:Assurdo ma reale:




Camminava placidamente verso i suoi alloggi senza la minima fretta di arrivarci, i piedi nudi battevano cadenzati sulle piastrelle, rese tiepide dal sole di quel giorno.
La lunga chioma pece ondeggiava sfiorando la strada lastricata mentre gli occhi di un intenso rosso osservavano annoiati i dintorni: cercava qualcosa per intrattenersi. Voleva stare a zonzo ancora un po’ e ritardare il rientro nei suoi alloggi, anche se sapeva bene che lei si sarebbe arrabbiata. Le piaceva stuzzicarla perché era facilmente irritabile, però, alla fine scoppiava sempre a ridere come una stupida perché sapeva che lui la provocava di proposito.
Pur non facendolo spesso, Judal sospirò quasi rassegnato mentre passava sotto un albero dalla folta chioma; con un balzo aggraziato si adagiò sul ramo più basso e robusto poggiando la schiena al ruvido tronco. Incrociò le braccia dietro la testa dondolando una gamba nel vuoto.
Quella mattina lei aveva chiesto a Judal di portarle della carta da lettere sicché stava uscendo, il moro aveva acconsentito promettendo di tornare in poco tempo, invece, era stato a infastidire chi gli capitava a tiro per tutto il pomeriggio e aveva pure scordato la carta -non che gli importasse-.
Scrollò le spalle, il Magi, mentre scrutava il cielo punteggiato di bianche nuvolette qua e là; nel giro di pochi minuti si addormentò scaldato dal sole e cullato dal tenue venticello.
Sognò il loro primo incontro…



Lui aveva seguito alcuni adepti di Al Sarmen in una missione: dovevano distruggere un’isola per qualche motivo che a Judal non interessava minimamente. A lui importava vedere quel luogo raso al suolo e bearsi della sofferenza degli abitanti.
Si librava in aria senza peso godendosi fiamme, urla e sangue del popolo che uno a uno cadeva sotto la schiacciante potenza di Al Sarmen mentre Judal sorrideva di gusto a quello spettacolo.
All’improvviso qualcosa in lui si era acceso, come ad avvertirlo che un conquistatore di Dungeon si trovava nelle vicinanze e possedeva ben tre Djinn; così aveva seguito quell’indicazione fino al palazzo della famiglia reale, ormai diventato un cumulo di macerie.
Il Magi aveva aggirato un muro mezzo crollato trovando una ragazza in stato di semi coscienza e a corto di un’ingente quantità di Magoi; se ne stava distesa sulle mattonelle annerite dall’incendio con i capelli sparsi intorno a lei, gli occhi socchiusi che squadravano Judal e il petto si abbassava con lentezza esasperante.
Il ragazzo dagli occhi cremisi la osservava rapito mentre tentava di rialzarsi, cadendo a terra ogni volta; fissava il Magi con astio, mentre lui sorrideva divertito.
Alla fine, la ragazza aveva ceduto accasciandosi a terra e calando le palpebre sugli occhi.
Judal se la portò a casa come piccolo ricordo di quella distruzione, convinto che sarebbe stata un passatempo nei momenti di noia.
Mai avrebbe pensato che…



La memoria s’interruppe e Judal si ridestò con un sonoro sbadiglio.
Stava facendo buio così scese dall’albero lasciandosi cadere e atterrando leggero, riprese il suo cammino rimuginando su com’era potuto succedere: lui innamorato di quella ragazza.
Scrollò il capo facendo ondeggiare la coda scura, accogliendo con uno sbuffo l’arrivo davanti alle familiari pareti rossicce dei suoi alloggi.
Lei non poteva lasciare quel luogo perché era una straniera e vari altri motivi che a Judal interessavano poco o niente, tanto lui faceva quello che voleva.
Spalancò le porte, soddisfatto di aver fatto tardi.
«Sei in ritardo come tuo solito, Judal.» sibilò una voce femminile e irritata, «Immagino non mi avrai portato nemmeno la carta, vero?» un sospirò accompagnò la figura avvolta in bizzarri abiti che si avvicinò al Magi.
«Esatto, me ne sono dimenticato.» disse con una punta di compiacimento «Scusa.» tentò di fingere dispiacere, ma non poté impedire al sorriso d’increspargli le labbra. La ragazza sospirò liquidandolo con un gesto della mano «Quando hai intenzione di star fuori tanto tempo, dimmelo. Almeno non mi preoccupo inutilmente.» abbozzò un sorriso impacciato.
Judal rimase interdetto, si aspettava una risata e non quella schietta onestà così rara da parte sua. Le scompigliò i capelli perché sapeva che la infastidiva, e il moro doveva nascondere l’imbarazzo, assolutamente.
Quando lei afferrò la mano del Magi scostandosela dalla chioma con un gesto secco e, alzando il viso, gli rivolse un sorriso colmo di calore, Judal si ricordò del perché la amava tanto.
Era talmente reale da sembrare un assurdo sogno, eppure era lì davanti a lui, ed era vera.

















{Angolo di una Festa}
Felice ultimo giorno dell'anno a tutti! ❤
E dopo questo esordio passo a dirvi due cosette sulla One-shot; l'ho scritta a fine agosto, ma non avevo mai voglia di pubblicarla sino a ieri, siccome finisce l'anno mi sono detta "Perché no?" ed eccomi qui. c:
Spero tanto vi sia piaciuta, in origine doveva essere la base per una long -anche per questa l'OC non ha nome-, ma alla fine niente da fare… Cioè, una long in elaborazione l'avrei anche però ho stravolto ogni cosa. Per vostra fortuna non vedrà comunque la luce tanto presto, temo.
Mi farebbe piacere se anche chi ha già letto la One-shot in "anteprima" lasciasse una piccola recensione, oltre magari leggerne di altri frequentatori del fandom perché ci tengo a sapere che ne pensano i lettori.
In caso di errori fatemeli notare senza problemi, anche nell'introduzione -che fa schifo- perché mi sa che ho cannato qualcosa di avvertimenti/generi e compagnia bella, ma non sono brava a sistemarmi con le intro. Scusatemi anche se il titolo fa orrore ma ero senza idee… ^^"
Ancora auguri a tutti e passate una bellissima nottata! ❤
Alla prossima❤

Kuro