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Autore: keeponsmiling    31/12/2013    0 recensioni
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Harry ha conosciuto Louis in una sera di Settembre, cinque mesi prima, mentre cercava un posto dove poter provare finalmente qualcosa, costretto com'era in un mondo d'apatia. Si era rifugiato in quel locale e aveva pagato un privé perché davvero non aveva voglia di essere riconosciuto. Louis non aveva ballato per lui quella sera, ma Harry l'aveva notato in fondo a una sala piena di gente. Era in pausa e stava fumando una sigaretta vicino al barman, dietro il bancone. Pensò subito che fosse il ragazzo più bello che avesse mai visto in vita sua e giurò di volerlo rincontrare.
Si erano innamorati guardandosi, nonostante in quei mesi Louis avesse avuto molte volte modo di esibirsi per Harry, di fare sesso con lui. Harry tornava in quel locale quasi tutte le sere e pagava in modo che Louis non dovesse vedere nessun altro cliente quantomeno finché il riccio non fosse stato li al locale. Louis non voleva accettare i suoi soldi ma Harry insisteva sul fatto che non poteva impedirgli di guadagnare. Non sapeva che tutto ciò che faceva era renderlo felice
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Happily


"Sei una popstar, Harry! Le popstar celebrano i compleanni in grande!”
Harry capisce nel momento esatto in cui prova a dire la sua che non ha speranze di festeggiare davvero in piccolo, magari soltanto con gli amici più stretti e qualche parente. L’unica cosa che gli è concessa, ed è raro che gli sia concesso qualcosa, è qualche minuto per interrogarsi se sarà nuovamente costretto a dare il party più grande dell’anno perché cosi tutti i riflettori saranno puntati su di lui, o perché essere amici di Nick Grimshaw preclude il tenere un profilo basso. Cosi sospira e “te ne occupi tu Grimmy, fosse per me potremmo dormire e svegliarci direttamente dopodomani.” Sentenzia. Non prevede ancora che sarà una delle notti più importanti della sua vita.

“Mi trascini per club! E i paparazzi hanno casualmente capito dove siamo! Mi stupisci ogni giorno di più Nick” sibila sarcastico tra i denti mentre si sforza di mettere su la sua aria malandrina che fa tanto impazzire il mondo intero. Un’aria che recita “sono Harry Styles e sto andando a fare il delirio e tutti ne parleranno per secoli”. E Harry lo odia. Assorto in tali pensieri non si rende neanche conto dove sta entrando e che conosce quel posto meglio di quanto vuole far credere. I corpi sono ammassati e si muovono a ritmo di una musica assordante che solletica le sinapsi del riccio più di quanto dovrebbe. Le luci illuminano ad intermittenza quello che per Harry è un rifugio. Non scappa dalla sua sessualità, tutti da sempre si sono interrogati sul suo orientamento sessuale e lui ci ha quasi giocato sopra questo mistero. Scappa dalla sua vita, una falsa che vive non di certo per se stesso. E qualcuno li, un volto in particolare che si sta delineando candidamente dentro la mente di Harry, riusciva a farlo sentire se stesso. Ma questo è un pub per omosessuali, è il posto più sbagliato nel quale Harry si può far trovare, non può essere cosi esplicito; eppure quello è il posto che ha frequentato di più negli ultimi mesi perché se vuole sa benissimo come non dare nell’occhio. E’ stato scoperto, il suo santuario è stato dissacrato, non ci sarebbe potuto più tornare a notte fonda quando nessuno avrebbe avuto l’occasione di avvertire i paparazzi perché quello stupido compleanno ha rovinato l’importanza di quel posto per Harry e solo una persona può essere colpevole di tanto. “Sei un figlio di puttana” mormora quindi certo che nonostante la musica alta Nick possa sentirlo. “Oh non hai ancora visto il tuo regalo Harry” sorride il dj guardando di fronte a se.

Harry è abbastanza certo di essere ubriaco. Lo è perché non ha potuto salutare il barista, Niall, per non dare l’impressione di essere stato lì prima e quindi di averlo conosciuto. Lo è perché Liam, il buttafuori, l’ha guardato come se fosse contento di rivederlo. Lo è perché nonostante sia un bene che non sono insieme, non ha visto Louis da nessuna parte e tutto li dentro lo sta facendo diventare pazzo. Zayn e Gemma, le uniche due persone li dentro che non ha voglia di prendere a schiaffi, si guardano in giro confusi e Harry sta per alzarsi e pregarli di portarlo via quando “Chi ha ordinato un pacco gigante?” urla Grimmy malizioso, scolando l’ultimo sorso del suo quinto Jagermeister. In quel momento una scatola gigante con un fiocco rosso al centro viene portata al centro di un palco. E’ il regalo di compleanno di cui parlava quel bastardo di Nick? Nel momento in cui il pacco si apre e ne esce fuori un Louis Tomlinson in slip Harry ne ha la certezza: lo è.

Harry ha conosciuto Louis in una sera di Settembre, cinque mesi prima, mentre cercava un posto dove poter provare finalmente qualcosa, costretto com'era in un mondo d'apatia. Si era rifugiato in quel locale e aveva pagato un privé perché davvero non aveva voglia di essere riconosciuto. Louis non aveva ballato per lui quella sera, ma Harry l'aveva notato in fondo a una sala piena di gente. Era in pausa e stava fumando una sigaretta vicino al barman, dietro il bancone. Pensò subito che fosse il ragazzo più bello che avesse mai visto in vita sua e giurò di volerlo rincontrare. Si erano innamorati guardandosi, nonostante in quei mesi Louis avesse avuto molte volte modo di esibirsi per Harry, di fare sesso con lui. Harry tornava in quel locale quasi tutte le sere e pagava in modo che Louis non dovesse vedere nessun altro cliente quantomeno finché il riccio non fosse stato li al locale. Louis non voleva accettare i suoi soldi ma Harry insisteva sul fatto che non poteva impedirgli di guadagnare. Non sapeva che tutto ciò che faceva era renderlofelice. Erano l'uno il piccolo segreto dell'altro. Quella sera Louis si esibisce per Harry indossando una maschera, una di quelle invisibili agli occhi di chi non la vuole vedere. Ha intuito che qualcosa è andato storto, sa bene che Harry non dovrebbe essere li con tutti i suoi amici super ricchi e spacconi, sa che Harry non lo sta guardando come fa di solito e capisce che non vorrebbe che lui lo guardasse cosi li davanti. Qualcosa si è rotto. Le risate si infittiscono nel momento in cui Louis comincia ad ondeggiare seduto a cavallo ad Harry. Il riccio gli poggia una mano sulla gamba, lo guarda, gli urla in silenzio ma Louis non sente. Solo il sapore di una fine che si è imposto. Alla fine dello spettacolino Grimmy si alza e infila una banconota da cento negli slip di Louis non facendosi problemi nel toccargli il sedere ed è li che Harry scatta in piedi. "Che c'è Harry? Non ti piace che gli altri lo tocchino? Oh quindi per caso lo conosci?" Inizia a infierire ridendo ubriaco e per Harry è davvero abbastanza "vai a farti fottere Nick” sussurra tra i denti sentendo tutti i muscoli tesi dal nervosismo. Louis però non ha intenzione di stare a guardare, Louis ne ha abbastanza e quindi si dilegua correndo dietro le quinte. Harry è furioso. Guarda la gente che si trova insieme a lui ma non riconosce praticamente nessuno. “Ora togliti perché lo giuro, oggi ti spacco la faccia" scandisce dritto nel suo padiglione auricolare. Poi si allontana velocemente non privandolo di una spallata. Deve trovare Louis. "Niall hai visto Louis?" Chiede affannato avvicinandosi al bancone dopo dieci minuti persi a vagare per la sala. "Ha terminato con le esibizioni sul palco oggi Harry, sarà in camerino o.." Dallo sguardo di compassione che, quello che Harry considera un suo amico, gli fa, il ragazzo capisce che la seconda opzione è che Louis sia in dark room e considerando che Louis arrabbiato non ragiona, Harry semplicemente si volta e corre. Entra nel camerino senza bussare e lo trova con indosso un paio di jeans e una felpa aperta, nessuna maglietta. È dannatamente bellissimo. "Smettila" è la prima cosa che dice il ragazzo ad Harry, il quale confuso, si domanda cosa ha mai potuto fare di sbagliato ancora una volta. "Smettila di guardarmi cosi Harry. Come se ti dispiacesse, come se ti importasse, come se-" "Come se fossi l'unica persona tra tutte quelle che ci sono la fuori di cui mi importa veramente? Beh non posso Louis perché è esattamente cosi! Io ti-" ma nuovamente Louis lo interrompe indietreggiando "Stai zitto, non lo dire. E' assurdo. Questa cosa non doveva venire fuori né per te né per me. Il tuo amico però evidentemente ha pensato fosse divertente renderlo pubblico e devo ringraziare il cielo se non mi licenziano Harry.” Harry sente il sangue ribollire nelle vene. “Lascia che ti licenzino allora!” urla esasperato “Questo posto è una merda! Tu non sei tagliato per questo! Louis vieni con me ti prego” sussurra infine esasperato facendosi vicino. Louis lo guarda, ma non è sicuro di quello che vede. “Mentre ballavo per te stasera, ho provato a immaginare un mondo in cui esistiamo solo noi due” sorride quasi premendogli una mano sulla guancia. Harry chiude gli occhi e pressa la testa sul palmo di Louis ma alle parole “non ci sono riuscito” sente ghiaccio lungo tutta la spina dorsale e il gelo che Louis lascia allontanandosi “Devo lavorare Harry, questo è il mio lavoro” mormora con voce spezzata ammiccando con la testa a un uomo di mezza età sullo stipite della porta, banconota da duecento in mano e sorriso da maniaco. “Non darmi un buon motivo per restare” chiede quindi quasi in una supplica e Harry non aggiunge nient’altro. Esce da quella stanza sconfitto ma non sa che la sorte sta girando diversamente per lui stasera, stasera decide lei. E infatti “Harry” lo ferma Niall andandogli incontro “ti prego, dimmi che non l’hai lasciato in dark room”. Harry non si chiederà mai come Niall l’avesse capito, cosa l’avesse spinto ad avvicinarsi a lui, ma nel momento esatto in cui guarda il migliore amico di Louis negli occhi immagina una sera dove tutti loro possono riunirsi intorno al fuoco e sparare cazzate, possono essere chi vogliono essere. Lui ci riesce ad immaginare quel mondo dove sono soltanto Harry e Louis, e vuole mostrarlo anche al ragazzo perennemente al centro dei suoi pensieri. E’ per questo che ancora una volta quella sera abbandona il suo interlocutore e si allontana correndo verso la dark room. Sa che quello che vedrà non gli piacerà ma fa lo stesso irruzione in quella camera della perdizione che tante volte non era stato che un covo d’amore per lui e Louis e trattiene il fiato. Superata una raccapricciante barriera di corpi ansimanti trova finalmente Louis. E’ poggiato contro un muro e sta masturbando quell’uomo con cui si è allontanato in precedenza, si morde le labbra fino a farle sanguinare. Harry sente un conato di vomito salirgli su per la gola, il sangue pietrificato nelle vene, gli occhi improvvisamente pieni di lacrime. E’ tentato di correre via, rifugiarsi tra le braccia di sua madre in Cheshire forse, dove stava cosi bene prima che la sua vita smettesse di piacergli, ma decide che deve fare qualcosa e quindi fa l’unica che gli viene in mente. Si butta sopra l’uomo che Louis sta toccando e lo scaraventa per terra sferrandogli un pugno nello zigomo. Successivamente, ignorando le urla delle persone all’interno di quel posto infernale, prende Louis per mano e lo porta fuori. “Harry” lo chiama Louis fermandosi. Si riveste, pieno di vergogna e allunga una mano cercando di toccarlo ma Harry si scansa. “Ti prego, andiamo via, andiamo a casa mia” sussurra Harry, lo implora quasi, mentre una lacrima gli rotola giù per la guancia. Louis sorride appena e gli prende la mano, quella di Harry fa scomparire quasi del tutto la sua: sono perfette insieme. “Andiamo”. Harry si sente l’uomo più fortunato della terra mentre attraversano la sala mano nella mano. Si lascia quegli stupidi finti amici che si ritrova alle spalle e non riflette neanche un attimo sul fatto che all’esterno i paparazzi li assaliranno, semplicemente non gli importa. Affrontano il bagno di flash insieme e salgono di corsa nella macchina di Harry, diretti a casa sua. Il tragitto è silenzioso, ma non teso. È un silenzio confortevole, sono a loro agio insieme. Harry, forse ripensando a quanto visto prima, continua a lacrimare silenziosamente di tanto in tanto e Louis sospirando “Harry” prova ma Harry scuote la testa e “Scusa” Arrivano nell’enorme villa di Harry dieci minuti più tardi. Harry non è solito fare cose del genere, ma stavolta si raccomanda col portiere: se vede paparazzi, che chiami la polizia. “Wow” sussurra Louis guardandosi intorno, è gigante. Harry sorride intenerito e “Ti accompagno di sopra cosi puoi farti un bagno caldo, sarai.. stanco” sussurra appena tirando su col naso. Si sente abbastanza ridicolo per aver pianto in quel modo. Louis prende fiato, prende coraggio, e si avvicina ad Harry. “Abbiamo fatto una cazzata” gli dice col viso davvero vicino al suo. Harry abbassa lo sguardo e si sente di nuovo vulnerabile. Che diavolo gli prende? Poi si ricorda che ha solo vent’anni e decide che quella è una valida scusa. “Ma” continua Louis alzandogli il mento con due dita “sono cosi contenta che tu l’abbia fatto” ammette poggiando la fronte sulla sua. Il riccio si bea di quel contatto, del profumo di Louis che nonostante il suo lavoro è sempre presente, lo stesso che si è trovato a desiderare, a necessitare più volte. “Dimmi che non l’hai baciato” chiede con una voce da bambino che non si addice alla sua solita roca voce sensuale. Louis sorride e gli bacia gli occhi chiusi uno per volta. “Non bacio più i clienti sulla bocca molto ormai Harry” dice guardandolo in faccia. Vuole che Harry sia sicuro delle sue parole sincere. Harry apre gli occhi sorpreso della scelta che Louis abbia fatto e innamorato. E “da quanto?” chiede animato di uno spirito tutto nuovo anche se in cuor suo spera in una risposta ben precisa. “Da quando ho baciato te per la prima volta” ammette l’altro arrossendo ma non riuscendo a tenere per se questa verità. È in quel momento che Harry lo bacia. Vorrebbe trattenersi, vorrebbe non essere sull’uscio della porta ancora col cappotto addosso e vorrebbe che Louis facesse il bagno prima, in modo da lavare via ogni traccia di sconosciuti e quel ricordo che nella mente del minore brucia. Ma ha bisogno di baciarlo e quindi lo fa. Lo fa come avrebbe voluto il tempo fare quando era un adolescente in piena crisi ormonale, brufoloso e innamorato. Lo bacia affondando le mani tra i suoi capelli fini e scombinati, col bisogno di sentirlo, di assaporarlo e di avere la certezza che avrà questa opportunità un milione di volte da ora in avanti. “Mi dispiace, credo di aver irrimediabilmente stravolto le nostre vite stasera” sussurra staccandosi appena ma Louis non ha intenzione di sentire scuse da parte sua. “Ti sei messo nei casini per me Harry.. l’opinione pubblica ti massacrerà.. e in ogni caso quello che deve chiedere scusa sono io, per quello che sei stato costretto a vedere” sospira accarezzand0 i ricci morbidi di Harry che chiude gli occhi e scuote la testa come a voler cancellare tale ricordo. “Vai a fare un bagno, abbiamo tempo per parlarne. Ho come l’impressione che non ci potremo allontanare da qui per almeno un paio di giorni” ride infine e senza sentire altre storie lo trascina per mano al piano di sopra. “Ma tu vivi sempre qui da solo?” chiede Louis guardandosi intorno come un bambino che scopre il mondo per la prima volta. Harry è divertito dal suo sguardo e lo trascina nonostante il suo peso morto. “In realtà mia sorella vive con me. Cioè non vive propriamente con me, teoricamente vive con mamma, ma visto che sono praticamente relegato qui lei viene a farmi compagnia. È la mia migliore amica.” Gli spiega giungendo in fine in un bagno con tanto di vasca idromassaggio. “Mi piacerebbe conoscerla” si lascia sfuggire mentre Harry è chinato a regolare la temperatura dell’acqua. Poi se ne pente, si vergognerebbe in ogni caso. “Le ho parlato cosi tanto di te che dice sempre di essere convinta di conoscerti già” gli confessa però con noncuranza Harry girandosi a guardarlo. Louis ne è sorpreso. “Mi spieghi come cavolo hai fatto a..” “Innamorarmi di te? oh beh è stato più facile di quanto tu pensi” e quindi gli bacia via ogni dubbio e inizia a spogliarlo in silenzio. È un momento cosi loro che nessuno dei due osa interromperlo me entrambi nutrono dei dubbi che li stanno mandando al manicomio. “Fai.. fai il bagno con me?” Chiede a un certo punto Louis facendo scendere le mani ad accarezzare il fondo schiena di Harry. Il riccio sorride nascondendo la testa nell’incavo del collo di Louis. “Hai bisogno di rilassarti e io ho bisogno di fare un paio di telefonate e poi parliamo.” Lo rassicura baciandogli il naso.

Uscito dalla vasca Louis trova un accappatoio pronto ad attenderlo e, indossatolo, si rende conto che ha l’odore di Harry. “Ho un milione di asciugamani qui e tu vai a prendere proprio il mio?” gli chiede un Harry malizioso che lo osserva dall’uscio. Louis si volta e sorride “ha il tuo odore, mi piace”. Harry quindi lo prende per mano e lo conduce in camera sua. “Mi fa strano pensare che tu non abbia mai visto casa mia o io la tua.. o che non siamo mai usciti insieme.. mi sembra di conoscerti da sempre.. di sapere tutto di te” gli confessa il riccio porgendogli i pantaloni di un pigiama e una maglietta che, se ha fatto bene i suoi calcoli, gli staranno adorabilmente larghi. “Questo è perché tu sai tutto di me sul serio Harry” ridacchia Louis imbronciandosi poi quando nota quanto i pantaloni gli stiano lunghi. “Sei l’unico ragazzo che mi ha voluto conoscere per quello che sono davvero non fermandosi all’apparenza..l’unico ragazzo a cui non interessava solo scopare” sospira. Harry lo conduce quindi sul letto, per mano, e lo copre con cura. “Io non sono uno dei tuoi clienti Louis, io voglio essere meglio di questo.. voglio essere importante per te” lo guarda negli occhi mentre gli accarezza uno zigomo pronunciato, seduto al suo fianco. “è il tuo modo di dirmi che vuoi essere il mio ragazzo?” lo prende in giro Louis attirandolo a se. Harry si stende su di lui ridendo a sua volta con le guance rosse “dimmi che lo vuoi anche tu” “Questa è una follia Harry.. io e te apparteniamo a due mondi diversi e tu lo sai che-“ ma Harry davvero non vuole sentire niente di tutto ciò e fa ciò che ama poter finalmente fare liberamente: lo bacia. “Sai cos’è una follia per me adesso? Pensare che io e te non siamo ancora accoccolati sotto queste coperte a dormire e scacciare via tutti i tuoi stupidi pensieri” dice ovvio stendendosi sotto le coperte accanto a Louis. “Vuoi dormire con me?” chiede il ragazzo più grande quasi commosso all’idea che un uomo non voglia fargli assolutamente niente se non coccolarlo tutta la notte. Dormire è una cosa molto più intima del sesso e l’idea che Harry voglia dormire con lui gli scalda il cuore. Poi gli viene in mente un cosa che lo fa sorridere: Harry non è un qualsiasi uomo, Harry è il suo uomo.

La mattina dopo il campanello interrompe il sonno migliore che Harry avesse avuto negli ultimi mesi. Si sveglia accorgendosi che Louis gli sta dando le spalle e lui l’ha abbracciato da dietro tutta la notte, sorride. Non capisce davvero chi possa essere alla porta, aveva dato delle indicazioni abbastanza precise al suo portiere, non voleva vedere nessuno. Si alza sbuffando ma sempre estremamente attento a non svegliare Louis e, indossati i pantaloni della tuta, va ad aprire. “Era ora Styles! Pensavo che venissi da Poppy a fare il brunch!” esordisce Nick facendo irruzione in casa sua. Harry è perplesso, davvero perplesso. Quell’uomo non poteva davvero essere cosi stupido. “Ma di che diavolo stai parlando? Perché diavolo sei in casa mia? Non provocarmi Nick-“ “Oh andiamo Harry” lo interrompe “non starai ancora pensando a quello che è successo ieri sera. Ero ubriaco” Ma Harry scuote la testa e “Esci da casa mia Nick” ringhia in mezzo ai denti. A quel punto forse Nick capisce. Lo guarda e capisce. “Non è possibile..” quasi ride, cinico. “Tu hai veramente mandato la tua vita a quel paese.. per una puttana.” L’ultimo suono che Nick sente prima di cadere a terra è quello del pugno di Harry contro la sua mascella. “Sei un pezzo di merda” urla sfogandosi di davvero troppa rabbia repressa. “Mi hai già rovinato la vita non rovinerai anche quella di Louis. Io ti rovinerò Nick” continua ad imprecare ed è sicuro, è certo che Louis si sia svegliato per le urla, forse si sta precipitando in salotto per impedirgli di ucciderlo di botte ma a lui non importa. “Harry basta lascialo” gli sussurra Louis in modo che il messaggio arrivi dritto al cervello “tu sei migliore di cosi” Quando Harry lo lascia e lo guarda, malconcio e lamentoso, si rende conto che probabilmente si, è meglio di cosi. Lo prende per il colletto e lo spinge fuori casa “non farti più vedere” dice pacato sbattendosi la porta alle spalle. Si gira verso Louis ma Louis non è li. “Louis” lo chiama ritornando in stanza. Lo trova li, seduto sul letto che fuma. “Oh so cosa stai per dirmi” sospira Harry incrociando le braccia al petto. “beh allora fai i conti con cosa sai già che sto per dire Harry perché il tuo amico ha ragione” scuote la testa Louis aspirando nervosamente dal filtro. “Non è mio amico. E non provare più a dargli ragione Louis. È uno stronzo e la mia vita sarà diversa da lui e dalle persone come lui adesso. Non offenderti Louis.. sei tutti ciò che ho di prezioso al mondo adesso” sussurra alla fine guardandolo con gli occhi lucidi. “Potrei pagarti gli studi.. solo un prestito! Poi me li restituisci tutti giuro” continua quando è certo di avere la sua attenzione. Louis ride ma scuote la testa “non se ne parla neanche” “Oh ti prego” esclama Harry e improvvisamente ha cinque anni. “Pago l’iscrizione. A quel corso di letteratura inglese all’università che avevi visto e ti piaceva tanto. Poi tu ti metti a lavorare e me li restituisci. Un altro lavoro però.” Aggiunge. “Non è dignitoso che tu sia il fidanzato di uno stripper..” sussurra Louis guardando altrove. “Ma lo capisci che non me ne frega assolutamente nulla di quello che pensa la gente? Non è questo il punto. Il punto è che non intendo dividerti mai più con nessun altro Louis. Mai più.” Dice prendendogli il viso tra le mani. “sei cosi bello” sussurra poi a un centimetro dalle sue labbra. “Diamoci un mese per noi, ti va? Partiamo. Lasciamo qui tutto lo schifo. Voglio la possibilità di dimostrarti che c’è un posto per noi li fuori.. voglio farti vedere cosa mi piaceva davvero fare un tempo, prima che questa stupida roba da popstar bello e dannato si mettesse in mezzo.” E Louis non può fare a meno di baciarlo e suggellare cosi il loro accordo. Non prima di “ma tu parli sempre cosi tanto?” chiedere. Le risate furono la colonna sonora della loro storia d’amore.

I prati della Svezia sono immensi e più verdi del solito in un giorno di inizio Aprile che per i due ragazzi è dannatamente caldo. “Non cosi caldo da andare in giro seminudi” Louis rimbecca il suo ragazzo divertendosi a vivere la loro vita insieme quando ogni tanto in strada qualcuno li ferma per avere una foto con Harry. Harry a quel punto ride e “Sei geloso?” lo sfotte e Louis sistematicamente gli da un pugno all’altezza della sua “Farfalla cosi virile Harry!” come avrebbe più volte detto. Harry ha lasciato la sua casa discografica, la sua compagnia di managment e soprattutto il suo squallido giro di amici e non potrebbe essere più felice. Negli ultimi tempi ha incontrato un suo vecchio amico del liceo, Ed, e insieme scrivono musica vera. Louis ha trovato un lavoro come barman anche lui e si può dire che sia nato per questo. Harry gli ha regalato l’iscrizione all’università e davvero avrebbe voluto picchiarlo ma il loro nuovo precario equilibrio non potrebbe renderli più felici. Se ne stanno stesi su un prato vicino ad un artistico tavolo da pic nic in legno quando “me la fai sentire questa canzone si o no?” gli mette fretta ancora una volta Louis ed Harry, che ha cantato molte volte per lui, è improvvisamente nervoso. Sta per cantargli di loro. Cosi si siede sul tavolo in legno con la chitarra sotto braccio e comincia a cantare di quanto non gli importi della gente, di quanto ogni parte di lui è irrimediabilmente sua, di quanto lo ama.


I know you wanna leave so c'mon baby be with me so happily.

  
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