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Autore: oOLeylaOo    24/05/2008    0 recensioni
Grace Brine è un adolcescente molto particolare, prima di tutto perchè non è affatto un adolescente, poi perchè ha il piccolo difetto di diventare una sirena se finisce in acqua.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riguardandolo e rileggendolo, alla fine mi sono decisa postarlo. Questo capitolo è stato un pò strano da scrivere e da riscrivere...Un pezzo è stata ripreso da una conversazione avvenuta con una mia amica (che ne pensi vampira? XD) Penso che sia un bel capitolo alla fine, ma ero indecisa su come articolarlo. Detto ciò spero che piaccia a tutti^^! Buona lettura^^!

 

Capitolo 26

-Bad day-

 

Il letto era morbido e vuoto, sentivo la stanza deserta e fredda intorno a me, il rumore confortante della pioggia al di là delle pareti riempiva le mie orecchie, nei miei ricordi udivo l’eco lontano del rumore delle onde che si infrangono sugli scogli.
Mi mossi lentamente verso la direzione in cui sentivo provenire dei passi e aprii lentamente gli occhi, Elle mi fissava dalla soglia della porta con aria preoccupata, aveva in mano una bottiglia d’acqua.
-Come ti senti?- domandò entrando nella stanza totalmente sfoglia.
Non riuscivo a mettere a fuoco niente, la vista era annebbiata e confusa. Chiusi gli occhi respirando lentamente.
-Dov’è Hanry? Come sta?- domandai, stranamente la mia voce era normale, mi aspettavo che fosse in qualche modo alterata.
-Hanry sta bene, non preoccuparti. Si è ripreso quasi subito dopo che hai perso i sensi. È uscito per cercare qualcosa da mangiare per te. Ti va un po’ d’acqua?- chiese con gentilezza sedendosi  accanto a me sul letto.
Riaprii gli occhi lentamente e tentai di mettermi seduta mentre lei mi porgeva un picchiere pieno d’acqua. Mi appoggiai al cuscino del letto e presi il bicchiere, l’acqua evaporò all’istante prima ancora che potessi berla, ma io mi sentii molto meglio.
-Ma cosa …?- farfugliò Elle confusa. Mi prese il bicchiere dalle mani e ci versò dell’acqua, poi me lo porse di nuovo e l’acqua sparì di nuovo. Allungai la mano per toccare la bottiglia, la vedevo doppia. Tempo pochi istanti e l’acqua sparì di lì velocemente, più velocemente di quanto fosse possibile. Sembrava quasi che la bottiglia fosse sempre stata vuota. Mi sentii molto meglio e misi per bene seduta sul letto.
-Non è che ne hai un'altra bottiglia?- domandai sentendomi meglio, Elle mi posò la mano sulla fronte.
-La febbre è scesa.- bisbigliò. -Ti porto altra acqua.- si alzò ma io gli afferrai il polso e la fermai.
-Aspetta. Dov’è Hanry? Perché non è qui?- domandai di nuovo.
-Te l’ho detto, è uscito.- rispose con gentilezza rimettendosi seduta.-Tornerà presto, lo giuro.- aggiunse vedendomi ansiosa. -Tu intanto riposati, okay?-
Feci un cenno d’assenso con la testa e mi distesi nuovamente sul letto e chiusi gli occhi, non avevo idea di dove mi trovavo, non sapevo nemmeno quanto avevo dormito. Rimasi sdraiata con gli occhi chiusi per tutto il tempo, senza muovermi, senza fare assolutamente niente, ascoltando solo il rumore della pioggia, non so quanto tempo era passato da quando Elle se ne era andata. Il ”tempo” per me non aveva importanza, non aveva forma, non aveva significato in quel momento. Nella mia mente riecheggiava il nome e l?immagine di Hanry e non riuscivo  a pensare ad altro.
Elle entrò nuovamente dalla porta e si mise seduta sul letto, ma io non mi mossi, rimasi ferma.
-Ti ho portato altra acqua- disse Elle -E qualcosa da leggere.-
Aprii gli occhi e incrociai il suo sguardo, sorrisi afferrando la bottiglia che mi porgeva, la stappai, l’acqua svanì nel nulla di nuovo, ma ne rimase un po’ sul fondo.
-Due litri, devo dire pensavo ti ci volesse di più.- bisbigliò soprapensiero. -Ecco.- disse poi gettandomi un libricino. -Leggi quello, è carino. Ti distrarrà.-
Lo fissai inarcando un sopracciglio: l’immagine del libro già la diceva tutta sulla trama. -No, grazie.- dissi posandolo sul comodino.
-Non ti piacciono?-chiese inclinando la testa -Non dovresti avere pregiudizi.-
-Ho gai letto.-
-Quel libro?-
-Quel genere. È sempre la solita storia: c’è una ragazza … pura, innocente, comunque una che non ha fatto niente di male, a cui brilla l’aureola di santa e martire in testa. La suddetta ragazza è o un indifesa che viene salvata e si innamorare del suo salvatore, o un indifesa che viene rapita e si innamora del suo rapitore. La trama non varia.-
-Beh, veramente …-
-E nel caso in cui la suddetta ragazza non venga rapita o salvata, si tratta solitamente di una ragazza forte che si innamora di un tipo ancora più forte, che non vuole innamorarsi di lei, e crede non provare niente per lei tranne attrazione. Ma poi, verso la fine, ecco il colpo di scena: è innamorato anche lui! E che sorpresa, visto che si era comportato come un allocco tutto il tempo!-
-Ecco … in effetti … è vero.- assentì facendo una smorfia un po’ buffa.
-Ma sai cosa mi irrita veramente? In ogni libro c'è un punto, non so dove, all'inizio, al centro, verso la fine … durante tutta la storia anche … in cui il bello di turno fa una stronzata, si comporta da bastardo o simile. Ovviamente lei si arrabbia e poi che fa? Lo manda al diavolo? No! Gli dice che è un cretino e gli tira un calcio nelle parti basse? Macché! Gli dice "guarda : amici come prima, e considerando che prima non eravamo amici, addio!” No! Assolutamente! Lei di solito dice “Non importa amore, è stata anche colpa mia”. Colpa tua? Come colpa tua? Dove colpa tua? Ma eri veramente presente a quegli avvenimenti o avevi mandato una sosia decerebrata, perché allora mi viene il dubbio. Spiegami perché? Come fa a essere colpa tua?-
Elle ridacchiava, ma io ormai avevo iniziato e non riuscivo a fermarmi.
-La maggior parte delle volte l’equivoco è dovuto al fatto che lei non gli aveva detto qualcosa. Ma perché lei non glielo aveva detto? Perché lui non la faceva parlare! E come faceva a dirlo allora? Con un messaggio subconscio? Con l’alfabeto mors? Le lettere non sono da prendere in considerazione perché, si sa, in questi romanzi le lettere fanno tutti i giri del mondo, ma al destinatario non arrivano mai. È più probabile che la lettera la veda il papa che  il vero destinatario!- conclusi incrociando le braccia la petto.
-Oh, wow! Siamo davvero nervosi oggi è?- scherzò Elle guardandomi. -Cosa è successo?-
-Niente! Assolutamente niente!- assicurai sempre in tono aggressivo.
-Oh, andiamo! Non hai la faccia da niente, non hai nemmeno la voce da niente, che cosa è successo? Sono stata via solo una mezz’oretta.-
-Non è niente. Davvero. Non è colpa tua … - le assicurai con tono un po’ affranto. Non era davvero lei il problema, il problema era un altro - … è solo una brutta giornata .-
-Cosa? Una brutta giornata? Perché?- chiese confusa inarcando un sopracciglio.
-Ecco, forse Hanry mi ha un po’ … viziato … ma mi sembra strano che non sia qui accanto a me dopo che  … ho perso i sensi. Di solito è fin troppo protettivo.- spiegai con un po’ di incertezza. -Mi sembra strano … e mi fa sentire nervosa.-
Elle rimase in silenzio fissando il vuoto.
-Elle! Di qualcosa- la chiamai dopo poco, seccata da quel silenzio continuo.
Le si voltò a guardarmi rivolgendomi uno sguardo abbastanza incerto, si grattò la testa fissando il vuoto. -Che casino! Che faccio ora?- domandò al nulla -Parlo o non parlo? Se parlo rischio di venire uccisa …- proseguì, poi abbassò lo sguardo su di me emettendo un sonoro uhm.
-Elle se sai qualcosa …- iniziai a mezza voce.
-Bèh, una soluzione c’è. Tu potresti dormire. O meglio fingere di dormire. E tendere le orecchie. In fondo io come potrei sapere se stai davvero dormendo o fai finta?- disse in tono cospiratorio, alzandosi. -Si, penso che farò così! Che dici? Ti senti stanca?-
La guardai per un attimo confusa, poi feci un cenno d’assenso e mi raggomitolai sul letto chiudendo gli occhi. Non capivo bene che aveva in mente, ma se mi fidavo tanto valeva farlo fino in fondo.
Sentii Elle andarsene e accostare la porta senza chiuderla, poi dei passi avvicinarsi e un bisbiglio lievissimo.
-Si, Hanry, sta dormendo.- disse Elle a voce alta. Al solo sentire pronunciare il suo nome il mio cuore iniziò a battere più forte. -Smettila di bisbigliare, mi dai i brividi!-
-Non voglio svegliarla se sta riposando.- disse una voce bellissima, la voce di Hanry. Quanto mi era mancata quella voce! Più di quanto immaginassi!
-E non vuoi che ti senta se è sveglia. Non credi di comportarti da stupido? Lei ha di nuovo chiesto di te.- lo informò con fare accusatorio Elle.
-Davvero?- lo sentii chiedere con tono incerto … e speranzoso credo e preoccupato anche.
-Si, davvero! Quanto andrà avanti questa storia? Quanto ancora pensi di evitarla? Non ti stai affatto comportando bene nei suoi confronti, sai?- lo rimproverò con voce arrabbiata.
Hanry mi stava evitando? Ma perché? Che avevo fatto? Perché ce l’aveva con me?
-Non la sto evitando.- lo sentii ribattere, nervoso e sulla difensiva.
-Stai scappando. E quello che è peggio è che così la ferisci solo di più!- lo rimproverò ancora Elle e in quel momento avrei voluto baciarla per ringraziarla e tirarle un ceffone per come stava trattando Hanry. In fondo le emozioni più forti sono sempre contraddittorie.
-Lo sai perché lo faccio.- rispose lui mesto.
-No, non lo so Hanry! Sei rimasto accanto al suo letto ogni singolo momento finché non ti è sembrato che stesse per svegliarsi e poi sei corso a chiamarmi. Non hai nemmeno voluto che Julie entrasse nella sua stanza. Mi sembri del tutto impazzito!- rispose con foga.
Hanry era rimasto con me allora! Mi sentii pervadere dalla gioia, poi sopravvenne la depressione, alla fine se ne era andato senza dirmi niente.
-Ho solo agito come ritenevo giusto per proteggerla.- spiegò con un tono irritato dopo un istante.
-Non ti capisco affatto.- ribatté lei.
-Certo che non mi capisci! Sei un licantropo! Cosa puoi capire?-disse stavolta con voce infuriata. -IO STAVO PER UCCIDERLA!- urlò. Scese il silenzio in cui sentivo un respiro affannato, poi la sua voce riprese in un tono più basso ma sempre colmo di rabbia … e di dolore. -Ero vicino a ucciderla del tutto, lo sentivo, se fossi andato avanti avrei preso la sua vita. Ero così … assorto, così estasiato dal suo sapore da non fare caso alla sua vita che scivolava via dalle mie mani come un manciata di sabbia.-
-Ma ti sei fermato.- gli ricordò Elle con gentilezza e le fui grata perché il tono di voce di Hanry era così angosciato da rasentare la disperazione.
-Se davvero eri così preso, perché ti sei fermato?- domandò un'altra voce; era  Isabelle, ne ero certa. Eppure non l’avevo sentita arrivare ... beh infondo era un vampiro, sarebbe stato strano il contrario.
-Perché era Grace, la mia Grace. Quando nella mia mente l’ho realizzato mi sono sentito ghiacciare. Era come se qualcuno mi avesse tirato una secchiata di acqua gelata. Il sangue che mi scorreva nelle vene, lo stesso che le avevo rubato, mi dava alla testa.- la sua voce era più affannata e disperata di prima -Sapevo che era lei eppure non mi sono fermato. Non subito.- terminò con un voce appena udibile, colma di senso di colpa. La sua sembrava una confessione, se adesso lo avessi guardato negli occhi ero certa che vi avrei letto la disperazione più totale.
-Era così buono … il sangue di quella sirena?- domandò con esitazione e una certa curiosità la vampira.
Scese di nuovo il silenzio, ma fu solo breve. Sentii un ruggito lieve e fui certa che fosse Hanry.
-Era solo curiosità.- assicurò Isabelle.
Di nuovo silenzio, poi Hanry le rispose -Era un sapore dolce e salato insieme, mentre scivolava sulla mia lingua rimaneva una sensazione di estasi nella mia bocca.- lo sentii quasi rabbrividire, non potevo vederlo, ma ero certa che fosse così. -Ma dentro la testa e nel cuore sentivo come se stessi commettendo un peccato imperdonabile è per questo che io mi sono fermato.-
-Un peccato imperdonabile?- ripeté Isabelle.
-Ed è per questo che non vuoi vederla?- chiese Elle con voce sommessa.
-Si, esattamente per questo.- sentii rispondere Hanry.
-Si è offerta lei Hanry, nessuno l’ha costretta. Neppure tu.- gli disse Isabelle.
-Beh, allora qualcuno avrebbe dovuto fermarla! Perché nessuno l’ha fatto? Si può sapere che avevate in testa?- le rimproverò lui.
Scivolai giù dal letto lentamente, attenta a non fare il minimo rumore, e mi diressi verso la porta socchiusa. La luce nella stanza era sempre accesa, ma si trattava di una piccola lampadina appoggiata sul comodino, non di una luce forte. Mi avvicinai con cautela alla porta, non volevo che mi vedesse, chissà come avrebbe reagito se l’avessi aperta di botto … ?
Abbassai gli occhi per guardare come ero conciata: bèh, i jeans erano sempre gli stessi e un po’ sporchi, la maglia notai era macchiata di sangue e aveva dei brutti tagli dove erano presenti le miei ferite che erano state bendate. A parte quella sulla pancia che avevo fatto scomparire.
Spalancai la porta con un po’ di esitazione, tre paia di occhi mi fissarono, ma solo due di loro erano sorpresi. Scambiai con Elle un occhiata complice prima di voltarmi verso Hanry. Mi fissava inchiodato alla porta, lo sguardo fisso sulla mia maglietta, alla base del collo, dove c’erano macchie di sangue.
Mi appoggiai allo  stipite delle porta, mi sentivo stanca e non riuscivo a staccare gli occhi da Hanry: era bellissimo, i capelli biondi gli finivano in faccia, gli occhi blu erano brillanti, più scuri del solito, e la pelle candida era perfetta, senza nemmeno l’accenno di una ferita. Sorrisi felice che stesse bene.
-Ciao straniero.- salutai con un sorriso felice, non riuscii a reprimerlo: era bello vederlo lì, in piedi davanti a me, intero, stava bene.
-Ciao Grace.- bisbigliò, allungò una mano come per toccarmi il viso, ma la ritirò quasi subito.
-Noi ce ne andiamo.- disse Elle prendendo Isabelle sotto braccio e trascinandola via, verso la fine del corridoio. La vampira la seguì senza dire niente e le fui grata per questo.
Allungai una mano e gli afferrai la maglietta attirandolo verso di me, Hanry mi venne incontro senza dire niente, senza protestare o opporsi, sembrava spaventato da ogni mai mossa, o ogni mia possibile mossa. Quando fu a pochi centimetri da me, mi abbandonai contro di lui e appoggiai la testa alla sua spalla. Le sue braccia mi circondarono con una certa esitazione e con gentilezza, non mi strinse a se, le sue mani rimasero lente intorno al mio corpo.
-Sono contenta che tu stai bene.- bisbigliai contro la sua maglietta.
Mi strinse forte solo per un attimo, poi mi allontanò con gentilezza da se. -Non farlo mai più! Mai! Per nessuna ragione al mondo! Non importa quello che succede, tu non farlo e basta!- disse con rabbia, stringendomi forte le spalle, i suoi occhi erano pieni di angoscia.. -Avrei potuto ucciderti. C’è mancato poco che lo facessi.-
-Lo so, ti ho sentito prima.- bisbigliai.
-Come hai potuto farlo? Come…- il tono ancora infuriato.
-Avrei fatto qualunque cosa per salvarti. Io non esisto senza di te.- gli dissi con sincerità, sentendomi però anche in colpa. Ora capivo perché mi aveva evitato.
Chiuse gli occhi e abbassò la testa, ma non mi lasciò le spalle. Respirava lentamente. Allungai le mani e gli presi il volto costringendolo ad alzare la faccia per incrociare il suo sguardo.
-Va tutto bene sai?- gli assicurai con dolcezza. -E’ tutto a posto, davvero.-
-Grace, come può essere tutto a posto? Ti ho quasi ucciso.- disse con tristezza, poi sussultò. -Non dovresti essere in piedi.- rifletté prendendomi in braccio.
-Sto benissimo! Posami a terra!- protestai, reggendomi alle sue spalle.
Hanry entrò nella stanza e mi depositò sul letto con dolcezza, mi guardai intorno per la prima volta: la stanza non aveva un bell’aspetto, le pareti erano stuccate di bianco, ma lo stucco si era rovinato con il tempo e aveva aloni grigi e neri, in alcuni punti era andato via. Non ‘erano decorazioni tranne una piccolissima finestra in alto, un semplice armadio era appoggiato alla parete e al pavimento perché a quanto pare era rotto. Anche il letto era composto da un semplice materasso e delle coperte di tessuto spesso e ruvido, il comodino di legno era rovinato, sembrava quasi la cella di un convento.
-Come ti senti?- mi domandò con aria preoccupata.
-Bene.- gli assicurai, di nuovo. -Cioè, ho avuto indubbiamente giorni migliori, molto migliori.-
-Immagino.- bisbigliò cupamente, abbassando lo sguardo per non incontrare il mio.
-Erano i giorni in cui il mio ragazzo non mi evitava.- dissi prendendogli la mano ed accarezzandogli delicatamente le nocche. -In cui di solito se stavo male mi stava accanto …- continuai abbassando lo sguardo -In cui ogni tanto mi baciava.- dissi a bassa voce fissando le nostre mani unite, certa di essere davvero arrossita.
Hanry mi mise un dito sotto il mento e mi fece alzare la faccia, si avvicinò per baciarmi, un bacio a fior di labbra. Quando si allontano lo bloccai prendendogli il volto tra le mani e ripresi a baciarlo. Lui ricambiò il bacio, le sue labbra si muovevano sulle mia con forza, non provò ad andare oltre quello e a me andava bene perché non volevo forzarlo troppo. 
Hanry strofinò il naso contro il mio prima di baciarmi ancora, poi si allontanò bisbigliando -Ora è meglio se riposi.- mi accarezzò il volto con gentilezza.
-Non ho molto sonno.- assicurai, allungai la mano e presi la bottiglia d’acqua dal comodino accanto al letto. -Ho sete però … forse è strano.-
-E lo dici parlando al ragazzo che ti ha dissanguato.- mi ricordò con uno sguardo un po’ triste, passandomi il bicchiere.
-Grazie.- bisbigliai prendendolo, ci versai dell’acqua  e ne bevvi un sorso, sentendomi subito meglio.
Hanry sospirò. -Mi dispiace per quello che è successo …-
-Sono stata io a volerlo, non preoccuparti.- lo rassicurai -Lascia perdere, non ci pensare. È solo un brutto ricordo...-
Sorrise, un sorriso un po’ ironico che raggiunse appena gli occhi, un sorriso che amavo. -Un brutto ricordo?- ripeté divertito -Non sai cosa dici?-
-Che vuoi dire?-
-Pensavo tu capissi cosa sono, la mia essenza. Grace quello che è successo è il ricordo più … eccitante, estasiante che io abbia. È  questo che mi fa infuriare!-
Ci pensai su un attimo a mente lucida. -Non capisco.- dissi infine.
Lui mi guardò un attimo, esitante. -Va bene.- bisbigliò infine. -Sappi che sono molto, molto, molto arrabbiato con te. Hai messo in pericolo la tua vita. Avrei potuto non fermarmi, avrei potuto ucciderti, in quel momento quasi lo desideravo. La ragione per cui i vampiri sono così pericolosi è che molti di loro, una volta trasformati perdono del tutto il loro lato umano perdendosi nell’estasi del sangue. Il sapore del sangue, pochi istanti prima che una vita si spenga, è il migliore, come un vino incredibilmente pregiato.- rabbrividì chiudendo gli occhi, quando lì ripari li fissò nei miei, furiosi. Si avvicinò e mi riprese il volto tra le mani mentre io rimanevo inerme, confusa dalla miriade di sentimenti che mi si agitavano dentro senza prendere una forma chiara: paura, eccitazione, senso di colpa e, irrazionalmente, gioia. -Non farlo mai più, capito? Devi giurarlo! Se no io…- la sua voce si spense di colpo.
-Non mi perdonerai?- domandai preoccupata.
Scosse la testa, il volto contratto dal dolore. -Non avrà importanza che ti predoni o no, non ci sarà un dopo la prossima volta. Sicuramente ti ucciderò.-
Mi lasciò andare e si voltò dall’altra parte, dandomi le spalle.
Rimasi in silenzio per un momento, riflettendo: mi aveva appena detto che se avesse di nuovo bevuto il mio sangue mi avrebbe uccisa; sapevo di dover avere paura, ma il fatto che comunque senza di lui sarei morta la frenava molto. Tra il morire per mano di Hanry e il lasciarlo morire preferivo la prima opzione. Preferivo ancora di più che nessuno morisse e che ci fosse un lieto fine. Sapevo che lui aveva voluto mettermi in guardia, ma che non voleva che avessi paura di lui, sentivo che era preoccupato della mia reazione e non sapevo come comportarmi.
Troppi pensieri per una che al massimo ne riusciva a formulare uno solo coerente in quel momento. Alla fine allungai la mano e gli afferrai la maglia tirando verso di me. -Mi spiace.- bisbigliai, non sapevo che altro dire.
Lui chiuse gli occhi e scosse di nuovo la testa. -Non dovresti scusarti.- mi fece notare, con la voce colma di tristezza.
-Potremmo solo … dimenticare tutta questa storia e stare semplicemente insieme?- lo pregai, lui aprì gli occhi per incrociare i miei. -Ora voglio solo … stare con te.-
Lui sospirò, poi sorrise. Si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte. -Va bene. Ora dormi però.- bisbigliò con preoccupazione. -Dovresti riposare.-
Sospirando scivolai sotto le coperte, volevo disperatamente farmi una bella doccia e indossare dei vestiti puliti.
-Resti con me?- domandai stringendomi al petto la coperta.
-Sicura di volermi accanto?- domandò con una punta di incertezza.
-Non vorrei nessun altro.- assicurai subito. -Non vorrei nessun altro per sempre.-
Hanry si sdraio accanto a me , reggendosi su un gomito appoggiò la guancia alla mano e mi guardò con dolcezza. Prese a giocare distrattamente con i miei capelli. -Potrebbe essere una pessima idea.-
-Ne ho avute molte di cattive idee, ma da quando ti ho incontrato ho sempre avuto la certezza di fare la cosa giusta. Io voglio stare con te.- dissi senza però trovare il coraggio di guardarlo. -Voglio solo te. - continuai -Voglio solamente te.- ripetei, stavolta guardandolo.
Mi osservò, il suo sguardo così intenso da togliere il fiato.-Allora non mi muovo. Non mi muoverò mai.- mi assicurò, sembrava quasi una promessa.
Chiusi gli occhi e sprofondai in un sogno tranquillo, mi sentivo al sicuro, forse non lo ero, però mi ci sentivo. Mi bastava Hanry per questo, mi basta Hanry …

 

  
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