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Autore: andreeastefania    04/01/2014    3 recensioni
Draco è particolarmente cupo dopo la guerra e trova un posto speciale dove pensare. ||
Drarry 100%.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ad Alessia che non recensisce mai *lacrima*,
A Veronica che mi manca *elefante nell'occhio*,
Alle ragazze che recensiscono sempre (Vi adoro),
E al barattolo di Nutella che mi tenta.











I need you

One Shot, **** parole e i Drarry.







 
Una ultima rampa di scale portava gli studenti all'ultimo piano della torre dell'orologio. Distaccata dalle ale di Hogwarts, questa torre, finiva proprio sulla cima del numero XII dell'orologio esterno; nonostante fosse così vicino agli ingranaggi, il rumore non era assordante e si poteva tranquillamente stare in quella piccola sala. Una sola finestra dava sul panorama che ora sconfinava oltre i territori della scuola. Hogsmeade era un punto all'orizzonte, mentre il fiume che giungeva a formare il lago nero si perdeva oltre la vista. In questo luogo non ci sono panchine proprio per non invogliare gli studenti a fermarsi in mezzo alla polvere della cima, poiché non vi è la presenza di una fonte di luce, oltre alla finestrella, il luogo durante le ore notturne è completamente buio.
 





Draco Malfoy era seduto ai piedi del grande orologio da circa mezz’ora quando vide i suoi compagni di scuola uscire dal’edificio e buttarsi a capofitto nella neve. Mise un dito sul vetro e lo trascinò ogni volta che il ragazzo sul quale era poggiato si muoveva insieme ai due inseparabili amici. I tre cominciarono a tirarsi palle di neve e poco dopo il ragazzo moro inciampò nei suoi stessi piedi per poi rotolare per terra. Draco si sorprese a sorridere. Il solito imbranato. Vorrebbe scendere anche lui a giocare con la neve. D'altronde la guerra era finita, il mondo magico era in pace. Quindi non c’era motivo per essere tristi. Eppure Draco passava il più della metà del suo tempo lì, nella torre dell’Orologio, a guardare gli altri vivere.
Continuò a seguire con l’indice appoggiato al vetro il giovane mago. Dopo la guerra e le gravi perdite subite, il mondo magico si era comunque ripreso bene. Ogni tanto, quando a cena si soffermava sul tavolo Grifondoro, vedeva Ron sorridere e la maggior parte delle volte era per via della ragazza che gli sedeva accanto. Invidiava quei piccoli gesti. Quando lei appoggiava la mano sulla sua e lui sorrideva. Draco voleva poter far lo stesso. Perché Harry non sorrideva. No, Harry si ostinava a piegare le labbra in quel che poteva sembrare un sorriso, ma non lo era. Harry aveva gli occhi distanti. Una volta li aveva incontrati a poca distanza dai suoi. Li aveva visti bui è vuoti.

Draco non era mai stato uno che sorride tanto e tantomeno uno che rivela il suo io interiore. Da piccolo si limitava a nascondersi in presenza di qualcuno, col passare degli anni non si sfogava più nemmeno con se stesso. Ma la notte della vigilia di Natale ha pianto. Ha cominciato per la lettera della madre, la quale diceva che si stava bene a Parigi e che lo vorrebbe li con se, per poi continuare a piangere per tutto. Per gli anni passati a fingere, per tutte quelle volte che non è riuscito a dire ciò che provava, per la brutale morte del padre e per se stesso. La sua vita sembrava finita, ma non era nemmeno iniziata. Eppure Draco era già stanco, stanco di sentirsi un peso morto, stanco di fingere, stanco di quella vita andata a male.

Rimettete l’attenzione sulla finestra e sentì l’indice tremendamente freddo, quando lo tolse si rese conto che il mago che stava seguendo lo stava guardando. Non può vedermi. Harry aveva gli occhi piegati in due fessure e lo stava chiaramente vedendo. Draco fece un balzo indietro e inciampò. Si rialzò di scatto e stranuti per la valanga di polvere che aveva fatto alzare. Scese di fretta le lunghe scale a conchiglia e attraversando velocemente il corridoio arrivò subito alle scale che portavano nella sala comune dei Serpeverde. Appena entrato non fece caso a nessuno e si chiuse in camera.
 

Erano nove giorni che non andava alla torre dell’Orologio. Gli mancava starsene seduto li e leggere qualche libro o semplicemente a fare i compiti. Ma non voleva per niente al mondo rischiare di incontrare un certo Grifondoro salvatore del mondo magico. Si sedette al tavolo Serpeverde e imburrò una fetta di pane. La mangiucchiò ai lati e la rimise giù. Non riusciva a mangiare. Si sentiva osservato e sapeva che se avesse alzato la testa avrebbe incontrato due occhi che tanto bramava. Ma non era pronto per questo. Non era pronto per guardarlo e sorridergli. Non era pronto per esprimere i suoi sentimenti. Patetico.
Salì velocemente le scale della torre. Era sicuro che Harry non ci sarebbe andato. A pozioni li aveva sentiti parlare chiaramente di un giro alla capanna di Hagrid. Arrivò in cima e si sentì meno vuoto. Quel luogo era diventato il suo luogo e ci si sentiva leggero. Si avvicinò alla grande vetrata e ammirò il paesaggio. C’era neve ovunque. Decide che il fine settimana sarebbe andato ad Hogsmeade, magari per comprare il regalo per il compleanno della madre e forse un po’ di dolci per se. Si appoggiò al muro e respirò profondamente. È così patetico aver paura di qualcosa che non sta accadendo. Perché forse Harry non l’ha visto davvero quel giorno. E anche se fosse perché mai dovrebbe importargliene? Era sicuro che il moro non avrebbe mai provato nulla per lui. Infondo erano nemici. I nemici si odiano, di certo non si amano.
“Hai intenzione di buttarti giù?” solo allora si rese conto di essere troppo vicino all’apertura a destra della torre ma non gli interessava più di tanto perché si era girato e aveva incontrato i due occhi che tanto sognava. “Cosa?” Harry indicava l’apertura. “Ah, ehm, no.” Stava strappando con i denti la pellicina interna del labro inferiore. “Allora che ne dici di allontanarti?” Draco lo guardò sorpreso. Non volevo buttarmi. Fece due passi in avanti. Lontano non solo dal vuoto ma anche da Harry. “Non dovresti essere da Hagrid?” Draco si pentì di aver aperto bocca e si morse furiosamente la guancia. “Stavi origliando?” Draco avrebbe voluto avvicinarsi e accarezzargli quelle due rughe che si formano quando Harry corruga la fronte per poi scendere su quelle dolcissime che compaiono quando sorride. Si rendete conto di fissarlo quando si scontrò con gli occhi di lui. Spostò lo sguardo e sentì le guance in fiamme. Il rosso in contrasto con la sua pelle bianca è davvero forte e quando rialzò lo sguardo e vede il sorriso di Harry capì di essere stato scoperto. “Che ci fai qua Harry?” le parole gli uscirono piatte, a fatica. “Non lo so.” Draco lo vide sospirare e abbassare lo sguardo. “Tu invece?” il biondo fu sorpreso dalla domanda e boccheggiò un paio di volte prima di riuscire a parlare. “Questo è il mio posto.” Si rese conto che detto ad alta voce non aveva molto significato. Si affrettò ad aggiungere qualcosa. “Vengo qua con ho bisogno di …” non sapeva esattamente di cosa. “Di?” Draco si schiarì la voce e chiuse gli occhi. “Di qualsiasi cosa.” Sentì alcuni passi e pensò che Harry se ne fosse andato, ma poi li senti più vicini e quando aprì gli occhi il moro era a poco più di trenta centimetri da lui. “Di cosa hai bisogno Draco?” Sobbalzò e smise di respirare. Draco. Detto dalle sue labbra gli sembrava un bel nome. In fondo “Draco” era un bel nome. Ma non era bello per lui. Draco. Draco era per persone forti. Draco per persone come Harry.  Ma Harry andava bene per Harry. Harry era perfetto per il moro.
Chiuse gli occhi e mandò già la saliva rumorosamente. “Guardami …” Sembrava quasi una supplica e Draco si sorprese ad obbedire così facilmente. I loro occhi si incontrarono e prese coraggio. Si schiarì la voce e cominciò a parlare.
“Ho questo morboso bisogno di te!” la gola gli andava in fiamme. Ma con fatica si obbligò a continuare. “Che tu mi sieda accanto. Che tu mi stringa tra le tue braccia.” Non si accorse subito di averlo fatto, ma aveva preso il viso di Harry fra le sue bianche e fredde mani. “Sono pervaso da questo desiderio di avere il tuo cuore contro il mio petto. Forse pensi che io sia pazzo ma mi sono innamorato dei tuoi occhi. Non credo di aver mai provato amore per qualcuno o forse me ne sono dimenticato. Ma adesso sono innamorato.” Sospirò e lascio cadere le braccia lungo i fianchi. “Sono innamorato di te Harry.” Lasciò cadere un lacrima ma la raccolse subito con il dorso della mano. “Mi dispiace.” La gola era stretta, secca e in fiamme. Stava per scoppiare, ma non davanti a Harry. Non davanti a Harry.
Provò a regolare il respiro ma i singhiozzi silenziosi erano già parte di lui. Si senti prendere le mani. Un tocco caldo. “Non piangere. Non piangere.” Ma ormai le lacrime avevano travolto il muro creato anni prima e uscivano come tempesta. “Non piangere.” Sentì un calore invaderlo e tra un singhiozzo e l’altro si rese conto di essere tra le sue braccia, con il fiso premuto contro il suo cuore. Lo senti battere velocemente, a ritmo di una canzone bellissima. “Basta, basta. Basta.” Sentì le calde mani di Harry prendergli il viso e si arrese a quel tocco. Aprì gli occhi e smise di respirare quando il moro gli asciugò le lacrime teneramente. “Sono qui.” E le loro labbra si sfiorarono dolcemente, fino a toccarsi definitivamente. Un bacio dolce, casto. Piccolo ed indimenticabile.

 











Fine.



















Mi piace parecchio e vorrei sapere cosa ne pensate.
Quindi *si mette in ginocchio* recensite! çç



 
Ed Sheeran mi fa perdere la testa.
Se non vi piace date la colpa a lui OuO






 
Grazie per aver letto,

4.01.2014 (yuhuuu)






Andreea.

 



   
 
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