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Autore: gateship    01/01/2014    1 recensioni
[SG1] NON è un sequel di ''We wish you a Merry Christmas'', ha semplicemente un titolo simile...
Sam e Jack vengono colpiti durante una missione e sono costretti a passare il Capodanno in infermeria... Sam/Jack, accenni a Janet/Daniel (non mi uccidete!!)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack O'Neill, Janet Fraiser, Samantha 'Sam' Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N/A: Okay, non spennatemi quando avrete finito di leggere... Buon 2014!!
Questa fan fiction è ispirata “Christmas in the Infirmary” di SG-Fan.
Qui per l'account dell'autrice su fanfiction.net: https://www.fanfiction.net/u/761506/SG-Fan
Qui per la fanfiction: https://www.fanfiction.net/s/2628894/1/Christmas-in-the-Infirmary
 

 

and a happy new year!!

 

“NO! ASSOLUTAMENTE NO!”

“Eddai Doc...”

“Janet...”

“NO! E voi due non provateci neppure!” Fraiser si voltò furibonda verso Daniel e Teal'c. “Non qui in infermeria!”

“Ma Doc, dovremmo stare qui per capodanno! Anche se Natale è passato, un albero è d'obbligo! Certo a meno che tu non voglia farci uscire prima... Ah, e poi ci vorranno anche l'arrosto, i bignè, lo champagne, la birra, la tort...”

“Brodo, Colonnello. Brodo di pollo.” Janet sorrise maliziosamente ai pazienti.

“Andiamo, Janet, è solo un colpo alla gamba...”

“Ricevuto in un ginocchio a cui, se non sbaglio, è già stato operato tre volte. Lo stesso vale per te Sam! Niente uscita anticipata o abete con le luci o presepe gigante.” Aggiunse quando Teal'c fece per aprire la bocca.

“Solo la stalla?”

“...”

“Janet per favore! Staremo tranquilli! Solo per entrare nello spirito natalizio, sai bisogna iniziare l'anno nuovo allegramente!” cercò di convincerla Jack. Il 26, quel giorno, erano stati richiamati delle ferie per andarsi ad occupare di alcuni Jaffà, non tutto però era andato come previsto: O'Neill era stato colpito al ginocchio e Carter allo stomaco. Guardò la sua seconda e si accorse che stava sorridendo.

“Va bene. Soltanto la stalla o vi assicuro che vi terrò in infermeria tutti e quattro fino a Pasqua.” L'SG1 guardò con innocenza la dottoressa e Jack sorrise: “Solo la stalla, saremo buoni , serve per entrare in armonia con il mondo esterno...”

27 dicembre...

“Caarteer?”

“Signore?” rispose Sam fissando il monitor del PC.

“Mi annoio!!!”

“Giochi con il suo yo-yo” Sospirò.

“Fraiser me l'ha tolto. Ha detto che avrei potuto spaccare qualcosa... Che facciamo?”

Io scrivo il rapporto della missione su P3X 641. Lei non ne aveva alcuni indietro? Sarebbe un buon momento per recuperarli...”

“Non mi va.” Dopo un attimo di silenzio riprese: “Fraiser non aveva detto 'niente lavoro'?”

“Già”

“...Mi dai il tuo computer?”

“Signore?”

“Dammi il tuo computer. Lo uso per giocare. Sai, ho scoperto questo nuovo gioco sui Simpson... Bellissimo. Tu intanto puoi leggerti uno di quei megasuperlibri che hai in laboratorio.” disse storcendo il viso. Chissà che avevano di tanto interessante quei libri...

“Glielo do tra dieci minuti. Lei intanto può fare qualcos'altro.” Come stare in silenzio...

“Ookay. Qual è il tuo cartone animato preferito?

“Non so. Nessuno in particolare, non li vedo da anni... Perché lo chiede?”

“ Come non li vedi da anni?? Carter ma non è possibile!! Io li vedo sempre, specialmente i Simpson, lo sapevi vero?” Chiese allegro mettendosi seduto.

“Deve averne accennato una volta...” rispose ironicamente Sam ancora concentrata sul rapporto.

“Io li adoro!! Insomma, poi Homer è simpaticissimo!! Fa un sacco di battute, tipo le mie sai? Adesso ti faccio un esempio...”

“Colonnello – disse chiudendo infine il monitor – il computer è tutto suo.”

“Graazie!! Sapevo che ti avrei convinto Carter!” annuì entusiasta guardandola gioiosamente.

Verso sera...

“Doc voglio le patatine fritte non questa brodaglia! La mensa fa schifo!!” Sam e Janet si lanciarono un occhiata. Jack sarebbe stato rilasciato il 7, Carter il 15. Quegli 11 giorni sarebbe stati infernali...

“Janet, sei sicura di non potere dimetterlo prima? Magari chessò, l'uno o giù di lì... Non ne posso più! Ha parlato del suo cartone preferito tutto il giorno!”

“Non posso, lo sai.”

“Cambiargli stanza?”

“Neanche. E poi dai, sarà un'opportunità per conoscervi meglio...” sussurò Janet all'amica.

“Janet!! Noi non...”

“Uff... ho capito!!” disse con una scrollata di spalle. “Ah, comunque domani arriverà Cassie, è ritornata oggi dal viaggio con Dominic.” aggiunse ad alta voce.

“Evvai!! Finalmente potrò fare la battaglia di cuscini con quelli dell'infermeria!!” sussurrò Jack.

“Colonnello guardi che l'ho sentita.”

“Ah.”

28 dicembre...

“Carter? Carter svegliati!!” le disse a bassa voce lanciandole una pallina di carta.

“Colonnello?” chiese assonata. “Che ore sono?”

“Sono le 5:30 del mattino e Cassie arriva solo tra 4 ore e 30, mi annoio!! Che facciamo?!”

“Colonnello, per favore sono stata sveglia tutta la notte a sentirla parlare di Homer, Lisa, Marge, Bart, Meggie e un cane, per favore mi lasci dormire.”

“Non mi va. E poi non ho sonno, a me non hanno dato la morfina...”

“Signore voglio solo addormentarmi.” rispose sistemandosi ad occhi chiusi sul cuscino e tirandosi le coperte sulla testa.

“Carter!!! Se non giochi insieme a me a qualcosa dico a Fraiser che hai lavorato e che non sei andata a guardare i messaggi della mail!”

Sam sospirò e si girò supina. “Ho della morfina in corpo Colonnello, non è giusto.”

“Facciamo gli indovinelli!! È semplice no?”

“...Chi inizia?”

“Così mi piaci Carter! Allora, tu fai le domande e io rispondo, d'accordo?”

“Si signore. Vediamo...” Sam cercò di mettersi seduta ma, con una smorfia di dolore, ci rinunciò: “Quanti giorni siete stati lei e Teal'c siete stati in quegli anelli temporali?”

O'Neill indugiò un attimo sulla bocca della compagna, poi mordicchiandosi un labbro rispose: “216, come minimo. Sai, ad un certo punto ho perso il conto...” Però l'ultimo ciclo me lo ricordo bene... già...

“Allora, come si chiamava la luna di Sokar?”

“Troppo facile!! Ne'tu!”

“Già... Signore non potrebbe continuare lei? Io sono stanca...”

O'Neill mise su il broncio “Va beeene, allora, quanti anni ha Maggie?”

“Chi ?” Chiese la voce mezza addormentata di Sam che si era voltata dando la schiena ad O'Neill.

“Maggie!! Maggie Simpson!! Andiamo Carter!! Te l'ho detto prima!! Allora, ti spiego ha circa un anno anche se porta ancora il ciuccio e cammina ancora a gattoni, capito? Allora, prossima domanda: quanto sono alti i capelli di Marge? Carter? Carter?? Accidenti...” Jack si ributtò sul cuscino sbuffando, in mattinata avrebbe trovato il modo di vendicarsi...

 

Più tardi...

“Sam!! Sam!! Andiamo svegliati!” Daniel scosse con forza l'amica.

“Che c'è? Lasciami dormire” rispose una voce impastata di sonno da sotto le coperte.

“Sono le nove, Janet vi ha mandato a letto alle ventuno. Hai dormito 12 ore!!”

“Daniel... il Colonnello ha parlato del suo cartone preferito fino all'una e mi ha svegliato di nuovo alle cinque per fare gli indovinelli. Ho dormito si è no 4 ore.”

“Oh...non so come tu faccia a non imbavagliarlo, io una volta l'ho fatto, sai? Comunque, io e Teal'c dobbiamo partire con l'SG-15 tra tre ore. Problemi su '582.”

“Ah... capisco... In altre parole vuoi dire che starò sola con lui?” Entrambi si voltarono verso Jack che era intento a costruire aeroplanini di carta. “Che volete? Almeno io non sono un geek!”

“Ma fa sempre così?” Le chiese l'amico.

“Oh, no. È tranquillo ora. Non ha ancora iniziato a cantare..”

“Ow... beh, devo andare al briefing. Buona fortuna!!” disse poi dandole un'amichevole pacca sulla spalla.

“Ne avrò bisogno eccome...” sussurrò.

 

11...

“Jack!! Dì a mia mamma che posso prendere la birra!!”

“Doc, falle prendere una birra.” O'Neill si mise seduto.

“No!! Hai diciassette anni Cassie!”

“E allora? Sai che roba... i miei amici la bevono già da un anno!”

“Sì, ma noi siamo persone civili e tua sei mia figlia. Niente birra, non alle 11 del mattino comunque. Lo stesso vale per lei Colonnello.”

“Accidenti!”

Cassandra si avvicinò a Sam che fino ad allora era stata insolitamente tranquilla. “Sam? Stai bene?”

“Sisi, solo un pochino stanca. Tutto qui.”

“Stai bene Sam?” Janet le si affiancò prontamente.

“Si Janet. Però ora vorrei dormire.” disse voltandosi dall'altro lato e approfittando del fatto che lei e il suo CO non erano soli.

“Okay... comunque ora devo andare, Jenny mi ha invitato a pranzo. Bacio.” disse avvicinandosi alla zia. “Mamma. Bye Jack!” salutò con un sorriso.

“Sta bene?” chiese Janet a Jack.

“Oh, beh sai Doc... dopo che tu hai spento la luce ha lavorato per circa quattro ore, le dicevo di smettere, ma lei mi ha ignorato! Sta diventando sempre più insubordinata!”

“... Le toglierò il portatile...”

“Già, faresti meglio.” Jack annuì vigorosamente.

“Beh, il pranzo arriverà tra circa un ora. Le serve qualcosa?” Lo yo-yo, la play station, un nintendo... “Nel primo cassetto del mio comodino ci sono Monopoli, delle carte e il Cluedo di Harry Potter. Me li porti?”

 

Verso il pomeriggio...

“Mhh... Che ore sono?” Sam si stropicciò gli occhi e si guardò attorno. Un colonnello dalle iridi color nocciola la fissava.

“Le quattro. Hai dormito per quasi sei ore!! Ti rendi conto di quanto mi sono sentito solo??”

“Sissignore, posso immaginarlo... Ha preso lei il mio portatile?” chiese cercandolo con lo sguardo.

“No. L'ha preso Fraiser. Ha scoperto che hai lavorato fino all'una.”

“Ma io non ho...”

“Già.”

“Colonnello!!!”

“Beh, guarda il lato positivo, adesso poi fare qualcosa con me!!” disse sorridendo.

 

20...

“Carter!!!!!! CARTER!! La vuoi piantare di leggere quel libro?”

“Signore, per una qualche strana ragione mi è stata tolta l'unica fonte di distrazione che avevo a parte i libri. Può lasciarmi in pace?”

“Ma-ma io mi annoio!! Ho fatto un elenco di tutte le cose che ci sono in infermeria, due volte! Voglio fare qualcosa di diverso!! Ehi no aspetta, ho un'idea!! Che ne dici se ci vediamo qualcosa alla TV?”

“Non i Simpson, Colonnello.”

“Uff... I Puffi? I Loony Toons? I...” Sam scosse il capo ancora immersa nel libro.

“Colonnello, per favore.”

“Giochiamo a briscola?”

“Briscola?”

“Si Carter, briscola. B.R.I.S.C.O.L.A. Sai cos'è no?” Chiese.

“Sissignore, solo... non sapevo che ci sapesse giocare...”

“Oh Carter, io conosco un sacco di giochi, dovresti saperlo!”

“Umh... signore, non possiamo giocare dovremmo avere i letti più vicin...”

“Janet!!” Fraiser entrò velocemente nella stanza con una siringa piena in mano. “Colonnello state be...?”

“Si si, ma non possiamo giocare se non ci... sai... avvicini i letti...”

“Oh, certo” Si scambiò uno sguardo malizioso con l'amica ma Sam scosse quasi impercettibilmente la testa. Fraiser avvicinò il letto di O'Neill a quello di Carter, poi, con un sorriso, si congedò.

“Allora, le carte le faccio io, d'accordo? Bene. Tre a te, tre a me e la briscola è... picche!”

“Coppe, Signore...”

“Stessa cosa.” disse prendendo in mano il mazzo di carte. “Mhh... vediamo... tocca a me Carter, vero?”

“Sta a me Colonnello.” E per fortuna che ci sapeva giocare... Prese a sua volta le carte e le guardò, due di coppe, 6 di spade e l'asso di denari. Giocò il 6.

“Umh... allora... dammi il malloppo Carter!!” disse mostrandole un 3 di spade. “WOW!!” Con un sorriso grande una casa prese le due spade.

“Bene, sta volta tocca davvero a me, allora...”

 

“Signore, ora basta. Ho vinto io, tre volte. Niente rivincita. Basta.”

“Ma non è giusto...”

“Chiamo Janet.”

“No.”

“Si.”

“No!!”

“Si!”

“No!!!”

“Si!!”

“No all'infinito.”

“Ma...”

“Vinco sempre io Carter!”

“Va bene. Okay. Non chiamo Janet. Lei però la potrebbe smettere di scocciarmi?!”

“Carter!! Stai diventando insubordinata! Non me lo sarei mai aspettato da te!”

“Beh, sa... mi hanno rinchiuso in una gabbia con un pazzo...” sussurrò.

“Maggiore sto aspettando una risposta.”

“Mi dispiace signore ma non giocherò ne a briscola, né a rubamazzo, ne a cluedo né a monopoli né a risiko. Non di nuovo.”

“Alla play station?”

“No.”

“A cantare le canzoncine di Natale?”

“No.”

“Vediamo un film?”

“No.”

“Una serie TV?”

“No.”

“Un cartone?”

“No.”

“Facciamo gli indovinelli?”

“No.”

“Facciamo degli scherzi a Fraiser?”

“Colonnello!”

“Mi annoio!! Non sai neanche fare una battaglia di cuscini Carter!! Insomma... Almeno lasciami cantare la sigla dei Simpson!”

“NO!!”

“Nemmeno a bassa voce?”

“... Se riesce a non disturbarmi va bene...”

“Evvai!! Ti adoro Carter!!” Sam e Jack arrossirono contemporaneamente.

“Uh... ehm... grazie signore...”

“Niente. Tu dormi pure, prometto che non disturbo!” La guardò con una faccia angelica e sorrise.

“Va bene.”

29 dicembre...

“Uff...”

“Signore, le serve qualcosa?”

“No.”

“Okay.” disse voltando la pagina del libro.

“Che leggi?”

“Oh, non è un niente sulla scienza se intende questo. Si chiama “Uno studio in nero”, di Ellery Queen. Ellery riceve un manoscritto dove è contenuta una storia inedita di Sherlock Holmes. Watson narra di come lui e il suo amico abbiano indagato per scoprire la verità su Jack lo Squartatore...”

“Ho capito, è pizzoso e io non ho niente da fare.”

“Perché non legge qualcosa?”

“Carter stai parlando con me, non con Daniel!”

“Già...”

“Ehi, ho un idea. Vediamo i Simpson.”

“Gliel'ho detto e glielo ripeto. No.”

“Okay, allora se non vuoi vederli vuol dire che sarò costretto a raccontarti gli episodi parola per parola, per parola, per parola, per parola... Oppure preferisci le battute di Homer?”

“Signore, ho in mente io un gioco.”

“Ma allora sai cos'è!!!”

“Già, si chiama gioco del silenzio. Vince chi sta zitto per più tempo, d'accordo?”

“...”

“Non giocherò a nient'altro Colonnello.”

“Va bene.”

“Okay, pronti, partenza... via!”

I primi dieci minuti passarono in silenzio, i primi venti anche, dopo trenta minuti Jack prese carta e penna dal comodino

-Carter, che ne dici se la piantiamo? È la cosa più noiosa che abbia mai fatto... e per di più abbiamo deciso insieme!

Sam si fece passare il blocchetto e scrisse:

No, perde chi parla per primo Colonnello! Se vuole...

Sam sorrise, sapeva che O'Neill avrebbe rinunciato difficilmente alla vittoria. Lo aveva messo nel sacco! Jack però aveva un'idea diversa, si sarebbe vendicato in un altro modo...

Dieci minuti dopo Janet entrò nella stanza per assicurarsi che i suoi due pazienti preferiti stessero bene, erano in silenzio da quaranta minuti... “Colonnello, Sam, state bene?”

Jack lanciò uno sguardo a Sam per vedere se potesse parlare, ma lei scosse il capo sorridendo, poi alzò un pollice verso Janet.

“...Perché non state parlando?”

-Gioco del silenzio Janet, era l'unico modo per farlo stare zitto... se parlo riprende a parlare anche lui!!

O'Neill le strappo ciò che aveva in mano e scrisse furiosamente

-Quando ti deciderai a parlare e questo stupido gioco finirà te la farò pagare...

-Mi toglierà dall'SG1 Colonnello?

-Grazie per l'idea Carter!

“Mi promettete che se avrete bisogno di qualcosa chiamerete?”

Sam e Jack scossero il capo. “È un ordine.” Ancora niente. “Se non la smettete e non parlate chiamo il Generale...” Carter ed O'Neill si guardarono preoccupati ma poi restarono immobili.

“Bene.”

Janet si allontanò e mentre Sam e Jack si scannavano a sguardi per il guaio in cui avevano messo l'un l'altra, Fraiser ritornò.

“Se avete bisogno di qualcosa suonate, va bene?” disse porgendo loro due campanelle.

Sam, dopo un veloce sguardo al suo CO annuì. “Bene. Non fate troppo stupidaggini mentre non ci sono...”

 

-Carter, non sono mai stato così arrabbiato in vita mia!

-Non sa quanto mi dispiace...

-Almeno non ci possiamo fare dare da Fraiser un computer? Mi fa male la mano a scrivere

-Non credo, non dopo quello che le ha detto Colonnello... Perché non legge un libro? Oppure non smette di lanciarmi palline di carta per dirmi che si annoia?

-Ahahah molto spiritosa Carter... neanche un sintetizzatore vocale?

-Vuole provare a chiedere?

-Quasi quasi...

 

 

“Dottoressa Fraiser, disturbo?” Janet alzò la testa di scatto verso l'infermiera e sorrise: “No, cosa ti serve?”

“Sono Carter ed O'Neill, Signora. Stanno suonando un campanello ma ogni volta che chiedo loro cosa vogliano scuotono la testa...”

“Lascia fare a me.”

 

“Sam, Colonnello, che sta succedendo?”

-Dammi un computer Doc!

“Signore?”

-Dammi un computer, devo vedere i Simpson, c'è troppo silenzio...

“Non credo che sia una buona idea, Sam si metterebbe a lavorare...”

-Ma io non glielo darei!! Vedrei solo un sanissimo cartone animato Doc, cosa c'è di meglio per i malati?

“…È una promessa Colonnello?”

-Esatto scrisse guardandola con aria angelica. Janet stava per allontanarsi quando il Generale Hammond entrò: “Maggiore, Colonnello come state?”

Sam e Jack abbozzarono a un sorriso e arrossirono, abbassando lo sguardo.

“Colonnello? Maggiore? Dottore che sta succedendo, sono diventati muti?” chiese allarmato.

“No signore, non vogliono parlare. Gioco del silenzio.”

Hammond sgranò gli occhi e guardò i suoi due migliori ufficiali di sbieco

“Ma che...Colonnello, spero non avrà proposto lei quest'idiozia!”

“Beh Generale lui...”

“Voglio sentirlo detto dal Colonnello, Dottoressa.” rispose sottolineando accuratamente il grado dell'altro.

Jack guardò Sam disperatamente, e ora che faccio? Senza aspettare una risposta disse: “No Signore, è stata Carter.”

“Maggiore!” Sembrava che Hammond stesse per svenire.

“Generale, con tutto il rispetto, il Colonnello non stava zitto e dovuto agire di conseguenza.”

Il Generale sbuffò e si rivolse a Carter: “In questo caso Maggiore... non posso che darle ragione!! Beh... sono tutti suoi Dottore.” disse con un sorriso, andandosene.

“Janet, non hai chiamato tu il Generale, vero?”

“No!!” L'amica scosse concitatamente la testa.

“Va bene...” Quando anche Fraiser se ne andò Jack si voltò a guardare la sua seconda.

“Carter... riprovaci e sei fuori dall'SGC, anzi dall'Aeronautica.”

“Ahah.”

“Cosa? Guarda che è una cosa seria!!”

“Si, mi dispiace Signore.” rispose cercando di mascherare il crescente sorriso sul volto.

“Ahhh, non importa, ora sto molto meglio!! Falalalalalalala!! la mia voce funziona ancora!! Sai, dopo sei ore senza parlare stavo pensando che sarei diventato muto!! Ah, ehi aspetta! Te l'ho mai raccontata questa? ...”

E si ricomincia... pensò Sam sconsolata.

 

 

“Janet!!!”

Janet entrò nella stanza e si guardò attorno: O'Neill stava... “Colonnello che diavolo sta facendo?!”

“Il computer non andava, Doc! Ho dovuto fare qualcosa!”

“Me lo ha spaccato!” Carter era furibonda.

Janet guardò il letto del Colonnello O'Neill: un computer, il computer di Sam, era aperto sul letto, alcuni piccoli cavi e schede sparse sul letto, e l'hard-disk principale sul pavimento, rotto.

“Colonnello!”

“Le avevo detto di aspettare un minuto Signore, un minuto! C'erano tutti i i miei file, le ricerche sul reattore naquadah, i rapporti delle missioni... TUTTO!!”

“Carter mi dispiace, è solo che mi annoia...”

“Non le parlo più!”

Janet si avvicinò all'amica che sembrava sull'orlo di una crisi di nervi: “Sam...”

“No, Janet! Si è comportato come un bambino da quando siamo qui! Prima i Simpson e la canzoncine di Natale, poi tutti i giochi possibili immaginabili, ci manca solo che mi proponga di giocare con Maria e Giuseppe!”

“Sei solo invidiosa perché ho vinto il gioco del silenzio!!”

“L'ho vinto io, Colonnello!”

“Oh, si beh, comunque io avrei preferito giocare con il bue e l'asinello ma se per te va b...” Due occhiatacce lo zittirono. “Okay...”

“Bene, se vi lascio promette di non scannarvi?” chiese Janet qualche minuto dopo alzandosi.

“Si Doc.”

“Io tanto non potrei...” disse accennando con il mento alla ferita.

“Oh già e a proposito di quello, vi devo controllare le ferite...”

30 dicembre...

Janet corse verso la sala Stargate a perdifiato. A quanto pareva l'SG5, di ritorno prima del previsto, era sotto attacco. Vide i colpi delle lance Jaffà volare per la sala e cercò con lo sguardo Daniel e Teal'c. Loro, come il Maggiore Donald 'Donny' Carsual, una giovane recluta scozzese, non erano nella stanza. Improvvisamente, prima che qualcun altro potesse passare, lo Stargate si chiuse. Senza ulteriori indugi si diresse verso gli uomini.

“Cosa sta succedendo?”

“Siamo caduti in un imboscata, Generale, i cuttanenghi ci hanno giocati, devono avere una specie di... accordo con i goa'uld.”

“Dove sono Jackson, Teal'c e Carsual?”

“Io non lo so Signore... ci siamo diretti immediatamente verso lo Stargate... probabilmente sono stati feriti, o uccisi...” Sia Janet che Hammond sbiancarono.

“Non poteva farci niente, Colonnello Janeway. Lei e gli altri della sua squadra state bene?”

“Credo di essere stato colpito si striscio, ma...”

“In infermeria, signori. Rapporto tra quaranta minuti.”

 

 

“Janet cosa sta succedendo?” Chiese Sam appena vide l'SG5 varcare la soglia dell'infermeria. Fraiser scosse la testa. Non era un buon segno. L'esame post-missione fu più corto del solito, tutti, sopratutto il Generale e l'SG1, volevano sapere quello che era successo. Persino Jack e Sam, anche se confinati in infermeria, chiesero, ed ebbero, il permesso di partecipare al briefing.

 

“Cos'è successo Colonnello?” chiese il generale quando tutti si furono sistemati.

“Stavamo andando verso il villaggio dei cuttanenghi, Signore, in appetenza un popolo pacifico che abbiamo conosciuto circa 2 mesi fa. Come dicevo, ci siamo diretti verso il villaggio quando dei colpi di armi personali hanno colpito me e per poco non hanno preso il Dottor Jackson. Abbiamo subito battuto in ritirata, Signore, con i Jaffà alle calcagna. Siamo arrivati allo Stargate in pochi minuti, i nemici sempre più vicini. Il tenente Richard ha inserito i simboli e l'IDC e siamo corsi via. È tutto.”

“Nient'altro?”

“Nossignore, quando siamo arrivati qui Jackson, Teal'c Carsual non ci hanno seguiti.”

“Signore, chiedo il permesso di...”

“Negato. Sia lei che il Maggiore avete bisogno di riposare. È un ordine. Riguardo ad una missione di salvataggio invece...”

“Potremmo mandare un UAV per controllare la presenza di eventuali Jaffà nelle vicinanze del 'Gate.”

“Si, ma se li hanno fatti prigionieri capiranno che stiamo per...”

“Credo che il Colonnello Janeway abbia ragione, Dottoressa. Noi non lasciamo indietro nessuno, e questo loro lo sanno già.” rispose Hammond lanciando un'occhiata di fuoco a Janeway, li aveva lasciati indietro. Certo, non aveva avuto altra scelta, ma... Sam si mosse a disagio sulla sedia a rotelle.

“Maggiore?”

“Mi scusi Generale, stavo pensando.”

“Che novità ragazzi! Carter che pensa!” disse sarcastico O'Neill.

Sam lo ignorò. “Colonnello Janeway, i Jaffà vi hanno seguito sino allo Stargate, vero?”

“Si, perché?”

“Beh... da quanto mi ha raccontato Janet i colpi delle armi hanno colpito lo Stargate, giusto?”

“È così.”

“Allora... forse potrebbe essere successa la stessa cosa che accadde a me e al Colonnello O'Neill quando finimmo in Antartide.”

“Grazie per il bel ricordo, Carter!”

“Dico sul serio Colonnello, potrebbe essere possibile.” Lo sguardo di Carter lo fece sentire ancora peggio. Già stavano litigando in quegli ultimi giorni poi... beh stavano parlando della vita di Daniel e Teal'c. Non era da prendere alla leggera.

“Già, scusa.” le disse abbassando lo sguardo.

“Comunque, se ciò che dice Sam è vero Daniel, Teal'c e Carsual sarebbero all'area 51. Ci avrebbero avvisato, non credete?”

“Solo se sanno che lo Stargate è stato attivato.”

“Non capisco dove voglia arrivare, Maggiore...”

“Le spiego: quando lo Stargate è stato riattivato da goa'uld qualche anno fa, nessuno l'ha sentito, a parte i militari che erano nella stanza in quel momento, è ovvio. Siamo sotto periodo natalizio, la sorveglianza, anche se non di molto, è stata allentata. Nella sala dove tengono lo Stargate non c'è nessuno, se magari le guardie di turno non hanno sentito il rumore... Daniel, Teal'c e il maggiore potrebbero essere feriti, svenuti, magari non in grado di chiamare aiuto... Signore, con tutto il rispetto, la verità è che se loro non sono, come credo, all'area 51 probabilmente sono morti.”

 

 

A Sam, Janet e Jack i dieci minuti successivi parvero un'eternità. Erano ritornati tutti e tre in infermeria: a Carter era stata iniettata un'altra dose di morfina e O'Neill stava sorprendentemente zitto.

“Doc?” Jack si fece strada nell'ufficio della dottoressa.

“Signore! Non l'avevo vista entrare. Ci sono novità?”

O'Neill si sedette e scosse il capo: “Sono passati 10 minuti da quando abbiamo contatto l'Area 51, probabilmente ci vorrà ancora un po' per avere notizie. Come ha detto Carter il personale è ridotto al minimo. La stanza dove li cercano non è tanto grande ma se hanno bisogno di cure mediche immediate credo che prima aiuteranno loro e poi chiameranno noi.

“Già... mi dispiace, non ci avevo pensato.”

“Hai paura per Daniel” affermò guardandola negli occhi.

“È un amico.”

“Lo ami.”

“No.”

“Sicura?”

“...è un amico.”

“Va beeene. Sai, secondo me lui ha una cotta per te.”

“Cosa?” Janet drizzò la testa.

“Mai stato così serio Doc.” Prima che una Janet al settimo cielo potesse rispondergli il telefono squillò.

“Fraiser... Morto? Oddio ne è sicuro?... Signore là non hanno un medico specializzato, chiedo il permesso di partire immediatamente per... Non una parola fino a quando non ne sapremo di più... Sissignore ho capito. Parto subito.” Fraiser riattaccò, pallida come un fantasma.

“Doc cosa succede?”

“Devo andare Colonnello.”

“Ma...”

“Mi dispiace.” E senza aggiungere altro lasciò la stanza.

 

-

Janet Fraiser era a pezzi. Già, decisamente a pezzi. Si lasciò cadere sulla sedia dell'ufficio e si guardò le mani. Daniel era in condizioni critiche. Era difficile da ammettere: Daniel era in condizioni critiche. Daniel era stato assalito da una truppa di Jaffà ed era in condizioni critiche. Daniel era l'uomo che amava. Daniel era l'uomo che amava da tre anni, ed era in condizioni critiche. Una piccola voce le disse che era sotto shock. Almeno sapeva ancora riconoscere cos'era uno shock. Daniel era in condizioni critiche e lei non gli aveva mai detto quanto gli volesse bene, quanto lo... e se non si fosse ripreso? Cosa avrebbe fatto?

 

Quando O'Neill si svegliò, quella sera, la prima cosa che vide fu la schiena di Carter. Si mise supino e guardando il soffitto chiese: “Come stanno?” Qualche ora prima, quando Janet se n'era andata era stato costretto, letteralmente, a tornare a letto da un infermiere grosso almeno quanto Teal'c.

“Carter, mi dispiace per il computer, davvero. Però stiamo parlando di Daniel e Teal'c, dovresti fare un eccezione... Carter?” Jack si tirò a sedere e, con cautela, scese dal letto avvicinandosi a quello di Sam. “Ehi...” La prese per un braccio e la voltò verso di lui: stava piangendo. “Carter?”

“È morto.”

“Chi? Ti prego non dirmi che Daniel e Teal'c sono...?”

“Teal'c starà a riposo per circa un mese e in coma indotto per almeno una settimana, il simbionte le sta aiutando, ma... è stato colpito al viso, alla coscia, alla caviglia e ha il collo rotto. È un miracolo che sia vivo. Daniel è... è messo peggio, fino a poco fa era ridotto in condizioni critiche... ha ricevuto un colpo in pieno petto e ha una caviglia fratturata. Carsual non ce l'ha fatta. Colpito in pieno viso.”

“Oddio...” O'Neill la guardò orripilato: Teal'c, Danny, Carsual morto... Si sedette accanto a lei sul letto, attento a non toccarla. “Lo conoscevi?”

“Abbiamo servito nella Guerra del Golfo, stessa divisione.”

“Mi dispiace...”

“Anche a me.”

“Ne...umh... ne vuoi parlare?”

“No.”

“Capito... allora...” Jack si fece imbarazzato.

“Colonnello, vuole... chessò giocare a qualcosa?”

O'Neill sgranò gli occhi: “Carter stai bene? Non è che... non so... Fraiser ti ha dato troppa morfina, hai bevuto birra di nascosto...”

“Sono seria Signore.” Jack la guardò: era distrutta, le lacrime si erano seccate sul viso... stava cercando conforto, da lui.

“Va bene, allora, Simpson?” Un piccolo sorriso rischiarò il volto di Sam.

31 dicembre...

Janet venne svegliata da delle risate, risate che scoprì provenire dalla camera di Sam e Jack. Si preoccupò immediatamente: risate? Erano state entrambi informati delle condizioni di Daniel e Teal'c' e Donny era uno dei migliori amici di Sam... senza contare che erano entrambi arrabbiati l'uno con l'altra... Quando entrò li vide a rotolarsi dalla risate, con le lacrime agli occhi: “Sam!! Colonnello! Ma che avete... non ditemi che avete bevuto, perché se lo avete fatto vi giuro che...”

“Doc!! Sai cosa ti regalerò il Prossimo Natale?!? Un libro su Napoleone!! Capisci!? Su Napoleone!!”

“Grazie Colonnello. Cosa vi è successo?”

“Nah... niente! Carter voleva giocare e dopo aver visto un cartone dei Simpson ci siamo messi a pensare a quali scherzi potevamo fare al personale dell'SGC, non pensavo che avesse un'immaginazione così fervida, sai? Ehi Carter, che ne dici se regaliamo a Siler un'armatura? Magari così non si fa più beccare da scosse elettriche o altro. A proposito si è ripreso dalla super spinta che gli ho dato?”

Janet gli lanciò un'occhiataccia: “È tornato al lavoro ma non del tutto, Signore.”

“D'oh”

“D'oh?” Due paia di occhi lo guardarono interrogativi.

“Si, D'oh, sapete che vuol dire, vero? NO?? Woo-hoo!! Evviva!! So una parola che Carter non saaa, so una parola che Carter non saaa, so una parola che Carter non saaaaa, e nessuno lo può negar!!!” canticchiò allegro.

“Io vado” Disse Janet scuotendo la testa sorridente.

“Allora- iniziò Sam una volta che l'amica fu scomparsa dietro la porta- cosa significa?”

“Cosa?”

“Cosa significa D'oh?”

“Vuoi saperlo davvero??!”

“Sì”

“Allora... significa che... significa che... oh vabbè, è una battuta dei Simpson, Homer la usa quando gli succede qualcosa di spiacevole, capito?”

“Beh non è che in quel contesto ci stesse proprio a pennello, ma...”

“Lo so.”

“E allora perché...?”

“Perché mi andava Carter!! Mi andava! Ma il tuo senso dell'umorismo è andato su un altro pianeta o cosa?”

“No, è solo che...”

“Allora, che facciamo?”

“Io volevo andare a vedere Daniel e Teal'c, sa...” Sul volto di Sam passò un'ombra.

“Vuoi che io ti... vuoi che ti faccia compagnia?” Carter annuì.

 

Quando Sam, sempre su una sedia a rotelle e Jack, dotato di stampelle entrarono in infermeria, lo spettacolo che si parò loro davanti fu più brutto di quanto Fraiser avesse preannunciato: entrambi avevano gli occhi chiusi, entrambi erano “intubati” ed entrambi erano pallidi come cadaveri.

“Oh Dio...”

“Come stanno Doc?”

“Teal'c si sta riprendendo più velocemente del previsto, la frattura al collo si sta ricomponendo, purtroppo anche il simbionte ha subito gravi danni. Daniel... si riprenderà, con lentezza, dovrà stare a riposo per un mese o due, ma credo si riprenderà del tutto.”

“Ah.”

“Colonnello credo che lei è Sam dovreste tornare a letto” disse voltandosi verso l'amica che era a dir poco livida.

“Stai bene?” sussurrò Janet.

Aprì la bocca per rispondere, poi si morse un labbro e si limitò ad annuire.

 

“Carter stai bene?” Sam per tutto il tragitto e per le seguenti due ore era stata incredibilmente zitta. E una Carter zitta era qualcosa di impossibile.

“Sissignore, solo stanca.”

“Okay.” O'Neill la guardò: non stava bene, nessuno di loro sarebbe stato bene fino a quando Danny e Teal'c non fossero ritornati a passare attraverso lo Stargate. Bisognava fare qualcosa. Qualcosa del tipo... Oh sì!!!

“Va beeeeeneeeee. Allora non ti dispiace se canto no?” Senza aspettare una risposta iniziò: “Tu sceeeendiiii daaaaaaalle stelleeee o reeee del cieeeelooo e sceeendiii in uuuuna grooottaa al freddo e al geeeelo, eeee sceeendiii in una groootttaaaa al freddo eeee al geeeeeelo.”

“Colonnel-”

“No? A me va bene anche una ninna nanna!! O cleeer de la luuuneee mon amì Pierrròòò prette mua ta plumeeeee puuuur eeeecrir a moooo” Non sapeva cosa stesse dicendo, però la cantava Janet a Cassie, quindi...

“Colonnello!!”

“Carter?” Chiese guardandola con innocenza.

“Il pallino non è ancora ritornato a lei.”

“Ma...”

“Niente ma signore, mi ha rotto il computer!”

“Ma io non volevo!” Sam gli rivolse uno sguardo feroce.

 

“Briscola?”

“No.”

“Rubamazzo?”

“No.”

“Tresette?”

“Si gioca in quattro.”

“Scopa?”

“No.”

“Camicia?”

“No.”

“Centocinque?”

“No.”

“Asino?”

“Chi, io?”

“Intendevo il gioco Carter!”

"Ah, no.”

“Freccette?”

“No.”

“Freccette che hanno come bersaglio Siler?”

“No!!”

“Siler con l'armatura intendo!!”

“Niente da fare.”

“Battaglia Navale?”

“Non la smetterà fino a quando non dirò di sì, vero?”

“Ci sei arrivata!!!”

Sam si sistemo sul letto e lo guardò: “Battaglia Navale, Signore.”

“Bene Carter” disse prendendo il gioco dal comodino, “che vinca il migliore.”

19...

“Okay Carter, hai vinto, mi hai battuto tre volte. Non so proprio casa fare con te... Anzi, no. C'è un gioco in cui sono imbattibile!!”

“Quale, Signore?” Chiese Sam guardandolo.

“Raccontare barzellette!!!”

“Oh no...”

“Andiamo Carter, sarà divertente! Vediamo se riuscirai a non ridere! Allora... iniziamo: un tizio entra in un locale e dice: "Vorrei una camicia." "La taglia?" "No, la porto via intera." È troppo divertente!! Io muoio dal ridere ogni volta che la sento!!! Poi un'altra, Carter, sai qual è il colmo per un astronauta?” Sam scosse la testa trattenendo una risata “Avere gli occhi fuori dalle orbite! L'hai capita? Le orbite!!”

Prima che Sam potesse replicare Janet entrò con due vassoi in mano.

“Ehi Doc! Gli aviatori fanno sciopero stasera?”

“No Colonnello, ma il personale è ridotto al minimo, quindi...”

“Ahhh, che c'è di buono? Patatine? Cotolette fritte? Ohh, una bistecca?!?!”

“Lenticchie.”

“Oh.” Il gemito provenne ad entrambi i letti.

“Di secondo c'è un uovo.”

“Champagne?”

“Nossignore.”

“Ma così non c'è divertimento!!! I dolci?”

“Un mini torroncino da parte di Cassie e Dominic. Le dispiace di non essere qui, ma aveva altri impegni...”

“Ohoh”.

“Colonnello!” L'avvertimento arrivò da tutte e due le donne.

“Allora Janet hai programmi per stasera? Maratona di film?”

“In verità no, sono in servizio. Hammond ha deciso di tenere almeno un medico, quindi... passerò la serata da sola.”

Jack vide Sam mordicchiarsi un labbro, e anche se con suo profondo rammarico disse: “Perché non stai con noi, Doc? Sarà divertente! Io, tu, Carter, dei bei giochi... Che ne dici?”

23:40

“NO!!”

“Ma-ma, non è giusto! Carter ha scelto il gioco delle colonnine, tu gli indovinelli- purtroppo, pensò Janet - ora io voglio scegliere obbligo o verità! Che problema c'è?”

“Siamo militari signore e Janet è in servizio.”

“E allora?? Prometto di non chiedere chi vi piace! Andiamo, ragazze sarà divertente!!! E poi è solo per 19 minuti e dieci secondi!!” Janet e Sam si guardarono per un attimo poi acconsentirono.

“Allora, inizio iiiiiiiioooo!! Doc, obbligo o verità?”

“Allora... verità.”

“Va bene, però dopo al massimo due verità un obbligo, altrimenti non ci divertiamo! Vediamo, una verità per Fraiser...” Le si avvicinò e la fissò negli occhi.

“Scusi dottoressa Fraiser?” Siler si affacciò alla porta. “Stavo controllando il...”

“Arrivo.” Fece un sorrisetto furbo al Colonnello e se ne andò.

“Allora Carter, siamo rimasti noi due... obbligo o verità?”

“Verità.”

"Va bene, ma voglio che tu sia sincera, eh? Ti piace davvero studiare tutte quelle cose... lì?"
"Sì!"
"Secondo me dovresti farti una vita..."
Sussurrò "Colonnello!!"
"Tocca a te."
"Allora, a quanti anni ha dato il suo primo bacio?"
"Carter!! Avevo detto niente cose di questo tipo!"
"Lei risponda..."
"15"
"Ahhh..."
"Tocca a me! Allora, obbligo o verità?"

“Verità” Ti prego non chiedermi chi mi piace Ti prego non chiedermi chi mi piace Ti prego non chiedermi chi mi piace Ti prego non chiedermi chi mi piace! Però potrei mentire... no non sarebbe giusto. Oddio cosa faccio?

“Allora Carter?”

“Cosa?”

“Ti ho chiesto quel è stata la tua missione preferita fino ad adesso. P3X-595, vero?”

“Colonnello!!” Sam avvampò.

“Va bene, va bene, non ne discutiamo ora, d'accordo, però è stata la tua missione preferita, ammettilo!!”

“No, credo sia stata quella su P4X-586”

“Ehi ma quei nativi mi hanno...”

“Fatto imparare la loro lingua a memoria prima di intraprendere un qualsiasi tipo di scambio commerciale?”

“Già!!”

“È per questo che mi è piaciuta la missione.” disse maliziosamente Sam.

“Sai, non che mi lamenti, il farmaco che ci hanno dato era ottimo, credo... però... sapevi che 'ciao' si dice stullo?” Sam sorrise.

“Allora, Colonnello, che cosa vuole? Obbligo o verità?

“Umh... obbligo. Però nessun tiro mancino, eh?”

“Ci proverò... bene Colonnello, per un mese a partire da quando l'SG1 tornerà in attività, dovrà ascoltarmi parlare di tecnologia aliena.”

“Ehi!!! Avevo detto niente cose impossibili!!”

“Lo ha suggerito lei sto gioco, io mi sto adattando!”

“Già... e me ne so pentendo! Allora, obbligo o verità Carter?”

“Suppongo che mi rimanga l'obbligo signore, non sia cattivo...”

“Oh, vedrai...”Guardò l'orologio, erano 23:59, Fraiser non c'era, lui e Carter, erano da soli, era la fine dell'anno... ora o mai più.

“Baciami, Carter.”

  
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