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Autore: Mary_Sophia_Spurce    31/12/2013    6 recensioni
Mettete insieme due canzoni natalizie, un albero di natale spoglio, un ballo, Felicity Smoak super concentrata nei panni di aiutante di Babbo Natale e Oliver Queen capace di saltar fuori dal nulla e di cambiare la vita di qualcuno.
Dal testo:" «Ti ho mentito, prima quando mi hai chiesto cosa facessi qui (...) in verità volevo schiarirmi le idee facendo un po’ di allenamento.» la fa volteggiare come fosse una ballerina e le legge in viso che deve proseguire. «Tutte le mie parole penso che non valgano nulla. (...)»
[...]
C’è sempre stata chimica tra loro, tutti quelli che li circondano più da vicino lo sanno. I loro battibecchi, anche se vedevano la vittoria di Mr. Arrow vista la sua proverbiale prepotenza, hanno la capacità di far guizzare l’aria di elettricità e di sessualità inespressa."
Perché si sa, la magia del Natale è unica!
- OLICITY -
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Olicity is the way! '
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A Katy che è stata un ottima consigliera e a voi, shippatrici di Olicity!


Shall we... Dance?!



“Jingle bell, jingle bell, jingle bell rock.

Jingle bells swing and jingle bells ring.
Snowing and blowing up bushels of fun.
Now the jingle hop has begun“



Erano ormai diversi minuti che quella canzone era in ripetizione; Felicity adorava ascoltarla mentre si dedicava alla decorazione dell’albero.

Tra le tante melodie natalizie, “Jingle Bell Rock” era quella che riusciva a infonderle quel pizzico di spirito natalizio e di allegria che le serviva; le piaceva ballare e sembrare una pazza, con il suo cerchietto con le corna da renna in testa e le campanelle tintinnanti a ritmo di musica.
Era entusiasta del periodo che stava per arrivare; tutte quelle luci, i colori, i decori, i profumi... La magia del Natale era bellissima!
Tutto si trasformava, persino la Queen Consolidated era diversa. Quell’anno durante il suo orario di lavoro era perennemente circondata da rosso e oro; ovunque si trovavano stelle di natale, rigorosamente rosse, enormi nell’ingresso e piccoline su ogni scrivania, decorazioni con ghirlande e piccole palline lungo i corridoi e su ogni porta un fiocco in tessuto.
Non poteva mancare nell’atrio il grande abete, proprio al centro dove poi si diramavano le scale, con sfere, pacchetti e graziose stelline. Ogni volta che si trovava a passare da quelle parti, non poteva che rimanere estasiata.

Presa dall’aria festosa che aleggiava in azienda, Felicity aveva pensato di infonderla anche nell’Arrow caverna o, come la chiamavano John e Oliver – erroneamente secondo lei –, nella fonderia.
Trasportare un abete finto là sotto non era stato un problema; il guaio era iniziato nel montaggio – non tanto per gli incastri ovviamente, anni di esperienza l’avrebbero aiutata, piuttosto per l’imponenza delle varie parti da sollevare.
Sapeva che avrebbe dovuto sceglierne uno di minori dimensioni, ma “Quando bisogna fare una cosa, si deve farla bene”, o almeno questo era quello che le aveva sempre ripetuto sua nonna.
Un paio di ematomi comunque se li era sicuramente procurati.

La parte divertente, rigorosamente a suon di musica, era iniziata dopo aver sistemato le luci piccole e bianche.
Aveva scelto anche lei il rosso e l’oro, non tanto perché a corto di idee, ma perché riteneva che quei due colori fossero quelli del Natale per antonomasia.
Su internet, da brava nerd, aveva scovato un artigiano a cui aveva commissionato delle decorazioni particolari; arco e frecce per Oliver, auto e armi (scintillanti) per John e mini pc per lei, quello doveva essere il loro albero in tutto e per tutto.

Oliver osservava Felicity da un paio di minuti ormai, si chiedeva come potesse saltellare dopo otto ore di lavoro e un’intensa nottata di pattugliamenti.
Non sapeva se trovarla ridicola o tenera con quel cerchietto in testa, di certo non era del tutto d’accordo col fatto che ci fosse un albero nel sotterraneo.
La guardava chinarsi a prendere altre decorazioni e non poteva fare a meno di distogliere lo sguardo imbarazzato dai suoi stessi pensieri, così decise di farsi vedere.

«Felicity.»
La bionda, colta di sorpresa, sobbalzò e lasciò cadere una pallina che rotolò esattamente ai piedi del CEO, che si chinò a raccoglierla.
«Oliver! Quando la smetterai di spuntare così dal nulla? Giuro che ti attaccherò un campanello al collo come fossi un gatto!» sbottò aggiustandosi gli occhiali sul naso.
L’uomo sorrise cercando di non figurarsi una così imbarazzante immagine di sé.
«Scusami. Non era mia intenzione spaventarti.»
«Tuttavia ci sei riuscito» gli rubò la sfera dalle mani con stizza e la piazzò sull’albero.
«Cosa ci fai ancora qui? È molto tardi e sai bene che il Glades non è sicuro» domandò osservando da vicino un piccolo arco.
«Volevo fare una sorpresa a te e John, visto che passiamo molto tempo qui sotto ho pensato di portarci un pizzico di Natale. Da quanto tempo sei lì, comunque?» chiese, continuando il suo lavoro.
«Da abbastanza tempo da vederti muovere a tempo di musica, quel movimento a “frosty air” lo trovo molto carino» cercò di imitarla e lei non poté fare a meno di sorridere. Era dannatamente sexy anche quando faceva l’idiota, era umanamente impossibile!
Certe volte non capiva quale fosse il vero Oliver: quello che imbracciava un arco ed era un eroe, il CEO ineccepibile o quello che dismessi entrambi i panni era il primo che scherzava con lei e John, che mangiava hamburger in maniche di camicia e che la faceva arrossire con estrema facilità.
Probabilmente lei preferiva un mix tra quest’ultimo e l’autorevolezza dei primi due.
«Molto divertente Mr. Queen, mi aiuti invece di fare lo spiritoso» gli piazzò in mano un paio di decorazioni. «Perché sei tornato qui? È successo qualcosa?»
«No, avevo solamente dimenticato un oggetto. Felicity, non era necessario ti sobbarcassi anche questo, ti stanchi troppo ultimamente e sono sicuro che non dormi bene.»
«Come? Cosa ne sai dei miei incubi? Sfrutti le tue doti nel parkour e mi spii? No, ok, domanda idiota. Sono sicura che hai di meglio da fare di notte, voglio dire, dormire non... Ok, la smetto... 3, 2,1!»
«Per quanto tu voglia nascondere le occhiaie col trucco...»
«Mi stai dicendo che sono una racchia?» lo interruppe puntandogli un dito contro.
Oliver la guardò male dopo aver alzato gli occhi al cielo.
«Quello che sto cercando di dire è che i sintomi sono più che evidenti: la tua postura, la camminata, i tre caffè all’italiana quotidiani più gli altri svariati che bevi, per non parlare del numero di volte che ti strofini gli occhi. Non sono cieco Fel, certe cose si notano.»
«Non sarai cieco ma stalker sì! Diamine Oliver nemmeno mia madre se ne accorgerebbe! Sì, dormo male e ho gli incubi per questo cerco di stancarmi il più possibile durante il giorno, così crollo a letto e poi non sogno.»
«Perché non mi hai detto niente? In qualità di tuo capo potevo darti un giorno di riposo, lo sai che tengo a te Lis» le disse prendendole la mano e stringendola. A sua volta ricevette una stretta e un sorriso.
«È bello sentirselo dire ogni tanto Oliver. Non preoccuparti, sto bene. È solo un periodo un po’ pieno.»
Si prese un minuto per osservare l’abete e valutare cosa mancasse e, soprattutto, dove.
«Mi fa uno strano effetto sentirmi chiamare Lis; mia nonna si chiamava come me, cioè io ho preso il nome di mia nonna, e tutti la chiamavano così mentre io ero semplicemente Fel o Licity. È come se fosse un onore per me quando mi chiamano Lis, è stata una grande donna.»
Passò ad Oliver un paio di addobbi indicandogli la parte un po’ più alta dell’albero, dove lei non arrivava.
«Non parli mai della tua famiglia, l’unica cosa che so è che sei ebrea.»
«Solamente per metà, mio padre ha scelto di seguire la religione di mia madre ma lui è cristiano. Non li nomino mai perché sono un po’ la mia “isola”» gli lanciò un’occhiata. «Se dovessi raccontarti qualcosa sarebbe solo su nonna Lis, è a lei che devo quello che sono.»
Oliver capì che era il caso di cambiare argomento e si diresse verso la dock station per cambiare canzone.
S’imbatté subito in “All I want for Christmas is you” e lo prese come un segno.
«Mi concede un ballo, Miss Smoak?» domandò facendole un inchino molto cavalleresco.
«Se me lo chiede così, Mr. Queen non posso di certo negarglielo» con una riverenza gli porse la mano. «Sai, è una strana coincidenza che tu abbia scelto proprio questa canzone. È una delle mie preferite.»
«Anche a Thea piace molto, al momento la trovo molto profetica.»
Felicity sollevò un sopracciglio dubbiosa.
«Ti ho mentito, prima: quando mi hai chiesto cosa facessi qui ti ho detto che ero venuto a prendere una cosa, in verità volevo schiarirmi le idee facendo un po’ di allenamento» la fece volteggiare come fosse una ballerina e le lesse in viso di dover proseguire. «Penso che tutte le mie parole non valgano nulla. Ho sbagliato Felicity, ho sbagliato fin dal primo momento a considerarti solo un’amica, una risorsa per il team e una donna eccezionale. Non fraintendermi, sei tutte e tre queste cose… è il “solo” che è errato.»
«Cosa vuoi dire, Oliver?»
«Sei entrata nella mia vita per bisogno, sei una delle due persone di cui ho deciso di fidarmi e tuttora penso che mai scelta fatta sia stata migliore di questa. Continuerò a mettere la mia vita nelle tue mani in caso di bisogno, Felicity, perché tu ci sei sempre. Vederti con Barry ha annullato tutti i paletti che avevo deciso di ergere tra me e te, non volevo e tuttora non voglio che tu sia in pericolo o soffra a causa mia. Ero e sono geloso di te, avrei voluto mettere duemila miglia tra di voi. Il modo in cui lo guardavi, gli sorridevi e quel ballo mi hanno fatto impazzire. Quando eri nelle mani del Conte è stato terribile, nella mia vita ho provato tante volte paura ma quella, credimi, è stata tra le peggiori. Non sono bravo con i sentimenti né con le parole, e probabilmente questa sarà una delle poche volte che mi sentirai parlare tanto, non sono logorroico come te, ma dovevo farlo. Meriti di meglio Felicity, meriti molto più di me...»
Le parole gli morirono ancor prima di nascere perché Felicity si era avventata sulla sua bocca per farlo tacere. Non le piaceva la piega che aveva preso quel discorso.
Fronte a fronte si guardarono negli occhi senza sapere cosa dire o fare.
C’era sempre stata chimica tra loro, tutti quelli che li circondavano, che facevano parte della cerchia ristretta che stava intorno a loro, lo sapevano. I loro battibecchi, anche se vedevano la vittoria di Mr. Arrow vista la sua proverbiale prepotenza, avevano la capacità di far guizzare l’aria di elettricità e di sessualità inespressa.
Non che Felicity non ci avesse pensato un paio di volte di farsi valere appiccicandolo al muro, solamente non voleva che il loro rapporto s’incrinasse, viste le sventolone con cui lui si era sempre accompagnato non pensava certo che una come lei, “normale” bellezza, potesse interessargli.
«Direi che d’ora in poi sono autorizzato a zittirti in questo modo», disse posandole una mano sulla guancia.
«Quando sarà necessario. Oliver c’eri quasi, smettila di pensare di essere il male di questo mondo! Tu sei l’eroe, sei dalla parte della giustizia, poco importa quali siano i tuoi metodi. Il pericolo c’è e sempre ci sarà, ne sono consapevole ma non m’importa. Sii felice Oliver, per una volta pensa alla tua vita e non a quella del tuo alter ego. Pensa a te stesso. Barry è solo ed esclusivamente un amico, lui stesso mi ha domandato se ci fosse qualcosa tra noi e nemmeno ci conosceva. E se ti domandi se mi piaci, la risposta è sì! Anche i muri se ne sono accorti! Quindi sei proprio tardo, Mr. Queen.»
Eccolo che risollevava gli occhi al cielo, questa volta però era felice di essere preso in giro da Felicity.
«Quindi, posso ritenerti il mio più uno alla cena della vigilia di casa Queen?»
«Direi di sì, ammesso che per più uno tu non intenda accompagnatrice occasionale barra sciaquetta di turno barra...»
Quella volta fu Felicity a essere interrotta dal bacio di Oliver.
«Felicity Megan Smoak, vorresti accompagnarmi alla cena di Natale in qualità di mia fidanzata?»
«Sì, Oliver Jonas Queen, ti accompagnerò a questa cena di Natale e a tutte quelle che verranno. Ora però ti prego, prima baciami come si deve e poi portami a fare colazione, sto morendo di fame!»

Stringendola a sé, Oliver la baciò e le trasmise tutto l’amore che provava per lei e le sue folli idee. Assaporarono lentamente le labbra uno dell’altra, in tutta la loro pienezza, mordendosi e cercandosi nella speranza che nessuno li dividesse mai.
Se ne andarono così, abbracciati e felici della loro nuova avventura di coppia e certi che ne avrebbero viste delle belle.


Note dell'autrice (che autrice non è):

È più di un anno che non entro in Efp in veste di autrice, per un certo periodo ho anche smesso di esserlo e sono passata nella categoria lettrice nascondendo alla vista le mie storie.
Ho intenzione di rifarlo? No, tuttavia non è stata nemmeno una mia decisione quella di sparire così. Chiamatelo blocco dello scrittore, chiamatelo poca fantasia, chiamatelo come vi pare ma c'era e spero se ne sia andato.

Se sono qui con questa shot è colpa di quei due testoni protagonisti che ci stanno facendo sudare sette camicie e ancora non si decidono a darci dentro come conigli (disonore agli autori e alle loro mucche!) e anche di Katy che con il suo supporto mi ha spronata a continuare ed è stata un'ottima consigliera.

Non chiedetemi perché shippo Olicity perché potrei mettermi a disquisirne per ore!
Oliver e Felicity sono uno l'opposto dell'altra e se non si completano loro non so chi possa farlo! Hanno la capacità di incollarmi allo schermo e di farmi restare lì per ore a mandare indietro ogni loro singola scena più volte.
Adoro loro singolarmente e insieme ancora di più.
Ho letto tantissime fanfiction anche straniere su di loro e tutte le volte mi domandavo dove andremo veramente a finire col telefilm. Ovviamente una tifa per la sua OTP in maniera consona alla cosa e senza infierire su chi la pensa diversamente!

Passando alla OS ci sono due canzoni citate apertamente che amo ascoltare nel periodo natalizio e il cerchietto con le corna da renna lo posseggo quindi dicamo che l'ho prestato a Felicity ed è citato con cognizione di causa diciamo.
Non sappiamo nulla della vita privata di Fel quindi mi sono presa la libertà di inventare di sana pianta genitori e nonna, mi servivano al momento e per tanto la nota AU era d'obbligo; per quanto riguarda l'OOC invece è soprattuto per Oliver, mai e poi mai suppongo lo vedremo così..., bah, non so nemmeno come definirlo, nella serie.


Un grazie a Valentina che ha creato per me il banner che vedete all'inizio e a Federica che ha corretto, in seconda battuta, la OS rendendola ancora più bella.

ps. passate a leggere l'OS natalizia di Katy (alias su efp Capriccio Biondo) a questo indirizzo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2367568&i=1 ; Federica (alias FVonSexron) potete trovarla qui: http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=497879

Buon anno nuovo a tutte!

   
 
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