, non sembravo nessuno sulla faccia della terra.
Perché non riesco a dire le stesse cose a Michelle? Perché non riesco a dirle che morirei per lei e che tutto il mio mondo ha smesso di girare a causa sua? Perché, anche se mi supplica di dirle che per me è stata importante, io non riesco a dirglielo?
Mentre bastano tre o quattro fighetti psicopatici per farmi vomitare tutto l'amore che ho per mia sorella.
-Tony...?
Merda.
Ci mancava solo mia madre. Al diavolo, non ho la minima intenzione di giustificarmi; sono stanco di ripetere una versione a cui comunque non crederebbe mai. Anche se li convincessi che non sono stato io a dare il crack ad Effy, questo non diminuirebbe di un millimetro l'odio che provano per me.
E' tardi per rimediare.
Sid diceva che non ho uno straccio di un amico, che mi sono rimasti solo i miei genitori. Ma Sid non sapeva un cazzo. Poi se n'è accorto; se n'è accorto, che i miei genitori sono stati i primi ad abbandonarmi.
-Tony. Ci sei?
-Certo che ci sono.
I capelli biondi di mia madre sono sempre perfettamente in piega. Mia madre è sempre perfetta e sobria. Anche Effy, durante il giorno, è sempre perfetta e sobria.
Ma noi siamo i figli marci di questa generazione luminosa.
-Allora? - mi guarda, severa - Vogliamo parlarne?
-Oh? Abbiamo deciso di parlarne? Alla fine, avete preferito giocare la carta della famiglia comprensiva?
-Non essere sempre così insopportabile, Tony.
Meglio non risponderle, perché potrei farle rimbalzare in faccia migliaia di frasi come questa.
Non essere sempre così bugiarda, mamma.
Non essere sempre così sospettosa, mamma.
Non essere sempre così assoggettata, mamma.
Non essere sempre così vuota e insignificante, mamma.
Come ha potuto nascere da due persone del genere? Come ha potuto, una fata come lei, nascere da questi due individui viscidi e putrescenti?
-Tuo padre è convinto che sia solo una perdita di tempo, ma volevo ascoltare la tua versione delle cose.
-Ah sì? Chi te l'ha consigliato?
-Nessuno.
-Chi te l'ha consigliato?
-Tony.
-No, non credo di essere stato io. Non lo credo per un semplice motivo, mamma, ed è che da tre giorni non mi rivolgete la parola. Dev'essere stato qualcun altro; qualcuno con più talento di voi nel mestiere del genitore.
-E' mai possibile che ogni volta che qualcuno cerca di venirti incontro tu debba reagire così?! Arrangiati, per l'amor del cielo.
Esce sbattendo la porta.
In realtà, non so perché mi comporto così. So bene perché mi piace creare casini e rendere la vita difficile alle persone, ma faccio un po' più di fatica a capire perché non permetto loro di volermi bene.
D’accordo, a Sid lo lascio fare, ma Sid è il cagnolino scodinzolante che vive alle dipendenze della mia popolarità. So che Sid non è un pericolo.
Ma, a ben pensarci, chi è realmente un pericolo? Forse Michelle, che mi ha sempre perdonato tutto, che non ha mai fatto niente di sbagliato a parte innamorarsi di me? O magari...
... beh, in effetti, non c'è nessun altro. Sono le uniche due persone che mi siano venute vicino, e nessuna delle due ha mai manifestato altro che buone intenzioni nei miei confronti.
Non ci sono esperienze negative nella mia vita. Nessuno mi ha mai fatto credere che le persone siano cattive o che vogliano farmi del male. Quindi, perché non glielo permetto?
Michelle, tu sai sempre cosa faccio e perché. Sapevi che più o meno ti amavo, sapevi che mi mancavi, sapevi che il mio tempo era scaduto. Dato che sai così tante cose, mi spieghi perché cerco così ostinatamente di rimanere solo? Mi spieghi perché da un lato faccio tutto il possibile per essere al centro dell'attenzione, ma quando si tratta di lasciare che gli altri si avvicinino, inizio a scalciare come un neonato?
Dannazione, forse non ti amavo, ma in qualche modo avevo bisogno di te. Tu sei buona, e ho bisogno della tua bontà. E anche se magari non parli bene come me, anzi, alle volte parli proprio come uno scaricatore di porto, sai molte più cose di quante non ne sappia io. Tutti e due capiamo le persone, ma io uso questa capacità per manipolarle nei miei teatrini dell'assurdo, tu la usi soltanto per aiutarle o per cercare di avvicinarti a loro.
Entrambi avevamo capito che Sid era perso per te. E cos'abbiamo fatto? Tu sei stata sincera con lui, hai mantenuto le dovute distanze, l'hai aiutato con Cassie, o al massimo hai cercato di portartelo a letto quand'eravate tutti e due disperati. E io, invece? Io gli ho offerto la mia ragazza per fargli perdere la verginità, e poi, davanti ai suoi occhi, me la sono ripresa, perché aveva avuto la sola colpa di non essere abbastanza bastardo da farci una cosa del genere.
E in tutto quello che ho fatto, non mi sono mai preoccupato di come si sentissero le persone coinvolte. Non mi interessava di aver preso in giro Abigail, che è così fragile, di aver usato Cassie per sverginare Sid, anche se sapevo che stavo solo aiutando la sua autodistruzione, di aver fatto passare una notte terribile a Maxxie che è già abbastanza confuso, e, peggio del peggio, di aver ferito te. Che non te lo meritavi.
Nessuno di voi si è mai meritato niente di quello che gli ho fatto.
Un tempo eri la mia bambolina stupenda, come Amanda Lepore per LaChapelle, anche se tu sei vera e morbida e soave; adesso sei l'angioletto appollaiato sulla mia spalla destra, bellissimo e luminoso, ma di quella luce e bellezza che non ti ispirano sesso e baci con la lingua; ti ispirano soltanto pace e serenità. Tutto quello che posso fare, ormai, è rivolgerti una preghiera e sperare che mi aiuti, perché sono rimasto davvero solo, adesso.
-Effy.
Lei non mi sente. La chiamo spesso, ma fa finta di non sentirmi.
Non vuole parlarmi.
-Effy, so che ci sei. Esci da quella camera.
Non esce mai. E io non sono mai entrato nella sua stanza.
In teoria sta piuttosto bene; deve solo stare molto attenta a ciò che mangia per un po' di tempo. Ma si rifiuta di uscire di lì; non esce nemmeno la sera. Le sue gonnelline strappate e le sue calze a righe sono ancora nel sacco della spazzatura in giardino, e ogni tanto controllo che nessuno l'abbia portato via, affinché lei possa ancora togliersi di dosso il grigiore della nostra vita ed esplodere come un fuoco d'artificio.
Mi fa così tanta tenerezza, quando la vedo fare questo. O meglio, quello che sento è... sì; direi più che sia orgoglio. Mi sento il cuore gonfio quando la vedo ribellarsi, mentire e divertirsi - quali che siano i suoi metodi. Siamo marci e deludenti, ma siamo marci e deludenti in due. Quando fa queste cose, sento che è veramente mia sorella, che abbiamo lo stesso sangue, che ci capiamo. Tra il mio atteggiamento da stronzo e i suoi vestiti punk non c'è una grande differenza. Entrambi stanno a significare che non ce ne fotte un cazzo di quanto facciamo schifo.

All’improvviso, qualcuno bussa alla porta.
-Effy...? – chiedo speranzoso.
La porta si schiude. E' lei.
E' lei, con i suoi occhioni struccati, con i capelli raccolti; Effy imprigionata in un golfino grigioazzurro, che mi guarda timida come se non ci fossimo mai lanciati le olive a tavola.
Lei raramente mi parla, ma so che, dall'alto della sua aria sprezzante, un po' le piaccio. In fondo, sono il suo sollievo in questa casa stantia e piena di odio.
-Chiudi la porta. Che cosa ti succede? Non mi hai ancora guardato in faccia.
Abbassa gli occhi, con aria contrita. Sa che la perdonerò. Sa benissimo che, come ogni volta, tutto quello che farò sarà chiederle se va tutto bene.
-Oh, merda... va tutto bene? Come ti senti?
Alza le spalle, come a dire che non c'è male.
-Hai avuto qualche effetto?
Scuote la testa, fissando il pavimento. Io non riesco a fare altro che fissarla, sperando che mi parli, sperando che venga da me a dirmi che mi vuole bene un decimo di quanto gliene voglio io.
Ho una sorellina che sembra una fata, che considera tutti una merda, ma che mi guarda come se io le facessi meno schifo degli altri. La amo da impazzire.
-Lo sai che io ti ho sempre parato il culo. Ma non posso più farlo, se succedono cose come questa.
Lei gira il viso, piena di vergogna.
-Effy, io non voglio mai più vederti afflosciata per terra. Non voglio più che tu abbia occasione di mettere piede in un ospedale. Cristo, Effy, la droga mi sta bene, farti un fighetto del cazzo in un capannone occupato mi sta bene, ma non puoi arrivare fino a questo punto. Io non posso sempre esserci. E se un giorno non riuscissi a trovarti...?
La stessa eventualità fa rabbrividire perfino me. Lei, ancora, non risponde, e fissa davanti a sé con aria preoccupata.
-Cazzo, Effy...
Vorrei essere sempre forte, davanti a lei. Essere sempre il solito pezzo di merda che prende in giro anche i suoi genitori, farla sentire come se fossimo noi i veri vincenti di questa lotta, e darle la sicurezza che saprò sempre cosa fare, che ci sarò sempre io a sistemare le cose.
Ma ho diciassette anni, e sono solo. E dopo tutto quel che ho fatto per starle vicino, lei non si degna nemmeno di fare l'unica cosa di cui avrei bisogno, l'unica cosa che non le costa quasi nessuno sforzo.
Effy, vieni qui vicino e abbracciami. Per favore, per una volta, muoviti verso di me e abbracciami. Ho bisogno di te.
-Effy...
Fermati, fermati, fermati. Chiudi quella bocca. Asciugati le lacrime. Questo è esattamente il momento in cui devi ritirarti, smettere di parlare, o ti usciranno dalla bocca frasi che nessuno al mondo ha mai pronunciato. Perché quelle sono le frasi che non devono essere pronunciate; non con la tua bellissima, splendente, unica e meravigliosa sorellina.

Perché devo amarti...?
Perché non posso scegliere a chi affidare il mio amore, di modo che sia al sicuro, che non rischi di essere maltrattato...?
Amarti così tanto mi fa paura. Perché quando ti amerò troppo, forse tu te ne andrai; e quando te ne sarai andata, io mi sentirò come se fossi morto.
Michelle, perdonami di averti fatto questo. Perdonami, perdonami, perdonami. Se avessi saputo cosa sono l'amore e la paura, ti giuro che non l'avrei mai fatto.

Ho fatto qualcosa di orribile a Josh, e Sid ha detto che è vomitevole. Perdonatemi. Sono orribile e vomitevole, sono un mostro, una merda, un malsano, ma tutto quello che voglio è vederla sorridere felice.
E' così orribile, volerla vedere felice? Avete aspettato tutti che venisse questo giorno, il giorno in cui anche quel pezzo di merda di Tony si sarebbe innamorato. Volevate vedermi soffrire, e temere di essere lasciato, e sentirmi umiliato e rifiutato, proprio come capita a tutti voi. Sto provando tutto questo, non ne siete contenti? Era quello che stavate aspettando. E quindi credo che non mi guarderete con orrore, anche se provo sofferenza, paura, umiliazione e rifiuto a causa della mia sorellina.
Non ho voluto baciarla, perché perfino io mi rendo conto che toccarla sarebbe una cosa perversa e disgustosa; Effy è stupenda, e deve rimanere al di fuori di quelli che sono i miei desideri corrotti. Ma sarei stato pronto a tutto, anche a lasciare un braccio o una gamba a Josh, pur di portarla fuori da quello Sport Club. Forse un giorno riuscirò a pensare lucidamente anche all'idea di toccarla. Ma per il momento il mio unico pensiero è proteggerla, e farle capire che cosa io sia in realtà, e renderle chiaro cosa invece non sono e non voglio essere, anche se finora ho fatto di tutto per far credere a tutti di esserlo.
L'unica persona con cui avrei rischiato. L'unica a cui ho permesso di sbirciare dentro di me, l'unica a cui ho permesso di ferirmi, l'unica che ho lasciato conquistarmi al punto da dimenticare ogni dignità per lei.
L'unica che ho lasciato venirmi tanto vicino da prendere possesso di me... è anche l'unica persona che non dovrei amare.
Effy, finora non ho mai lasciato che nessuno arrivasse fin dove sei arrivata tu. E ora che so che ci sei arrivata, ora che so fino a che punto mi hai strappato l'anima, temo di aver capito perché non lo lasciassi fare a nessuno.
Il fatto è che quando qualcuno ti viene così vicino da diventare parte di te, da fondersi con te, da diventare una parte indispensabile di te... poi il distacco fa male quanto gettarsi nel fuoco. Ho temuto che tu morissi. Ho temuto che non t'importasse più di tornare da me. E mi sono sentito bruciare vivo dal dolore.
Se ogni persona dovesse diventare un piccolo incendio dentro di me, forse preferisco davvero che mi stiano lontani. Perché essere lasciati è così doloroso, così lacerante, ti strazia così tanto, che preferisco mille volte il freddo di questa solitudine.
Se finora l'ho preferito, quel freddo, è perché c'era una fiammella, una piccola torcia luminosa, che mi restava accanto, tremolando, ogni tanto spegnendosi, ma poi rinascendo dalle ceneri.
Finora sei stata la mia scintilla, quella che invece di bruciarmi riscaldava, e gettava un cerchio di luce fioca sulla mia stupida esistenza.
Ora sei la fiamma crudele che mi mangia la carne fino agli organi, che mi carbonizza anche se sta dall'altra parte della stanza.

Una volta ho provato a mettere la mano a pochi centimetri dal fuoco, al di sopra della fiamma. Pensavo di essere al sicuro, ma un filo verticale d'aria bollente mi ha ustionato il palmo, facendomi gridare dal dolore. Quel giorno sono finito in ospedale con la mano rosso cremisi, perché ho pensato che, se dovevo bruciarmi, tanto valeva che lo facessi con il fuoco vero.
Sai qual è il problema?
È che non m'importa di sentirmi morire. Non m'importa se alla fine mi ucciderai.
Ma tu vieni qui e abbracciami, prima che dalla mia bocca escano le parole che uccideranno anche te.













(Nda: in realtà questa storia è stata scritta diversi mesi fa, ma ho aspettato che ci fosse la categoria "Skins".
Sono molto sorpresa di aver scritto qualcosa su Tony, che mi è sempre stato antipatico, ma dopo aver visto l'episodio 8 era inevitabile che qualcosa si smuovesse. Questa fic è stata scritta prima di vedere l'episodio 9, comunque non mi frega se poi Tony è destinato a Michelle o meno, gli autori mi hanno dato il la e io ho risposto XD.
Le citazioni sono direttamente prese dagli episodi in italiano. ^^ Trascritte amorosamente da me medesima.)
  
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