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Autore: louehar    31/12/2013    3 recensioni
Allora, come fa prima di baciare qualcuno, o di portarselo a letto, questa volta si ferma e sotto l’uscio della casa di Harry sorride, gli bacia una guancia e gli sussurra un ‘non innamorarti di me’.
OS LARRY.
Louis!tattooartist
5.010 parole.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis è una persona che dovrebbe vivere seguendo determinate regole, uno schema dettagliato che dovrebbe essere in grado di fargli capire quand’è il momento adatto per dire o fare qualcosa e quand’è il momento di smettere.
Ma, chi persona sana di mente è pienamente convinta che il ragazzo, sprechi il suo tempo con queste stronzate?
È un ragazzo normale, forse troppo sicuro di sé ed abituato a ricevere tutto ciò che vuole.
Che siano persone, o oggetti.
A differenza da come tutti credono, non è un donnaiolo.
Non ama particolarmente andare a letto con le ragazze; lo fa solo se gliene capita l’occasione.
Prima di baciare qualcuno o di passarci la notte insieme,  Louis si ferma e lo dice.
Sottovoce, con un ghigno, ma lo dice ed aspetta la loro risposta prima di proseguire, prima di unire le loro labbra in un lungo bacio o di sfilargli la maglia.
Improvvisamente si ferma e –‘Ne sei sicura? Insomma, sai cosa stai facendo? È solo che non voglio relazioni e non voglio rimorsi. Non sono consapevole di ciò che faccio, okay? Se non vuoi, devi fermarmi.’
Ma puntualmente, ogni ragazza, stringe i capelli di Louis e china il viso in avanti, fino a far combaciare le loro labbra.
E potrebbe essere anche romantico, perché quando bacia i contorni del suo viso, quando le stringe i capelli con dolcezza e le accarezza i fianchi con le sue piccole mani, sembra di essere in un film, se non fosse per il fatto che Louis sia irrimediabilmente gay e che faccia tutto questo solo per sfogarsi.
Fissa il suo riflesso con una smorfia sul viso: il piercing all’altezza del sopracciglio destro ed i capelli perennemente rossi gli danno un aspetto da duro, diverso da quello che aveva solo qualche anno prima.
Indossa il giubbino in pelle nero e si dirige nello studio che condivide con il suo migliore amico, Zayn, non stupendosi di trovarlo con un libro di fumetti tra le mani.
Se avessero chiesto ai Tomlinson cosa vorrebbero che il loro adorabile figlio facesse da grande, sicuramente non avrebbero risposto con un ‘vorrei facesse tatuaggi ad uomini grandi, ubriachi e drogati’, ma Louis è viziato, e riesce sempre ad ottenere ciò che vuole.
Saluta l’amico con un veloce bacio a stampo e gli sfila la sigaretta dalle labbra, ottenendo come risposta uno sbuffo e una leggera gomitata.
‘Hai portato lo skate? Mh?’
‘Per chi mi hai preso? Uh?’
Ridono all’unisono prima che Louis si levi la felpa e resti in canotta, mostrando i suoi meravigliosi tatuaggi -uno dei quali fatti durante uno stato d’incoscienza, dopo aver bevuto tre pinte di birra nel giro di un quarto d’ora-.
Se non ci fosse il riscaldamento, sarebbe morto congelato, visto che la temperatura a Doncaster riesce a malapena ad essere stabile su di un paio di gradi.
Si lascia cadere su una delle tante poltrone d’attesa continuando a fumare la sigaretta di quel povero cristo, con un’espressione strafottente in viso.
La gente ha sempre definito Louis come un ‘ragazzo ventenne dal cuore di ghiaccio’, ma non ha mai capito se la definizione fosse azzeccata oppure no.
Insomma, non passa le giornate ad essere acido o ad ignorare la gente –a volte-, semplicemente si tiene alla larga da essa per non creare legami o rapporti oltre a quelli che già ha.
Spegne velocemente la sigaretta quando il campanello posto all’entrata, segna l’arrivo di un nuovo cliente.
‘Me ne occupo io.’
Entra in studio senza neanche preoccuparsi di guardare l’uomo -o forse sarebbe meglio dire ragazzo- in viso e lo fa stendere su di un lettino in pelle, mostrandogli il catalogo dei migliaia di disegni creati con dedizione da Zayn.
Si sporge appena in avanti, curioso da quelle grandi e lunghe dita che sfogliano le pagine, prima di vedergli il viso e di restarne ipnotizzato.
Viso dai lineamenti dolci, piccole fossette che sbucano alla minima smorfia, occhi verdi, meravigliosi, labbra rosse e piene, e come se non bastasse, morbidi ricci a coronare il tutto.
Deglutisce attirando l’attenzione del ragazzo e –‘Cos’hai in mente di, uhm, tatuarti?’
Il ragazzo sorride, e Louis inizia a pensare che sia davvero adorabile.
‘Una stellina.’
Davvero? Una stellina?
Trattiene a malapena una risata e gli fissa il viso, notando subito la sua ingenuità e il suo terrore.
Massaggia appena la pelle sul braccio del ragazzo –dove gli ha indicato il posto in cui vuole macchiarsi- ed inizia a ricalcare il tatuaggio su della carta trasparente.
Passa con attenzione del deodorante in stick sulla pelle e poi pressa la carta, sorridendo soddisfatto dal risultato.
Non appena inizia a ricalcarlo con l’inchiostro, il ragazzo chiude gli occhi e geme dal dolore, portando la testa all’indietro.
‘Dai, non fare l’esagerato. Come ti chiami?’
Tenta di distrarre il ragazzo, mentre, con sempre più concentrazione, si dedica completamente alla sua pelle.
‘Harry, mi chiamo, dannazione, Harry.’
Louis davvero, non riesce a trattenersi, e si lascia andare ad una fragorosa risata.
‘Solo sta calmo, Harry, okay?’
Il riccio annuisce e tenta di rilassarsi, sporgendosi appena per fissare il disegno.
‘Hai un accento diverso. Sei di Doncaster?’
Il ragazzo sussurra un ‘no’ con le labbra quasi serrate, intento a fissare i tatuaggi di Louis.
‘Mh? Ti piacciono?’
Harry annuisce e ‘Devi avere un bel coraggio per quelli.’
‘Solo tanta pazienza. Quanti anni hai?’
Mima un diciassette con le labbra nell’esatto momento in cui Louis si allontana e fissa il tatuaggio finito, portandogli uno specchio.
‘Mi piace, grazie…?’
‘Louis, sono Louis.’
‘Bene, grazie Louis.’
 
 
 
Si risveglia con un conato di vomito, in una pozza di piscio, nel bel mezzo del giardino di Zayn.
Sbuffa sonoramente prima di svegliare l’amico con una forte gomitata e di trascinarlo all’interno della casa, ridendo delle sue condizioni.
‘La prossima volta vacci piano con il ‘fate come se foste a casa vostra’, mh?’
Si portano entrambi una mano nei capelli, fanno una doccia veloce e corrono nel loro nascondiglio, lasciando un biglietto –con un aumento di cento sterline- alla povera donna delle pulizie che da anni lavora nella loro famiglia.
Il loro nascondiglio non è altro che un parco abbandonato con una pista da skateboard, in cui hanno passato la propria infanzia ad esercitarsi e a migliorare la tecnica.
‘Ho visto come, mh, guardavi quel ragazzino l’altra volta.’
Louis ride scostandosi i capelli dal viso, scendendo con velocità dalla piattaforma più volte.
‘Sai che non sono tipo da relazioni, soprattutto se si tratta di un ragazzino diciassettenne terrorizzato dagli aghi.’
‘Non ho mica detto che devi averci una relazione, con quello lì.’
Il moro fa l’occhiolino all’amico prima di accendersi una sigaretta e di distendersi sulla neve, aprendo le labbra e facendo fuoriuscire una piccola nube di fumo.
‘Quanto abbiamo ancora prima di dover tornare in studio?’
‘Dobbiamo tornarci ora’.
Sbuffano entrambi prima di dirigersi a lavoro correndo sugli skateboard e spaventando la gente, allontanandosi da loro prima di sfiorarli e di cadergli completamente addosso.
Louis è meno fortunato, quando, senza volerlo, si avvicina troppo ad un ragazzo che dalla paura, si rovescia il milkshake al cioccolato sulla maglia bianca ed immacolata.
Trattiene un sorriso divertito e si avvicina, intento a porgergli le sue scuse –non che gl’interessi, ma deve pur sempre fare bella figura, no?
Quando poi riconosce il viso del ragazzino di qualche giorno prima, -aveva detto di chiamarsi Harry, mh?- sgrana gli occhi e si avvicina porgendogli un fazzoletto trovato da qualche parte.
‘Stai bene? Mi dispiace.’
Il ragazzo annuisce e sbuffa chinando lo sguardo verso il basso, sulla sua maglia probabilmente appena nuova.
‘Posso farmi perdonare in qualche modo? Mh?’
‘Magari potresti insegnarmi ad andare sullo skateboard?’
E Louis non ha mai pensato fosse più semplice di così.
 
 
 
Sono appena le due e trenta di notte, quando Louis, dopo aver portato il ragazzo in pizzeria, si decide di portarlo nel nascondiglio segreto.
Adagia il ragazzo sullo skate e si avvicina, incrociando le mani sottili e piccole con quelle grandi e lunghe del ragazzo.
Sussulta appena mentre il suo corpo viene scosso da migliaia di piccoli brividi.
Scuote con forza la testa come per allontanare i pensieri e si concentra su Harry: non deve affezionarsi a lui.
Spinge appena il peso del ragazzo in avanti ed inizia a camminare con lui, lasciandolo solo dopo qualche minuto.
Ride quando cade per terra ed inizia a massaggiarsi il sedere, spazientito.
Incrocia di nuovo le loro mani ed inevitabilmente sorride, ripetendo il procedimento di prima.
Inizia a prenderci confidenza, ad essere sempre più preciso e determinato, fino a fare la discesa completamente solo.
Si avvinghia al collo del ragazzo e gli bacia una guancia, come per ringraziarlo, e Louis s’irrigidisce istantaneamente.
Si allontana rassegnato e –‘Ma i tuoi genitori non sono preoccupati, piccolino?’
Gli scuote con forza i capelli e ride, notando la sua espressione contrariata.
‘T’interessa tanto?’
Louis cinge le spalle del ragazzo in un abbraccio, sentendolo rabbrividire improvvisamente.
E fa lo stesso, spaventato, perché, dannazione, resterebbero delusi entrambi.
Com’è che dicono? Ha un cuore di ghiaccio?
Il fatto è che, come fanno a non accorgersene? Il mezzo punk dai capelli rossi non fa altro che allontanarsi dalla gente perché, inevitabilmente, se n’è affeziona, e lo fa troppo in fretta.
Allora, come fa prima di baciare qualcuno, o di portarselo a letto, questa volta si ferma e sotto l’uscio della casa di Harry sorride, gli bacia una guancia e gli sussurra un ‘non innamorarti di me’, notando il rossore sulle sue gote e il giocherellare delle sue dita.
 
 
Harry è tornato a farsi tatuare una scritta, ora.
E Louis sorride, mentre incide sulla sua pelle un ‘won't stop 'till we surrender’, mentre guarda il ragazzo sorridergli e restare in silenzio, come per dire ‘mi guardi? Sono qui per te e sto subendo tutto questo solo per vederti.
Prima di fasciare il tutto da un ultimo sguardo alla frase, meravigliato dalla bellezza del significato.
Pizzica la guancia al ragazzo sussurrandogli un ‘sei stato bravissimo, Harry.’
Arrossisce e si copre il viso con entrambe le mani, per poi farsi coraggio ed avvicinarsi a Louis.
‘Esci con me!’
Il ragazzo scuote la testa, divertito.
‘Te l’ho detto, ricordi?’
Harry strizza gli occhi e si allontana appena dalla postazione, per squadrare Louis dalla testa ai piedi.
‘Ci provo, okay? Ci sto provando e spero di riuscirci, ma esci con me.’
Zayn tossisce appena e sorride beffardo, alzando poi il giornalino sul viso per distogliere l’attenzione.
Louis fissa il ragazzo mentre il cuore gli batte fortissimo, lo giura, ed è in quel momento che capisce di essere fregato.
‘Okay, Harry.’
 
 
 
Harry è in ritardo, e davvero, Louis non se lo sarebbe mai aspettato.
Impreca stringendosi nel cappotto per il troppo freddo e porta le mani alle tasche, restando immobile per circa un’ora e un quarto.
Lancia un calcio ad uno strato troppo leggero di neve e ‘vaffanculo’, prima di precipitarsi nel suo nascondiglio.
È successo di nuovo: prima lo illudono e poi non si fanno vivi, lasciandolo come un perfetto idiota a farsi migliaia di complessi su ‘cosa ho fatto di sbagliato?’ e ‘in me c’è qualcosa che non va.’
Aspira il fumo dalla sigaretta accesa qualche secondo prima e si lascia andare completamente contro un albero, schiudendo gli occhi ed iniziando a ricordare il suo passato.
Non ha avuto un’infanzia facile e si sono sempre approfittati tutti di lui.
È  per questo che ha deciso di crearsi una corazza, una difesa, e di far credere a tutti di essere, ciò che in realtà non è.
Ha capito subito di essere bravo, in questo tipo di cose, e di essere vantaggiato grazie alla posizione agiata della sua famiglia.
Ha capito di poter corrompere chiunque con i soldi e con il suo bel faccino da ragazzo di strada.
Poi l’adolescenza, il periodo più rompipalle di tutti, quando ha scoperto di essere diverso e di non essere normale.
Ed è lì che ha iniziato ad aver paura di tutti e di tutto, iniziando ad allontanarsi sempre di più dal resto del mondo, isolandosi in se stesso e permettendo solo al migliore amico di conoscerlo nei limiti.
Si accorge poi, che nonostante tutto, in vent’anni di vita non ha mai amato veramente qualcuno, non si è mai dedicato ad una persona fino allo svenimento, non si è mai preoccupato di nessuno.
E quasi si spaventa, perché ha paura anche di farlo, ha paura anche d'innamorarsi.
Sobbalza appena quando sente il rumore di uno skateboard scendere con forza sulla pista e si avvicina, lentamente, senza destare sospetti.
Nota i suoi capelli e sorride, felice, nonostante tutto, di trovarlo qui.
‘Perché non sei venuto?’
Non risponde, continua a dargli le spalle e a scendere la discesa, senza fare attenzione, cadendo e ricadendo.
Sente il ragazzo piangere e si avvicina, ancora, fino a fermarlo e a far incrociare i propri occhi.
Poi si allontana di scatto, come se fosse stato scottato.
‘Cosa cazzo ti è successo?’
Non risponde, china lo sguardo verso il basso e si porta le mani in tasca, incapace di proferire parola.
Si sfila il cappotto, e nonostante stia morendo dal freddo, copre Harry e lo trascina nel suo appartamento, in silenzio.
Ha il naso sanguinante e un sopracciglio spaccato, il viso impaurito, e dannazione, Louis si sente quasi scoppiare.
Porta Harry nella sua camera e gli disinfetta le ferite, facendolo poi distendere sull’enorme letto matrimoniale.
La camera di Louis è dannatamente grande, non troppo disordinata e con qualche skateboard un po’ ovunque.
Il soffitto è in realtà un enorme finestra di vetro,  che il ragazzo ha costruito perché ‘la notte ho bisogno di fissare le stelle’.
Stringe il ragazzo tra le sue braccia e gli bacia la fronte, sentendolo tranquillizzarsi sotto il suo tocco delicato.
‘Mi spieghi cosa ti è successo?’
‘Ho solo detto a mio padre di gay e non pensavo che questa fosse la sua reazione.’
Alza gli occhi al soffitto e fissa le stelle, beandosi della luce che esse emanano.
‘Ora? Stai bene?’
‘Ora si.’
Louis gli accarezza i ricci e sospira.
Si siede non appena nota una stella cadente, e batte le mani, chiudendo gli occhi per esprimere un desiderio.
La luce nelle sue iridi azzurre è quella di un bambino.
‘L’hai fatto, Harry?’
‘Si e p-posso? Io, posso insegnarti una cosa?’
‘Mh?’
Non risponde, semplicemente gli bacia le labbra con dolcezza, notando i suoi occhi sgranati.
Si allontana appena e  porta una mano sul cuore di Louis, sentendolo battere all’impazzata.
Gli bacia di nuovo le labbra, questa volta gli occhi sono chiusi e il maggiore gli sta accarezzando i capelli, come per dirgli che va tutto okay.
Passa la lingua sul suo labbro inferiore, e un attimo dopo è tutto uno scontro di lingue, di passione, di… amore?
Louis gli morde le labbra come a voler risucchiare tutto il suo dolore e gli lascia un ultimo bacio a fior di labbra.
E se prima di baciare qualcuno o di passarci la notte insieme Louis si fermava, e con un ghigno lo diceva, ora non l’ha fatto, perché ne è consapevole.
‘Posso? Posso insegnarti ad amare?’
E Louis sorride, gli bacia le labbra e ‘Non c’è n’è bisogno, curly’.





AAAH l'ultima os del 2013.
allora, grazie se sei arrivata fin qui, e boh, sono molto felice di averla pubblicata.
sono le tre e un quarto del mattino, e sto scrivendo da ore.
me la lasciate una recensione? 
AUGURI A TUTTI E FELICE ANNO NUOVO.
sperando che ci porti un po' di fortuna con i nostri sogni.



 

 
  
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