-Prologo-
Tum-tum. Tum-tum. Tum-tum…
Non era successo niente. Già. Non era successo proprio niente.
Lui non gli aveva tirato un pugno nell’occhio… e l’altro non gli aveva ricambiato il favore dritto dritto sul naso.
Le immagini di quella sfuriata a casa di Andrew gli scorrevano dentro la mente violentata da quel litigio come un fiume in piena. Non erano solo i pugni che l’avevano urtato; c’era altro.
C’era ad esempio il fatto che lui lo amava. Eccome se lo amava…
Eppure anche Andrew lo amava.
Si amavano.
Ma lui era come il ghiaccio: duro, freddo… ma era anche splendente e luminoso quando era colpito dalla luce del sole.
Solo che Claud non era il sole. Claud era la pioggia…
E fisicamente parlando, quando dell’acqua già fredda di suo si scontra con qualcosa di glaciale come il ghiaccio, finisce per indurirsi.
Ecco cosa lo urtava. L’essere diventato duro; duro con sé stesso. Duro con Lui.
Tum-tum… Tum-tum. Tum-tum.
Il treno faceva riecheggiare questo rumore quando entrava dentro una galleria. Di quelle buie e strette e soffocanti. Di quelle che quando finisce, e vedi il sole, rimani abbagliato dalla luce.
Solo che quel giorno non c’era affatto luce.
E tanto meno il sole.
Pioveva.
Pioveva forte e la pioggia non faceva altro che schiantarsi rumorosamente contro i vetri appannati di quel treno diretto il più lontano possibile da casa.
E Claud era come quella pioggia; lo è sempre stato. Ma ora più di sempre.
Freddo, delicato, vagamente romantico… ed infine che finisce sempre per schiantarsi contro un vetro. O contro qualcuno.
O contro qualcuno che si chiama Andrew.
_____________
Ciao gente! Son qui. Allora... sono successe delle cosucce.
Mi si è rotto il computer. Eccallà. BOOOM. Il disagio totale.
Dunque sono con il pc di mia mmmmadreh (altrettanto scassato) che non riesce a scrivere le e come altre lettere.
Le cose saranno moooolto a rilento. Perdonatemi. ç_ç