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Autore: Layla    30/12/2013    2 recensioni
Io mi sdraio sul divano. Lui mi segue poco dopo e a me tocca fargli spazio.
“Amalia prima parlava di matrimonio.”
Io mi irrigidisco involontariamente, è un argomento importante e vorrei affrontarlo bene, ma penso che Tristepan sia di diverso avviso.
“Cosa ne dici, Eva?
Lo sposeresti uno come me?”
“Porto già in grembo tuo figlio!”
Rispondo io imbarazzata.
“Non mi hai risposto.”
Io arrossisco.
“Mi piacerebbe, ma non subito. Quando il bambino sarà più grande mi piacerebbe.”
Tristepan mi sorride e mi bacia con trasporto, rischiando di farci cadere entrambi dal divano.

EvaxTristepan
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evangeline, Tristepin, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1)Nella pace del regno Sadida

Non so quando ho iniziato a innamorarmi di lui.
All’inizio del viaggio io e Tristepan eravamo come cane e gatto, dall’altro della mia posizione di ocra guardia del corpo della principessa del regno Sadida lo consideravo solo uno stupido yop impetuoso e presuntuoso.
C’è chi dice che i viaggi cambiano le persone, io – Evangeline – sono cambiata molto e lo prova il fatto che ora sono innamorata di lui.
Ho iniziato a vederlo sotto una luce diversa da quando giocato a pappaball insieme, forse. Lui mi ha difesa e anche dopo mi ricopriva di piccole attenzioni.
Ho iniziato a capire che erano gradite la notte fredda che precedeva il nostro distacco da Yugo e il ritorno a Sadida.
Ero triste, mi ero abituata all’avventura, al dormire all’addiaccio e all’avere degli amici diversi da Amalia. A essere onesti io e Amalia non eravamo mai state così vicine come in quel viaggio, finalmente erano calati i ruoli da principessa e guardia del corpo e potevo apprezzarla come persona.
Amalia ha mille difetti, ma anche un grandissimo pregio: sapersi prendere cura degli altri e viaggiando con noi l’aveva finalmente scoperto.
Tornando a noi, quella sera ero triste, dormivano tutti tranne me che tiravo svogliatamente frecce con il mio arco, pensierosa.
Non avevo tanto freddo solo grazie alle pellicce che Panpan ci aveva procurato, solo quando si alzava il vento ogni tanto rabbrividivo.
Lui mi ha beccato lì, è arrivato avvolto nelle sua pelliccia bianca e abbiamo iniziato a parlare delle reciproche volte che ci eravamo salvato a vicenda e del fatto che io e lui avremmo potuto fare gli eroi in giro per il mondo.
Poi lui mi aveva buttato la pelliccia sulle spalle  e aveva detto che era grande abbastanza per tutti e due: lo era.
Quella notte dormii benissimo e fu un bene perché l’arrivo a Sadida non fu esattamente come l’avevamo programmato.
Armand si era insediato come re, intanto che il vero sovrano curava l’albero della vita e aveva provocato PanPan a tal punto da fargli perderele staffe  e permettere a Rubilax di prendere il controllo.
Quella è stata l’unica occasione in cui mi ha fatto male spezzando il mio arco, la cosa più preziosa che ho, da lì i miei ricordi si fanno confusi.
Amalia mi ha detto che dopo avermi vista piangere lui ha ripreso il controllo sullo shushu e si è catapultato via.
In ogni caso eravamo solo all’inizio della nostra marcia di avvicinamento.
Quando è tornato non solo si è scusato, ma mi ha salvato la vita evitando che Rasoio Temporale mi riducesse a un mucchietto di polvere. Solo quando l’ho preso tra le braccia ho capito che l’amavo disperatamente e che non avrei accettato la sua perdita.
Vederlo svanire tra le mie braccia è stata la cosa peggiore della mia vita, per mesi dopo la vittoria su Nox sono stata malissimo. Scrivevo in continuazione le sue e nostre gesta accanto alla statua che i reali avevano fatto erigere in suo onore.
È stato lì che mi è apparso la prima volta, supplicandomi di salvarlo, Rubilax lo aveva imprigionato nella spada.
Sono sempre stata una persona logica e razionale, ma quella volta non potevo ignorare l’istinto. Senza pensarci due volte ho tagliato i miei lunghi capelli, ho messo un vestito nuovo, più comodo, e ho preso un dragacchino per andare a cercarlo.
L’ho trovato e finalmente io e il mio yop eravamo di nuovo insieme, con uno stratagemma furbo per essere uno yop ha riavuto il suo corpo e potevamo di nuovo abbracciarci, toccarci, baciarci e ovviamente vivere nuove avventure.
Non è stato tutto rose e fiori, l’arrivo di mia sorella Cleo ha creato un po’ di scompiglio. Lei è sempre stata più sventata di me e piaceva molto ai ragazzi e vedendo che io ero interessata a lui si è messa a corteggiarlo.
L’avrei strozzata. Io e mia sorella eravamo sempre andata d’accordo da piccole, ma quando io ero stata destinata alla protezione di Amalia si era arrabbiata, diceva che l’avrei dimenticata, ma non l’ho mai fatto.
La mia sorellina è sempre stata nei miei pensieri, anche se a volte mi ha deluso. Lasciare l’esercito dei cra per vivere all’avventura è stata una di queste cose, io volevo che ritornasse in città, gli altri che venisse con noi.
Chi ha vinto?
Gli altri e io sono risultata la solita ragazza troppo inquadrata e rigida, lei invece era spigliata e carina. Fortuna che alla fine ha capito che Panpan non era suo, ma mio e lui ha capito quale ocra volesse.
Siamo stati insieme fino alla battaglia finale e quando è finita Phaeris ci ha riportato a Sadida, tranne Cleo che è rimasta con Elaine e suo padre.
L’accoglienza a Sadida non poteva essere più sorpresa, Yugo aveva delle notizie bomba. Per prima cosa ha informato il consiglio dei dodici che Quilby era un traditore e un bugiardo, non era lui il re degli Elatrop,  ma Yugo.
Il consiglio dei dodici è rimasto in un silenzio stupefatto per almeno un quarto d’ora.
Una volta ripresasi hanno chiesto spiegazioni e Yugo ha detto che nulla di quello che Quilby aveva detto era vero e che era un bugiardo intenzionato a distruggere il mondo per far ripartire la sua astronave per esplorare l’universo. L’unico vero re elatrop era Yugo e che per il momento non era intenzionato a liberare il suo popolo dalla dimensione atemporale perché doveva ancora imparare molto su sé stesso e sui suoi poteri prima di fare il re.
E così il consiglio dei dodici si è sciolto, Yugo è ripartito con Adamai e Phaeris.
È stato un giorno triste, Amalia ha pianto tutto il giorno, fino a quando lui non si è avvicinato e le ha promesso che un giorno sarebbe stata al suo fianco come regina del popolo Elatrop.
Amalia si è calmata un po’, ma non sa quando Yugo ritornerà, il suo ritmo di crescita è diverso dal nostro e potrebbero volerci anni.
Non ho voluto turbare Amalia, anche perché ho fiducia nel nostro piccolo elatrop, se dice una cosa la fa, sa mantenere le promesse.
In ogni caso questo è il passato, il presente è la mia casetta nel regno dei Sadida e la mia pancia che cresce giorno per giorno.
Esatto, sono incinta. Il maestro di Tristepan ha avuto ragione, presto in questa casa ci sarà un piccolo yop  o una piccola ocra.
Chissà cosa sarà?
Non ne ho idea, in ogni caso sarà amato/a.
Tristepan è impazzito di gioia alla notizia, almeno ora sa che i bambini non nascono sotto i cavoli.
A proposito, dove diavolo è andato?
È tutta la mattina che non si fa vivo e di solito faccio fatica a togliermelo di dosso, perché insiste a fare  tutto lui come se fossi malata e non incinta.
Verso mezzogiorno ritorna con un mazzo di fiori bizzarri più grande di lui.
“E questa cosa cosa sarebbe e perché è qui?”
“È un mazzo di fiori alla moda, almeno così hanno detto le due dame di Amalia, te l’ho portato per il litigio di ieri sera.”
Io non so se sorridere o sbuffare, apprezzo il pensiero, ma chi cucinerà ora?
“Beh, forse avrei dovuto chiedere consiglio ad Amalia, non ti ha impressionato molto.”
“Non è questo, cervello di Yop, è che ho fame!”
“Oh, cavolo! Non avevo pensato al cibo!”
Non oso chiedergli di mettersi a cucinare, perché – anche se animato dalla più buona volontà – combina sempre disastri.
“Fortuna che ci sono io!”
Una terza voce ci fa notare Amalia sulla porta di casa nostra.
“Ho portato un mazzo decente e delle zuppe calde per voi due.”
“Grazie mille, Amalia!”
Con qualche difficoltà mi siedo al tavolo, Tristepan sembra deluso, come se per l’ennesima volta avesse sbagliato un test facilissimo.
Io gli do un bacio sulla guancia.
“Grazie del pensiero, mio cavaliere e adesso mangiamo.”
Amalia si siede al tavolo con noi e cerca di cavare un mazzo decente da quello che le due dame hanno dato al mio uomo.
“Così ha un aspetto migliore.
Panpan, la prossima volta che vuoi regalare dei fiori ad Eva chiedi a me e non alle mie dame.”
Lui annuisce.
“A proposito… Quando vi sposate?”
La zuppa rischia di andarmi di traverso, e chi ci ha mai pensato al matrimonio?
“Beh, ehm, non lo sappiamo. Dopo che Eva ha partorito?”
Risponde incerto Tristepan guardandomi
“Ehm, sì. Penso che faremo così.”
Amalia ci guarda un attimo con i suoi penetranti occhi castani.
“Dite la verità, non ci avevate mai pensato prima che io ve lo dicessi?”
“Sì, Amalia, hai ragione. È che già la gravidanza è stata una sorpresa, figurati se pensavamo al matrimonio.”
“Posso organizzarvelo io il matrimonio?”
I suoi occhi brillano di una luce che non mi piace, è quella di quando vuole organizzare grandi eventi.
“Amalia, voglio ricordarti che non nuotiamo nei kama.”
“Ma non vi preoccupate! Siete due degli eroi che hanno salvato Sadida, mio padre sarà lietissimo di sborsare qualche kama.”
Io e Panpan ci guardiamo a disagio.
“Beh, ci penseremo e ti faremo sapere, Amalia.”
“Dai, Eva! Una volta che avrai partorito sarai in splendida forma e avrai un vestito bellissimo.”
Io impallidisco ricordandomi la fatica provata nell’indossare un abito solo per poche ore quando eravamo nel castello delle principesse brutte.
“A proposito, avete notizie di Yugo?”
“Ci ha scritto che si sta allenando e che sta bene, non molto altro.”
Amalia abbassa gli occhi, lui deve averle scritto una lettera simile e lei vorrebbe sapere di più, quella che era una cotta adolescenziale per lei è diventato amore e viverlo così la fa soffrire.
“Secondo voi tornerà?”
“Ha promesso che lo farà e lo farà, però devi anche capire che per lui il tempo scorre in maniera diversa dal nostro. Invecchia più lentamente e quindi quando tornerà tu potresti …ecco… essere vecchia.”
Finalmente glielo dico, con il solo risultato di farla scoppiare a piangere, il mio caro ragazzo non appena annusata la situazione se l’è filata e così rimango solo io con Amalia.
“Amalia!”
Le porgo un fazzoletto e lei si asciuga le lacrime.
“Amalia, lui tornerà. Magari tra un mese, tra un anno o tra dieci, ma tornerà e se sarai vecchia, beh, troverà una soluzione, perché Yugo non promette invano.
Asciugati le lacrime e sorridi, lui vorrebbe vederti sorridere.”
“E allora perché non viene qui a vedermi sorridere?
Perché se ne sta lontano da tutti noi?
Siamo o non siamo la confraternita del tofu?”
“Lo siamo ancora, ma Yugo ha una responsabilità: deve prendersi cura del suo regno e per farlo deve diventare più forte, deve controllare i suoi poteri.
Lo sai che non è una cosa facile o breve, dal racconto di Yugo Quilby sapeva fare cose incredibili con il suo wakfu.”
“Lo so, ma ogni tanto potrebbe prendersi una vacanza e venire da noi.”
Io rimango in silenzio per un po’.
“Forse non può, perché non è ancora pronto o non può prendersi una vacanza. Il suo addestramento è lungo e difficile.”
La mia amica sospira.
“Ho capito, passerà ancora un sacco di tempo prima che lo veda e per allora sarò sfiorita come una rosa.”
“Amalia!”
“Ciao, Eva. Ti lascio riposare.”
“Grazie per la zuppa e per i fiori.”
Non appena la porta si chiude alle spalle della principessa il mio yop rispunta.
“Facile cavartela così, prode cavaliere.”
Ruby ride, appeso alla sua cintola.
“Eva, io sono un prode cavaliere, non ci capisco nulla di cose femminili e non so niente di quello che ha intenzione di fare Yugo.”
Io mi sdraio sul divano. Lui mi segue poco dopo e a me tocca fargli spazio.
“Amalia prima parlava di matrimonio.”
Io mi irrigidisco involontariamente, è un argomento importante e vorrei affrontarlo bene, ma penso che Tristepan sia di diverso avviso.
“Cosa ne dici, Eva?
Lo sposeresti uno come me?”
“Porto già in grembo tuo figlio!”
Rispondo io imbarazzata.
“Non mi hai risposto.”
Io arrossisco.
“Mi piacerebbe, ma non subito. Quando il bambino sarà più grande mi piacerebbe.”
Tristepan mi sorride e mi bacia con trasporto, rischiando di farci cadere entrambi dal divano.
“Sono l’uomo più felice del mondo! Evangelyne mi sposerà!”
“Tristepan, non urlare!”
“Perché ti imbarazzi?”
Io arrossisco ancora di più.
“Beh, faccio fatica a parlare dei miei sentimenti da sempre, deve essere stato l’addestramento che fanno a noi cra.”
“Ehm, capisco… In realtà no.”
“Beh, fin da piccola ti dicono di andarci cauta con sentimenti ed emozioni perché il nemico può usarli contro di te e quindi siamo tutti un po’ rigidi. Poi ci sono le eccezioni come mia sorella Cleo, spero che non l’abbiano trovata, perché la pena per chi diserta è molto dura.”
“Sono sicuro che Cleo se la caverà, poi l’abbiamo lasciata nelle mani di Elaine e suo padre.”
“Perché diavolo ha disertato quella testa calda?”
“Perché è una testa calda.”
La risposta di Tristepan ha senso, purtroppo.
“Ehi, che ne dici se stasera invitiamo Amalia e Ruel per dirgli che ci sposeremo?”
“Mi sembra una buona idea, ma digli di portare loro il cibo.”
“Va bene.”
Si alza dal divano.
“Io vado da Amalia e Ruel, così vedo se lei ha smesso di piangere per Yugo e non sta ancora litigando con Ruel per quella faccenda dell’oro trovato da Junior.”
“Ruel che molla dell’oro? Impossibile!”
Sentenzio sicura, lui annuisce.
In ogni caso rimango di nuovo a casa da sola e mi accarezzo la pancia sorridendo, pensando alla vita che sta crescendo qui dentro.
Chissà se sarò ocra o yop?
Sarà un maschio o una femmina?
Avrà i miei occhi o quelli di Tristepan?
Avrà i miei capelli o quelli di Tristepan?
Sarà una sorpresa, mia madre non è molto felice, ma ha incassato bene. Le ho scritto e mi ha detto che secondo lei avrei dovuto accettare le avances del principe Armand, invece di stare con questo yop sconosciuto.
Io le ho risposto che è stato lo yop a salvarmi la vita e questo l’ha messa a tacere, temo che ormai consideri sia me che Cleo come due casi persi.
Mi assopisco un attimo e quando mi sveglio mi accorgo che il sole è già tramontato, che Tristepan è in casa e che le dame di corte di Amalia ci stanno preparando la cena.
“Amalia e Ruel arriveranno tra poco, sono arrivato in tempo per separarli, stavano di nuovo litigando per via di quell’oro.”
“Com’è finita?”
“Ruel è disposto a farsi due settimane di prigione, piuttosto che ridarglielo indietro. Lo sai come sono fatti gli anutrof.”
“Sì, spilorci fino al midollo.”
Sospiro io.
Speriamo che non decidano di continuare la lite qui o potrei ucciderli, dannato oro!
Ruel non può proprio rinunciarci, accidenti a lui, e Amalia non è disposta a fargli prendere parte del tesoro sadida.
Un bello scontro tra due personalità vulcaniche.
Io mi siedo a tavola sospirando, Amalia ha proprio il carattere di una regina sadida come aveva detto Grugal.
A proposito di Grugal e Kibi, sono cresciuti, Kibi ha ormai sei anni e Grugal si è calmato come drago, penso che verranno anche loro perché Kibi ha scambiato Amalia per sua madre.
Già da fuori sento Amalia e Ruel litigare, è un buon segno!
“Oh, Ruel! Sei un taccagno, quell’oro è nostro e devi darlo al regno di Sadida, non è tuo!”
“L’oro è di chi lo trova!”
“Ma l’hai trovato nel mio regno, quindi appartiene alla mia gente!”
“Ma se prima che lo trovassi non sapevate nemmeno che esistesse!”
“Ma adesso lo sappiamo ed è nostro!”
Ruel fa per replicare, ma dalla porta semiaperta vedo una fiammata, Grugal deve avere deciso che il suo padroncino era in pericolo, perché l’ha difeso.
Adamai diceva che Grugal era molto protettivo e non si sbagliava affatto, nessuno può far del male a Kibi o ad Amalia se c’è lui nei dintorni.
Con la barba mezza bruciacchiata e l’aria abbacchiata entra Ruel, seguito da Amalia, Kibi e il piccolo draghetto.
“Mamma ha sconfitto nonno Ruel!”
“Non sono tuo nonno, ragazzi….”
Una fiammata del drago gli affumica ancora di più la barba bianca, creando una puzza insostenibile di pelo bruciato.
“Dovevate affidarlo ad Alibert.”
Borbotta sedendosi.
“Ha già cresciuto Yugo.”
“E Grugal come lo spiegavi?”
“Come uno strano animale?”
Amalia si appoggia una mano sulla fronte e scuote la testa, come a sottolineare l’assurdità dell’affermazione dell’anutrof.
“Zia, quando si mangia?”
“Tra poco, piccolo.
Hai fatto progressi con l’uso dei tuoi poteri, vero?”
Per dimostrarmelo apre un portale qui e uno in cucina ed estrae un panino che mi porge.
“Bravo, Yugo sarà fiero di te.”
“Quando lo potrò vedere?”
“Questo non te lo so dire.”
“A Grugal manca Adamai.”
“Tornerà anche lui.”
Cerco di rabbonirlo.
Yugo, Adamai, dove siete finiti?
Mancate a tutti, possibile che non possiate farci nemmeno una visitina?
Ogni giorno controllo che ci sia una piuma con un messaggio e ogni giorno non c’è, ma se io non ne soffro troppo perché ho Tristepan, Amalia ci rimane sempre malissimo.
L’unico suo desiderio è rivederlo e non so che torto darle, visto che lo ama.
Ci mettiamo a tavola e gustiamo la cena preparata dalle dame di Amalia che si congedano da noi saltellando, come loro solito.
Sono sempre felici quelle due, chissà perché.
La zuppa è ottima e si sono ricordati di Tristepan e Ruel perché c’è anche della carne e di solito i piatti di Sadida ne sono privi.
“Allora, perché ci avete convocati qui?”
Sbotta Ruel.
“Perché dobbiamo dirvi qualcosa.”
“Lo sappiamo che sei incinta, Evangelyne.”
Amalia rifila un calcio sotterraneo a Ruel perché lui si accascia sul tavolo.
“Dicevi, Eva?”
“Che dobbiamo farvi un annuncio.
Io e Panpan ci sposiamo dopo la nascita del bambino o della bambina!”
Amalia lancia un alto grido di gioia.
“Che bello! Che bello! Che bello!
Posso organizzarvi io il matrimonio, vero?”
Urla Amalia.
“Certo che puoi organizzarlo!”
“Con che kama?”
“Con quelli che ricaveremo dall’oro che tu hai trovato, Ruel!”
“Ma questo non è giusto!”
“Su, non litigate!”
Interviene Panpan.
“Brindiamo!”
Versa del vino in ogni bicchiere e poi li alziamo tutti insieme al grido di: “Viva Eva e Tristepan!”
Sono felice, felicissima, ma non posso fare a meno di chiedermi: Yugo, dove sei?

 

   
 
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