Serie TV > Lie to Me
Segui la storia  |       
Autore: Persefone3    30/12/2013    2 recensioni
Ciao!!!! Eccoci qua con una nuova pazza idea!!!! La storia che sto per raccontarvi si colloco idealmente come seguito della precedente FF, Unintended, per cui vi rimando ad essa per eventuali chiarimenti. Il titolo prende il nome da una bellissima canzone di Janis Ian, che consiglio a tutti di ascoltare. Un avvenimento molto importante si sta per abbattere sui nostri protagonisti, che cambierà la loro vita, senza contare che forse per alcuni di loro ci saranno delle nuove o vecchie situazioni da affronatre .... Buona lettura e grazie per l'attenzione!
Genere: Romantico, Song-fic, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Carissimi, scusate l'attesa ma complice un blocco e un po' di casini non sono riuscita a combinare granchè ...... spero vi piaccia!! Buona lettura Persefone

XII.
Cal stava facendo cuocere i malcapitati nel cubo.

- Non diranno una parola – disse Ben
- Non fa niente, lo sai che non faccio affidamento sulle parole!
- Lo so, ma c’è tanto in ballo, soprattutto per te ..
- La troverò Ben, fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia
- Bene, allora andiamo
I due entrarono nella sala degli interogatori.
 
Nel frattempo, Gillian si interrogava se sarebbe stata in grado di partorire da sola. Sentiva che il suo fisico si stava preparando all’evento. Decise di rilassarsi come le avevano insegnato al corso. La porta della stanza in cui era rinchiusa si spalancò ed entrò Smokey.

- Cara Dottoressa Foster, il suo dottorino è davvero un personaggio … lo sa che ha cercato di incastrarmi?
- Cosa sta dicendo?
- Insieme ad Alec e ad un agente del FBI …. Reynolds mi pare si chiami, ed io questo non lo posso tollelare …
- Cosa ha fatto a Cal – disse la donna allarmata
- Nulla mia cara. Perché disturbarmi con lui, quando ho qui te? – le si avvicinò
- Non capisco
- So che la gravidanza è agli sgoccioli, dolcezza, potresti partorire in qualsiasi momento. E credo proprio che questo stress stia accelerando le cose
- La prego …
- Non sono un santo, non ho bisogno di preghiere. Ti lascio un po’ di viveri – posò sul tavolo un vassoio – io lascio lo stabile tra un’oretta e ti lascio qui. La tua unica speranza è di riuscire a cavartela fino all’arrivo bel principe    azzurro – rise sguaiatamente
- Non puoi fare una cosa del genere! La mia bambina non ha colpe!
- Ma suo padre si! E questo è più che sufficiente!

Uscì dalla stanza lasciando Gillian nello sgomento.
 
Cal era al limite. Non dormiva da 48 ore, ma il pensiero di Gill in quella situazione gli conferiva una determinazione senza precedenti. Sapeva che gli uomini di Smokey non avrebbero collaborato e, probabilmente, il loro capo non aveva dato loro neanche tutti i dettagli del piano. Era furbo, ma Cal doveva ricostruire l’intero puzzle. Per usare la sua scienza doveva essere lucido così da non incappare in falsi positivi o in un eccessivo coinvolgimento emotivo. Qualsiasi errore di giudizio poteva essere fatale. Nessun altro però poteva fare il suo lavoro. Mise quindi da parte le sue insicurezze e riunì a sé i suoi fedeli collaboratori.

- Torres, Locker, ve la sentite di mandare avanti un interrogatorio? Devono pensare che sia finito e che non sia in grado di continuare. Ma voi sapete bene che osservandoli senza essere coinvolto potrò capire di più
- Io sono pronta – disse Ria
- Ed anche io – le fece eco Eli
- Bene allora che lo spettacolo abbia inizio

Ria prese una cartellina e si avvicinò all’entrata del cubo di vetro. Aspettava un cenno di Lightman per iniziare. Eli tarò tutti gli strumenti e fece cenno allo scienziato che anche lui era pronto.

- Ben, che mi dici? – disse Cal
- Ho tutte le pattuglie fuori, aspettano solo nostre direttive

Ria entrò nell’altra stanza, sapeva quello che doveva fare. Si mostrò leggermente nervosa, quel che bastava per far credere a quei delinquenti di essere in vantaggio.

- Che vuoi tu? Il più grande esperto mondiale di menzogne non ci interroga? Come mai? Ha paura forse?
- Il Dottor Lightman in questo momento è occupato
- La sua bella è nei guai e lui è occupato?

Cal da dietro il vetro osservava tutto. Doveva trovare il soggetto giusto, quello che sarebbe crollato più facilmente.

- Locker che mi dici di quello che sta parlando?
- È molto agitato e nervoso. Crede che l’attacco sia la migliore difesa

Cal aveva dato a Ria un auricolare pria di entrare, per poterla indirizzare durante l’interrogatorio.

- Ria potrebbe essere il nostro uomo, insisti – disse Cal
- Bene Rick – disse Ria – può aspettare nell’altra sala, Bob tu invece te ne stai qui ad aspettare ancora un po’

Si alzò ed uscì dalla stanza, raggiungendo gli altri.

- Bene Torres, lasciamolo cuocere ancora un po’ questo stronzetto
- Punto dritta alla meta o ci giro attorno
- Ora ci vado a parlare io. Lo indurrò a dirmi tutto quello che mi serve

Lightman si apprestò alla porta della stanza di vetro, sperando di apparire il più calmo possibile.

- Dunque Bob, lo sai chi sono io?
- Cal Lightman
- Bene, vedo che la mia fama mi precede
- Non ti illudere, da me non otterrai nulla!
- Non fa niente non faccio affidamento sulle parole. Statisticamente, in media, una persona dice tre bugie ogni 10 minuti di conversazione. E ti assicuro che parlo di gente normale.

Bob lo guardò dritto negli occhi e Lightman si sedette sulla sedia davanti a lui

- Allora, sono andati in un altro stato?
- Si
- Hai accennato un no con la testa. Il cervello non riesce a tenere in sincro parole e corpo, ergo sono ancora in città
- La zona è vicino alla grande fabbrica?
- No
- Ora mi hai detto la verità

Il fascicolo che Ben gli aveva consegnato su Smokey lo aveva letto e riletto. Lo aveva quasi imparato a memoria. Tutte le segnalazioni su Smokey erano sparse un po’ in tutta la città, non sembrava avesse una “zona di competenza”. Le poche volte che era stato fermato aveva sempre chiamato lo stesso avvocato. Ben aveva fatto controllare la situazione patrimoniale di quest’ultimo. Risultava pulito, oalmeno non erano stati trovati a suo carico irregolarità. Dai rapporti però Cal avevaintuito che l’avvocato Ridley non era un semolice complice, ma la mente della banda: Smokey e Ridley erano in società. L’avvocato era la testa mente lo spacciatore il braccio armato. Ridley risultava collegato a moltissime società e a moltissimi capannoni. Sicuramente Gillian si trovava in uno di essi. Lightman quindi cominciò a giocare le sue carte.

- Tu conosci un certo Arthur Ridley?
- Non lo conosco … - scrollò una spalla
- Il movimento della tua spalla mi dice che stai mentendo. Secondo me lo conosci benne, ecccome!
- Forse l’avrò sentito nominare qualche volta…
- È collegato a molti cantieri della città
- E allora? – Cal notò un’espressione di rabbia mal celata: aveva imboccato la strada giusta
- Cantieri fermi o comunque fuori mano. Per me è in uno di essi che il tuo capo si sta nascondendo
- Stai tirando ad indovinare! – Cal vide che la rabbia dell’uomo stava montando

Dalle cartellina che Ria aveva lasciato sul tavolo tirò fuori un foglio e proseguì:

- Questi sono tutti i cantieri di Ridley … secondo me il cantiere è grande e fuori mano. Questo per esempio, sarebbe l’idelae per un’azione come la vostra – gli mostrò una foto
- La verità caro Lightman è che brancoli nel buio! – Cal vide un lieve accenno di sorriso sul volto dell’uomo
- Hai ragione, questo cantiere sarebbe stato una scelta troppo prevedibile in effetti …
- Io non ho detto questo!
- Ma il sorriso di trionfo sul tuo viso si! Quindi non è il luogo giusto

Cal aveva passato tutto il pomeriggio a riascoltare le telefonate che aveva ricevuto da Smokey. In una di queste aveva notato un suono particoare. Locker aveva fatto l’impossibile per cercare di individuare e decodificare quel suono. Ben aveva mandato tutto il materiale alla centrale e dopo un paio d’ore erano riusciti a capire di che suono si trattasse: un aereo in fase di atterraggio. Ne avevano, quindi, dedotto che lì vicino doveva esserci un aeroporto o comunque delle piste. Sulla lista erano tre i luoghi che rispondevano a quelle caratteristiche. Ben gli aveva detto che non avrebbero potuto controllarli tutti: dovevano sapere esattamente il luogo per non mettere a rischio l’incolumità di Gillian. Lightman stava per spostare la conversazione nel suo snodo più delicato: aveva una mezza idea ma voleva esserne stra-sicuro

- Allora, io voglio solo sapere dove si trova il tuo capo
- Te lo ripeto per l’ennesima volta, non te lo dirò!

Cal mise sotto al viso dell’uomo le foto di Gillian

- Io la devo trovare e la troverò, e tu mi dirai tutto volente o nolente
 - Mi se poi sopra le tre foto dei tre luoghi sospetti e si mise ad osservarlo.

Forza figlio di puttana, quale è il posto? Questo pensava Cal. E poi fu un attimo. Lo scienziato vide sul volto dell’uomo la conferma che cercava. Il posto era il numero tre. Schizzò fuori della stanza.

- Ben il posto è il numero tre!
- A tutte le unità convergere sul luogo tre, non intervenite finché non arriviamo.

Ben e Cal volarono in auto per raggiungere le pattuglie.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lie to Me / Vai alla pagina dell'autore: Persefone3