Her eyes were blue sea.
Justin:
Era come sempre, come tutti i giorni della mia vita da liceale. Buttai i piedi fuori dal letto e con il mio GRANDE entusiasmo e la mia GRANDE voglia di alzarmi da letto mi vestii e pettinai i miei capelli biondo cenere.
Mi aspettava un'altra giornata in quell'inferno che tutti chiamano "Seven High School", ovvero la mia scuola.
Non che non mi divertissi, sia chiaro, ma passare ore della mia vita seduto su una sedia, non faceva male solo al mio culo, ma anche al mio cervello. I prof dicevano che se mi impegnavo di più avrei potuto fare un ottimo lavoro, ma non avevo nè il tempo e nè la voglia di farlo.
La mia vita era tutto un alternarsi di feste e scopate.
Non potevo perdere troppo tempo a studiare. Uscì di casa e salii sulla mia porche nera, già nella Seven o eri ricco, o eri ricco.
Alzai il volume della radio al massimo e arrivai a destinazione prima che la canzone "Just One Last Time" finisse del tutto.
Varcai appena l'entrata, che già i miei due migliori amici mi stavano affianco, mi ricordarono che questo posto era bello solo perchè c'erano loro due...
e Lana Sparks, la quale mi stava già spogliando con gli occhi.
Era alta, aveva i capelli castani e gli occhi marroni, portava una terza abbondante e aveva una faccia perfetta, mi chiedevo se Dio gli aveva associato qualche difetto quando l'aveva creata, ma ne dubitavo.
Eravamo in qualche modo "impegnati" o così almeno lei credeva, solo perchè l'avevo scopata dietro la scuola la settimana scorsa non faceva di lei la mia ragazza, ma più la mia scopa amica.
Gli sorrisi e gli feci l'occhiolino, lei ricambiò il sorriso e poi posò lo sguardo per qualche secondo su Matty, il mio amico alla mia destra,
poi si girò e continuò a parlare con la sua migliore amica Tiffany.
Dovevo ammettere che erano le ragazze più sexy della scuola, e potevo farmele quando volevo. Questa non era fortuna?
Harry mi lasciò una botta sulla spalla e sorrise malizioso. "Ti ha spogliato con gli occhi, amico"
"Grazie al cazzo, me la sono fatta la scorsa settimana, frà." Sorrisi fiero di me stesso.
"Davvero? Avevo messo gli occhi da qualche giorno su di lei..." disse Matty con un tono di delusione nella voce.
Sti cazzi, se ne troverà un'altra, finchè non mi sarò stancato di lei sarò io quello a godermela.
"Sei arrivato tardi, scusa." dissi alzando le spalle. La campanella suonò ed eravamo costretti a entrare nell' aula di Scienze,
dove non meno di venti minuti dopo venni sbattuto fuori dalla classe per un commento poco gradevole sul vestito della Prof. Gray,
non è colpa mia se si vestiva da troia e non riuscivo a contenere i miei pensieri.
Prima ti dicevano devi esprimere i tuoi pensieri e poi quando lo facevi ti facevano rimpiangere di averlo fatto.
Odiavo tutti.
Ero in piedi, appogiato con la schiena contro il muro dell'aula a guardare il corridoio completamente vuoto e silenzioso.
La pace e il silenzio venì spezzato dalle risate di una ragazza, che entrò nella Seven seguita da Peter Clark,
lo sfigato della scuola. La ragazza era poco più bassa di me, aveva capelli lunghi marroni scuri, quasi neri e un corpo proprio niente male direi.
Non riuscivo a distinguere il colore dei suoi occhi, ma sapevo per certo che portava degli occhiali con i contorni neri.
Non l'avevo mai vista in questa scuola, forse era la nuova arrivata della quale avevo sentito parlare i Prof. giorni fà.
Portava le Dr. Martens bianche con un maglione bianco e nero e aveva i leggins neri attillati.
Aveva decisamente attirato la mia attenzione, l'unica cosa che non riuscivo a capire era perchè una ragazza come lei,
rideva e scherzava con uno sfigato come quello. Forse non aveva ancora visto il meglio, ovvero io.
Sorrisi a me stesso e pensai a un modo per conoscerla. Ora. Subito. Non volevo aspettare.
Il compito per la Collins che dovevo portare per la prossima ora. Merda.
L'avevo completamente dimenticato. Non volevo prendere un brutto voto nella materia che mi piaceva di più, la Collins insegnava Letteratura,
e strano a dirlo ma era l'unica materia nella quale volevo impegnarmi.
Non ne avevo parlato con nessuno, ma scrivere mi piaceva molto, mi aiutava ad aprire la mente e a distrarmi da tutto lo schifo che mi
circondava, a cominciare dai miei genitori.
Mio padre aveva divorziato con mia madre quando io avevo solo dieci mesi, e aveva lasciato a lei il compito di crescermi.
Per fortuna, mia madre si era risposata con Frank, un uomo ricco ( non l'ha sposato solo per la sua ricchezza, sia chiaro,
Frank era una persona fantasica) ed ora ce la cavavamo più che bene. L'unico problema era che mio padre, il mio vero padre, Jeremy Bieber,
si era trasferito qui in città da qualche mese, e insisteva nel vedermi. Non volevo farlo.
Per quale razza di motivo dovrei voler vedere e parlare con l'uomo che aveva abbandonato mia madre?
Ma lei non la pensava così, e voleva che lo conoscevo...
Scacciai i miei pensieri ed entrai in azione. Mi avvicinai da dietro a Peter, lo presi per la felpa e lo sbattei contro un armadietto.
La ragazza misteriosa mi guardò spaventata e indietreggiò di qualche passo.
"Ciao sfigato, hai presente il compito che ci ha assegnato la Collins?" dissi cercando di risultare il più minaccioso possibile.
Lui mi guardò e balbettò "S-si." Bene.
Lasciai andare lo sfigato per qualche secondo per dargli il tempo di tirare fuori il compito che mi doveva dare, ma una voce rompette il silenzio.
La sua voce.
"Fermo Peter, tu non gli dai proprio un cazzo a questo stronzo qui." la ragazza mi si piazzò davanti come per sfidarmi.
Cosa stava succedendo?
"Mi hai appena chiamato come? Stronzo?" alzai una sopracciglia e solo allora mi accorsi del colore dei suoi occhi.
Erano blu, ma non il blu del cielo, e nemmeno il blu delle penne.
I suoi occhi erano blu mare.