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Autore: thegirlwiththebook    01/01/2014    3 recensioni
-Amico, se sei la persona che penso io, dovresti correre all'ospedale alla periferia di Londra perchè Harry è in coma da tre settimane.-
Il sangue gli gelò nelle vene, il telefono gli scivolò dalle mani, ormai tremanti, e il cervello ancora faceva fatica ad elaborare tutto quello che aveva appena sentito.
Dovevi rispondere, Hazza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay girls, I'm back.
So che non ho ancora aggiornato nè Ronny nè Monsters, ma boh, ieri mi è venuta in mente questa os e stamattina ho abbandonato tutti i miei parenti a tavola e mi sono catapultata a scrivere,
E niente, questo è quello che ho partorito.
Spero che vi piaccia!
Vi auguro un buon anno, tesori belli, grazie per essermi stata vicina durante tutti questi 365 giorni! Vi auguro il meglio.
Lots of love.
Iole :)



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Rispondi. Rispondi. Rispondi.

Louis saltellò per la stanza, lottando contro i pantaloni che proprio non volevano entrargli.
Uno squillo.
Il cuore gli martellava il petto, il respiro gli mancava.
Aveva bisogno di lui.
Due squilli.
Rispondi. Rispondi. Rispondi.
Infilò la prima maglietta che trovò e, ancora saltellando, infilò le scarpe.
Tre squilli.
Rispondi. Rispondi. Rispondi.
Infilò la giacca e, con un tonfo, si lasciò cadere sul divano.
Rispondi. Rispondi. Rispondi.
-Pronto?-
-Hazz, amore, mi dispiace tantissimo, davvero. So di aver sbagliato, ma non era mia intenzione. Ero ubriaco e mi sentivo solo, messo da parte. Sono stato uno stupido, lo so benissimo, ma ti prego, ti prego perdonami. Non ce la faccio più, ho bisogno di te Harry, davvero.- parlò frettolosamente, con gli occhi che si inumidivano e il corpo che pregava per avere aria, per respirare.
-Ma chi è?-
-Come chi è? Harry, sono Louis, ti prego, io..-
-Amico, se sei la persona che penso io, dovresti correre all'ospedale alla periferia di Londra perchè Harry è in coma da tre settimane.-
Il sangue gli si gelò nelle vene, il telefono gli scivolò dalle mani, ormai tremanti, e il cervello ancora faceva fatica ad elaborare tutto quello che aveva appena sentito.
Dovevi rispondere, Hazza.

***

Gli sarebbero arrivate multe salate, salatissime, ma a chi importava? Certo non a Louis.
Corse fino alle porte dell'ospedale e, senza fermarsi un secondo, le spalancò e si diresse vicino la prima infermiera di turno.
-Harry Styles.- bisbigliò, mentre la donna lo guardava.
-Tesoro, credo che tu abbia bisogno di riposarti, che ne dici se ti porto da un medico e..-
-Dove diavolo è Harry Styles?- ripetette, sbuffando, con occhi cattivi.
-Quarto piano, stanza 68.- sussurrò la donna, visibilmente scossa.

***

Il quarto piano era desolato. Erano quasi tutti al piano terra, a festeggiare l'ultimo dell'anno insieme ai parenti ricoverati. Ma lui era li, l'unica persona di cui gli era davvero importato era li, e lo aveva scoperto tre settimane dopo.
-Louis.- sussurrò Zayn, sorpreso.
-Amico, noi volevamo dirtelo, solo che..-
-Liam, è il dannato ragazzo. Lite o non lite, qualcuno di voi ha mai pensato che potesse importarmi di lui?!- gridò, attirando l'attenzione di qualche infermiera.
-Ma avevate litigato. Noi, io..ci dispiace Louis.- sussurrò Liam, abbassando la testa.
-Potevamo anche esserci azzuffati di botte Liam, lo amo e lo amavo, e in quanto suo ragazzo avrei dovuto saperlo per primo.- sbuffo, la tensione a mille.
-Non farla tragica, per Dio. Ora sei qui.- sbuffo Nick, o almeno Louis credeva fosse Nick.
Non lo aveva mai visto di persona, solo sulle foto, solo per sentito dire.
-Com'è successo?- chiese, calmandosi e prendendo posto al fianco di Niall.
-E' andato in coma per via dei troppi alcolici e calmanti che aveva preso.- sussurrò il biondo, e solo in quel momento Louis notò in che pessimo stato si trovasse.
Gli occhi azzurri, prima cristallini, erano ormai rossi, gonfi, pieni di tristezza. Delle enormi occhiaie spiccavano sul volto, segno delle innumerevoli notti che, sicuramente, aveva passato sveglio. E Louis lo abbracciò, di slancio, stringendolo forte, mentre il biondo si accoccolava al suo petto e, stringendo la sua maglietta, scoppiava nell'ennesimo pianto silenzioso.
-Anne e Gemma sono dentro. Credo ci siano anche suo padre e il suo patrigno.- sussurrò Zayn, cacciando le sigarette dalla tasca. -Non ce la faccio, scusate.- mormorò ancora, correndo verso il piccolo balcone dall'altra parte del corridoio, cercando riparo e conforto nel fumo.
Quanto avrebbe voluto fumare, Louis, ma non poteva, lo aveva promesso ad Harry.
Lo aveva promesso d Harry perchè spesso aveva avuto problemi a respirare e, come se nulla fosse, Louis aveva buttato via tutti i pacchetti di sigarette che aveva in casa.
Infondo, fumare vicino ad Harry era un oltraggio. Fumare vicino ad Harry non serviva, perchè Harry era pace, tranquillità. Harry era amore, e Louis aveva un disperato bisogno d'amore.
Mai aveva creduto in Dio, Louis, ma si sforzava di festeggiare sempre Natale e Capodanno, come tutte le altre feste, perchè Harry le adorava, perchè Harry era felice in quei periodi.
Che poi, Harry era felice quasi sempre, era Louis quello smorto. Era non poteva essere che il verbo adatto, perchè dal momento in cui Harry si era catapultato nella sua vita, Louis non aveva mai sentito la tristezza e la nostalgia che prima caratterizzavano i suoi giorni. Sua madre lo chiamava 'L'antidoto Styles' perchè, anche quando era malato, Louis riusciva a sorridere.
Perchè, anche quanto era malato, Harry era con lui.
Il primo bacio se l'erano scambiati qualche anno prima, cinque a febbraio, e Louis sentiva ancora le farfalle scorrazzargli nello stomaco.
-Ho paura dei temporali.- gli disse, una sera, totalmente ubriaco e stravaccato sul divano di Liam.
Tre giorni dopo, mentre era rintanato nel suo letto, cercando di ignorare quello che, a detta sua, era il peggior temporale di sempre, Harry bussò alla porta di casa sua e, con una montagna di barrette di cioccolata, chiese a Lottie il permesso d'entrare.
Perchè Harry, anche se ubriaco, aveva ascoltato Louis. Perchè la mattina dopo la confessione, Harry non ricordava neanche chi fosse, ricordava solo che Louis aveva paura dei temporali.

***


-Louis.- sussurrò Anne, uscendo dalla stanza del figlio e notando il giovane chino in avanti, con il viso poggiato sulle mani.
Stava piangendo.
Si alzò di scatto, abbracciando la donna che, in tutta risposta, scoppiò a piangere. -Mi dispiace tanto.- sussurrò lui, stringendo ancora la donna.
-Non è colpa tua, tesoro, Dio ha voluto così, non ci resta che pregare.- gli sorrise la donna, asciugandogli le lacrime con i pollici e ignorando quelle che ancora cadevano sul suo viso.
Louis avrebbe volto gridare. 'Dio ha deciso così'. Ma perchè, chi era Dio? Chi era Dio per decidere se Harry, 22 anni appena, poteva restare sulla terra? Chi era? Nessuno, eppure Anne confidava tanto in Lui, confidava tanto nella preghiera.
Anne era religiosa proprio come Harry: tutte le domeniche in chiesa, tutte le sere a pregare.
Eppure, a detta di tanti, Anne peccava, perchè era favorevole al fatto che suo figlio fosse omosessuale.
Tutte le domeniche, Harry ignorava le occhiatacce che gli lanciavano alcuni mentre, a testa alta e con la mano stretta in quella di Louis, avanzava in chiesa.
E Harry continuava a pregare, pregava e sperava, pregava e sperava in un Uomo che non faceva nulla per fermare i problemi del mondo.

Scosse la testa. Come faceva? Come poteva entrare in Chiesa ogni domenica se la Chiesa era prima a discriminare i gay? Non che tutte fossero così, sia chiaro, ma quelle di Holmes Chapel non accettavano per niente gli omosessuali.
Malati, li aveva giudicato un prete, una domenica, ed Harry non ebbe la forza di trattenere le lacrime.
-Siete il disgusto del vostro stesso Dio.- aveva sputato Louis, non trattenendo la rabbia.
Chi era quel prete per far piangere il suo Harry? Assolutamente nessuno.
-Dio ci ha insegnato che gli uomini sono stati fatti per stare con la donna. Il sacramento del Matrimonio, quello insegnatoci da nostro Signore, è tra uomini e donne, non tra uomini e uomini o donne e donne.- urlò l'uomo, rosso di rabbia.
E Louis si alzò, senza vergogna e senza paura. -Da quel che so io, Dio ci ha insegnato  che l'amore è tra essere umani, non tra uomini e donne, perchè tutti, prima di essere tali, siamo essere umani. Si rilegga la Bibbia e consulti bene il suo buon Dio, perchè forse la mente ristretta che si ritrova non è stata in grado di afferrare bene le Sue parole.- spuntò duro, afferrando Harry per la mano e trascinandolo via.
Quello stesso giorno, appena dopo l'uscita dei due dalla chiesa, molti altri seguirono il loro esempio e, senza indugi, si affrettarono ad uscire.
Perchè forse, la gente, un cuore ce l'ha.

***

-Lou.- sussurrò Gemma, sedendosi al suo fianco.
-Ehi bella bionda.- scherzò Louis, atono, col cuore che nemmeno batteva.
-Se non fossi il ragazzo di mio fratello, ti prenderei a sberle.- sorrise lei, sistemandosi meglio sulla sedia.
-Non sono il ragazzo di tuo fratello, Gemma.- sussurrò malinconico, asciugandosi le lacrime che gli erano sfuggite.
-Non fare l'idiota, Lou.- lo canzonò lei, tornando seria. -Lo ami Lou, e non ho fatto che ripeterglielo.-
-E vedi dove è finito con il mio dannato 'amore'?- sbottò, infuriato e distrutto.
-Non parlare di lui come se fosse morto! Non parlare di lui come se fosse finita.-
-Anche se dovesse farcela, non resterò con lui, Gemma, non lo farò. Non lo distruggerò ancora.-
-Louis, starà peggio! Sei l'unica ragione per cui vive ancora!-
Il suo cuore smise definitivamente di battere. -E perchè adesso non vive?-
-Perchè aveva la consapevolezza d'averti perso.-
-Non potrebbe mai perdermi.- sussurrò. -E' l'unica ragione per cui io vivo.-
-E allora dovreste smetterla di fare gli idioti e tornare su questa Terra. Insieme.-
-Insieme.- sussurrò, scoppiando a piangere.
E forse doveva smetterla di parlare con Gemma, soprattutto ora che stava studiando per diventare psicologa.
-Lui ti ama ancora Lou, non ha fatto che ripeterlo ogni dannata volta che lo telefonavo per chiedergli come stava. 'Ehi Hazz, come stai?' chiedevo e lui, tranquillo, rispondeva che stavate bene, che eravate felici e poi attaccava discorsi interminabili su quanto fossi bello tu e pessima la tua cucina!.- ridacchiò, asciugandosi qualche lacrima.
-Porta indietro mio fratello.- aggiunse in fine, scoppiando a piangere. E Louis, disperato, fece lo stesso.


***

Aspirò il fumo dalla sigaretta, poggiandosi svogliato al tronco di un albero.
Aveva rotto la promessa fatta ad Harry.
Aveva rotto Harry.
Che persona orribile poteva essere? Harry aveva fatto così tanto per lui, e ora? Ora era li, in quel dannanto ospedale, steso su un letto bianco.
Si chiese perchè nessuno lo odiasse.
Come era possibile? Dovevano odiarlo, dovevano.
Sentiva il bisogno di essere odiato.
-Se posi quella schifezza, eviterò di spifferare tutto ad Harry.-proferì Niall, avvicinandosi cauto al corpo di Louis.
-Harry mi odia.- rispose l'altro, convinto.
-Harry non potrebbe mai odiarti, Lou, mai.- si affrettò a rispondere il biondo.
Louis sbuffò. -Perchè continuate a dirmelo tutti?! Ve lo ha detto lui? Oh aspetta, ho dimenticato che è in coma. E la colpa è solo mia.- disse cattivo, sedendosi sull'erba fredda.
-Me lo ha detto lui.- sussurrò il biondo, sedendosi al suo fianco. -Me lo ha detto lui prima di ubriacarsi e finire in coma.- aggiunse, portando le ginocchia al petto. -Sono stato l'ultima persona con cui ha parlato.-
-Come?- chiese Louis, sorpreso.
-Mi ha detto che era stato uno stupido, che aveva rovinato tutto.- cominciò il biondo, chiudendo gli occhi, come a voler ricordare la voce del riccio.
-Aveva rovinato tutto?- chiese Louis, non capendo, mentre il biondo annuiva.
-Con te. Diceva di essere stato uno stupido perchè ti aveva trascurato e molte volte non ti aveva detto che sarebbe uscito con Nick.- disse, chiudendo gli occhi. -Louis, non si era ubriacato per te, si era ubriacato perchè si sentiva in colpa.-
E improvvisamente, tutto cominciò a girare: il giardino, i pensieri nella testa di Louis, le farfalle nel suo stomaco, il sangue nelle sue vene.
Ma non Harry, perchè Harry era stato fatto per avere un posto fisso nel cuore di Louis.


***


-Ehi amico.- sussurrò qualcuno e Louis saltò, girando di scatto la testa.
-Ehi Nick.- rispose atono, tornando a guardare le foto sul suo cellulare.
-Fra poco comincia l'orario delle visite.- aggiunge, prendendo posto vicino a Louis. -Entri?-
-Non lo so.- sussurrò Louis, fissando finalmente Nick in volto.
-Io credo che ad Harry farebbe piacere.- provò l'altro.
-E tu che ne sai?- sbuffò Louis, urtato.
-Perchè ogni volta che uscivamo, non faceva che parlarmi di te.- sorrise Nick, malinconico.
-Davvero?- chiese, sorpreso.
-Davvero davvero.- sorrise ancora. -E non pensare che ti odi.-
Louis ridacchiò. -Sei la quarta persona che me lo dice.- sorrise sincero.
-E' un dovere, amico. Alla fine, la colpa non è di nessuno.- e, detto ciò, si alzò, lasciando Louis da solo.
Passò svelto il pollice sullo schermo del cellulare, sfogliando la galleria piena di foto. Sorrise, notando la figura snella di Harry accovacciato a terra, intento a litigare con la lavatrice. Ridacchiò, pensando a quanto fosse negato quel ragazzo. Tutti sanno fare la lavatrice, no? Rise di se, perchè la prima volta dovette chiamare sua madre e farsi spiegare come si accendeva. Per non parlare di quella volta in cui rimase a telefono con la madre per quasi 4 ore giusto per farsi spiegare come cucinare per Harry. Scoppiò a ridere, notando una foto che raffigurava Niall sconvolto. Era l'anno prima, il giorno del ringraziamento, e Louis aveva bruciato il tacchino e, in preda al panico, aveva ordinato delle ali di pollo che aveva poi servito ai suoi amici a testa alta. Quella sera, Harry rise così tanto che Louis pensò fosse sul punto d'esplodere.
E con lui il suo cuore.


***


-Caffè?- chiese Liam, porgendo un enorme bicchierone a Louis.
-Grazie amico.- sorrise, afferrando il bicchiere.
-Manca poco.- aggiunse Liam, malinconico.
Louis annuì. Le infermiere, poco prima, avevano detto che l'orario per le visite sarebbe stato prolungato fino alle due di notte.
-Anne è dentro.- parlò piano, sorseggiando il suo caffè.
-Liam, tu credi che debba entrare?- chiese all'improvviso e l'altro annuì.
-Che domande, certo che si!- si affrettò a rispondere.
-Ciao amichette.- rise Zayn, sedendosi al fianco di Louis.
-Sei un'idiota.- rise Liam, alzando gli occhi al cielo.
-Ma mi ami.- gli ricordò Zayn, facendo sorridere Louis.
-Cos'è, un pigiama party?- sorrise Niall, scorgendo gli amici tutti riuniti.
-E' solo per gay, Niall.- sorrise Zayn, cercando di smorzare la tensione.
-E vuol dire che farete un'eccezione per il vostro amico preferito.- sorrise il biondo, sedendosi vicino a Liam.
-Volevo chiedergli di sposarmi.- si lasciò sfuggire Louis poggiandosi contro lo schienale della sedia.
-Era ora! Quell'isterico del tuo fidanzato non faceva che parlarci di quanto sarebbe stato bello essere tuo marito!- sbuffò Zayn, nascondendo un sorriso.
-Quello che voleva dire Zayn è che siamo sicuri che accetterebbe!- si affrettò a dire Liam, colpendo Zayn sul collo.
-No, io intendevo proprio quello che ho detto.- sorrise Zayn.
-Anche io, sono d'accordissimo.- aggiunse il biondo e tutti ridacchiarono. -Chiediglielo ora.- propose poi.
-Niall ha ragione! Corri nella tua dannata macchina e prendi lo scatolino blu che hai nascosto nei cassettini dietro il volante!- disse Liam, l'eccitazione a riempire la sua voce.
-Controlli la mia macchina?!- rispose Louis, fingendosi indignato.
-Certo, sono il più maturo e devo fare attenzione che nessuno di voi faccia uso di droghe e cose varie. E ora corri a dire al tuo ragazzo che vuoi sposarlo!- sorrise Liam.
-Ora?- domandò Louis, aggrottando le sopracciglia. -Ma è in coma, non può sentirmi nè risponderti.-
-Può sentirti Louis, tutti quelli che sono in coma possono sentire.- disse il biondo, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Ma non può rispondermi comunque.- insistette Louis, calmo.
-Beh, magari tornerà sulla Terra per risponderti.- sorrise Zayn, incoraggiandolo.
-Non è detto che tornerà, ragazzi.- a Louis tremò la voce.
-Louis, Harry tornerà sempre da te.- rispose Niall, con il tono di voce più serio che i ragazzi avessero mai sentito.


***

Quello non era Harry, non era lui.
Non era possibile.
Louis si fermò sulla porta, gli occhi che gli pizzicavano e il cuore che neanche batteva.
Il suo ragazzo, il suo Harry, era li, su quel letto bianco, senza vita, proprio come il suo colorito. Il bianco pallido del suo viso gli fece accapponare la pelle. Il suo corpo sembrava aver perso ancora più peso e il suo braccio destro completamente trafitto dagli aghi. Una macchina fastidiosa emanava un 'bip' ogni secondo, controllando il battito del suo cuore mentre un'altra macchina, ipotizzò Louis, teneva sotto controllo ogni suo movimento.
-Che cosa ti ho fatto.- sussurrò, rimpiangendo di essere entrato in quella stanza, rimpiangendo di essersi fatto baciare da quel dannato Marck, Mitch, o qualunque fosse il suo nome. -Mi dispiace così tanto.- sussurrò, girandosi di lato e coprendosi il viso con le mani, soffocando i singhiozzi che volevano uscire dalla gola, vergognandosi di mostrarsi in quello stato davanti al suo ragazzo. Aspettò qualche minuto, cercando di riprendersi.
Da solo, in quella stanza, non riusciva a starci.
E tornò in corridoio, chiamando tutti e invitandoli ad entrare, invitandoli a passare l'ultimo dell'anno insieme ad Harry, come infondo avevano fatto ogni anno.
-Sarebbe carino se tutti dicessimo qualcosa ad Harry.- sussurrò Niall e tutti, meccanicamente, fissarono Louis.
Il ragazzo arrossì, prendendo una sedia e avvicinandosi al letto di Harry il più possibile, per poi afferrare delicatamente la sua mano sinistra.
-Ehi Harry.- sussurrò, cercando di bloccare le lacrime. -Come va amico? Sai, qui cucinano da far schifo, quindi non so quanto ti convenga svegliarti ma, chiamaci egoisti, non ce la facciamo senza di te.- alcuni sorrisero, altri già erano in lacrime. -Zayn sta diventando una checca isterica peggio di come lo diventi tu quando Niall mangia tutte le tue caramelle.- sussurrò, sorridendo, guardando Zayn con la coda dell'occhio, rassicurandosi col sorrisino che aveva stampato sulle labbra. -E Liam sta diventando davvero un ribelle. Vuole anche farsi un tatuaggio, ma sappiamo tutti che finirà per farsi una rosellina.- e Niall rise, con il volto inondato dalle lacrime. -Niall ci sta provando con tua sorella amico, non so quanto questo possa farti piacere.- e Gemma arrossì, scuotendo la testa e stringendosi alla madre. -Tua madre è proprio a pezzi, amore, e non fa altro che pregare. Anche in spagnolo, se l'è fatto insegnare da Gemma. E tuo padre e il tuo patrigno stanno già decidendo da chi dovrai passare le vacanze e i fine settimana e farai meglio a svegliarti presto perchè tuo padre ti vuole con lui in campeggio il 22 febbraio e il 22 febbraio è il nostro anniversario e non se ne parla proprio. Cucino una sola volta l'anno, lo sai bene, e per quanto io sappia che salteresti la mia cena senza troppi complimenti, devo ricordarti che abbiamo fatto un giuramento, la stessa notte in cui venisti da me perchè c'era il temporale e provai a preparare il tè. E, ancora una volta, voglio dire che non è colpa mia se mia madre mette sale e zucchero in contenitori identici!- si fermò, prendendo fiato e guardandosi intorno, notando sua madre stringere Anne e sussurrarle parole di conforto. -Ho anche conosciuto Nick, sai? E avevi ragione, è un tipo apposto.- sorrise, guardando appena Nick che, con gli occhi lucidi, fissava il pavimento. -Harry, io non ce la faccio senza di te, non so quanto la cosa sia chiara.- continuò, cambiando discorso. -Io non so cucinare, non so la differenza tra una canon e una nikon, non so come si prende il 'do' sulla chitarra, come si usa l'asciugatrice, come si lava il pavimento senza lasciare impronte. Non so ordinare cinese perchè i piatti hanno nomi troppo complicarti e non so convincerti a ordinare cibo Indiano perchè le tue dannate fossette mi fanno sciogliere il cuore. Non so preparare il the nè la borsa dell'acqua calda, e non sono capace di tenere ordine nel nostro armadio, ma ti amo, e non ho mai smesso di farlo. Nè quando hai fatto diventare rosa la mia maglietta degli Iron Maiden, nè quando hai fatto rimpicciolire la mia maglietta a righe preferite. Ti amo anche se mi scatti le foto di nascosto e le posti su instagram, se mi svegli alle 3 di notte perchè hai voglia biscotti o solo per dirmi che sono bello. Ti amo e non mi importa se sei più alto di me e per baciarti devo alzarmi sulle punte, non mi importa se la notte ti tiri tutte le coperte o se la domenica non getti mai la spazzatura. Ti amo perchè riesci a trascinarmi al cinema di domenica anche se ci sono le partite, tanto per baciarmi al buio mentre gli attori di qualche vecchio film recitano, interpretando al meglio i loro ruoli. Ti amo perchè sei come il sole, come l'arcobaleno. Ti amo perchè sei calma e allegria, perchè sei l'unica ragione per cui vivo, per cui anche il lunedì sembra bello, per cui anche il mio lavoro sembra decente. Sei l'unica ragione per cui non mangio pizza ogni sera e l'unica perchè ancora respiro. Sei la mia spiaggia e il mio mare, Harry, la mia forza, il mio coraggio, il mio sorriso. Sei tutto ciò che di bello c'è nella mia vita e, senza di te, non so davvero come farò a sopravvivere.- e l'ultima frase gli tremò in gola, mentre le lacrime continuavano a scendere e lui continuava ad ignorarle. -Non andare via da me.- sussurrò, stringendo la mano di Harry con tutta la forza che aveva in corpo.
Dieci. Nove. Otto.
-Non lasciarmi qui da solo.-
Anne piangeva, singhiozzava, e Louis poteva sentire le grida strazianti che lanciava il suo cuore. Gemma non era messa meglio ma, con tutta la forza che aveva, abbracciava la madre, così come il padre e il patrigno.
Nick era li, fermo, le lacrime che gli bagnavano la maglietta, gli occhi ormai gonfi.
Sette. Sei. cinque.
-Per favore, Harry.-
Niall, Liam e Zayn si abbracciavano, si stringevano forte e si davano coraggio a vicenda, mentre i singhiozzi del biondo riempivano la stanza, diventando un tutt'uno con quelli di Anne.
Quattro. Tre. Due. Uno.
-Haz, torna da me, io ti amo.-
Le immagini di quell'anno corsero veloci nella mente di Louis: Harry felice, Harry che rideva, Harry che imprecava contro la lavatrice, Harry che lo implorava di prendere un cucciolo, Harry che piangeva perchè Louis gli aveva proposto di adottare una bambina, Harry che lo abbracciava, Harry che gli rubava le camice dell'armadio ed era costretto a lasciarle aperte perchè aveva un busto troppo largo, Harry che gli afferra il volto e lo bacia, Harry.
Perchè se quell'anno, come gli altri, Louis era rimasto vivo, era solo per Harry.
-Buon Anno!- grido qualcuno, stappando una bottiglia in mezzo al corridoio.
Louis si alzò, cercando di calmarsi, con le mani che ormai gli tremavano neanche fossero nel bel mezzo di un terremoto.
Il sorriso di Harry causava il terremoto.
E la sua risata i peggiori uragani.
Ma Harry era problema e soluzione.
Ma Harry era vita.
Ma Harry era in coma.
-E' mezzanotte e io ti amo. E' mezzanotte e non sei ancora tornato da me.- sussurrò, tornando a stringere la mano del riccio.
-Ti amo anch'io.- sussurrò Harry, ed Anne smise di piangere, mentre il cuore di Louis semplicemente smise di battere.
Nick schizzò fuori, correndo a chiamare un'infermiera, mentre tutti nella stanza si avvicinarono al letto di Harry, piangendo più di prima e sorridendo più che mai.
-Sei tornato. Da me.- sussurrò Louis, cercando di capire se quello che aveva sentito era stato frutto della sua immaginazione o la vera voce del suo fidanzato
-Tornerei sempre da te.- disse Harry, combattendo per tenere aperti gli occhi, disturbato dalla luce della stanza.
E Louis lo baciò, sentendo gli applausi di tutti e bagnando il viso di Harry con le sue lacrime.


***


-Non so se tu sia Dio o qualcosa del genere, ragazzo, ma che Harry si svegliasse era quasi impossibile.- gli confidò un'infermiera, un'ora dopo il risveglio di Harry, quando tutti erano in corridoio. -I dottori dicevano che era impossibile.- concluse, sfilandosi i guanti.

-Non sono Dio.- ridacchiò Louis. -Ed evidentemente i dottori non sanno che vuol dire amare.- aggiunse poi, sorridendo.-Posso vedere il mio fidanzato?- chiese, timido.
-Tutte le volte che vuoi.- sorrise l'infermiera. -Ma niente cose sporche sul mio piano!- aggiunse poi, e le guance di Louis si tinsero di rosse.
E si alzò, tastandosi le tasche del pantalone, pronto a rivedere Harry dopo tre settimane.

***


-Ehi amore, buon anno.- sussurrò Louis, staccandosi appena dal petto di Harry.
Era in quella stanza da quasi 40 minuti e, per tutto il tempo, era semplicemente restato accanto ad Harry, sdraiato sul suo letto e con la testa poggiata sul suo petto.
-Ti piacerebbe essere parte del 2014, Boo?- chiese il riccio, fissando il volto di Louis con tutta la dolcezza di questo mondo.
-E a te piacerebbe essere mio marito?- propose l'altro, sfilando lo scatolino di velluto blu dalla tasca posteriore e mettendo l'anellino d'oro al dito di Harry.
Il bacio che seguì dopo, fu il più salato che i due si fossero mai scambiati, totalmente bagnato delle loro lacrime.

  
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