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Autore: _Branwen_    30/12/2013    3 recensioni
Aveva conosciuto donne molto belle e vestite solo della loro cute, anche colleghe che facevano girare la testa a ogni uomo che incrociava anche solo il loro sguardo, in un attimo che durava un battito di ciglia.
Ma nessuna di esse aveva fatto capitolare lui, figuriamoci se avevano scosso le corde del suo cuore.
Invece quando egli vide una nervosa Lucia...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante, Lucia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Unnecessary words'
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Alma desnuda.

«Soy un alma desnuda en estos versos,
Alma desnuda que angustiada y sola
Va dejando sus pétalos dispersos.

Alma que puede ser una amapola,
Que puede ser un lirio, una violeta,
Un peñasco, una selva y una ola.

Alma que como el viento vaga inquieta
Y ruge cuando está sobre los mares,
Y duerme dulcemente en una grieta.

Alma que adora sobre sus altares,
Dioses que no se bajan a cegarla;
Alma que no conoce valladares.

Alma que fuera fácil dominarla
Con sólo un corazón que se partiera
Para en su sangre cálida regarla.

Alma que cuando está en la primavera
Dice al invierno que demora: vuelve,
Caiga tu nieve sobre la pradera.

Alma que cuando nieva se disuelve
En tristezas, clamando por las rosas
con que la primavera nos envuelve.

Alma que a ratos suelta mariposas
A campo abierto, sin fijar distancia,
Y les dice: libad sobre las cosas.

Alma que ha de morir de una fragancia
De un suspiro, de un verso en que se ruega,
Sin perder, a poderlo, su elegancia.

Alma que nada sabe y todo niega
Y negando lo bueno el bien propicia
Porque es negando como más se entrega.

Alma que suele haber como delicia
Palpar las almas, despreciar la huella,
Y sentir en la mano una caricia.

Alma que siempre disconforme de ella,
Como los vientos vaga, corre y gira;
Alma que sangra y sin cesar delira
Por ser el buque en marcha de la estrella.»
Alma desnuda, Alfonsina Storni.


La vita per molti individui è un continuo susseguirsi di incessanti passi verso una via che conducono spesso a un vagare negli oblianti meandri della lussuria, forse il più viscerale dei peccati umani.
Così terreno, così impulsivo, spesso passionale al punto da permettere la collisione di sensi appagati come mai erano stati fino a quel momento.
Tutto può diventare parte di un turbinio, anzi, un vortice dal quale si veniva risucchiati dapprima grazie a felpati passi sinuosi, come quelli di un gatto, per poi risvegliarsi come una fiera capace di appagarsi appieno delle anime che le vengono porte come pasto quotidiano.
La linea del corpo umano, definita, marcata e impressa in ogni morbida curva femminile o in quelle a volte più spigolose di un uomo – anche se questa non è da considerarsi come una regola effettiva – come anche in uno scintillio di iridi colorate e delle armoniche palpebre, un'increspatura di labbra di ogni seducente sorriso, sa come essere un perfetto velo avvolgente lo spirito degli esseri umani.
Esseri umani che si lasciano avvincere dai loro istinti, di natura animalesca, capaci di annullare in un istante una volontà non già molto forte di per sé e ancora più indebolita da quel senso di dominazione dei loro innati impulsi.
Tornando alla sua agenzia, con passo sicuro e deciso, Dante rifletteva su come lo spirito potesse essere così vacillante e pieno di incertezze, e, in alcuni casi conducente a un famoso punto di non ritorno, che coincideva al non sapersi più dominare e diventare alla fine schiavi di un qualcosa che aveva avuto ormai la meglio sulla ragione, prerogativa del tutto umana.
Si era appostato all'angolo di un night-club, dove supponeva che un demone potesse agire indisturbato quella sera.
Le sue congetture si erano rivelate giuste, così anche come l'ipotesi di un modus operandi.
Lo aveva detto alcune ore prima a Lucia
«Per questo lavoro non c'è bisogno che venga anche tu, ho già immaginato tutto. Questo tizio agisce secondo alcune determinate fasi: osservare le ballerine e le spogliarelliste del locale, puntarne una, offrirle da bere, usare modi affabili e gentili per abbassare la guardia della donna, fare da accompagnatore, portarle a casa per poi violentarle e, nel caso, ucciderle o nutrirsene.»
La replica sarcastica della ragazza, che lo accusava bonariamente di essere un fan più sfegatato di lei di romanzi thriller e polizieschi dandogli del detective Bosch, non si fece attendere più di tanto; il cacciatore di demone la ricordava bene, ma quello che aveva maggiormente impresso nella mente e sotto la pelle erano stati il morbido abbraccio di Lucia e le sue parole: «Torna presto e, mi raccomando, stai attento.»
Dante, in tutta la sua vita, aveva avuto modo di conoscere più realtà, varie e molteplici.
Aveva fatto molte esperienze e aveva imparato che le persone possono essere nude in più modi, per la precisione due, del tutto dissonanti e opposte.
La più ovvia e facile rispondeva alla categoria di quella fisica; anche in quel locale non mancavano di certo donne procaci e provocanti che sapevano bene come irretire qualcuno con movenze e atteggiamenti.
Aveva conosciuto donne molto belle e vestite solo della loro cute, anche colleghe che facevano girare la testa a ogni uomo che incrociava anche solo il loro sguardo, in un attimo che durava un battito di ciglia.
Ma nessuna di esse aveva fatto capitolare lui, figuriamoci se avevano scosso le corde del suo cuore.
Invece quando egli vide una nervosa Lucia che lo aspettava sulla soglia della Devil May Cry, non poté fare a meno di stupirsi di lei, che lo abbracciò per poi lasciarsi andare a un pianto liberatorio, di sollievo, di gioia.
Ricambiò la stretta in modo saldo, forte, con tutto che le sue mani all'inizio tremarono, e sentì la sua anima stretta a quella della giovane, mentre lei sollevava un lembo di cuore tale da permettergli di scorgere in quel frangente una donna fragile, delicata e forte al tempo stesso; un'anima nuda che non desiderava altro che sentirsi quelle parole: «Lucia, resta con me.»
Lucia gli aveva mostrato una cosa così importante e profonda da sgretolarlo, ancora e ancora, come nessuna aveva mai fatto prima d'ora per farlo morire dentro, come nessuna era mai riuscita.
La stessa cosa avveniva ogniqualvolta il suo sguardo si posava sugli occhi di lei, sulle sue labbra, ascoltando la sua voce, assaporando la sua pelle e quel girotondo di emozioni era un moto perpetuo che gli ricordava che il suo animo si era infranto e aveva trovato quello che coincideva col suo.
Anime che hanno vissuto battaglie, materiali e immateriali, in un cammino contrassegnato da perdite, sofferenze, stanchezza.
La stessa stanchezza che prima faceva pensare all'uomo di non voler più cercare qualcosa o qualcuno da difendere e da proteggere, per cui “valesse la pena vivere e anche morire”, come recitava uno dei romanzi preferiti della donna dai capelli rossi che ora lo stava aspettando, magari alla penombra, intenta a leggere.
Non sarebbe stata serena almeno fino al suo ritorno.
Dante sorrise, mentre girava il pomello della porta.
Non ci aveva messo molto, non era molto tardi.
Aveva promesso e la sua promessa albergava tra quelle mura, nel corpo e nell'anima di Lucia.







L'angolo di Layla.


Eh... vi propino troppa roba, perdonatemi!
Scritta in venti minuti, di getto, di cuore, leggendo la poesia della Storni.
Vorrei dedicarla a LilythArdat, perché sì, è grazie a lei se io ho amato sempre più questa coppia.
Vi ringrazio in anticipo per ogni lettura e per ogni recensione, semmai ve ne saranno.
Spero vi piaccia e vi emozioni.
Un abbraccio,
Barbara.
   
 
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