Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Sakura___    02/01/2014    0 recensioni
Questa mia prima fanficion è un continuo della storia diverso da quello che tutti si aspettavano, spero vivamente possa piacervi!
Il vento quel giorno soffiava forte, tanto che attraversando i fioriti rami degli alberi, di quello che un tempo veniva chiamato il bosco di Inuyasha, ne spostava le punte meno robuste.
Il mezzo-demone carezzo per un'ultima volta il Boshingoku, beandosi del profumo che i suoi fiori rosati liberavano nell'aria. «Avanti Kaede». La donna, che in quei minuti era rimasta in silenzio, lasciò che la piccola Rin si andasse a rifugiare dietro alla sua sacrale veste, prima di tender ancor una volta l'arco e scoccare quella freccia che era sicura le sarebbe costata la vita.
Così quella freccia imprigionante andò a colpire la spalla del mezzo-demone, che un tempo la sorella della sacerdotessa, e la sua reincarnazione avevano amato, costringendolo all'albero sacro, proprio come cinquantatré anni or sono, questa volta per l'eternità.
«Kagome». Sussurrò esalando l'ultimo respiro.

~
«Ka-Kagome...». Sussurrò il mezzo-demone.
«Sbagliato! -Esclamò la ragazza, ad un palmo dal suo naso- Mi chiamo Kaori!».
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II
Capitolo Due




«Dunque le cose stanno così». Sospirò il monaco Miroku, corrugando il suo viso maturo in un espressione pensierosa, mentre la sterminatrice, la sacerdotessa ed il mezzo-demone attendevano una riflessione in più, che non tardò ad arrivare. «Sei una ragazza dalla bellezza irresistibile!». Esclamò il monaco depravato, gettando a capofitto le sue manacce sulle curve definite della giovane studentessa, lasciando che le sue vecchie abitudini non lo tradissero. «Maniaco!» Urlò sua moglie, che coi nervi ormai saltati, lasciò che la sua fedele arma, Hiraikotsu lo colpisse sulla nuca. «Vedo che gli anni passano, ma il lupo perde il pelo e il vizio mai». Disse Inuyasha, divertito da quella piccola scena quotidiana di cui aveva sentito la mancanza. «Purtroppo non cambierà mai». Sospirò sconsolata la sterminatrice, riponendo l’arma alle sue spalle. «Ma sono sempre così… Strambi?». Domandò sconcertata Kaori, alla sacerdotessa che, discreta ed impassibile rispose. «Da che ne ho memoria, purtroppo». Fra gli ordinari battibecchi dei due sposi, l’indifferenza della sacerdotessa e l’imbarazzo della giovane studentessa, sbigottita, l’attenzione di Inuyasha fu attirata da un odore familiare, forte e grezzo, che si faceva sempre più vicino.
«Botolo ringhioso!». Urlò una voce in lontananza, ed a quel suono un ghigno di sfida si dipinse sul volto del mezzo-demone. «Non ti perdonerò mai!». Urlò il capobranco della tribù degli Yoro, che correndo a tutta velocità atterrò con un calcio sul volto di Inuyasha. «Razza di idiota come hai osato!». Ribatté il mezzo-demone, faccia a faccia con il demone lupo. «Ammasso di pulci!» Ringhiò Koga. «Lupastro fastidioso!» Rispose a tono Inuyasha mostrando le zanne al suo eterno rivale, che di certo non era da meno. «Come hai potuto lasciare che accadesse?!». Urlò il demone lupo. «Come hai potuto lasciare che Kagome morisse?!». Sputò con tutta la rabbia in corpo, zittendo addirittura lo scompiglio che stava andando avanti nell’abitazione della venerabile Rin. A quelle parole il volto di Inuyasha mutò, quel grido disperato aveva lasciato che i brutti ricordi tornassero alla sua memoria, incupendolo. «Non ho potuto fare niente». Sussurrò il ragazzo, nascondendo gli occhi dietro la lunga frangia argentea, nascondendo così il suo rancore. Rancore verso sé stesso, che non aveva saputo mantener fede alla sua promessa. Con aria tetra volto le spalle ai suoi amici, e senza alcun indugio fuggi via, in cerca di solitudine.
«Adesso calmati Koga, non è stata colpa sua. Nessuno poteva salvarla». Sussurrò addolorata Sango, poggiando una mano sulla spalle del demone, che a stento tratteneva le lacrime. «Scusate, si può sapere chi è questa Kagome?». Domandò confusa Kaori, che in tutta quella faccenda ci capiva ancora ben poco. Al solo pronunciare di quel nome i visi dei presenti si spensero, e la giovane sprofondò nel più totale imbarazzo, finché non incontro gli occhi di Rin e le sue labbra prender parola. «La venerabile Kagome, reincarnazione della somma Kikyo, è stata una sacerdotessa di forte spirito, che ha aiutato tutti noi a sconfiggere il male. Devi sapere, mia cara Kaori, che prima di te un’altra giovane ragazza, proveniente dalla tua epoca, aveva varcato il pozzo mangia ossa, riportando fra di noi un potente gioiello, la Sfera dei Quattro Spiriti. Quella sfera era in grado di conferire immenso potere al demone che la possedeva, e Kagome, dentro la quale riviveva lo spiriti di Kikyo, primo vero amore di Inuyasha, ha sconfitto sia il gioiello, sia il potente demone che se n’era impossessato, Naraku. Fu un’ardua impresa, e nonostante allora fossi solo una bambina porterò con me il ricordo di quella cruenta battaglia fino a che la mia anima avrà vita, una guerra vinta dei qui presenti Sango, Miroku, Koga, aiutati dal potente Sesshomaru, che un tempo mi ha accudita, e di Inuyasha, suo fratello minore che ci hanno beato della pace. Purtroppo però anche le cose belle sono destinate ad una fine, e dopo aver atteso tre anni, la giovane Kagome era tornata nella nostra epoca, divenendo la sposa di Inuyasha e sacerdotessa di questo villaggio, ma purtroppo si ammalò e non potendo tornare nel suo mondo per ricevere le dovute cure che il suo tempo le avrebbe permesso, è rimasta qui, ed ora il suo spirito veglia su tutti noi». Kaori non sapeva cosa dire, era rimasta commossa da quel racconto e le lacrime cominciarono a scender ininterrottamente. «Oh mia cara, il tempo delle lacrime deve ancora arrivare, non ti è ancora stato detto perché Inuyasha si trovasse sigillato all’albero sacro. Il fatto risale a pochi giorni dalla morte della venerabile Kagome, il mezzo-demone non riusciva a convivere col suo senso di colpa, non poteva andare avanti sapendo di averla persa per sempre, nonostante le avesse promesso eterna protezione, così, sotto gli occhi di questa sacerdotessa, che era ancora una piccola fanciulla, si fece sigillare da una freccia mistica a Boshingoku, nello stesso modo in cui aveva detto addio a Kikyo, nello stesso modo in cui aveva conosciuto Kagome, desiderando solo l’eterno riposo». Sui volti di tutti il dolore di quel lutto era struggente, e le lacrime non volevano dar pace alla giovane Kaori, addolorata da quel racconto così surreale, e così ingiusto. Non poteva credere a quanto dolore avessero sofferto quelle persone e ancor più non poteva immaginare il rimorso che affliggeva quel ragazzo dall’espressione imbronciata ed i capelli argentati.


In quel momento gli occhi color cioccolato della ragazza si riempirono di una strana luce, che li rese quasi dorati, colpendo così il demone lupo che ne rimase ammaliato. Kaori, dagli occhi ardenti si alzò di colpo, lasciando sbigottita la strana compagnia che la circondava, mentre con determinazione lasciava la modesta abitazione, a passo svelto.
Non sapeva dove andare, vagava senza meta in cerca del mezzo-demone, Kaori corse in lungo e in largo, seguendo il sentiero che, inspiegabilmente, il suo sesto senso le indicava. Un qualcosa dentro di lei, simile ad un sentimento, ma più razionale, le suggeriva di cercare nel pressi nel pozzo che l'aveva portata indietro nel tempo.
Le sue gambe si muovevano da sole, come se stessero danzando guidate da quella via che l'aveva portata d'innanzi a Boshingoku, l'albero sacro. Fu lì che trovò Inuyasha, il ragazzo dava le spalle all'albero e, scrutando l'orizzonte ignorò il respiro affannato della giovane,  neppure quando la sentì avvicinarsi. Il mezzo-demone dagli argentei capelli si rifiutò di guardare quella studentessa ancora negli occhi, non avrebbe retto il suo sguardo perché la rabbia nei suoi confronti era troppa, perfino per un mezzo-demone che aveva imparato ad amare.
«So che mi odi, e non ti biasimo per il rancore che serbi nei miei confronti, non avrei dovuto destarti dal tuo sonno eterno, ma mi dispiace. Mi dispiace dal profondo del cuore». Esclamò singhiozzante la ragazza, mentre il sale le scendeva dagli occhi e la lunga frangetta le copriva il viso, sorprendendo così il ragazzo, che ora la fissava scrupolosamente. Incredulo. «Mi dispiace di essere arrivata solo ora, di non aver sciolto il sigillò prima di questi dieci anni, perché tu non avresti dovuto! Inuyasha, io non posso comprendere neppur lontanamente il tuo dolore, nemmeno provando sentimenti più forti riuscire a compatire la tua infelicità, ma se c'è una cosa che non approvo è proprio la tua resa. Hai preferito arrenderti, esser vinto dalla solitudine e dal dolore e questa è una cosa che un demone grande in forza, come di cuore, come te non avrebbe dovuto lasciare che accadesse. Il mezzo-demone che ha salvato questo mondo ucciso da un cuore spezzato, sono parole che provocan solo un'ironia piena di amarezza. Eppure sei ancora in tempo Inuyasha!». Gridò straziata lei, lasciando spiazzato il ragazzo che per la prima volta in vita sua non seppe cosa dire. «Devi esser forte, devi lottare! Affronta i demoni che tormentato la tua anima con tutta la forza Inuyasha che hai, non lasciare che siano loro a vincerti! Vivi, fallo per Kagome! Fallo per Kikyo!». Quelle parole arrivarono come lame affilate al cuore di Inuyasha, quasi quanto le esili braccia di Kaori che, disperate, avevan corso incontro ad il ragazzo in cerca di rifugio. Il mezzo-demone non se lo sarebbe mai aspettato, per la prima volta dopo anni, gli incessanti singhiozzi del pianto di quella ragazza stavan smuovendo qualcosa dentro lui che adesso, come lei, cercava conforto ricambiando quell'abbraccio. Era scioccato, in meno di due giorni quella ragazzina era arrivata a capirlo, ed aveva smosso dentro lui sentimenti ormai repressi da anni.
Entrambi si accasciarono a terra, ancora stretti, in quell'abbraccio nulla più che straziante, e mentre la ragazza ancora piangeva, Inuyasha poggiò la testa sulle sue gambe, nascondendovi il viso nell'incavo creato dalle balze della gonna.
Era sorpreso da quanto grande e forte potesse essere il cuore di quella ragazza, che disperata piangeva per lui, come nessuno aveva mai fatto, come solo sua madre aveva saputo fare.
Il ricordo della donna che gli diede la vita, piangente, che inginocchiata a terra stringeva forte il suo bambino lasciandosi sfuggire lacrime amare lo commosse, ma non fu in grado di toccarlo nel profondo come il suono del pianto di quella ragazza, come il frangersi delle lacrime a contatto con la sua dura pellaccia, come il suo respiro affannato, in perfetta armonia con le calde ed affusolate dita che sfioravan il suo capo, carezzandolo. Tutto ciò fu nuovo per il ragazzo, che mai avrebbe creduto un sentimento simile ripetibile, eppure silenzioso piangeva. Inerte, le gocce di mare scorrevano a fiumi dai suoi occhi, come non mai, come aveva sempre cercato di nascondere, perfino quando disse addio alla sua donna.
Kaori finì le lacrime, ma la tristezza di quel ragazzo, che ancora coccolava amorevole, non voleva lasciare il suo cuore, non le voleva dare pace, come se non dipendesse da lei ed era un sentimento che la turbava.
Fu il leggero russate del ragazzo che la destò dai suoi pensieri, che, con la fanciullezza dipinta in viso sonnecchiava sereno fra le braccia di quella ragazza, che, silenziosa, gli asciugò le scure ciglia appena inumidite, promettendosi che non ne avrebbe mai fatto parola con nessuno.


 

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«Ammasso di pulci!».
«Lupastro fastidioso!».


 

BUON ANNO NUOVO A TUTTI!!!
Lo so, sono in anticipo di un bel po' rispetto al previsto, ma visto che entriamo nel 2014 mi son detta quale modo migliore di iniziare l'anno se non con un bel capitolo di questa fanfiction? :D
Beh, riguardo alla storia è ancora presto per dir qualcosa, ma penso ormai si sia capito che Kagome e Kaori son due mondi distanti l'uno dall'altro... Ah, presto arriveranno anche gli altri nostri compagni di avventura! :)
Non vedo l'ora di saper cosa ne pensate ahah 
Un bacione ed un augurio di prospero anno,
Sakura. <3
Un bacione, Sakura.

  
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