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Autore: la luna nera    02/01/2014    5 recensioni
Anno nuovo, vita nuova. Quest'anno è stato decisamente così per me. Dopo la delusione ricevuta alla festa di fine anno, ho deciso di fuggire per qualche giorno in montagna dai miei nonni e lì è accaduto quello che non mi sarei mai aspettata. Quando sono partita non sapevo perchè la neve mi piacesse così tanto. Al mio ritorno si.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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UN FIOCCO DI NEVE FRA I CAPELLI
 
 
A me la neve piace un sacco! Non so perché, ma è così!
E l’idea di passare qualche giorno nella baita dei miei nonni mi riempie di gioia! Grazie a tutta questa bella neve ho l’impressione che riuscirò a dimenticare più velocemente quello che mi sto lasciando alle spalle. Si, ok, sono stata un’ingenua nel poter pensare che uno figo come Alex si innamorasse di una come me. D’altronde cosa dovevo aspettarmi da uno abituato ad uscire con le solite tipe tutte peperoncino senza cervello? Però, quando quella sera mi invitò al cinema, non fui capace di dirgli di no. Ha sempre avuto un terribile ascendente su di me e ci sono rimasta fregata. E l’altra sera, alla festa di fine anno, il sogno si è trasformato nell’incubo. Sentirlo ridere con i suoi amici alle mie spalle, sparando senza ritegno che stava con me solo per essere sicuro che con una racchia così non rischiava le corna è stata una pugnalata tremenda… Lo ammetto, speravo che si ripetesse con me il copione della favola di Cenerentola che fa breccia nel cuore del principe….
Ma quella è una favola e questa è la realtà.   
Gli ho piantato il carro armato dei miei anfibi sulle sue scarpe da ginnastica bianche e super griffate con tutto il fiato che avevo in corpo, lasciandolo dolorante e incazzato nero per il danno alle sue amate calzature. E ho trascorso il resto della serata a piangere e a maledirmi per esserci cascata come un’allocca.
 
Siamo arrivati a destinazione. Guardo il cellulare: almeno c’è segnale! L’ultima volta che sono venuta qui per telefonare dovevo usare il telefono dei miei nonni o dovevo andare alla cabina in piazza!
Scendo dalla corriera con il mio voluminoso zaino e il mio viso si illumina, mi sembra già di stare meglio! E’ rimasto tutto come ricordavo, in luoghi come questi il tempo sembra non voglia scorrere. Queste montagne sono stupende e ogni volta che le guardo è come fosse la prima volta. Anche il piccolo villaggio è rimasto uguale: le case che sembrano abbracciarsi per difendersi dal freddo, gli abeti maestosi che fanno da sentinella, la chiesetta con il suo campanile a punta…
Mi sembra di essere ritornata bambina! Mi incammino verso l’abitazione in cui trascorrerò gli ultimi giorni di vacanza prima di tornare alla mia solita frenetica esistenza, assaporando la meraviglia della neve che brilla al sole dell’inverno.
L’unica nota stonata è quel ragazzino che abitava vicino ai miei nonni! Ricordo che si divertiva come un matto a prendermi in giro, a farmi gli scherzi più cattivi e a sfottermi perché una di città in montagna non sa stare.
Oddio, un po’ di ragione ce l’aveva. Mi mancavano le mie comodità.
Ma oggi un piccolo lembo di comodità cittadina ce l’ho anche qui, con l’aggiunta della tranquillità che mi serve per distendere i nervi e ricaricare le batterie.
Chissà che fine ha fatto! Sicuramente se ne sarà andato da qui. Crescendo non avrà resistito al richiamo della vita in quella parte di mondo raggiunta dal progresso e avrà detto addio a capre, pecore e fienili.
Ecco la baita, fra poco riabbraccerò i miei nonni, che bello!
 
 
“Ehi! Chi non muore si rivede!”
Mi volto. Davanti a me c’è un ragazzo più o meno della mia età che mi sta sorridendo, capelli castani raccolti in una piccola coda, occhi scuri e magicamente profondi. Dal modo in cui mi ha salutata dovrebbe conoscermi, anche se io francamente non ho idea di chi possa essere….
“Scommetto che ti sei dimenticata di me. “Sorride divertito. “Te l’ho detto un milione di volte che l’aria di città ti annebbia il cervello!”
Si accende la lampadina. “Thomas?!”
“In carne ed ossa!”
Non ci posso credere! Quella peste è diventato il ragazzo che ho davanti?!
“Sapevo che finalmente saresti tornata quassù. E’ una vita che non ti fai vedere da queste parti!”
“Beh….si, in effetti….” Saranno passati quasi dieci anni!
“E a cosa dobbiamo la tua presenza?”
“Fatti miei!”
“Ah, capisco…. Il tuo ragazzo ti ha mollato?”
Sarà pure cresciuto, ma è sempre lo stesso deficiente che ricordavo! “E allora? Sono fatti miei. A te queste cose non accadono. A meno che qualche capra non ti abbia scaricato per un aitante stambecco.” Tie’!  Beccati questa!
“Oh-oh! Adesso non ci mettiamo più a piangere! Così mi togli il divertimento!”
“Pazienza! E ora se vuoi scusarmi, devo sistemare le mie cose. Ci vediamo!”
Entro precipitosamente in casa, saluto i nonni e mi chiudo in quella che è stata la mia cameretta quando ero piccola e che lo sarà di nuovo in questi giorni.
Dalla finestra si vede la baita di Thomas con dietro le stalle degli animali che la sua famiglia alleva da generazioni.
Non immaginavo fosse rimasto a vivere qui.
Ed averlo rivisto è stato…stato….strano! Ecco il termine giusto: strano!
E piacevole allo stesso tempo! Oddio no… Quello non l’ho mai sopportato! Che mi sta succedendo?!
 
Durante la notte non ho quasi chiuso occhio. E il motivo non è certo il freddo: ho tre coperte a tenermi ben calda e protetta dal gelo dei monti. Mi giro e mi rigiro in continuazione con quelle parole che risuonano nella mia testa, quella voce che inspiegabilmente ha messo sotto sopra tutto il mio io! Perché?! Cosa c’è di tanto sconvolgente in lui? Perché se ripenso ai suoi occhi il mio cuore batte più forte e inizio a sentire strani crampi allo stomaco? Perché ho l’istinto di alzarmi e sbirciare dalla finestra in direzione della sua casa? Oh, no… Ci sto ricadendo di nuovo! Dai Vic! Non fare la stupida! Sei appena uscita da una sonora batosta, non vorrai catapultarti sul primo che incontri solo perché ha un sorriso che ti ha lasciata senza parole?! Stiamo parlando di Thomas! Thomas, hai capito?! Quello stronzetto che ti ha rovinato lunghissime estati in passato! Già, in passato. Ora siamo al presente… No. No. No. Non posso desiderare di rivederlo! Eppure….
 
Notte dunque insonne e costellata di pensieri assurdi (o quasi). Al risveglio sembro uno zombi. Il cielo è coperto e le previsioni meteo hanno previsto neve fino al primo pomeriggio. Passerò la giornata accanto al camino a chiacchierare con la nonna esattamente come tanti anni fa.
Ogni tanto il mio occhio semi addormentato finisce sulla finestra che, guarda caso, dà sulla baita di Thomas. C’è del movimento lì attorno, forse riesco a vederlo. E il solo pensiero mi fa venire i crampi allo stomaco… No, aspetta, non sono crampi: sono farfalle. Ahia, qui si mette male!
 
I miei nonni stasera hanno organizzato una piccola festicciola per il mio ritorno fra i monti dopo anni di assenza. Hanno prenotato in un piccolo agriturismo a conduzione familiare.
Sai che pizza…. Una serata con i commensali dall’età media di settant’anni.
Spero solo che il menù non sia a base di minestrina e pollo lesso. Help me!!
 
 
Andata!
La cena è stata superlativa dal punto di vista culinario: antipasto della casa e una pizza esagerata!
Ah, non ve l’ho detto.. Il piccolo agriturismo in questione è quello di Thomas.
Lo hanno aperto da qualche anno per arrotondare. Ed ecco svelato il motivo per cui non ha abbandonato i monti. Devo ammettere che quando l’ho visto entrare nel salone con la mia pizza in mano e un sorriso devastante stampato sulla faccia ho quasi perso del tutto la razionalità. Mi duole dirlo, ma inizia a piacermi sul serio. Tutto ciò è assurdo!
 
E restando in tema di assurdità, adesso, in questo preciso istante, sto facendo quattro passi con lui nel giardino della struttura coperto di neve.
 
“Che effetto ti ha fatto tornare quassù dopo tutti questi anni?” La sua voce è terribilmente calda.
“Qui è sempre un angolo di paradiso. Non è cambiato praticamente nulla.”
“Però ora i computer e internet ce li abbiamo anche noi!”
“Già, prima c’era a stento il telefono. Oh, a proposito, la cabina in piazza esiste ancora?”
“Certo! Volevano smantellarla, ma ci siamo opposti con tutte le nostre forze!” Ride. “Ti ricordi quando ti chiusi lì dentro e ti presi a palle di neve?”
“Si! Me lo ricordo eccome! Mi facesti talmente arrabbiare che….. ti avrei strangolato con le mie stesse mani! Per colpa tua mi ammalai e dovetti trascorrere tutta una settimana in casa!”
“Ahahahahah!!! E’ vero!” Ride ancora più forte. ….però devo dire che ora è diverso….troppo diverso. Talmente diverso che invece di arrabbiarmi, rido anch’io!  “Dai, rifacciamolo!!” Mi prende per mano e mi trascina per pochi passi.
“Cosa?!” Sobbalzo. “Vuoi farmi ammalare perché resti chiusa in casa per tutta la settimana, di’ la verità!”
“Non ci penso neanche.”
“A fare cosa? Dirmi la verità o prendermi a palle di neve?!”
Non risponde, ma noto che mi guarda in maniera diversa. Ho l’impressione che i suoi occhi stiano brillando.  E forse anche i miei.
Le nostre mani non si sono lasciate per un attimo da quando ci siamo allontanati da casa sua. E’ piacevole passeggiare con lui, non avrei mai immaginato di poterlo dire! Thomas non è il solito ragazzo dalla bellezza che ti colpisce al primo impatto, c’è qualcosa di nascosto in lui, qualcosa che come lo scopri ti conquista all’istante!  Devo arrendermi all’evidenza: da quando ci siamo rivisti nella mia mente c’è sempre stato solo lui. E quando accade così, sappiamo bene cosa significa, vero?
 
Siamo io e lui, soli, in mezzo alla neve. E sto bene. Come mai era accaduto prima. Neanche quando uscii la prima volta con quel deficiente di Alex! Anzi, mi sentivo quasi a disagio, ora invece…
Il destino a volte riserva delle sorprese pazzesche!
Sogni per anni il principe azzurro cercandolo nel più figo della scuola che invece si rivela il lupo cattivo! E quando meno te lo aspetti, ti si para davanti nei panni di un montanaro pestifero che te ne ha fatte di tutti i colori, ma che il tempo ha trasformato in qualcosa di prezioso e irrinunciabile.
Stiamo passeggiando tenendoci per mano, mentre dei soffici fiocchi di neve iniziano a scendere dal cielo. E’ tutto così magico!
Dovremmo rientrare a casa, ma nessuno di noi due ne ha voglia.
Ci soffermiamo un attimo sotto un lampione a poche decine di metri dalla baita dei miei nonni.
Mi guarda.
Mi sposta una ciocca che mi sta coprendo gli occhi.
 
“Hai un fiocco di neve fra i capelli.”
Lo guardo.
“Ah si?”
 
E mi bacia.
 
 
A me la neve piace un sacco.
Non sapevo perché.
Ora si!
 
 
Victoria
 
 
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Ciao Bella gente!!
Auguro un felicissimo 2014 a tutti quelli che passano da queste parti!
Mi è venuta l’idea di iniziare il nuovo anno con questa storia che avevo scritto alcuni mesi fa e che non avevo mai pubblicato. Che dite? Ho fatto bene a metterla in rete? Non è particolarmente impegnativa, ma se qualcuno vuol lasciare un commentino, è il benvenuto! : )
Ciaooo!!
La Luna Nera

 
  
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