... And a happy new year.
#01 - Calore
Se
Leo non avesse smesso di russare, Piper era certa che
sarebbe impazzita; avrebbe di gran lunga preferito il ronzare calmo e
sommesso
di Festus, che spesso l’aveva cullata durante le lunghe notti
dell’impresa. Ma
ora che il dragone non era più con loro a scaldarli col suo
corpo metallico,
tutto sembrava davvero più freddo.
Si strinse nella giacca, alla ricerca di un po’ di calore in
più; l’unico pensiero che riusciva a consolarla
era il fatto che di lì a pochissimo
il suo turno di guardia sarebbe finito, e magari le sarebbe stato
concesso il
lusso di qualche ora di sonno tranquillo.
«Pipes», si sentì chiamare.
Si voltò in direzione di Jason, impegnato ad avvolgerle una
coperta sulle
spalle. «Potevi
dirlo prima che avevi freddo.»
«Io...» borbottò, senza
riuscire a tirar fuori qualcosa di intelligente con cui concludere la
frase. «Grazie.»
Jason si sedette accanto a lei, sorridendole; il cuore di
Piper rispose, pronto, aumentando visibilmente il ritmo dei battiti.
Aveva
proprio deciso di farla impazzire, sì.
«Dormi
pure, se vuoi»,
concesse il biondo. «Faccio
io il prossimo turno di guardia.»
«No,
Jason. Tocca a Leo; e poi...»
«Ah,
se riesci a svegliarlo, d’accordo.»
Il figlio di Giove rise, stando attento a non fare troppo rumore.
«Non lo vedevo
dormire così da prima che Festus... lo sai.»
Piper annuì. Leo era davvero legato a quella macchina. Anche
loro, certo, ma Leo aveva instaurato con quel dragone metallico
un’amicizia
incredibile; era comprensibile che la sua perdita lo avesse scosso
tanto.
«Sai», sussurrò Jason, «pare
sia la notte di
Capodanno.»
Sorrise, amaro. «Buffo
modo di festeggiare, il nostro. Non trovi?»
La mora si lasciò andare, appoggiando la testa sulla spalla
del ragazzo. Chiuse gli occhi, ispirando il suo profumo: sapeva di
fresco; le
dava la stessa sensazione della menta che suo padre le faceva mettere
sul gelato
quando andavano a fare merenda insieme, al piccolo chioschetto sulla
spiaggia.
Lui sembrò quasi sorpreso da quel gesto, tanto ardito per
una ragazza timida e introversa come Piper. Esitò un attimo,
prima di
circondarle le spalle con un braccio. Per una volta, fu davvero felice
che Leo
avesse un sonno tanto pesante.
«Come
faremo a sapere quand’è mezzanotte?»,
chiese lei, ricordando ad entrambi che non avevano la benché
minima idea di che
ora fosse.
Jason scosse la testa. «Immaginazione?», propose,
ridacchiando
di quella situazione piuttosto assurda.
Piper si strinse ancora un po’ al suo petto, avida del
calore che emanava. Ad ogni respiro le sembrava che le sue palpebre
diventassero più pesanti.
«Okay.
Pronta?»
La mora cercò di nascondere uno sbadiglio, limitandosi ad
annuire. «Dieci...», mormorò.
«Nove,
otto, sette...»
«Sei,
cinque, quattro...»
«Tre,
due...»
Il respiro della ragazza si era fatto leggero e regolare;
dormiva beata, cullata dal battito del cuore di Jason. Doveva essere
proprio
stanca, pensò il biondo, sistemandole la coperta
perché non avesse freddo. Le
sorrise dolcemente, scostandole dal viso una ciocca di capelli scuri.
«Buon
anno, Pip»,
sussurrò; e l’incosciente sorriso che la ragazza
gli rivolse gli parve di
ottimo auspicio per l’anno a venire.
Angolo autrice:
Ehm... saaalve. Sì, sono tornata.
Incredibile ma vero.
Volevo sfruttare queste poche righe per spiegarvi
cos’è effettivamente
tutto questo.
Quella che avete appena letto (e che spero vi sia piaciuta)
è la prima
di tre Flash che pubblicherò in questi giorni - una al
giorno fino a martedì
trentuno - che avranno come tema il Capodanno (visto che non sono
riuscita a
scrivere niente per Natale).
Sono nate di getto, quindi non ho idea di quanto possano essere
sgrammaticate o che. Perdonatemi.
Vi aspetto domani, con la prossima Flash.
Altra storia, altra coppia! **
Eternamente vostra,
Umiko_chan.