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Autore: Super Mimi_    01/01/2014    2 recensioni
Dedicata a Bk_Chan
[Itachi, One shot ]
"La felicità era una mera illusione di cui ogni persona, per quanto sporca potesse essere, si nutriva. Eppure anche lui si era ritrovato più volte a credere, a sperare in quella confusa utopia, perché spesso le scelte da prendere erano troppo amare per essere anche solo pensate."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Mask

La neve scendeva lenta dal cielo, ricoprendo i tetti delle case e le strade del suo immacolato candore. Era in grado di rendere un paesaggio, per quanto malinconico e ostile fosse, magico agli occhi di chi lo stesse guardando. Si era sempre chiesto come fosse possibile, ma mai aveva trovato una risposta soddisfacente a quel bizzarro quesito.
Nonostante la calda e serena atmosfera natalizia, i regali tanto attesi e la gioia che aleggiava nell'aria, avvolgendo ognuno in un caldo abbraccio, Itachi non si sentiva affatto felice. Avrebbe addirittura affermato di essere tremendamente triste.
Si sentiva come un violino stonato, addirittura scordato, all'interno di una melodiosa orchestra.
Sospirò, quando le risa del piccolo Sasuke riecheggiarono per la stanza, e ridacchiò: aveva sempre amato ascoltare le sue risa, soprattutto se era lui a provocare quella squillante ilarità.
Lentamente riportò lo sguardo alla finestra, pulendo, con la manica del kimono, il vetro appannato. Avrebbe speso ore – e qualche pomeriggio accadeva – a starsene con il fratello minore sotto la neve, magari ingaggiando anche battaglie a palle di neve o erigendo vere e proprie fortezze di ghiaccio, e osservare i fiocchi di neve posarsi, vorticando e danzando, al suolo. Gli trasmetteva un senso di serenità e di pace, non importava quale fosse il suo stato d'animo.
Una folata di vento scosse i rami dell'albero di ciliegio che, senza foglie né fiori, adornava il loro giardino.
La vita e la morte. Era difficile, impossibile secondo lui, decidere chi avesse il diritto di vivere e chi, invece, di morire. In fondo ognuno camminava in equilibrio tra quei due abissi oscuri e ignoti. Forse l'inizio non era migliore della fine, di questo si era convinto. Migliaia di ostacoli, dolori e scelte segnavano la vita delle persone, mentre morire era come chiudere gli occhi. Eterna, silenziosa, facile. Troppo facile, per lui.
Aveva visto molte persone morire, alcune erano anche cadute per mano sua, ma ancora non si era capacitato di come potesse la vita terminare tanto velocemente. Un minuto; delle volte bastava un singolo attimo per decidere del futuro di un individuo. Era ingiusto, maledettamente ingiusto; ma, in fondo, il mondo intero era avvelenato di crudeltà e soprusi.
La felicità era una mera illusione di cui ogni persona, per quanto sporca potesse essere, si nutriva. Eppure anche lui si era ritrovato più volte a credere, a sperare in quella confusa utopia, perché spesso le scelte da prendere erano troppo amare per essere anche solo pensate.
Macchiarsi le mani di sangue umano. Questo lo tormentava, ma, per sua sfortuna, era stato semplicemente obbligato a prendere una decisione. Sebbene non la condividesse, non del tutto almeno, aveva afferrato il coraggio a due mani e aveva accettato.
Un guerriero impavido e giusto, così lo considerava Sasuke, quanto lo contraddiceva, però, la realtà. Alla fine erano i fatti a contare, Itachi lo sapeva fin troppo bene.
Pentirsi non sarebbe servito a nulla, alcuna lacrima o esitazione avrebbero cancellato ciò che quella notte sarebbe accaduto.
Un sorriso triste, malinconico increspò le sue labbra.
La gente mentiva, le persone mentivano. Era un vizio irresistibilmente allettante. Tutti indossavano una maschera, spessa o meno non faceva poi molta differenza. A volte una folata di vento bastava per incrinarla e spezzarla, altre solo la morte poteva scoprire il vero volto di un individuo.
«Forza, Itachi, vieni ad aprire il tuo regalo!», lo esortò il fratellino, tirandolo per una manica.
Il maggiore gli sorrise, scompigliandogli i capelli scuri: «Sono proprio curioso di vederlo, Sasuke.»
Si alzò, seguendo il moro che lo tirava verso l'albero di Natale sotto le cui fronde erano posizionati vari regali, incartati e colorati.
Anche se aveva preso quella dura scelta, al suo fratellino non sarebbe accaduto nulla. Era una promessa.
Guardò un ultima volta il paesaggio all'esterno della finestra, domandandosi se la neve potesse anche coprire il colore del sangue e una lacrima gli sfuggì dalle ciglia. Nonostante odiasse piangere - si era sempre sforzato a non versare lacrime – , quel solitario rivolo di acqua gli percorse una guancia. Sentì la pelle incrinarsi e spaccarsi sotto il suo tocco salato e leggero.
In fondo tutti indossavano una maschera.









Note d'Autrice

Dedicata a Bk_Chan <33
Premetto dicendo che è la mia seconda storia in questo fandom perciò non mi destreggio al massimo con i suoi personaggi ^^'' Inizilamente volevo scrivere su Itachi e Sasuke a Natale, ma poi ho pensato di fare un'introspezione del maggiore collegandola alla notte in cui avrebbe sterminato il suo clan. Quest'ultima parte me l'ha resa piuttosto malinconica - che bell'attività da fare in famiglia la notte di Natale! xD - , quindi spero che vi piaccia il genere :3 .
Spero che il personaggio non sia OOC e di non averlo rovinato con questa shot, altrimenti avvisatemi. 
Ringrazio chi ha letto *^* e chi ha recensito la mia precedente SasuSaku ^^ . 
Ditemi che ne pensate e non abbiate problemi a farmi notare errori o altro.
Buon anno :D

Mimi

  
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