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Autore: Albascura_    03/01/2014    2 recensioni
La sera dell’incidente avrebbe dovuto piovere.
Ambientata nell'episodio 2x19
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Rory Gilmore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Centro di Gravità

La sera dell’incidente avrebbe dovuto piovere.

Sarebbe stato tutto perfetto se avesse piovuto, molto più tragico, più fatalista.

I capelli di Jess avrebbero dovuto appiccicarsi bagnati sulla sua fronte mentre aspettavano un’ambulanza inutile, e tu avresti potuto anche piagnucolare un po’, fingendo che lui non se ne accorgesse per merito della pioggia, pur sapendo benissimo che se ne sarebbe accorto eccome, e si sarebbe sentito peggio di come già si sentiva.

A pensarci bene, era stato meglio che quella sera non piovesse.

Solo l’idea di non poterlo più vedere ti fa salire un magone alla gola troppo ingombrante da mandare giù. Non è andato giù con litri di caffè, non è andato giù con un’intera confezione di gelato, mangiato con il cucchiaino ovviamente, mai più, mai più mangerai un cono, è una promessa.

E’ un magone che non va giù neanche quando vedi Dean, Dean così perfetto, che ti ama così perfettamente, e ti tratta così perfettamente, e capisci che dovresti sentirti sollevata che Jess se ne sia andato perché così lo dimenticherai, e dimenticherai il suo viso e forse smetterai di sostituirlo a quello di Dean nei tuoi pensieri.

Passa qualche giorno e quel magone rimane lì, inchiodato nella tua trachea, e non ti fa né piangere né ridere, a malapena ti lascia respirare. E’ come se avessi smarrito il tuo centro di gravità e fluttuassi senza appiglio nel vuoto cosmico e…

Poi il telefono suona, e quando senti la sua voce ti sembra ti sentire il coro degli arcangeli e dei cherubini cantare l’Ave Maria e, ti vergogni infinitamente ad ammetterlo, ma vedi anche dei piccoli putti cicciottelli farti il girotondo intorno alla testa. E il fatto che lui ti pensi, e che stia facendo un’interurbana da una cabina telefonica solo per sentire la tua voce, perché non ha nulla di importante o fondamentale da dirti, vuole solo farti sapere che lui per te c’è ancora, e che forse un po’ gli manchi, prende quel fastidioso magone e lo fa sciogliere via, in una colata di miele caldo e viscoso che ti fa girare la testa.

Allora la mattina dopo, anche se è il giorno del diploma di tua madre, lasci Paris a blaterare sulle sue inutili smanie di potere e torni indietro, varchi i cancelli della Chilton dal verso sbagliato e prendi un pullman per New York, cercando di ignorare che stai per fare la cosa più trasgressiva e sbagliata e probabilmente catastrofica della tua vita. E lo fai con un gran sorriso, e un calore strano nel petto, un calore dolce come il miele.

E quando nessuno vuole darti le indicazioni giuste per arrivare alla Quinta Strada e tutti ti ignorano non te ne importa niente, proprio niente, e ti senti leggera come se volassi, e pensi che Jess debba sentirsi sempre così ed è bellissimo.

Quando lo vedi, seduto a leggere su quella panchina, è come se il mondo ricominciasse a girare per il verso giusto. Quando sorride, è come se tu avessi ritrovato il tuo centro di gravità.

   
 
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