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Autore: giambo    01/01/2014    4 recensioni
C18 si avvicinò al marito con un’espressione indecifrabile sul volto. Dopo avergli preso il suo regalo dalle mani ed averlo appoggiato su un comodino, lo spinse sul letto e si mise a cavalcioni sopra di lui, accarezzandogli l’arruffata chioma nera come il carbone.
“Quello era il primo regalo.” Gli sussurrò con voce calda all’orecchio mentre gli toglieva la giacca. “Prima di ringraziarmi devi vedere il secondo.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon anno a tutti!
Sì, lo so. Sono mesi che non mi facevo vivo. Ma oltre ad avere avuto una marea di cose da fare, ammetto che è stato un periodo in cui non avevo molta voglia di scrivere. Mi mancava l’ispirazione. Tuttavia, negli ultimi giorni, mi è venuta in mente quest’idea (assai banale ve lo concedo) e ho deciso di buttarla giù per vedere cosa veniva fuori.
Sarò sincero: non mi convince appieno. Ho il fortissimo dubbio di aver reso OOC C18 in una maniera sconvolgente. Troppo dolce per essere lei, seppur ambientata dopo qualche anno la saga di Majin Bu. La stessa storia in sé non mi convince essendo un po’ troppo romantica per i miei gusti, ma mi è venuta così e, alla fine, ho deciso di pubblicarla lo stesso. Aspettando il giudizio di voi lettori. Come al solito ricordo che accetto recensioni di qualsiasi giudizio, anche negative.
Ed adesso non mi resta che augurarvi buona lettura ed ancora tanti auguri di buon anno!
Giambo

 
Anniversario
 
Crilin salì lentamente le scale, stando attento a dove metteva i piedi, fischiettando in tono sommesso un motivetto allegro. Il moro era portato per natura ad essere allegro e a vedere i lati positivi della giornata, ma quel giorno per lui era sempre una fonte di gioia. E spesso passava settimane intere a prepararlo ed a organizzarlo nei minimi dettagli.
Una volta arrivato al piano di sopra della Kame House, il terrestre cercò di camminare facendo meno rumore possibile. Non voleva rovinare la sorpresa arrivando in camera facendo il rumore di un tornado. Senza smettere di sorridere, il guerriero entrò nella stanza dove dormiva sua moglie, constatando soddisfatto che la bella cyborg era ancora immersa in un sonno profondo.
Il sorriso sul suo volto si fece più marcato. Tutto stava andando come aveva sperato che andasse.
Anche se non sapeva ancora se C18 lo avrebbe picchiato a sangue oppure no per averla svegliata contro la sua volontà.
 

C18 era immersa in quel magnifico limbo che divide il mondo onirico da quello reale.  Con gli occhi chiusi, la bionda poteva sentire il tepore della notte trattenuto dalla calda trapunta che la ricopriva, mentre le sue dita accarezzavano la morbida federa del cuscino.
Sospirò soddisfatta, portandosi le gambe al petto e godendosi quella sensazione di pace e di morbidezza. Era al caldo, era comoda ed attorno a lei non c’era nessun rumore fastidioso o molesto.
A volte per essere felici bastava veramente poco.
Improvvisamente però, l’androide sentì la porta della stanza aprirsi, udendo i passi di qualcuno entrare nella stanza ed avvicinarsi al letto. Con un sospiro di irritazione, C18 si girò, aprendo di malavoglia un occhio. Una volta constatato che la sagoma dell’intruso che aveva violato la sua pace corrispondeva a quella di suo marito, la cyborg richiuse l’occhio e si rigirò dall’altra parte. Sperando che il terrestre capisse l’antifonia e la lasciasse dormicchiare ancora un po’.
Inutile dire che le sue speranze furono vane.
Crilin le si avvicinò dolcemente, dandole un tenero bacio tra i capelli dorati ed appoggiando il vassoio sul comodino della moglie. In una situazione normale non avrebbe osato disturbarla dopo che gli aveva fatto capire chiaramente che voleva rimanere a letto, ma quella non era una situazione normale.
“Tesoro…” le sussurrò dolcemente all’orecchio. “Alzati dai, non fare la pigrona! Lo sai che giorno è oggi?”
“Sì.” Rispose mugugnando C18 mentre si accoccolava meglio sotto la trapunta. “Il giorno in cui ti uccido se non mi lasci dormire un altro po’.”
“Risposta errata!” ridacchiò il guerriero. “Oggi è il nostro anniversario Amore! Tanti auguri!”
“Lo sarà anche tra un’oretta, quindi esci e lasciami dormire!” rispose con tono minaccioso l’androide. Ma anche stavolta non ci fu verso di convincere il marito a lasciarla stare. Come ogni santissimo dodici dicembre del resto. Alla fine, dopo altri cinque minuti di dolci preghiere, il desiderio di Crilin fu esaudito e C18 si mise a sedere soffocando con una mano uno sbadiglio.
“Ti detesto quando fai così, nanerottolo.” Borbottò piccata la cyborg.
Crilin ridacchiò, mentre metteva il vassoio con la colazione pronta sulle ginocchia della consorte.
“Anch'io ti voglio bene Amore.”  Rispose dandole un casto bacio sulle labbra, bacio che l’androide ricambiò senza molto trasporto. Era ancora troppo assonnata per mettere del tutto a fuoco ciò che le accadeva intorno.  Dopo essersi stiracchiata come una gatta però, l’occhio della cyborg cadde sull’abbondante colazione preparatagli dal marito. Lasciandola alquanto perplessa.
“E sarebbe questo il tuo regalo di quest’anno? Farmi ingrassare di cinque chili?” domandò scettica la bionda.
“No, ho pensato a qualcosa di meglio.” Rispose con fare misterioso il moro. Davanti a quell’espressione C18 sospirò, domandandosi perché le era capitato un marito così. Salvo poi ricordarsi che se l’era scelto lei e che quindi doveva prendersela soltanto con sé stessa.
“Spero solo che non si tratti ancora di fiori.” Borbottò l’androide mentre cominciava a sorseggiare il suo caffè. “L’ultima volta che mi hai riempito la stanza con quelle dannate erbacce, ci ha messo giorni interi ad andarsene quell’infernale puzza.”
“Fidati, ti piacerà.” Replicò con un enorme sorriso stampato sul volto il terrestre. “A proposito, perché stasera non ti metti quel vestito rosso che ti ho regalato per lo scorso San Valentino? Sono sicuro che ti stara d’incanto.”
Davanti a quell’affermazione la bionda lo osservò ancora più perplessa di prima.
“Intendi quell’abito che ci è costato quanto la casa? Perché diavolo dovrei metterlo? Mica dobbiamo uscire stasera.”
“Ed è qui che ti sbagli mia cara.” Rispose il guerriero tutto soddisfatto. “Stasera ho una sorpresa per te, una serata che non ti scorderai mai Amore mio.”
“Commovente.” replicò sarcastica la cyborg. “Ma ti ricordo che siamo genitori di una piccola peste che non sta mai ferma un attimo e che mi fa venire una crisi di nervoso ogni due ore. Pertanto, credo proprio che passeremo il nostro anniversario a casa, caro.
“Marron starà con il Maestro.” Disse il terrestre, imperturbabile nella sua felicità “Gli ho già parlato e mi ha detto che non ci sono problemi. Terrai lui a bada la piccola stasera.”
“E tu pensi che lascerò mia figlia nelle mani di quel vecchio imbecille?” domandò l’androide mentre inzuppava una piccola brioche vuota dentro la tazza.
Il sorriso di Crilin si fece, se possibile, ancora più ampio.
“Scommettiamo che riuscirò a convincerti?” propose con fare provocante. Davanti a quella sfida, C18 non poté fare a meno di deformare le proprie labbra in un ghigno. Subito dopo, la bionda afferrò il marito per la maglietta portandoselo a pochi millimetri dal volto.
“Scommessa accettata tappo!” rispose mentre cominciava a baciargli il labbro inferiore. Un tocco leggero a cui il moro rispose subito accarezzandole dolcemente il collo, baciandola con leggerezza.
“Convincimi se ci riesci…” gli sussurrò all’orecchio lei con fare provocante.
Subito dopo la cyborg lo trascinò a letto, dove la successiva ora fu dedicata a coccolarsi e ad giocare tra le lenzuola, felici di essere insieme in quel particolare giorno.
 

C18 si sistemò meglio la spallina del vestito, leggermente a disagio dentro quello splendido vestito da sera color rosso fuoco. Davanti a lei, Crilin, vestito con un elegante imitazione di un completo di marca da uomo, le sorrise, comprendendo i motivi del turbamento di sua moglie.
“Non ti preoccupare.” Le sussurrò stringendole la mano. “Sei un incanto.”
La bionda lo guardò con fare irritato.
“Di tutti i tavoli possibili dovevi proprio prendere quello in mezzo alla stanza?! Mi sembra di stare in vetrina!” sibilò furiosa la cyborg.
“Ti fai troppi problemi Tesoro.” Rispose sempre sorridente il guerriero. “Rilassati e goditi questa serata tutta per noi!”
“Come se fosse facile con tutti che mi osservano…” borbottò di malumore l’androide. In effetti la sua presenza non era passata inosservata tra gli altri clienti del ristorante. Tanto per fare qualcosa e per togliersi quella fastidiosa sensazione di disagio, si mise a bere il terzo bicchiere di vino di quell’inizio di serata.
Qualche minuto dopo ordinarono. C18 rimase leggermente perplessa nel vedere Crilin ordinare tutte le pietanze più costose del menù, compresa una bottiglia di vino che costava praticamente come il vestito che indossava lei quella sera.
“Mi spieghi come diavolo fai a poterti permettere tutto questo? Non mi pare che sguazziamo nell’oro.” Osservò lei una volta allontanatosi il cameriere.
“Rilassati amore.” Fece Crilin ridacchiando. “Sto portando mia moglie fuori per il nostro anniversario, chi se ne importa dei soldi. Tu sei molto più importante di tutti i soldi di questo mondo.”
“Ciò non toglie che non possiamo permettercelo.” Replicò per niente rassicurata l’androide. “Cosa diavolo hai fatto per portarmi a cena qui? Hai ipotecato la casa?”
“Niente di tutto questo.” Rispose il moro continuando a sorridere allegramente. “Diciamo che il proprietario del ristorante ed io abbiamo…delle amicizie in comune. Mi permetterà di avere un prezzo di favore, qualsiasi cosa ordiniamo Tesoro.”
C18 comprese subito di quali amicizie in comune potevano esserci in ballo. Era certa infatti, che centrasse una certa scienziata miliardaria di loro conoscenza. Ancora una volta si sorprese di come quella donna avesse così tanti legami con le persone che contano, e di come suo marito ne avesse approfittato.
“E toglimi una curiosità.” continuò lei mentre sorseggiava il suo vino. “Lei lo sa che stai sfruttando la sua reputazione, oppure stai facendo una sorpresina anche a lei?”
Crilin si avvicinò alla moglie.
“E se ti dicessi che è stata lei a suggerirmi tutto questo?”
“Allora direi che sei a corto di idee per i nostri anniversari, nanerottolo.” Rispose la cyborg sorseggiando il proprio bicchiere. Cosa che non impedì però al guerriero di vedere che stava sorridendo sorniona.
Arrivarono le portate. Mentre mangiavano la conversazione si sciolse, facendosi più libera e rilassata. Grazie all’alcool C18 divenne più loquace e disinvolta, ridendo alle battute del marito e lasciandosi andare come non faceva da tanto tempo.
“Tesoro, devi assaggiare questo. È favoloso.” Disse Crilin imboccando la moglie.
“Mi farai ingrassare a furia di mangiare tutta questa roba, tappo.” Replicò scherzosamente l’androide mentre accettava le attenzioni gastronomiche del marito con un sorriso.
“Scommetto che saresti splendida lo stesso.” Dichiarò il terrestre. “E comunque sempre meglio di ora che sei pelle e ossa.” Aggiunse con fare scherzoso.
“Io sarei pelle e ossa?!” replicò fintamente offesa la bionda “Questa me la paghi nanerottolo, nessuno può criticare la mia linea!”
“Lo sospettavo.” Concluse ridendo il moro. “Sapevo che eri permalosa ma non pensavo così tanto.”
Come replica C18 non trovò di meglio che tirargli un bicchiere di acqua in faccia, scoppiando successivamente a ridere nel vedere il volto bagnato e perplesso del marito. Quando Crilin andò in bagno per asciugarsi la cyborg continuò a ridacchiare sommessamente, bevendo l’ennesimo bicchiere di vino della serata.
Una volta tornatosi a sedere il moro, la discussione si spense quasi di botto. I coniugi rimasero in silenzio per circa qualche minuto, tempo in cui la bionda notò come suo marito avesse assunto un’aria pensierosa, quasi triste.
“Ohi piccoletto, che cos’hai?” gli domandò ad un tratto.
Crilin sorrise, ma per la prima volta in quella serata il suo fu un sorriso stanco e triste. Come se l’allegria che l’aveva animato per tutta quella giornata si fosse spenta di botto. Lasciando dietro di sé soltanto un grande vuoto.
“Nulla, sono soltanto…un po’ stanco.”
“Se speri di darmela a bere ti sbagli di grosso. Cosa ti prende? Eri tutto così allegro fino a due minuti fa.”
“E’ soltanto…” questa volta fu il turno di Crilin di trovarsi in una situazione di disagio. “Mi sembra così stupido da dire…cioè…è così illogico!”
“Crilin, ti vuoi decidere a parlare? Non ho voglia di sentirti balbettare cose senza senso. Dopo tutti questi anni che ci conosciamo, dubito fortemente che riuscirai a dire qualcosa che mi possa sorprendere.”
Il moro fece due profondi respiri prima di parlare.
“E’ che certe volte…mi sembra di vivere la vita di un altro.”
C18 lo guardò confusa.
“Che cosa intendi dire?” gli domandò.
“Il punto è che io…lo sai, non sono mai stato particolarmente bravo nel riuscire a realizzare i miei sogni.” Spiegò a bassa voce il guerriero. “E quindi, ora che il mio sogno di avere una famiglia con te si è realizzato, ogni tanto non mi sembra più la mia vita, ma quella di un altro.”
La cyborg non disse nulla, limitandosi ad osservarlo impassibile.
“Quello che voglio dire è…che io non sono quello che ha successo nella vita. Non sono il tipo di persona che…riesce nel fare le cose! E quindi, ogni tanto…mi sento sperduto in questa mia vita ormai perfetta. Mi sento senza appoggi…senza sicurezze.”
C18 continuò a rimanere in silenzio. Davanti all’espressione impassibile di lei, il terrestre continuò a sentirsi a disagio.
“Ascolta, dimentica tutto questo! Non dovevo dirtelo, specialmente stasera che è il nostro anniversario! Scusami, mi dispiace veramen…”
“Di cosa sei sicuro ora?” gli domandò all’improvviso a bassa voce sua moglie.
“Come?”
“Ti ho chiesto di cosa sei sicuro ora, in questo istante. Qual è la tua certezza in questo momento?”
Crilin la fissò a lungo negli occhi prima di rispondere, concedendosi il privilegio di perdersi in quei suoi splendidi zaffiri.
“In questo istante…io sono sicuro che sono nel posto dove desidero essere: affianco a te.”
La bionda sorrise leggermente. Poi, con delicatezza, gli prese il volto tra le mani e lo baciò dolcemente.
“Allora goditi questo momento e piantala di dire stronzate.” Gli soffiò a pochi centimetri dalle labbra.
 

“E’ tutta colpa tua!” dichiarò C18 con tono divertito. “Mi hai fatto bere una marea di vino ed ora non riesco neanche a stare in piedi con questi dannati trespoli!”
“Tesoro, con questo vestito i tacchi erano d’obbligo.” Rispose il marito mentre faceva da sostegno alla moglie sul marciapiede. “E comunque stai tranquilla, non dovrai fare molta strada.”
La bionda alzò un sopracciglio in segno di perplessità.
“Perché, non torniamo a casa?”
“Fidati di me.” Rispose con fare misterioso Crilin. “Ti porto in un posto che ti piacerà.”
 

“Ehi tappo, per quanto tempo ancora devo tenere gli occhi chiusi? Non è facile stare in piedi con addosso queste dannatissime scarpe.”
“Ancora un po’ di pazienza Amore.” Rispose il terrestre mentre guidava l’androide. Dopo circa un'altra ventina di passi incerti, il guerriero diede il permesso alla moglie di vedere.
“Ora puoi guardare Tesoro.”
Appena tolse le mani dagli occhi, C18 rimase sbalordita. In quei dieci minuti di cammino si sarebbe aspettata molte cose, ma di certo non quella.
Si trovavano in un’enorme suitte d’hotel. Un grande letto a due piazze troneggiava in mezzo alla stanza, mentre mobili raffinati, tappeti esotici e soprammobili costosi addolcivano le mura pitturate con un caldo giallo crema. Ma la cosa più spettacolare erano le finestre: tre enormi aperture ad arco che davano una meravigliosa visuale notturna della città. Dando loro l’idea di essere sul tetto del mondo.
“Crilin…come diavolo…” la cyborg non aveva parole per descrivere quel  posto. Era elegante, raffinato, bello. In una parola: perfetto.
“Ti piace?” gli domandò speranzoso il marito.
L’androide non rispose subito. Con passo lento, si incamminò per la stanza. Osservando con fare stupito quel meraviglioso ambiente. Quando arrivò davanti alle finestre, le sfiorò con le dita, incantandosi davanti allo spettacolo che le si presentava davanti agli occhi. Le sue iridi chiare riflettevano le luci della metropoli, danzando come lucciole birichine attorno alla sua pupilla ancora spalancata per la sorpresa.
“E’ bellissimo…” sussurrò estasiata. Era da molto tempo che una visuale così semplice, ma allo stesso tempo così bella, non la sorprendeva. Le sembrava di essere tornata indietro nel tempo, prima della sua storia con Crilin. Quando di notte volteggiava leggiadra sopra le città del mondo, sentendosi padrona del cielo e del proprio destino.
Si girò ad osservare il marito che era rimasto qualche passo dietro di lei, ad osservarla sorridendo imbarazzato.
“Questa è stata una mia idea.” Spiegò nel osservare l’espressione sconvolta della bionda. “Anche il proprietario di questo  hotel è amico di una nostra vecchia conoscenza. È stato facile convincerlo a lasciarmi questa stanza per stanotte ad un prezzo abbordabile.”
C18 non rispose. Lentamente, si avvicinò al marito, prendendogli il volto tra le mani.
“Mi hai sorpresa, nanerottolo…” sussurrò dolcemente.
“Ne sono felice.” Rispose Crilin mentre le scostava delicatamente una ciocca di capelli dorati dalla fronte. “Buon anniversario Amore.”
C18 sorrise dolcemente. Poi, lentamente, lo baciò. Assaporando sulla lingua il sapore di lui.
“Anch’io ho una sorpresa per te.” Gli sussurrò lei una volta staccatisi.
Crilin spalancò gli occhi sorpreso. Di rado C18 gli faceva regali, dato che pensava che il proprio affetto per lui lo potesse dimostrare in molti altri modi diversi. Nei loro anniversari di solito era sempre lui che faceva regali a lei, mentre lei era più rado che li facesse. Il moro non se l’era mai presa: sapeva che l’androide non lo faceva per cattiveria, ma semplicemente perché tali avvenimenti non avevano presa nella sua mente.
Con un sorriso sornione, la bionda si alzò e andò a prendere la borsa che aveva appoggiato precedentemente sul letto.
“Ora capisco perché te ne eri comprata una qualche tempo fa.” Osservò scherzosamente il terrestre mentre la osservava frugare dentro.
“A volte anche questi inutili aggeggi da femminucce possono rivelarsi utili.” Rispose C18 tirando fuori un pacchetto regalo di forma rettangolare.
“Aprilo dai.” Disse al marito lanciandoglielo.
Dopo averlo afferrato al volo, Crilin lo aprì lentamente. Sua moglie aveva avuto anche buon gusto nella scelta della carta regalo, gli faceva quasi peccato romperla.
“Non ti morde mica.” Osservò con un sorrisetto sardonico la cyborg nel vederlo scartare il regalo con tutte le cure possibili.
Una volta aperta la confezione regalo, il terrestre rimase a bocca aperta. Tra le sue mani cadde un album di fotografie con in mezzo alla copertina marrone una foto di C18 che sorrideva all’obbiettivo con in braccio la piccola Marron.
“Ti dico subito una cosa: l’idea è stata della piccola. Diceva che siccome a te piace tanto fare foto, ti sarebbe piaciuto avere un album con tutte le foto di noi.”
Crilin non rispose subito a sua moglie. Con mano tremante il guerriero aprì l’album e cominciò a sfogliarlo a caso. Vide foto di lui, sua moglie, la piccola Marron e, in certi casi, anche del maestro Muten. Una lacrima scese con lentezza dalla sua guancia sinistra.
“18…grazie.” Rispose con voce rotta. “I-io…non so cosa accidenti dire!” subito dopo il moro scoppiò in una risata che stonò con le lacrime che gli scorrevano dagli occhi.
C18 si avvicinò al marito con un’espressione indecifrabile sul volto. Dopo avergli preso il suo regalo dalle mani ed averlo appoggiato su  un comodino, lo spinse sul letto e si mise a cavalcioni sopra di lui, accarezzandogli l’arruffata chioma nera come il carbone.
“Quello era il primo regalo.” Gli sussurrò con voce calda all’orecchio mentre gli toglieva la giacca. “Prima di ringraziarmi devi vedere il secondo.”
Crilin sorrise, lasciandosi spogliare dalla moglie.
“Buon anniversario, Amore mio.”
“Buon anniversario, nanerottolo.”
 
Fine
  
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