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Autore: Mary Evans    02/01/2014    5 recensioni
1997. Hermione Granger dopo aver obliviato i suoi genitori viene rapita da alcuni mangiamorte e portata al cospetto dell'Oscuro Signore. Dopo essere stata colpita dal suo Avada Kedavra, tuttavia, qualcosa va storto e lei si ritrova catapultata nel 1944, ad Hogwarts. Tom Riddle sta per iniziare il suo settimo anno e la sua vita sembra già essere programmata per la conquista del potere. Cosa succederà alla nostra Grifondoro?
I personaggi non sono miei ma appartengono alla Rowling.
In alcuni capitoli ci sono delle parti prese dai libri.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amor Vincit Omnia'
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20 luglio 1998. Riddle Manor

 

«Mio Signore, abbiamo portato la ragazza.»

Lucius Malfoy si annunciò in questo modo entrando nella stanza padronale di quell’abitazione adibita a Quartier Generale. Si fermò sulla porta, e fissò quasi vittorioso la figura serpentina davanti a lui.

Lord Voldemort non si mosse di un millimetro dalla sua posizione di spalle. Non fece neanche segno di aver sentito l’entrata di uno dei suoi mangiamorte, e Lucius, d’altra parte, fece di tutto per non disturbarlo oltre: era a conoscenza delle terribili punizioni che infliggeva a chi lo irritava, e non aveva alcuna intenzione di essere sottoposto alla maledizione cruciatus come l’ultima volta.

In silenzio fece entrare altri due mangiamorte, che trascinavano di peso il corpo inerme di una ragazza.

La buttarono malamente al centro della stanza, e dopo essersi inchinati al loro Signore si richiusero la porta alle spalle abbandonandola al suo destino.

Ella indossava abiti babbani e riportava ferite in più parti del corpo: era una combattente, ma questo non era servito a salvarla quando si erano presentati in dieci per rapirla.

Quando fu sicuro che i mangiamorte si fossero allontanati a sufficienza, Lord Voldemort finalmente si mosse avvicinandosi alla ragazza e puntando contro di lei la sua bacchetta.

«Innerva» mormorò, facendola risvegliare all’istante.

Ella ci mise un po’ per capire dove si trovava e cosa era successo, ma quando ci riuscì si portò in piedi allontanandosi dal mago che l’aveva risvegliata. Cercò la sua bacchetta nella tasca posteriore dei jeans, anche se non si aspettava davvero di trovarla, e rimase a fissarlo con un’espressione fiera in volto nonostante la paura la stesse ormai consumando.

Lord Voldemort la fissò come farebbe un predatore con la sua preda.

«Hermione Granger.» sussurrò il mago «Sai, dovresti essere onorata di essere al mio cospetto. Probabilmente questa è il più grande onore che potrebbe avere una sporca mezzosangue come te.»

Hermione non reagì. Aveva mandato un patronus ad Harry prima di perdere i sensi. Lui sarebbe riuscito a trovarla. Era solo questione di attimi.

Decise di prendere un po’ di tempo, sperando solo che Voldemort non decidesse di ucciderla subito.

«Perché sono qui?» ebbe il coraggio di esordire Hermione, ma Voldemort agitò la bacchetta e lei iniziò ad urlare, nonostante avrebbe preferito fare altrimenti.

«Qui le domande le faccio io, ragazzina.»

Hermione si rimise in piedi annaspando.

«Perché sono qui?»

Se proprio doveva morire preferiva farlo dando prova del suo coraggio Grifondoro.

Voldemort le inflisse un altro cruciatus, ma quando lei si rimise in piedi di nuovo la fissò con un po’ di ammirazione negli occhi.

Probabilmente non si aspettava che riuscisse ancora a resistere dopo due maledizioni inferte da lui in persona.

Si avvicinò lentamente a lei, puntandole la bacchetta sotto il mento. La vide continuare a fissarlo impassibile, e si scoprì sorprendentemente ad ammirare il coraggio di quella diciassettenne.

Alcuni dei suoi mangiamorte avrebbero ceduto per molto meno.

«Sei qui perché sei amica di Harry Potter, e il suo affetto per te mi permetterà di arrivare a lui, consentendomi, quindi, di ucciderlo. L’amore rende deboli. Dovresti saperlo, Hermione Granger.»

Hermione scoppiò a ridere con quel poco fiato che le era rimasto dopo la tortura.

«Allora sei più stupido di quanto pensassi. L’amore fortifica, ci permette di dare senso alle nostre azioni. Il motivo per cui non sei riuscito ancora ad avere la meglio su di noi e su Harry è perché, a differenza tua, noi abbiamo qualcosa da difendere e qualcuno da proteggere. Sarai tu a morire.»

Fu il tono tranquillo con cui disse quelle parole che trattenne Voldemort dall’ucciderla all’istante.

Immediatamente il suo volto venne attraversato da un’ombra di incertezza.

Si allontanò di scatto e prese a camminare freneticamente avanti e indietro per la stanza. Poi si bloccò, e volse nuovamente il suo volto serpentino verso la sua prigioniera.

Sembrava pazzo, più di quanto Hermione stessa avesse mai immaginato.

«C’era un tempo in cui uccidere babbani e mezzosangue non mi interessava.» le confidò inaspettatamente.

«Se le cose fossero state diverse… forse io non mi sarei tramutato in questo essere che disprezzo io stesso e tu non saresti qui. D’altra parte però, non sarei diventato nemmeno il mago più potente del secolo quindi, dopotutto, non mi è andata male non credi?»

Hermione aggrottò le sopracciglia di fronte a quella specie di confessione. A parlare non sembrava nemmeno quel Lord Voldemort che aveva causato così tante morti.

Vedendo che ormai non le prestava più attenzione e che si era allontanato abbastanza da lei, decise di avvicinarsi all’unica scrivania presente nella stanza, abbastanza da poter arrivare a leggere alcuni dei fogli sparsi lì sopra.

Parlavano di incantesimi, incantesimi di cui lei non aveva mai sentito parlare: ce n’erano per infliggere dolore, altri addirittura di guarigione, ma quello che la sorprese di più fu quello che, secondo gli appunti, serviva ad estorcere la verità. Probabilmente, riflettè, l’Oscuro Signore doveva aver provato quest’ultimo su di sé, senza sapere che la sua prigioniera sarebbe arrivata prima del previsto.

Grazie alla sua memoria fotografica, Hermione riuscì a memorizzare la maggior parte di quegli appunti prima che Voldemort si accorgesse del suo ficcanasare.

«Stupida mezzosangue!»

Alzò la bacchetta verso di lei, ed Hermione capì che era finita.

Vide il fascio di luce verde avvicinarsi, e chiuse gli occhi nello stesso istante in cui Harry e altri membri dell’Ordine della Fenice irruppero nella stanza.

Non vide la preoccupazione negli occhi del suo amico, né la sua bacchetta muoversi da sola contro l’Avada Kedavra di Lord Voldemort, sprigionando un fascio dorato.

Quando i due incantesimi si toccarono, Hermione provò la stessa sensazione che ricordava avere avuto solo con la giratempo al terzo anno.

Dopo qualche secondo fu silenzio, e finalmente trovò il coraggio di aprire gli occhi.

Si trovava nello studio che era appartenuto ad Albus Silente, lo riconobbe subito. Tuttavia era privo di tutti quei gingilli che lo avevano sempre caratterizzato.

Vide che i presidi nei quadri stavano dormendo, per cui decise di svegliare l’unico con cui aveva avuto rapporti in passato.

«Signor Nigellus? Phineas?»

Il vecchio preside borbottò nel sonno e aprì gli occhi.

«Salve, potrebbe dirmi cosa sta succedendo? Dove sono tutte le cose di Silente?» esclamò, anche se la domanda che avrebbe voluto fargli era un’altra, tipo come fosse riuscita ad arrivare in quello studio mentre si trovava a Riddle Manor, ad esempio, ma decise che forse lui non era la persona più indicata.

«Ma nel suo studio mi sembra ovvio! E si può sapere chi è lei, signorina? Chi le ha dato il permesso di entrare nell’ufficio del preside Dippet?! E con quegli abiti poi!»

Hermione iniziò a sudare freddo e trattene il respiro.

«Mi scusi, potrebbe dirmi in che anno siamo?»

La sua mente iniziò a lavorare veloce in attesa di una spiegazione logica. Non era possibile che fosse davvero,,,

«Siamo nel 1944. Oggi è il primo Settembre per l’esattezza.»

Hermione sentì le forze mancarle e dovette sedersi su una delle sedie davanti la scrivania per non cadere.

Se i suoi calcoli erano esatti si trovava nel tempo in cui Voldemort aveva ancora diciassette anni e stava per iniziare il suo settimo anno. Era ancora Tom Riddle.

 

 

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Salve a tutti! Mi è venuta questa idea un po’ balzana ed ho deciso di scrivere per la prima volta una fanfic su Tom Riddle. Penso proprio che mi divertirò perché probabilmente sarà il personaggio più complicato da strutturare ma spero che il risultato soddisfi sia me che voi quando inizieranno i capitoli su di lui. Buon 2014! Mary Evans

  
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