Fumetti/Cartoni americani > Pucca
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Autore: Shainareth    04/01/2014    5 recensioni
Sesta storia (in ordine cronologico) che compone la saga Amnesia.
Sembrava sprizzare gioia da tutti i pori, in modo talmente contagioso da indurre il ninja ad abbozzare un sorriso. «Avrà i tuoi occhi!»
Il sorriso si congelò sulle sue labbra.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abyo, Ching, Garu, Pucca, Tobe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Amnesia'
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AMNESIA - CLAN




«Garu!»
   Quel richiamo indusse entrambi i fratelli a voltarsi verso la foresta di bambù che circondava l’abitazione del più giovane dei due. Videro Pucca correre nella loro direzione con aria a dir poco estasiata e, quando fu abbastanza vicina, la ragazza saltò al collo dell’amato.
   «Che succede?» domandò lui, cingendole istintivamente la vita con le braccia, benché quel genere di effusioni gli causassero ancora in parte motivo d’imbarazzo. Se non più davanti a terzi, per lo meno davanti a Tobe; doveva farci l’abitudine.
   «Oh, Garu!» esclamò di nuovo Pucca, alzando il viso per guardarlo. Sembrava sprizzare gioia da tutti i pori, in modo talmente contagioso da indurre il ninja ad abbozzare un sorriso. «Avrà i tuoi occhi!»
   Il sorriso si congelò sulle sue labbra.
   «Spero che li avrà grandi e scuri e profondi come i tuoi!» continuava frattanto lei, ignara del vuoto improvviso che Garu avvertì nella testa. «Soprattutto se sarà un maschietto», stabilì infine Pucca, soddisfatta. «E poi…»
   Per pura autodifesa, il suo innamorato l’afferrò per le spalle e l’allontanò da sé per poterla scrutare meglio in volto. Lei ammutolì con sorpresa e lui, tirando su col naso e umettandosi le labbra con la punta della lingua, si fece coraggio per porle una domanda più che legittima – sia pure con voce stentata. «Sei… incinta?»
   Pucca rise divertita. «No!» Garu levò gli occhi al cielo, biascicando un ringraziamento a chissà quale divinità. «Ma l’ho sognato. Ed era così realistico che…» Si fermò, facendosi di colpo seria.  Poi, dopo una breve riflessione, riprese: «A volte i ricordi mi sovvengono sotto forma di sogni. Come quello di quando sorpresi Tobe e i suoi scagnozzi in mutande.»
   «Grazie per avermelo ricordato», bofonchiò il terzo incomodo, rimasto fino a quel momento in silenzio, seduto in disparte sui gradini d’ingresso della casa di Garu a godersi lo spettacolo.
   Lei lo ignorò bellamente e continuò a ragionare fra sé, prima di chiedere all’amato: «Mi stavo perciò domandando se… Sì, insomma: non è che prima dell’incidente fossi incinta?» Garu inarcò un sopracciglio e la fissò con un’espressione che tornò a farla ridere divertita. «Beh», provò a giustificarsi Pucca. «Dopotutto le bambine sono più precoci dei loro coetanei.» Scrollò le spalle, gli diede un sonoro bacio sulla guancia per rabbonirlo e raggiunse l’altro giovane, sedendo accanto a lui. «Zio Tobe, preferiresti un nipotino o una nipotina?»
   Quello lanciò uno sguardo al fratello e sogghignò, facendolo accigliare infastidito. «Mah, non saprei… Credo mi sia indifferente, purché tu ne scodelli una carrettata.» Gli altri due sgranarono gli occhi. «Eh, beh, bisogna che qualcuno porti avanti le tradizioni di famiglia. Anzi, meglio di no…» si corresse un momento dopo, visti i precedenti dei genitori suoi e di Garu. «Però sarebbe bello avere un clan tutto nostro.»
   Pucca si lasciò trascinare nello scherzo. «Sarebbe davvero fantastico», concordò seria, mentre il suo fidanzato tornava pericolosamente ad aggrottare le sopracciglia scure.
   «Ehi…» si azzardò a protestare. Non che l’idea di avere dei figli da lei non gli piacesse, tutt’altro; solo, la reputava una cosa ancora decisamente lontana nel futuro.
   «Oh, ecco Ching e Abyo!» esclamò la ragazza, facendo cenno verso il punto da cui era venuta lei stessa pochi minuti prima.
   «Sapevo che saresti venuta qui», esordì Abyo, quando furono da loro. «Ti avevamo vista correre spedita verso la foresta di bambù, era ovvio che stessi venendo da Garu.»
   «Com’era ovvio che forse volessero stare da soli. Era per questo che ti avevo detto che non era il caso di seguirla», intervenne Ching, facendogli notare la sua solita mancanza di delicatezza.
   L’altro scrollò le spalle con noncuranza. «Beh, non sono soli», si limitò a ribattere distrattamente, volgendo lo sguardo verso Tobe. «Che stavate facendo?»
   «Eravamo sul punto di decidere i nomi dei ventiquattro figli che darò a Garu», rispose di getto Pucca, sorridendo e continuando a mantenere in volto un’espressione terribilmente credibile, con grande scorno del suo fidanzato.
   «Fico!» esclamò Ching, entusiasta e senza scomporsi a quella notizia. «Posso aiutarvi?» si offrì subito, accomodandosi anche lei su uno dei gradini.
   «Ven… Ventiquattro?!» gracchiò Abyo, volgendosi verso Garu che, più sconvolto di lui, aveva spalancato la bocca per protestare ancora, senza però riuscire a trovare la voce per farlo. Il suo amico strinse le labbra con fare comprensivo. «Ti ammalerai di cuore, lo sai?» gli fece presente, con il solito, inesistente tatto che lo contraddistingueva.
   «Fidati: sento già l’infarto dietro l’angolo», fu la rassegnata risposta che gli arrivò e che lo indusse a dare una pacca affettuosa dietro le spalle del ninja.












Lo so, avevo detto che la saga si sarebbe conclusa con la shot precedente (e pure prima di quella avevo detto la stessa cosa), però non sono riuscita a resistere alla tentazione di scrivere questa scemenza. Perdonatemi. :*
Shainareth





  
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