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Autore: horus    23/05/2008    4 recensioni
Una mia personale visione dello scontro finale contro Naraku. Inu Yasha e i suoi amici dovranno pagare un prezzo molto alto per la sconfitta del nemico. Un nuovo piccolo esperimento, composto da due capitoli.
Genere: Triste, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Naraku, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SCELTA DECISIVA

Legenda:

" " = pensato

- - = parlato

**

Respiri affannosi, solo quelli si udivano da qualche secondo.

Il terreno brullo si estendeva per centinaia di metri in tutte le direzioni, disseminato di buche.

 

Plic… Plic…

 

Gocce di liquido scarlatto, che erano state versate da entrambe le parti, tingevano di rosso i pochi fili d’erba sopravvissuti.

 

Naraku, ferito in vari punti del corpo li guardava, il viso privo del ghigno derisorio che lo accompagnava solitamente.

 

I tre umani erano stremati.

 

Il monaco giaceva in ginocchio, i pezzi del suo bastone sparpagliati davanti a lui ormai inutilizzabili. Il sangue sgorgava copioso da una ferita sul braccio destro e altro ne usciva da tagli più o meno profondi disseminati per il corpo.

 

La sterminatrice era inchiodata al suolo dal corpo del demone lupo. Svenuti, entrambi erano feriti alle gambe, anche se il lupo era più grave.

 

Altro sangue le macchiava la schiena, dove una scheggia del masso, che prima aveva colpito, vi si era conficcata. L’Hiraikotsu spuntava dal terreno qualche metro più avanti, la parte superiore tranciata per un terzo.

 

La giovane del futuro, benché ancora cosciente, riportava una profonda ferita al fianco che aveva mancato di poco il polmone. L’arco in mano, l’unica freccia rimastale adagiata di fianco al corpo in attesa di essere scagliata.

 

Il mezzo demone era in piedi, gli occhi d’oro fuso incollati a quelli rossi dell’avversario in attesa di una sua mossa. Nemmeno lui era stato risparmiato, le molte ferite sanguinavano, i capelli argentati chiazzati di scarlatto a causa di un taglio profondo che gli solcava la schiena. La zanna alzata in posizione di guardia.

 

Benché non volesse ammetterlo anche il Signore dell’Ovest era provato da quello scontro che andava avanti da prima dell’alba.

Il sangue gli macchiava le vesti e una ferita profonda, che partiva dallo zigomo destro e giungeva poco distante dalle labbra, gli deturpava il volto. La spada giaceva, temporaneamente, lungo il fianco.

 

Naraku si teneva il braccio sinistro ferito, mentre una sensazione che non avvertiva da molto tempo gli si propagava per il corpo: dolore. Senza il potere rigenerativo della shikon aveva poche possibilità di eliminare tutti quegli avversari, senza contare che il più pericoloso era privo di ferite che potessero ostacolarlo nel combattimento.

 

Nonostante la sfera fosse stata completata non poteva servirsene a causa di quella ningen insolente; se quella stupida non avesse colpito la sfera con il suo boomerang d’osso, proprio quando l’ultimo frammento si era ricongiunto ad essa, a quest’ora avrebbe già decretato la parola fine a quel noioso scontro.

 

Il piccolo demone volpe osservava impotente ciò che avveniva, nascosto dietro una roccia, mentre sentiva giungere fino a lui i mugolii di dolore del demone gatto, che giaceva poco distante dal suo nascondiglio.

 

Un lieve vento mosse i capelli d’oro bianco di Sesshoumaru. “Questo è per te” un pensiero fugace, immediatamente represso in fondo alla mente, ma l’immagine di un sorriso contornato da petali di fiori si fece spazio prepotentemente.

 

Un passo dietro l’altro, si mosse in una veloce corsa mentre preparava Tokijin per un attacco.

 

Un altro solco ferì il terreno, ma il mezzo demone dagli occhi scarlatti si scansò in tempo per evitare il colpo, che gli lacerò ulteriormente gli abiti. Un’ombra lo raggiunse alle spalle ed alzò una barriera appena in tempo per fermare il fendente di Tessaiga.

 

Un ulteriore pezzo d’armatura si frantumò a causa dello spostamento d’aria demoniaca che aveva causato.

 

Un ennesimo Kaze no Kizu gli fu rivolto contro mentre la barriera si dissolveva, non riusciva più a mantenerla per molto tempo. Scansò a destra, ma si ritrovò dritto tra le fauci di Sesshoumaru, che non aspettava altro. Un potente fendente si librò nell’aria, sollevando ciottoli e sassolini che venivano disintegrati dall’onda d’urto, un'altra ferita al braccio sinistro si scavò la via attraverso la sua carne fino ad arrivare all’osso e scalfirlo soltanto.

 

“Dannazione! Di questo passo non riuscirò ad eliminarli!” li squadrò per qualche secondo, era in difficoltà. Messo alle strette da un gruppo di mocciosi che aveva ingannato e umiliato miliardi di volte. Com’era possibile che lui,il Grande Naraku, si trovasse in quella situazione? Che senza il potere della shikon non valesse niente?

 

“Sciocchezze, vi farò pentire della vostra sciocca presunzione, e allora alla fine chi riderà sarò sempre io.”

 

Aveva ancora un asso nella manica, una tecnica appresa dall’ultimo demone che aveva inglobato. Una creatura inferiore, ma quella sua capacità potrebbe essere decisiva.

 

Spostò gli occhi lungo lo spiazzo creato dal loro combattimento. Tsk, il demone lupo era da scartare, conciato com'era non sarebbe stato di nessuna utilità.

 

I tre ningen, per quanto forti, erano semplici umani, e con ferite del genere sarebbero morti in un paio di giorni. Senza contare che Sesshoumaru li avrebbe fatti fuori senza esitazioni.

 

Lui, lui era troppo in forze. Nel suo stato attuale ci avrebbe messo troppo tempo e probabilmente non sarebbe riuscito a controllarlo, o soltanto a sopraffarlo.

 

Il mezzo demone, ecco lui faceva al caso suo. Non avrebbe fatto molta resistenza, e per quanto Sesshoumaru fosse insensibile, probabilmente non sarebbe riuscito a decidersi. Sì, era perfetto. Doveva solo aspettare il momento adatto.

 

Un altro attacco gli arrivò da quella parte, questa volta un Kongosoha. Lo scansò velocemente aspettandosi un attacco anche da parte del Signore dell'Ovest, ma questi sembrava intenzionato a non muoversi. Forse voleva aspettare che lui abbassasse la guardia.

 

Il ghigno ricomparve sul suo volto. "Perfetto, ti ringrazio Sesshoumaru. Tu non lo sai, ma stai facendo il mio gioco."

 

Velocemente il suo corpo iniziò ad emettere un'aura velenosa, che però, invece di spandersi verso gli avversari, lo circondò fino a coprirlo del tutto.

 

Era tutto perfetto, ora non doveva far altro che attuare il suo piano. Osservò l'hanyou con occhi malefici, mentre il ghigno sulla sua faccia si allargava. Iniziò a muoversi.

 

Il miasma emanato da Naraku lo avvolse in una nube soffocante, non riusciva a muoversi ne a respirare, sembrava che quella nebbia velenosa gli entrasse nel corpo attraverso le ferite. Una volta che l’aura velenosa si fu dissolta, del demone dagli occhi rossi non c’era più traccia, era scomparso.

 

L’hanyou rinfoderò la spada e lentamente si diresse verso Sesshoumaru, sembrava che ogni passo gli costasse una fatica immane.

 

-…imi…- un bisbiglio talmente lieve che neanche il sopraffino udito del Signore dell’Ovest riuscì a percepire. Era lì, davanti a lui, il fiato corto e il capo rivolto verso il basso, non li separavano più di venti centimetri.

 

-Uccidimi- ripeté, il tono appena un po’ più alto di prima. Gli occhi dello youkai rimasero tali, immutati nonostante la richiesta strana, bloccati in quella salda morsa di gelo.

 

Il mezzo demone alzò il capo, guardandolo.

 

-Ti prego…Uccidimi- era una richiesta. I suoi occhi, di solito così vivi, non trasmettevano nessun sentimento iracondo. Incatenati in quelli del fratello trasmettevano solo sofferenza, mentre le labbra formavano quelle parole; una preghiera rivolta all’unico che potesse farlo.

 

Non avrebbe chiesto a nessun altro di farlo, tra i presenti.

 

I suoi compagni di viaggio non ne sarebbero stati in grado ed il senso di colpa li avrebbe perseguitati a vita, sempre se sarebbero sopravvissuti. Inoltre erano ningen, non si sarebbe mai umiliato tanto da farsi uccidere da semplici umani, il suo orgoglio non glielo permetteva.

 

Per quanto riguardava il lupo rognoso, a lui non l’avrebbe permesso. Non sopportava l’idea che un lupo più debole di lui decidesse delle loro vite.

 

L’unico a cui poteva chiederlo era lui. Era il solo che non avrebbe esitato a farlo, era l’unico a cui lo avrebbe permesso. Ormai aveva compreso la differenza di potere che li divideva, chissà, forse se avesse continuato a vivere tra qualche tempo sarebbe riuscito a superarlo.

 

Questi pensieri non stavano a significare che aveva rinunciato, ma solo che aveva capito la supremazia del fratello. Aveva compreso che il suo orgoglio non avrebbe accettato che qualcun altro assolvesse a quel compito.

 

-Ti prego…Uccidimi-

 

A quelle parole gli occhi del Signore dell’Ovest si sgranarono lievemente, mentre il braccio si portava lentamente verso Tokijin. Una  mossa decisa  e la spada trapassò il petto del mezzo demone, infilzandogli il cuore.

 

Quegli occhi del colore del sole ora lo guardavano con gratitudine, mentre un sorriso gli increspò le labbra.

 

-Grazie-

 

Gli occhi di Sesshoumaru si sgranarono di nuovo, per la seconda volta in un unico giorno, mentre sfilava Tokijin dal corpo del fratello.

 

-INUYASHAAA!!!- il grido della donna si levò alto nell'aria, mentre il corpo di Inuyasha cadeva a terra con un tonfo.

 

"Ecco, forse lei mi mancherà" un ultimo pensiero mentre volgeva gli occhi verso la giovane dai capelli neri, prima che la vista gli si sfocasse e fosse costretto ad abbassare le palpebre, per sempre.

 

Una densa nube violastra iniziò ad uscire dal corpo ormai privo di vita, fino a prendere consistenza e ad assumere l'aspetto di Naraku.

 

-Stupido mezzo demone, a causa tua ora non ho altra scelta...- "dovrò combatterlo". Volse gli occhi scarlatti verso il Signore dell'Ovest, che era rimasto lì, immobile, con la spada bagnata del sangue del fratello ancora alzata. Nonostante lo tenesse sott'occhio non riuscì a vederlo mentre si posizionava davanti a lui.

 

Il suo braccio si mosse in una serie di fendenti fulminei, Naraku non riuscì a scansarli. Il corpo dell'hanyou venne fatto in decine e decine di pezzi, che si sparpagliarono per il terreno, dissolvendosi in polvere viola. Naraku era finalmente morto.

 

Sesshoumaru si avvicinò ad Inuyasha, allungò la mano e gli sfilò Tessaiga dal fianco. Un velo di tristezza aveva scacciato la solita morsa gelida dai suoi occhi. Gli diede le spalle e si incamminò, lasciandoli lì; ora la sua battaglia era finita.

 

Tessaiga stretta in pugno, l'aura che avrebbe dovuto essergli intollerabile non si avvertiva più, non faceva tante storie a farsi portare da lui. Probabilmente ora stava facendo quello che per lui era impossibile: stava piangendo.

 

Sesshoumaru non riusciva a piangere, non vi era riuscito quando era morto suo padre, nè quando era morta Kagura, e nemmeno adesso. Lui non era come Inuyasha, non riusciva ad esternare i propri sentimenti, li aveva sempre ritenuti frivoli ed inadatti a youkai potenti come lui.

 

Questa era la pena che si era autoinflitto, una calma glaciale che non riusciva a vincere, unico dettaglio che rivelava il suo stato d'animo era il velo di tristezza che non se ne voleva andare da quegli occhi ora cupi.

 

Si fermò di colpo, alzando Tessaiga di fronte al suo viso. Non aveva intenzione di utilizzarla, anche perchè lei non glielo avrebbe permesso, stanca di dover piangere per la scomparsa prematura dei propri padroni.

 

-Lo aspetteremo- due parole cariche di speranza che li avrebbero consolati entrambi.

 

La spada ora era al fianco della sorella, accompagnava l'unico parente di sangue dei suoi padroni rimasto. Cercava conforto in quella vicinanza, ma lui era troppo differente da entrambi, il suo carattere ermetico ed il comportamento glaciale non riuscivano a lenire la sua sofferenza, e non le permettevano di fidarsi di lui.

 

Per quanto lo riguardava aveva  sempre mantenuto la sua promessa, lo stava aspettando e mai una volta la estrasse dal fodero.

 

La spada era al fianco della sorella, accompagnava l'unico parente di sangue dei suoi padroni rimasto, ma non gli donò mai i propri poteri.

 

*****

 

Non voleva crederci, non poteva credere di aver visto davvero quello che aveva visto, eppure era reale, questa volta non era un sogno.

 

Un grido le uscì dalla gola, lenendole i timpani e ferendo l'aria.

 

Lui si era girato, guardandola con quegli occhi stupendi, che andavano piano piano spegnendosi. Eppure stava sorridendo. Non riusciva a capire il perchè.

 

" Stai morendo, come fai a sorridere?" Ecco, aveva toccato il punto. Stava morendo.

 

I momenti più significativi del tempo passato insieme le passarono alla mente, ora capiva come lui si era sentito quando aveva appreso della morte di Kikyo. Kikyo, probabilmente era per lei che sorrideva, ora sarebbero potuti stare insieme.

 

Non si accorse di niente, né della morte di Naraku, né del fatto che Sesshoumaru  se ne era andato portando via Tessaiga.

 

In quel momento, la cosa più saggia da fare era cercare un villaggio per trovare soccorso, le loro ferite erano piuttosto gravi. Lo sapeva, eppure non riusciva a muoversi da lì, inginocchiata a terra osservava Inuyasha, se non fosse stato tutto coperto di sangue poteva sembrare addormentato.

 

Dopo minuti che parvero ore, quando sentì giungere dalla sua sinistra un debole gemito di Koga, si riscosse un poco. Si avvicinò al corpo di Inuyasha gattonando, temeva che le gambe non l'avrebbero retta. Allungò una mano, toccandogli il viso rilassato e togliendo un po' di sangue secco. Si spostò verso il collo, sfiorando con due dita il rosario che lo avvolgeva. Con la mano sinistra gli sollevò un poco il capo, mentre con la destra glielo sfilava. Lo avrebbe tenuto come ricordo di uno stupido hanyou che, con la sua testardaggine e il suo carattere irascibile, le era entrato nel cuore.

 

Sentiva le lacrime avvolgerle prepotentemente le iridi color caffé, e lottare per uscire. Ma a quanto pare persero la battaglia, perchè non ne sfuggì neppure una. Era strano, con tutte le volte che lo aveva fatto, ora che ne aveva bisogno non ci riusciva. Dopo tutto ciò che aveva passato probabilmente era cresciuta, eppure le faceva male non riuscire a versarne nemmeno una.

 

Una  settimana dopo, tornati al villaggio della vecchia Kaede, celebrarono il funerale di Inuyasha.

 

La pira ardente illuminava a giorno le abitazioni, mentre il calore emanato dalle fiamme riscaldava la fredda aria di marzo. Nonostante il tepore fosse gradevole, cinque spettatori, di quel triste spettacolo, non riuscivano a goderselo.

 

Miroku le aveva spiegato il motivo del gesto di Sesshoumaru, dato che lei non lo riusciva a capire. Eppure non riusciva a scacciare quel senso opprimente di gelo che le coglieva il cuore ogni volta che lo rammentava.

Inuyasha era morto per salvarli.

 

Col rosario avvolto al polso sinistro osservava il fuoco ardere e consumare lentamente quel corpo che la veste di Hinetsumi, avendo perso ormai il potere demoniaco, non riusciva più a proteggere dalle fiamme.

Le sue ceneri. Avevano deciso di seppellirle sotto il Goshimboku, invece di seguire la tradizione e spargerle nel fiume.

 

Dall'alto della collina, anche Koga osservava quella pira bruciare nella notte, portandosi via un grande rivale ed un grande amico. Una lacrima gli solcò la guancia mentre si allontanava da quel luogo, per una volta senza correre. Il capo alzato a rimirare la luna piena, camminava distrattamente, mentre un arcobaleno di luna gli indicava il sentiero.



DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Rumiko Takahashi.  Questa storia non è scritta con alcun scopo di lucro.


Forse in questa fic ho reso Inu un po' OOC e mi dispiace, ma mi dispiace soprattutto avergli fatto fare questa fine.
Mi rendo conto che forse la storia risulta un po' strana e di difficile comprensione, oltre che orrenda e scritta ancora peggio, quindi se qualcuno ha qualcosa da chiedere e che non gli è chiara faccia pure, io sono a disposizione.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questo tentativo, probabilmente riuscito male, di scrivere qualcosa anche su InuYasha.

Ci  risentiamo, forse, con il prologo.


Horus

  
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