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Autore: no_light_    02/01/2014    5 recensioni
Il colpo di fulmine esiste, così come anche l'amore vero, quello puro e quello che durerà per sempre contro ogni avversità, anche contro il destino.
Tratto dal testo:
'Per sempre?'
'Per sempre, Liam'
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente.
Lo so, dovrei smetterla di scrivere e pubblicare os sugli ziam. Prima o poi ce la farò.
Vi lascio adesso un mio pensierino perché alla fine non voglio contaminare niente con le mie stupidaggini.
Questa os è nata ascoltando la canzone '20 sigarette' di Mengoni, ecco spiegato il titolo. L'ho scritta tutta in una notte, quindi scusate il delirio.
E' la prima os che pubblico nel 2014, quindi vi faccio un grande augurio per questo anno appena cominciato e spero che questa 'cosa' che ho scritto vi piaccia.
Un bacio a tutti e grazie per l'attenzione!






Era autunno inoltrato.
L'estate era solo un lontano ricordo; il vento aveva cominciato a soffiare raffiche di aria gelida, le foglie non erano più verdi, ma di un tenue arancione e cadevano anche con un minimo spostamento.
Proprio una foglia rinsecchita si posò sul petto di Zayn, steso nel giardino di casa sua. La scostò e tornò a guardare il cielo completamente buio.
Passava le sue serate così da più o meno tre mesi. Non aveva mai desiderato così tanto la fine dell'estate come quell'anno.
Giugno, Luglio e Agosto erano stati la sua lenta agonia, trasformatasi in rassegnazione a Settembre e diventando definitivamente pace ad Ottobre.
Ottobre era diventato il mese con cui si identificava di più. Tutto era spoglio, triste, grigio, freddo. A volte Zayn si sentiva così, per questo la stagione che stava trascorrendo gli infondeva un senso di tranquillità.
Non era più da solo finalmente.

Eppure un tempo lui non era così, per due anni aveva vissuto la sua vita al meglio; era solare, sorrideva, viveva appieno ogni emozione.
Aveva avuto tanti ripensamenti durante i suoi ventidue anni, ma solo su una cosa sarebbe stato sempre sicuro: non si sarebbe mai pentito di aver vissuto al massimo ogni istante con Liam.
Come ogni sera il pensiero volò a quel ragazzo con gli occhi da cerbiatto che lo aveva stregato sin dalla prima volta che si erano incontrati. Zayn lo aveva capito solo dal primo sguardo che 'era lui'.
Era lui la persona speciale.
Era lui il ragazzo con cui avrebbe condiviso ogni cosa, dalle emozioni più forti fino ai gesti di poca importanza.
Era lui l'uomo 'speciale'.
Sorrise, perché i ricordi che aveva con Liam non gli portavano malinconia, ma solo una grande gioia che risanava le ferite che, ne era consapevole, non si sarebbero mai rimarginate del tutto.
Con quei ricordi trovava anche un conforto sconfinato perché era solo grazie a quelli se continuava ad andare avanti, se si sforzava di resistere e non lasciarsi andare.
Infatti Zayn, nonostante la sua apatia, era anche forte, sapeva quali fossero i suoi limiti e riusciva a controllarsi alla perfezione. Anche Liam gli aveva sempre detto che il suo self control era da invidiare.
Liam.
Di nuovo quel viso dolce prese forma nella sua mente, così si perse nei suoi ricordi, nei momenti migliori della sua esistenza.
 
Qualcuno finalmente si era accorto di quell'annuncio nella bacheca dell'università di Manchester, per questo Zayn si era alzato di buon umore e aveva ripulito casa da cima a sfondo.
Due pomeriggi prima aveva ricevuto una telefonata che aspettava da decisamente troppo tempo; un certo Liam Payne gli aveva detto che aveva trovato il suo annuncio nella bacheca del corridoio della facoltà e gli aveva domandato se fosse ancora possibile diventare suo coinquilino.
Il moro rimase stupito. Dopo tre mesi qualcuno si era fatto vivo!
Gli assegnò immediatamente il posto in casa sua e si accordò per i vari dettagli come la divisione delle spese, delle faccende domestiche e di tutto ciò che implicava essere coinquilini collaborativi.
Non appena riattaccò si ripeté che aveva fatto la cosa giusta, e ne ebbe la conferma qualche ora dopo quanto il famigerato Liam Payne aveva varcato la soglia della loro futura casa.
Si erano trovati bene sin da subito, gli era bastata un'occhiata per capirsi e Zayn sentì una stretta allo stomaco che aveva provato solo un'altra volta in vita sua, anche se non al primo incontro.
Ma Liam era diverso da tutti gli altri, lo aveva capito quando, seduti sul divano davanti a una bella tazza di thé, gli aveva confidato il motivo per cui avesse scelto Manchester come città dove studiare, lasciando Wolverhampton.
Frequentava la facoltà di medicina e voleva diventare un medico specializzato in psicologia perché il suo sogno era quello di aiutare le persone instabili mentalmente, cercare di capire la loro psiche e aiutarle facendo il possibile. Cosa che non avevano fatto con sua madre, morta suicida in seguito a una crisi post parto dopo aver avuto sua sorella minore. Tutto ciò era accaduto quando lui aveva solo dodici anni, e proprio quel maledetto giorno decise che non avrebbe continuato a piangere la morte della sua adorata mamma con le mani in mano, ma avrebbe cercato di salvare altra gente infelice come lei, così si sarebbe sentito più vicino alla donna e quello sarebbe stato il suo modo di ricordarla.
Dopo quella confessione lo aveva abbracciato e, soprattutto, aveva cominciato a stimarlo e ad ammirarlo. Per avere solo ventuno anni era determinato, aveva la testa sulle spalle ed era il ragazzo più dolce che avesse conosciuto.
Anche Liam gli aveva espresso tutta la sua stima, interessandosi ai suoi racconti riguardo la facoltà di storia dell'arte con specializzazione in architettura che frequentava da sei mesi, facendosi promettere addirittura che sarebbe diventato uno degli architetti più famosi al mondo.
Quella era la dimostrazione che fossero entrati subito in sintonia, e che erano uno di quel raro 'colpo di fulmine' che aveva colpito entrambi.
Dopo una settimana dalla loro convivenza, infatti, si erano scambiati il primo bacio in cucina, mentre cucinavano delle uova strapazzate.

Zayn aveva spento il fuoco e si era voltato per prendere una presina, ma fu distratto dallo sguardo di Liam che si sentiva addosso da un quarto d'ora. Si guardarono negli occhi e, quasi come una calamita, i loro volti si avvicinarono e le loro labbra entrarono in contatto, sfiorandosi dolcemente.
 
Un soffio di vento fresco scompigliò i suoi capelli, facendolo ritornare alla realtà.
Posò lo sguardo sull'albero accanto al ciglio della strada davanti a sé. Era quasi morto, completamente secco e un po' ricurvo. Gli faceva una certa impressione, così alzò la testa e si perse ad osservare il cielo scuro.
Era un cielo notturno senza stelle, triste, senza nulla di speciale.
Sbuffò e si accese una sigaretta.
Aspirò e, per buttare fuori il fumo, dovette guardare nuovamente quel cielo spoglio.
Un'abitudine che non avrebbe mai perso era quella di far viaggiare la sua mente in luoghi e posti lontani, così per la seconda volta si ritrovò a vivere una delle tante esperienze con Liam.
 
-Hai visto come sono bravo?- esclamò Liam non staccando le mani dallo spago che teneva saldamente fra le dita.
Era inverno, nel periodo natalizio, e i due ragazzi avevano deciso di ritornare bambini e utilizzare l'aquilone che Zayn aveva trovato nella loro soffitta poco tempo prima.
Nonostante l'aria gelida e il cielo bianchissimo, chiaro segnale di neve imminente, Liam non si era perso d'animo e, dopo circa cinque tentativi, era riuscito a far volare quell'aquilone variopinto.
Zayn lo aveva osservato tutto il tempo, sorridendo e constatando che fosse troppo tenero quando per il nervosismo sbuffava, librando nell'aria il tipico fumo dovuto al freddo, e quando, invece, per la felicità lo aveva invitato a raggiungerlo e ad abbracciarlo.
-Se non ci fosse l'aquilone che rischierebbe di prendere il volo ti abbraccerei anche io, ma dopo tanta fatica non posso lasciarlo andare- gli spiegò Liam, girando di poco la testa e guardandolo dritto negli occhi -Oh, ma che mi frega. Sei più importante tu di uno stupido aquilone-
Un secondo dopo Zayn si ritrovò avvolto nelle braccia del castano che aveva cambiato idea non appena aveva incontrato i suoi occhi.
Zayn sapeva che Liam non avrebbe resistito, amava troppo toccarlo e mostrargli tutto il suo affetto, così si ritrovò a sorridere sfiorandogli il collo candido.
Gli lasciò un bacio sulla particolarissima voglia accanto al colletto del giubbino e poggiò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare dai suoi baci e dalle sue carezze.
-Facciamo una foto, così la stampiamo e ne teniamo una per ognuno- aveva proposto Zayn allontanandosi di poco dal ragazzo.
Subito Liam si ritrovò d'accordo e dal suo cellulare partì un flash che immortalò i volti sorridenti di quei due ometti un po' troppo cresciuti che si divertivano ad usare un aquilone nel bel mezzo del parco.
 
Sorrise con la sigaretta tra le labbra ed estrasse dal suo portafoglio la fotografia che custodiva tra le banconote da ormai un anno.
Era un po' stropicciata agli angoli, ma per il resto era perfetta.
I loro sorrisi erano perfetti, le loro mani intrecciate erano perfette, i loro sguardi innamorati erano perfetti, loro due erano perfetti.
Avrebbe ricordato per sempre com'era stare con lui, l'amore che entrambi provavano, il loro modo di dimostrarsi affetto. Perché no, anche le effusioni sdolcinate che non sempre aveva amato quando Liam era ancora con lui, nella loro casa, al sicuro.
La frase che più frequentemente il castano gli ripeteva, infatti, era che casa loro era il loro rifugio, il loro angolo di paradiso, e lì sarebbero stati felici per sempre, lontano dal mondo.
Un'altra cosa che faceva a ripetizione era suonare il pianoforte, la sua passione, dedicandogli un sacco di melodie fantastiche, anche composte da lui. Ogni volta che toccava quei tasti neri e bianchi, infatti, la sua mente si perdeva e viaggiava.
Molte volte aveva suonato per lui, per uno Zayn completamente assuefatto dai suoi movimenti dolci e delicati sullo strumento.
Quando tutto ciò accadeva lui sperava che Liam fosse felice.
Zayn sapeva che quella sua speranza ritrovava riscontro nella realtà ogni giorno, infatti il suo ragazzo gli ripeteva quanto fosse felice ogni volta che ne aveva voglia: mentre facevano la spesa sussurrandoglielo davanti al bancone dei salumi, oppure mentre si raccontavano dei loro progressi universitari, ma, soprattutto, glielo mormorava ogni volta che facevano l'amore.
 
-Z...Zayn, devo dirti una cosa- gli sospirò all'orecchio.
Erano sudati, ancora ansanti per l'orgasmo che li aveva colpiti entrambi nello stesso momento e accovacciati sotto le lenzuola del loro letto matrimoniale.
-Dimmi amore-
Liam sorrise -Mi piace quando mi chiami amore. Comunque, Matt mi ha proposto di intraprendere dei viaggi per cominciare a seguire conferenze per strutturare dettagliatamente la mia tesi di laurea. Ha detto che sono uno degli studenti migliori e che se cominciassi a lavorarci adesso, secondo lui, raggiungerei dei risultati ottimi. Un anno passa velocemente e sinceramente mi sento pronto per intraprendere questo percorso. Tu che ne dici?-
Zayn appoggiò sin da subito il suo desiderio, ripetendogli che gli importava solo che fosse felice.
-Sappi che sarai il primo, dopo il professore, a leggere la mia tesi. Se realizzerò il mio sogno sarà anche grazie a te- esclamò euforico il castano, lasciandogli tanti teneri baci a stampo.
Zayn gli sorrise -Che onore! E se ti dicessi che il mio sogno sei tu?-
-E' ovvio che anche tu sei il mio. E comunque sai che il tuo sogno vivente desidera vederti come futuro architetto. Lo so che ami coltivare questa tua passione, quindi non mollare mai. Fallo per me-
Non avrebbe mai potuto rinunciare a realizzare l'obiettivo che si era proposto ancor prima di conoscere Liam, infatti avrebbe terminato sicuramente gli studi e avrebbe cercato di affermarsi in quel campo.
Quando poi era arrivato quel ragazzo così dolce nella sua vita la sua voglia di impegnarsi era aumentata a dismisura e, oltre che a farlo per Liam, non avrebbe mollato per se stesso.
 
-Zayn, ehi, sveglia-
Sentì qualcuno scuotergli il braccio ed aprì gli occhi. Non si era neppure accorto di essersi addormentato, e proprio per colpa del suo stato di dormiveglia si era illuso che al suo risveglio avrebbe trovato davanti a lui due occhi castani da cerbiatto che tanto amava.
Invece a scrutarlo erano due occhi verdi come il prato su cui era steso da decisamente troppo tempo.
-Zayn ti rendi conto che hai dormito qui fuori? E' l'alba e mi sono accorto solo adesso che non eri ancora rientrato. Stai bene?-
Il moro non voleva essere scontroso con il suo migliore amico, così per evitargli una sfuriata si limitò ad uno 'scusa Harry. Vado a fare un giro'.
Il riccio sospirò soltanto, sapeva che non avrebbe dovuto contraddirlo perché quello era il momento che Zayn usava per svagarsi da solo, cercando un qualunque segno per non rivivere sempre gli stessi momenti, anche se sapeva che era tutto inutile.
 
Si addentrò per le vie di Manchester e, una volta arrivato ad Albert Square, si sedette su una panchina, stravaccandosi completamente. Stare tante ore sdraiato senza portare nemmeno una coperta non era stata una scelta saggia.
Nonostante la schiena a pezzi, però, una camminata in solitudine gli aveva fatto bene. L'alba era il momento della giornata che più preferiva perché la luce fioca del sole nascente illuminava la città rendendola quasi un luogo pieno di amore, dove il dolore e altre brutte sensazioni non esistevano.
Il ritorno a casa di Liam dopo i suoi viaggi di studio poteva essere paragonato ad un'alba, infatti ogni volta che Zayn lo trovava nel loro salotto sorridente e con le valige lasciate a terra, irradiava felicità come il sole di prima mattina.
La laurea si avvicinava a vista d'occhio, quindi Liam era spesso fuori città e ritornava a casa loro nel weekend.
Come al solito erano complici anche in questo e non si facevano abbattere, stabilendo una specie di rito che seguivano ogni giorno. Liam chiamava Zayn sempre prima della partenza e poi all'arrivo, per rassicurarlo; durante la giornata si scambiavano dei messaggi o si videochiamavano su skype; ma la loro parte preferita era il ritorno a casa di Liam che, non appena varcava la soglia del loro 'angolo di paradiso', si lasciava tutto il lavoro alle spalle e dedicava tutte le sue attenzioni a Zayn.
Una lacrima solitaria bagnò la guancia del moro che, sospirando, alzò nuovamente la testa al cielo trovandolo decisamente più confortante e allegro rispetto a quello notturno.
La dolcezza di quella luce tenue gli ricordò quasi la dolcezza dell'ultimo 'ti amo' che lui e Liam si erano detti.
 
-Zayn ho paura. Sto per prendere un treno ad altissima velocità per raggiungere Akita. Qui in Giappone li chiamano addirittura treni proiettili. E non dovrei disturbarti visto che a Manchester è notte-
La voce di Liam traspariva tutta l'ansia che stava provando in quel momento, così Zayn cercò di rassicurarlo -Ehi, calma. Hai fatto tanti viaggi fino ad ora, e proprio alla penultima tappa del percorso vuoi arrenderti? Pensa che quando tornerai ci sarò io ad abbracciarti forte-
-Amore forse non hai capito che se continuo questo tour de force stressante è solo perché so che poi ci sarai tu ad aspettarmi a casa, che sarai felice di accogliermi, di fare l'amore con me. Tu non puoi immaginare quanto tu sia fondamentale per me Zayn-
Come uno sciocco il moro si ritrovò a sorridere con gli occhi lucidissimi.
Combatté per non piangere e singhiozzare come un'idiota al telefono -Vorrei che tu fossi qui con me, ma so che sarà possibile solo tra due giorni. Mi raccomando, stai tranquillo. Se l'ansia vorrà prendere il sopravvento su di te pensa che ti amo, ti amo tantissimo-
-Zay... anche io ti amo. Adesso devo salire sul treno, ti chiamo non appena arrivo. Ti amo, amore. Per sempre, vero?-
-Per sempre, Liam-
 
E per Zayn continuava ad esistere quel 'per sempre'.
Lui non si sarebbe mai stancato di amare il suo Liam, nonostante il destino avesse deciso di accanirsi contro di loro.
Lui credeva ancora nel loro amore, nonostante adesso Liam fosse un angelo.
Si era allarmato quando non aveva ricevuto la solita telefonata da parte sua, per questo aveva passato una notte in bianco, quindi sapeva già che era successo qualcosa. Ovviamente non pensava che la situazione fosse così tragica.
Per un solo istante il mondo gli era crollato addosso la mattina dopo, quando al telegiornale avevano annunciato il deragliamento di un treno in Giappone che aveva causato alcuni morti, e quando la giornalista aveva pronunciato il nome 'Liam Payne' tra le vittime.
Ma poi aveva deciso di combattere, di non arrendersi perché il suo Liam non avrebbe voluto vederlo debole, non a caso gli ripeteva sempre che non doveva mollare.
Non nascondeva che spesso, soprattutto durante la prima settimana dall'incidente e dopo il funerale, aveva pensato di abbandonare tutto e chiudersi nella sua stanza, estraniandosi.
Poi però con il passare dei giorni aveva capito che avrebbe commesso un errore madornale, infatti avrebbe deluso profondamente il suo ragazzo ed era l'ultima cosa che aveva intenzione di fare.
Per questo continuava i suoi studi, si impegnava moltissimo negli esami, e aveva addirittura cominciato la sua tesi di laurea che riguardava l'architettura.
L'unica cosa che non era riuscito a reggere era vivere nella stessa casa che condivideva con Liam. Non ce la faceva a dormire nello stesso letto dove aveva dormito o fatto l'amore con lui tante volte, non poteva gironzolare per casa senza sentirsi oppresso.
Così aveva deciso di stabilirsi a casa del suo migliore amico, Harry, che non aveva esitato ad offrirgli un posto da lui. Se non avesse avuto tanta forza di volontà e l'appoggio del riccio, era sicuro che non avrebbe continuato a vivere.
Ma era convinto anche che tutta la sua forza la ricavasse anche dall'amore profondo che ancora lo legava a Liam. Anzi, lui era certo che il loro amore sarebbe stato eterno, proprio come avevano avuto la fortuna di dirsi un istante prima della fine.
Si amavano e sempre lo avrebbero fatto, chi dalla Terra, chi invece dal Cielo.
Fu proprio in quel momento che Zayn, rimuginando, arrivò ad una conclusione. Oggettivamente per lui il cielo non avrebbe mai avuto niente di speciale, perché l'unico elemento speciale che esso possedeva era una persona, ed era proprio il suo Liam.
Nessuna stella, nessun Sole e neppure la Luna avrebbero potuto eguagliare la nobiltà d'animo, il sorriso, il carattere di Liam. Lui era unico ed era il vero elemento speciale dell'Universo.
Si ritrovò a sorridere come un idiota e a sussurrare, sempre con la faccia rivolta verso l'alto,
-Vedi amore, avevo ragione io sin dall'inizio. Qui l'unico 'speciale' sei sempre stato tu e continuerai ad esserlo-
  
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