Era sotto la
pioggia. Gli era sempre piaciuto, quando pioveva, uscire dal
covo e farsi bagnare. Quella pioggia lavava via i suoi peccati, le sue
colpe.
Aveva ucciso il suo clan. Apparentemente non sembrava soffrirne ma
dentro era
distrutto dai sensi di colpa. Aveva lasciato orfano il suo fratellino e
lo
aveva abbandonato. Era caduto in un’oscurità
così profonda da non poterne
uscire. C’era soltanto un raggio di luce capace di farlo
uscire da quell’universo
oscuro. E quel raggio aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri.
Anche quel
giorno-che per lui era notte- stava sotto la pioggia a cercare
di far scorrere via il suo senso di colpa (ma
non ci riuscirà mai). Molti pensaveno che fosse
una persona senza
sentimenti.
Quanto si
sbagliavano.
Itachi era un
essere umano. Era fatto di carne. Provava emozioni: era
felice, arrabbiato… Ma soprattuto soffriva.
Era
così in profondità nel suo mondo fatto solo di
solitudine che non si
accorse dell’arrivo di una persona alle sue spalle. Vedendolo
in quelo stato
provò la familiare stretta al cuore. Soffriva da morire a
vederlo in quello
stato.
-Itachi-san…
Il mukenin
spalancò gli occhi. Non si aspettava una sua visita.
-Ino-chan…
Improvvisamente
le ginocchia cedettero e Itachi cadde in ginocchio nel
fango.
-Itachi che cosa
c’è?- nella voce di Ino traspariva preoccupazione
e paura.
Si rialzò.
-Niente va tutto
bene. Come mai sei qui?
-Volevo solo
vederti. Non sei contento?
-Certo. Ma se
continuerai ad avere una relezione con me finiranno per
scoprirti. E dopo saranno cazzi.
-Non me ne
importa. Io voglio stare con te.
Sorrise.
-Grazie Ino.
La strinse a se.
La baciò. Lei si lasciò coccolare e ben presto
sentì la
lingua di Itachi che chiedeva il permesso di entrare nella sua boca,
permasso
che venne subito accordato. Rimasero per un po’ a baciarsi
sotto la pioggia
scrosciante. Quando si staccarono Ino puntò gli occhi
cerulei in quelli color
della notte di lui.
-Ti amo Itachi.
-Anch’io.
Itachi era un
essere umano. Era fatto di carne. Provava emozioni: era
felice, arrabbiato, soffriva… Ma soprattuto…
amava.