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Autore: B Rabbit    30/12/2013    0 recensioni
Nessuna vibrazione scosse la cabina. Ogni luce si estinse e un fascio evanescente entrò dai vetri della porta, fendendo debolmente la finta notte che si era creata.
Sorrise.
Il Tardis era atterrato senza alcun rumore, silenzioso come un genitore che entra nella stanza del proprio figlio.

["What if...?" - Fine quinto episodio della settima serie]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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That night, a sad man got off a box





Girò la manopola, abbassò la leva. Volò con le dita affusolate sulla tastiera. Attese.
Nessuna vibrazione scosse la cabina. Ogni luce si estinse e un fascio evanescente entrò dai vetri della porta, fendendo debolmente la finta notte che si era creata.
Sorrise.
Il Tardis era atterrato senza alcun rumore, silenzioso come un genitore che entra nella stanza del proprio figlio.
Raddrizzò la schiena ed espirò tutta l’aria dei suoi polmoni.
Scese le scale, percorse la sala. I passi riecheggiavano nitidi e forti nel buio.
Avvicinò la mano alla maniglia della porta. Indugiò.
Un grumo di oppressione gli feriva ancora la gola, e il bruciore agli occhi facilitava l’emersione di quei ricordi nella sua mente stanca.
Scosse la testa e guardò il legno bianco. Si portò la mano al papillon bordeaux. Sorrise appena.
Non è un appuntamento, vecchio, stupido Dottore
Strinse forte la maniglia e aprì la porta. Uscì.
Era in mezzo alla strada. Gettò un’occhiata all’orologio.
Era in mezzo alla strada nel 1996 alle 00:38.
Pazzo Dottore…
Volse lo sguardo davanti a sé.
Un giardino dall’aria abbandonata. La vegetazione sembrava salutarlo quando la brezza notturna la smuoveva con delicatezza.
Avanzò piano fino al cancello.
E lì, vicino alla vecchia inferriata, la vide.
La piccola Amelia Pond, la ragazza senza alcun senso.
La bambina che l'aveva aspettato e che lo aspetterà in quel giardino per dodici anni.
La bambina che sicuramente aveva osservato il cielo scuro sperando di scorgere un puntino di un blu diverso, più lucente e profondo e gentile.
La piccola che non osava rientrare in casa perché la crepa le faceva ancora paura.
Dormiva sulla sua valigia, le braccia conserte e strette per battere il freddo, declassandolo come frutto della sua vasta immaginazione. Estesa quanto un universo può esserlo.
Si avvicinò a lei, piano piano, la schiena inarcata, le braccia alzate e piegate all’altezza del petto e le gambe flesse, attento a non far rumore.
Si chinò lentamente, ma strinse i denti e le palpebre quando le ginocchia scricchiolarono.
Aprì con timore gli occhi. Sospirò quando la vide ancora dormire.
Si sedette dietro di lei e la osservò, il mento nella mano aperta e il gomito sulla coscia.
«Amelia Pond»
La forte, testarda, divertente Amelia Pond
Azzardò, allungando la mano destra verso il suo viso. Le sfiorò la guancia rossa e sorrise a quel tenue e combattivo calore che lottava contro il gelo.
«Mi hai atteso in una notte davvero fredda»
Le labbra si arcuarono in un debole sorriso, formando due piccole fossette ai lati della bocca.
«Grazie» mormorò, carezzandole con l’indice ricurvo la guancia.
Vederla lì, sdraiata su una scomoda valigia ripiena sicuramente di oggetti inutili e mancante di quelli utili, suscitava in lui una sensazione dolce e un conforto tiepido.
Si chiese se lei avrebbe continuato così, sperando e mordendo quattro psichiatri solo perché le dicevano che il suo “Dottore Stropicciato” non esisteva nella realtà, se lo avrebbe picchiato con una mazza da cricket una volta scoperto il suo finale.
Una vita ben vissuta, ma dall’epilogo triste.
Percepì qualcosa pungergli la pelle dell’indice e la guardò meglio in viso.
I battiti accelerarono appena insieme al respiro. Allontanò all'istante la mano da lei e la immerse nel suolo morbido, artigliando e stringendo la terra fragile.



«
Se lei fosse molto vecchia, molto
gentile e molto sola…
»



La guardò, mordendosi internamente il labbro.
«Scusami…» sussurrò, serrando gli occhi e piegando il collo fino a toccare il petto con il mento. «Amelia Pond, perdonami…»

«
Non riuscirebbe a vedere
dei bambini che piangono
»



Alzò il viso al cielo ed espirò con un breve soffio.
Solo…
Posò lo sguardo verso la bimba e la osservò per alcuni istanti con gli occhi socchiusi.
Si chinò su di lei e le sfiorò la guancia con un bacio, percependo la scia umida delle lacrime sulle labbra screpolate. «Buonanotte, Amelia Pond»
Desiderava tanto sfilarle appena il cappellino per accarezzarle i capelli, ma si arrese alla consapevolezza di non poterlo più fare.
Si alzò e la guardò per un’ultima volta.
Sorrise mesto e si voltò, dirigendosi verso il Tardis.
Era nato dalla solitudine e in essa avrebbe continuato a vivere, senza più udire i pianti e le paure dei bambini.

















Non avrei mai pensato di pubblicare in questo fandom.
Non che non lo volessi – quanto l’ho desiderato, giuro - , solo volevo postare qualcosa di decente. Cosa che alla fine non ho fatto.
Un altro motivo è il fatto che… er, diciamo che riguarda qualcuno.
Ma lasciamo perdere.
Vi auguro Buon Natale in ritardo e buon Capodanno in anticipo. Funny
Bye =)


  
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