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Autore: Lost_Girl    03/01/2014    1 recensioni
Allison è una sognatrice,vuole farsi notare ed essere speciale per qualcuno.
Il destino ha in serbo per lei una sorpresa dagli occhi azzurri e i capelli biondi...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Would you shine for me?

Ad Allison piaceva pensare che le persone fossero come le stelle;alcune erano grandi e luminose e tutti si accorgevano di loro,erano quelle che i bambini indicavano felici con le punta delle dita nel buio della notte,quelle capaci di farsi notare.
Poi c'erano le stelle più piccole,che quasi non si vedevano e che nessuno indicava mai.
Ma in realtà quelle piccole stelle sono belle quanto le altre,se non di più,solo che noi non possiamo vedere quanto risplendano poiché sono troppo distanti dalla terra.
Accadeva lo stesso con le persone.
Allison sentiva di avere anche lei un po' di luce dentro di se,voleva farlo vedere a tutti.
Allison purtroppo era un'adolescente,amava Tumblr e la cioccolata,aveva sedici anni e i capelli corti che sembravano non voler crescere mai.
Allison sorrideva spesso perché le piacevano le fossette che comparivano ai lati della sua bocca ogni volta che lo faceva,erano una delle poche cose che apprezzava di se stessa.
Allison di amici non ne aveva poi così tanti,era timida e nella sua scuola nessuno conosceva il suo nome,non era mai stata una popolare.
Viveva con sua madre e suo fratello,il padre non lo vedeva da ormai più di un anno e non le importava. Probabilmente neppure a lui importava di lei,le chiamate sporadiche e i “Ti voglio bene,spero di rivederti il prima possibile” non significavano nulla,lui aveva scelto una nuova vita lontano da lei. Per questo Allison aveva  paura dell'amore,temeva di soffrire come aveva sofferto sua mamma,in silenzio per non farsi vedere,voltando il cuscino al mattino per nascondere le chiazze umide di lacrime ricordo della notte insonne che aveva passato.
Il trasferimento non le era dispiaciuto poi così tanto,l'Italia era la sua terra ma l'Irlanda era bellissima. Sperava in un nuovo inizio,si era lasciata alle spalle un'amicizia finita male e una vita monotona che non sopportava più.
Ma le cose non erano andate come aveva previsto,non c'era stata alcuna svolta eccitante.
Allison aveva sedici anni,viveva in una piccola cittadina chiamata Mullingar da un anno e dieci mesi e non riusciva a farsi notare da nessuno.
Si definiva la stella più piccola e distante dalla terra che ci potesse essere.


Un venerdì pomeriggio di inizio autunno Allison stava tornando a casa,era appena scesa dall'autobus,le cuffie nelle orecchie e lo zaino in spalla dopo un pomeriggio passato al coro della scuola. La voce di Billie Joe risuonava nelle sue orecchie sulle note di Boulevard of Broken Dreams,le converse scolorite calpestavano le foglie appena cadute,un manto verde-arancio sotto i suoi piedi.
Attraversò la strada,una strada di periferia dove non passava quasi mai nessuno.
Fu un attimo.
Una grossa macchina nera comparve davanti a lei.
Non riuscì ad evitarla.
Cadde a terra con la stessa velocità con la quale cadevano le foglie che poco prima stava calpestando.
Passarono giorni,forse ore o forse solo secondi,Allison non seppe dirlo con precisione.
Convinta di essere morta,pensò “Fantastico,che vita di merda che é stata la mia,complimenti cara Allison,che fine gloriosa hai fatto”. Ben presto scoprì però di non essere morta,i dolori che sentiva erano reali,anche la voce che le stava parlando doveva esserlo.
Cercò di concentrarsi,di fare qualcosa per capire cosa fosse successo.
Aprì gli occhi e guardò dritto davanti a se.
“Stai bene?” la voce continuava a parlare,sempre più vicina e sempre più insistente,aspettava una risposta da lei.
Allison realizzò che a parlare era stato uno sconosciuto,non l'aveva mai visto prima,il suo viso era a pochi centimetri dal suo,la sua bocca continuava a muoversi.
“Stai bene?” ripeté più forte
“Io...io non lo so”
“Riesci ad alzarti?”
Allison ci provò,tentò più volte ma riuscì solo a mettersi seduta.Tremava.
Ma fu sollevata nel constatare che il suo corpo era ancora integro,ad eccezione di ginocchia sbucciate e sanguinanti e ad un gran mal di testa.
“Mi dispiace,mi dispiace” ripeteva senza sosta lo sconosciuto.
Allison era seduta sull'asfalto vicino al bordo della strada,c'era una macchina poco più in là.
Improvvisamente qualcuno le mise un braccio attorno al collo e la sollevò.
L'ultima cosa che vide furono un paio di occhi azzurri come il cielo,poi tutto diventò buio.
Gli ospedali erano luoghi tristi e bianchi.
Terribilmente bianchi e con un odore strano. Un odore che ad Allison non piaceva.
Quando riprese conoscenza quell'odore fu la prima cosa che sentì.
Un brivido le percorse la schiena.
Cercò di muovere un braccio nel naturale gesto di scostarsi il ciuffo di capelli ribelli dalla fronte ma vide che al suo braccio destro era attaccato un tubicino di plastica. Con la mano sinistra corse a tastarsi la fronte e avvertì qualcosa di strano,simile ad un grosso cerotto sopra ad un occhio. I suoi occhiali non c'erano più. Effettivamente non vedeva un granché. Solo tanto tanto bianco. Bianco ovunque.
Allison aveva sempre odiato gli ospedali.

Una piccola porta in fondo alla stanza si aprì. La ragazza riconobbe la figura esile di sua mamma che veniva verso di lei. Pareva piuttosto scossa ma un sorriso le illuminava il volto.
“Allison ti sei svegliata!”
“Mamma” biascicò la ragazza “Perché mi hai portata in ospedale? Lo sai che non mi piacciono...”
“Tesoro hai avuto un'incidente!”
La signora rimase interdetta nell'osservare la faccia stupita della figlia seduta nel letto.
Si avvicinò a lei e “Non ricordi nulla?”chiese
“Non molto,ho un gran mal di testa”
“Ma é normale,sei caduta a terra!”
“Si,stavo tornando a casa...”
“Lo so!Una macchina ti ha quasi investita,sei svenuta”
“Quasi investita?”
“Ti sarebbe potuta andare molto peggio,tu non sai quanto abbia pregato in queste ore...”
“Oddio,da quanto tempo sono qui?”
“Menomale che il Signore mi ha ascoltata...”
“Mamma!”Allison interruppe sua madre,la quale smise di gesticolare e si accasciò su una sedia accanto al letto.
“Che c'é?”
“Come sono arrivata all'ospedale?”
“Oh il ragazzo che guidava la macchina ha subito chiamato l'ambulanza e ti ha accompagnata quà”
“E dov'é ora?”
“Non lo so,é stato con te fino a quando non sono arrivata,sarà fuori da qualche parte”
“Non se ne é andato vero?”
“Penso proprio di no,era dispiaciutissimo e voleva accertarsi che tu stessi bene”.
Piano piano Allison iniziava a ricordare,sfumature di momenti vissuti le scorrevano davanti agli occhi come in un film. Si era trovata a terra,quando aveva riaperto gli occhi c'era un ragazzo con lei. Occhi azzurri.
Ma Allison era ancora debole,si addormentò e non aprì gli occhi per molto tempo.

Al suo risveglio la puzza di ospedale non c'era più.
Nell'aria aleggiava un profumo buonissimo.
Si voltò.
Sul piccolo mobile accanto al suo letto,illuminato dai raggi del sole che filtravano dalla finestra,era posato il più grande mazzo di fiori che avesse mai potuto vedere.
Strizzò gli occhi per assicurarsi di aver visto bene.
Non si sbagliava.
C'erano rose di ogni colore,margherite,orchidee,tulipani,violette e molti altri di cui non conosceva il nome.
I fiori non erano però l'unica sorpresa che l'aspettava.
Accovacciato sulla sedia con la testa poggiata sul letto c'era un ragazzo biondo.
Dormiva. Respirava in modo leggero e quasi impercettibile.
Allison lo osservò a lungo,non osando muovere nemmeno un muscolo per paura di svegliarlo.
Occhi azzurri.
Non poteva vedere il colore dei suoi occhi chiusi,ma era sicuramente lui,il ragazzo dell'incidente.
Il ragazzo che l'aveva investita,ma anche salvata in un certo senso.
Il suo stomaco iniziò a fremere,a contorcersi in modo spaventoso. Allison era constantemente affamata e in cerca di cibo ma questa volta non era la fame a farla star male. Aveva paura di sapere di che cosa si trattasse.
Controllò l'orologio appeso alla parete bianca di fronte,le sette del mattino.

Quando,circa mezz'ora più tardi,il biondo aprì gli occhi Allison ebbe l'assoluta certezza di averli già visti.
Erano esattamente come ricordava. Se possibile ancora più belli.
L'ultima cosa che si era trovata davanti prima di svenire.
Un cielo senza nuvole in una giornata di sole. L'oceano che non aveva mai visto e che ammirava nelle foto dei libri di geografia.
Si stiracchiò e si guardò intorno lievemente perplesso.
Poi vide Allison e sorrise.
Sorrise.
“Ciao piccola”
Piccola? Quella meraviglia bionda l'aveva davvero chiamata piccola? Respirò profondamente cercando di mantenersi calma.
“Sei rimasto qui tutta la notte?”
“Si,tua mamma era stanca,le ho detto che sarei rimasto io insieme a te”
Alzò la sedia e si avvicinò a lei.
Allison cercò di non pensare all'enorme cerotto che aveva in fronte,ai capelli sicuramente in disordine,al suo stupido pigiama rosa e ai suoi calzettoni a righe.
“Ascolta” iniziò lui “Sono un completo deficiente e un'incapace a guidare,se non avessi frenato in tempo chissà cosa ti sarebbe successo,non so davvero come farmi perdonare...”
“Potresti iniziare dicendomi il tuo nome” la ragazza gli porse la mano “Io sono Allison,anche se probabilmente già lo sai”.
Il biondo parve confuso,poi strinse la piccola mano nella sua un po' più grande.
“Niall,il tuo quasi assassino”
“Smettila!” Allison sorrise “Non sei un assassino,ed io posso mettere una pietra sopra a ciò che é successo”
“Mi dispiace così tanto Allison”
“Non pensarci ok? Presto uscirò da qui,ho solo perso un po' di sangue e avuto un bello spavento”
“Non so davvero come sia riuscito a prendere la patente,credimi”
“Quando io avrò la patente penso che farò una strage! Ucciderò mezza Irlanda!”
Niall rise.
Allison notò che aveva una risata bellissima. Una risata che la faceva stare bene.
“Questi li hai portati tu?” disse poi,indicando i fiori
“Beh,so che non é il massimo,ma speravo potessero farti piacere”
Abbassò lo sguardo,imbarazzato.
“Sono meravigliosi”.
Ed era vero. Nessuno le aveva mai portato dei fiori.

Allison venne dimessa due giorni dopo.
Non aveva subito gravi danni ma doveva stare a riposo.
Il giorno del suo ritorno a casa lo passò a letto,mangiando i dolci che le aveva fatto sua mamma e pensando a lui.
Il ragazzo biondo che le era rimasto accanto per quasi tutto il tempo che aveva trascorso in ospedale.
Era un musicista,le aveva detto. Suonava la chitarra fin da quando era bambino e gli piaceva cantare,nonostante fosse convinto di essere stonato.
Ad Allison aveva promesso che un giorno avrebbe cantato per lei.
Si erano scambiati i numeri di telefono e la promessa di rivedersi.
Niall viveva a Dublino e si manteneva facendo musica,tornava a casa un fine settimana si e uno no.
Apettava la sua grande occasione. “Forse un giorno qualcuno mi noterà e diventerò famoso,é il mio più grande sogno” le aveva confessato guardandola negli occhi “Vorrei che le persone si ricordassero di me”.
Lei di sicuro se ne sarebbe ricordata per sempre.

Nelle due settimane successive Niall le mandò numerosi messaggi per informarsi sulla sua salute. Semplici messaggi a volte seguiti da faccine sorridenti.
Niente di così speciale.
Ma Allison era una sognatrice e la sua mente spesso navigava troppo. Era convinta che ne sarebbe rimasta delusa. Allo stesso tempo però non poteva ignorare i suoi sentimenti.
Le sue amiche Sarah e Jade le avevano detto di aspettare prima di perdere la testa perché in fondo non lo conosceva poi così bene.
Forse avevano ragione.
Ma Allison continuava a contare ogni mattina i giorni che mancavano al ritorno del ragazzo biondo.

Niall all'ospedale l'aveva salutata posandole un bacio leggero su una guancia e fece la stessa cosa quando si rividero quel sabato pomeriggio di metà settembre.
“Ciao piccola” disse sorridendo,gli occhi azzurri che brillavano più che mai “Stai meglio?”
“Si molto,grazie” Allison cercò di non dar troppo a vedere il modo in cui lo stava fissando “Tu invece? Contento di essere di nuovo a casa?
“Più di quanto immagini” affermò convinto.
Niall le aveva proposto di incontrarsi in un piccolo caffè del centro dove Allison non era mai stata. Un posto carino ed accogliente dove ti sentivi a proprio agio. Esattamente come con Niall. Secondo l'idea che si era fatta di lui il ragazzo biondo era una persona con la quale non c'era bisogno di fingere e si poteva essere semplicemente se stessi.
E questo fu proprio ciò che lei decise di fare quel giorno,essere se stessa e vedere cosa sarebbe successo.
In fondo che cosa aveva da perdere?

Una volta seduti Niall prese la parola.
“Allora,cosa gradirebbe ordinare la signorina?” scherzò afferrando l'elegante menù rilegato in pelle “Tè,caffè,cioccolata o magari un dolce? In questo posto fanno cose straordinarie”
Allison rise “Bene,sembra proprio che tu mi abbia portata qui per farmi ingrassare eh?”
“Mi hai scoperto” le fece l'occhiolino.
“Come vedi però sono già abbastanza grassa,se metto su qualche altro chilo potrei non muovermi più”
“Finiscila” il biondo si fece improvvisamente serio e la scrutò da sopra il menù “Non sei grassa”
“Ma certo che lo sono,guardami bene” si fece scorrere una mano sulla pancia non del tutto piatta “Sapessi quanto ho lottato con questi jeans per riuscire ad entrarci”
“Sei perfetta”.
Lo disse con una voce decisa che non ammetteva alcuna replica. Allison fece silenzio,sicura che le sue guance fossero terribilmente rosse.
Due grossi pomodori. Le succedeva sempre quando era in imbarazzo.
“Vada per il tè” disse alla fine “magari con dei biscotti al cioccolato” aggiunse dopo un pò”
“Per me cioccolata”. Niall,nuovamente sorridente,chiamò un cameriere dai capelli ricci e dalla faccia simpatica per comunicargli le loro scelte.
“Non mi sembri un tipo da tè” disse
“Oh ti sbagli invece” Allison si strinse nella sua sciarpona cercando di assumere un'aria misteriosa che non sapeva fare “Lo bevo tutte le sere,non posso andare a letto senza una tazza di tè”
“Allora avrei dovuto portartelo quando eri in ospedale,mi dispiace non averci pensato”
“Non potevi saperlo” la ragazza sorrise
“Hai le guance rosse sai?”
Beccata.
“E tu sai che non é gentile farlo notare?” ribatté
“Perché mai?” rispose innocentemente “Sei così carina quando arrossisci”.
Consumarono ciò che avevano ordinato ed uscirono dalla caffetteria.
 Niall pagò tutto e acquistò una rosa da un venditore ambulante, “Una rosa rossa per la ragazza dalle guance rosse” disse porgendola ad Allison.
Il ragazzo la riaccompagnò a casa. Prima di farla salire in macchina le domandò circa dieci volte se non le desse fastidio visto quello che era successo appena due settimane prima. Allison lo rassicurò ma lui,visibilmente preoccupato,le lanciò occhiate apprensive durante tutto il viaggio,che in realtà fu piuttosto breve poiché Mullingar era una piccola città.
Strano che prima dell'incidente non si fossero mai incontrati.
Due stelle vicine ma allo stesso tempo lontane. Forse destinate l'una all'altra.
Allison si disse che doveva smetterla di pensare a questo tipo di cose. Pensava sempre troppo.

“Sono stato bene con te oggi” disse Niall arrotolandosi un laccio della felpa attorno al dito,Allison giochicchiava con le chiavi di casa.
La ragazza si appoggiò alla porta del condominio dove abitava,si guardò i piedi per un po'.
“Anche io” alzò gli occhi ed incontrò quelli color oceano di lui “Tanto”
“Mi tratterrò per altri tre o quattro giorni,se vuoi possiamo rivederci”
“Certo ok”
“Anche domani”
“Si anche domani” ripeté Allison. Il cuore che rischiava di esploderle nel petto.
“Baciami,ti prego dammi un bacio,uno solo” pensò
“Vengo a prenderti e andiamo a fare un giro magari” si passò una mano fra i capelli “Ci dovrebbe essere anche qualche bel film al cinema” aggiunse
“Mi piace il cinema,buona idea”.
Ci furono alcuni minuti di silenzio scanditi solo dai battiti dei cuori e dal vento freddo che annunciava l'avvicinarsi della stagione invernale.
Alcune ciocche castane si sollevarono e coprirono il volto di Allison.
Niall fece due passi verso di lei e con una mano le scostò i capelli portandoli dietro il suo orecchio.
“Non voglio che niente copra il tuo viso” le disse.
Allison pensò che se il biondo non l'avesse smessa di sorridere e di essere così fottutamente bello avrebbe preso lei l'iniziativa e lo avrebbe baciato lì su due piedi. Ma non ce ne fu bisogno.
“Fanculo ai convenevoli” sussurrò Niall un attimo prima di posare le sue labbra su quelle della ragazza che non aspettava altro.
Prese il suo viso fra le mani e la baciò a lungo,con delicatezza e passione.
Con il corpo muscoloso del ragazzo schiacciato contro il suo,come per proteggerla Allison non sentiva più nulla,il freddo,le ansie e le preoccupazioni. Era solo tanto,tanto felice.
“Forse é un po' presto” disse Niall quando dopo un tempo che parve infinito ma allo stesso tempo troppo breve si staccò da lei “Ma se tu vuoi,questo potrebbe essere...l'inizio di qualcosa...fra di noi” sospirò “Insomma penso che tu abbia capito che non sono bravo con le parole ma...”
“Stai zitto e baciami” Allison lo attirò di nuovo a se avventandosi sulle sue labbra morbide.
Forse a quella strana sensazione d felicità poteva anche abituarcisi.


Si rividero il giorno dopo. Andarono a vedere un film horror ed Allison non ebbe paura come Niall sperava. Il suo piano era infatti abbracciare la sua “piccola” per tranquillizzarla e farla sentire al sicuro ma la ragazza gli permise di farlo comunque anche se non era poi così spaventata.
E si baciarono di nuovo.
Fuori dal cinema,in una libreria,davanti alla casa del fratello di Niall quando quest'ultimo decise di presentare ad Allison Theo,suo nipote,che non aveva neppure un anno. Il bambino le sorrise appena la vide e lei non poté fare a meno di pensare che aveva lo stesso sorriso meraviglioso dello zio,quel sorriso che continuò a vedere per molto tempo ancora perché il biondo irlandese era pazzo di lei. E lei non ci credeva,pensava di non meritare tutto ciò che le stava capitando,troppo bello per essere vero.
Ma lo era.
Ogni volta che Allison guardava Niall dicendo “Non capisco come tu faccia ad essere innamorato di me,che cos'é che ti piace tanto?” lui la guardava ancora più intensamente,traforandole il cuore con quei diamanti che aveva al posto degli occhi e diceva“Sono le piccole cose Ally,le piccole e speciali cose che ti caratterizzano e ti rendono unica” poi la baciava ed aggiungeva “E devi smetterla di trattarti male,voglio che tu ti ami almeno la metà di quanto ti amo io”.Poi concludeva facendole il solletico,che lei soffriva da morire,per farla ridere e bearsi di quel suono.


Aiutato da uno suo amico inglese con i capelli rossi le scrisse una canzone.
Una sera si fece trovare sotto il balcone di Allison accompagnato dalla sua chitarra e gliela cantò.
Fu il momento in cui la ragazza capì che forse anche lei aveva iniziato a splendere e c'era qualcuno che riusciva a vedere la sua luce,qualcuno che aveva scritto per lei la canzone più dolce del mondo.

I won't let these little things slip out of my mouth
But if I do, it's you,
Oh it's you,
They add up to
I'm in love with you,
And all these little things

(Little Things-chorus)

 

 

 

Allora questa storia é un po' inverosimile e dolce da diabete ma in fondo penso che un po' di dolcezza faccia sempre bene a tutti,soprattutto durante le feste,quindi spero che chi leggerà apprezzi (e magari recensisca please) ciò che ho scritto.
Dedico Would you shine for me? ad Alice,la mia pazza preferita che sopporta sempre ogni mia sclerata, colgo quindi l'occasione Ali per dirti che ti voglio davvero un mondo di bene e che sono sicura che un giorno tutto quello che ho scritto capiterà a te con il tuo Nello padello perché te lo meriti e sei una persona fantastica ;-)

 

 

  
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