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Autore: FxxxxxxxxA    02/01/2014    0 recensioni
Il diario è quello di una classicista in erba. La protagonista è una classicista in erba, e scrive un diario. Il diario è il mio e la classicista in erba sono io. Ore 23:28 del 2 Gennaio, leggermente in ritardo con la tabella di marcia.
Penso non ci sia altro da dire.
*dal testo*
Propositi per il 2014
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Genere: Demenziale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Propositi per il 2014
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Gli inizi sono da sempre quello che più mi mette in difficoltà nello scrivere un racconto, una storia o un diario. In specie un articolo di giornale. Le prime quattro parole, Dio, le prime quattro. Comunque, adesso che ho parlato della mia difficoltà con l’iniziare, ho superato la prima barriera di questo diario –non proprio egregiamente, e neppure nel più originale dei modi, ma, per lo meno, è superata, o se volete, scavalcata (oltrepassata, sorpassata, sorvolata, scavalcata).
Vabbè.
 
In tutto questo è passato un giorno. Oggi è il 2 Gennaio. Dal mezzogiorno del primo gennaio, quando ho iniziato a scrivere, ad adesso, ho dormito, guardato Real Time, ancora dormito, parlato su whatsapp, cenato, guardato la carica dei 101, mi sono alzata presto, ho fatto greco, italiano, ho mangiato, ho parlato con mia mamma, mi ha detto che non vede via d’uscita, è uscita dal terrazzo (non che la va d’uscita fosse letteralmente quella) e sono venuta sul letto. Adesso sono a gambe incrociate sul letto, sul piumone a righe bianche, viola chiaro, blu, bianche, verdi, lilla, rosse, grigie, bianco, blu, rosso, verde, bianco, blu, verde, viola chiaro, bianco, rosso verde (sto aspettando che si ripresentino nello stesso ordine ), blu bianco…
Domani ore 16:00 vado per la prima volta dalla psicologa. In realtà è una psicoterapeuta, che a differenza di una psicologa ha dovuto affrontare dieci anni in meno di preparazione. Spero si sia psicanalizzata prima di venire a psicanalizzare me. Domani, dalle 00:00 alle 23:59 è il compleanno di mio padre, signor Massimiliano P*****i, di anni 46, nato nel 1968 a P*******a, dalla signora Vanna P*****i, nonché mia notta, nata nel 1945, di anni 68, e il signor Gino P*****i, nato nel 1933 e morto nell’anno 2012.
Io, tra parentesi, sono figlia di Massimiliano P*****i e Angel a S****i, nata nell’anno 1968 a B**i, di anni 46, che si compiranno il 5 Maggio, nonostante sulla carta di identità ci sia scritto 6 Maggio, poiché suo padre, nonché mio nonno, suddetto Alberto S****i, non trovò gli uffici comunali aperti quando nacque.
Cos’altro potrei dire. Oggi piove e dalla finestra della mia nuova casa si vede uno sprazzo di monte, il Monte S***a, una casa rossa in alto, una beige un po’ più in basso, e una gialla in pianura; si vede un palo della luce collegato ad altri tre paletti. Questa nuova casa è nuova ed è mia dal 20 Luglio 2013, al mio ritorno dal College St, Hugh’s in Oxford, Londra, UK, da quando i miei genitori si sono separati, con visiva e definitiva rottura il 30 Giugno 2013 sul pianerottolo della ancora mia ma non nuova casa cinquecento metri distante dalla mia nuova casa, nel paese di B**i, frazione La C***e. la rottura è avvenuta quando mio padre, il suddetto e precedentemente nominato Massimiliano P*****i, mi ha chiamato nella mia veccia casa –ora come ora mi sorge un dubbio, dato che sono certa che la notte del 29 giugno 2013 l’ho passata nella mia nuova casa a cinquecento metri dalla vecchia mia casa, ora è chiaro- e la presente adolescente ha suobato il campanello, non possedendo le chiavi, e il padre le ha comunicato via telefono di essere a P*******a, piccola cittadina distante circa un quarto d’ora da B**i e le ha intimato di chiamare la madre, detentrice dell’altro paio di chiavi, perché le venisse ad aprire, e la suddetta figlia nonostante sentisse rumore in casa ha soddisfatto le richieste del padre e alle ore circa 12:05 la madre, signora Angela S****i si è recata sul pianerottolo e con la figlia in piedi accanto che desiderava entrare in casa ha infilato le chiavi nella toppa, e una volta aperto è stata scaraventata da terra dalla figura del padre, signor Massimiliano P*****i , che evidentemente non si era recato a P*******a, bensì nella sua stessa dimora a circa tre metri dalla figlia e, dicevamo, la madre è stata scaraventata a terra e il padre le ha strappato le chiavi di mano e le ha urlato qualcosa. In tutto questo al figlia purtroppo si è ridotta a un inutile pezzo di adolescente che si è seduta su una sedia in legno sul pianerottolo e ha iniziato a piangere in modo anche piuttosto sonoro , con vari spargimenti di moccio e altri liquidi nasali. Il tutto è stato seguito da scene che adesso non ho voglia di raccontare. Indossavo però la felpa dei Kasabian del mio ragazzo, adolescente signor Lorenzo A*******i, nato il 20 Maggio 1997 e abitante di C*****a, che allo stato attuale delle cose è mio ragazzo da otto mesi e un giorno, considerato che oggi è il 2 Gennaio.
Poi che altro si può dire. Sono stanca mi sente la schiena, devo leggere il capitolo settimo dei Promessi Sposi e fare il riassunto del sesto, teoricamente avrei anche dovuto studiare storia ma la rimanderò ad epoche e tempi più propizi. Nel frattempo sta continuando a piovere, le case non si sono spostate, il piumone ha lo stesso motivo irregolare e la felpa rossa è ancora in attesa di essere piegata sulla sedia davanti alla mia scrivania.
 
In tutto questo, non so cosa possiate aspettarvi se leggerete queste cose. La storia non è inventata, è possibile che ogni tanto mi inventi delle storie, ma in quel caso avrò la premura di informarvi. Non so se qualcuno leggerà questa cosa ma scrivere per me mi porta a interrompere l’opera mentre scrivere per degli inesistenti lettori potrebbe forse stimolarmi a continuare.
Metto questo diario su efp perché non conosco altri siti, né migliori né peggiori, e vi saluto dicendo che continuerò ma non so quando, non mi sono preparata dei capitoli dis corta per postare regolarmente e che il mio gatto si chiama Aramis e che la pioggia sta cadendo in diagonale, e c’è una piccola casetta in alto che non avevo notato.
 
Saluti,
Me.
  
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