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Autore: ManuFury    04/01/2014    5 recensioni
(Dal Testo) [...] La sua bella pelle è coperta di sangue, così come lo era quando la morta l’ha accolta tra le sue braccia. Mi sorride, ma non con il sorriso che aveva di solito, questo è crudele, sadico. Il sorriso che potrebbe avere un Angelo della Morte. [..]
[...] L’incubo è sempre lo stesso. Notte dopo notte. Anno dopo anno. [...]
(Prima Classificata al Contest "Exetreme Makeover Contest Ediction" indetto M4RT1)
(Seconda Classificata al Contest: "Keep Calm and... What if? [Hunger Games Contest]" indetto da giorgiab105)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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HOPE
 
 
Mi prendo un solo secondo per guardare la ragazza che torreggia sopra di me. È del Distretto 1 e ha delle spalle così larghe che quasi fanno invidia alle mie; il suo viso sarebbe anche bello se non si fosse trasformato in una maschera di sangue che ne deforma i lineamenti, i capelli biondi sono macchiati da lunghe righe scarlatte, anche se il rosso le dona come colore. L’unico occhio che le rimane, l’altro gliel’ho cavato io solo qualche minuto prima, è acceso dall’ira. Noto che è argentato, ma non è il grigio fumo tipico del Giacimento. No, il suo è un argento più chiaro, abbastanza da sembrare quasi bianco.
Nel complesso la trovo una bella ragazza, ci potrei quasi provare con lei se non fossi fidanzato e lei non cercasse di uccidermi, ovviamente.
Ci guardiamo per attimi che si dilatano come secoli: entrambi feriti e stanchi, entrambi con la consapevolezza che solo uno di noi due potrà uscire vivo da quest’Arena.
La giovane del Distretto 1 porta lentamente la mano con cui si tamponava l’occhio al manico della sua scure, così da avere maggior forza per alzarla e poi calarla sul mio petto. Uno schizzo di sangue le parte dall’orbita ormai quasi vuota e mi centra in piena faccia, entrandomi in bocca con il suo sapore di ruggine.
Io la guardo compiere quei gesti senza riuscire a fare altro: mi sento paralizzato dalle ferite che mi si aprono sul corpo, sento il sangue fuoriuscire come lava incandescente da ognuna di queste, soprattutto da uno squarcio che ho sul ventre. Il liquido scorre come un mare rosso sui miei vestiti strappati e cade terra. Non ne sono certo, ma nella collutta di prima credo che mi siano persino usciti gli intestini, anche se non ho modo di appurarmene.
E non l’avrò più. Il mio tempo è scaduto da un pezzo.
La ragazza dell’1 respira con forza, provata dal dolore almeno quanto me, e stringe saldamente la scure tra le mani scivolose per il sangue: evidentemente non vuole sbagliare il colpo, non posso biasimarla; vorrà tornare a casa, dalla sua famiglia, come lo vorrei io.
Senza rendermene conto sorrido: un sorriso corrotto dal dolore che provo per ogni ferita che grida e sputa sangue, un sorriso corrotto dall’amarezza che provo nel sapere che non potrò mai più riabbracciare mia madre, portare in spalle il mio fratellino, baciare Gloria.
A casa vedranno questo sorriso e capiranno che è di rassegnazione. Qualcuno si dispererà, ma non importa. Ormai sono morto. E… chissà perché avevo persino creduto di potercela fare veramente.
Forse perché era Maysilee a darmi forza, a dirmi che in due potevamo farcela.
Maysilee.
Ho fallito anche con lei: le avevo promesso in punto di morte che avrei badato a sua sorella e invece…
Il suo ricordo mi assale con la potenza di un toro infuriato: i momenti che abbiamo passato assieme, quell’ingegnoso sistema idraulico che avevamo inventato per raccogliere più acqua, i suoi dardi avvelenati che mi hanno salvato quando ero in una situazione molto simile a questa.
Ripenso a quei giorni di collaborazione e di colpo i miei occhi si spalancano.
Provo a muovere il braccio destro, ma è abbandonato a terra, inerme dopo che un colpo di scure l’ha trafitto da parte a parte; allora tento di muovere il sinistro, quello che, cadendo, ho stretto attorno al ventre per tenere in corpo i miei intestini. Questo lo sento, ne muovo appena le dita attorno alla ferita slabbrata.
In quel momento la ragazza cala la sua arma e tutto quello che vedo mi sembra rallentato, come si potrebbe fare con la pellicola di un film.
Vedo la lama della scure macchiata di sangue, mio in buona parte, ma non solo. Sento le mie dita intorpidite scivolare dalla ferita fino alla tasca dei pantaloni e cercare qualcosa all’interno, frugando con l’ansia che avrebbe un cane che non ritrova più un osso sepolto nella terra.
E quella scure è così vicina.
Una goccia di sudore mi scivola a lato della tempia nel momento esatto in cui le mie dita si stringono attorno a quell’oggetto tanto cercato.
Trattengo il fiato e un urlo di dolore buttandomi a lato contro una gamba della giovane. Sento il rumore secco e sordo della lama che si abbatte al suolo, là dove prima stava il mio corpo; percepisco il suono umido e vischioso delle mie budella che si riversano a terra. E nel silenzio che segue, odo il rumore contenuto e quasi discreto di un piccolo ago che si conficca nella carne.
Cerco di restare cosciente, respirando a fondo, provando a restare aggrappato alla realtà come un naufrago in un mare nero di sofferenza che mi s’irradia su tutto il corpo con violenza.
Mi è difficile, ma ci riesco per qualche secondo, abbastanza da avvertire la sorpresa della ragazza dell’1 che le serpeggia in corpo. Anche lei respira con forza, anzi sta ansimando come se le mancasse il fiato.
Poi il suo corpo cade pesantemente sul mio, strappandomi un gemito di dolore.
Sorrido tra il sangue e la polvere. Maysilee mi ha salvato di nuovo, lei e i suoi dardi avvelenati, che mi lasciò mentre ormai la vita scivolava via da lei.
Sto per chiudere gli occhi, felice: adesso il cannone suonerà e verranno a prendermi per riportarmi al mio Distretto, dalla mia famiglia.
Già assaporo questo momento, ma niente va come ho previsto. Il cannone non suona. Le trombe non trillano a festa la mia vittoria. Nessun mezzo di trasporto arriva per portarmi via di lì.
Non succede proprio nulla.
Riapro a fatica gli occhi, coperti da un leggero velo di sofferenza. Non riesco a capire. Eravamo solo più io e la giovane dell’1. E lei è morta. Sento il suo peso sopra di me, il peso di un cadavere. Ne sono certo, i dardi di Maysilee erano intrisi con il veleno stillato da quei bei fiori azzurri, sbocciati al margine del bosco. Veleno assolutamente letale.
Non possono lasciarmi qui, io ho vinto e l’ho fatto lealmente!
Non possono lasciarmi qui a morire dissanguato!
Un movimento molto debole sopra di me: la ragazza dell’1 si alza lentamente, brandisce ancora la sua scure. Si scosta di capelli dal viso, in un gesto lento, aggraziato. E il suo viso…
“N-Non… non può essere!” Sbraito a vedere il viso di Maysilee al posto di quello della giovane dell’1. La sua bella pelle è coperta di sangue, così come lo era quando la morte l’ha accolta tra le sue braccia. Mi sorride, ma non con il sorriso che aveva di solito, questo è crudele, sadico. Il sorriso che potrebbe avere un Angelo della Morte.
Non mi parla. Sorride solo e alza la sua scure. Per calarla sul mio corpo senza alcun tipo di esitazione, volendo vendicarsi per averla lasciata morire così…
 
Ed è allora che mi sveglio urlando, il viso madido di sudore e brividi di terrore lungo la schiena, che la fanno contorcere in spasmi violenti. Mi copro il volto con le mani, respirando con forza nel vano tentativo di riprendermi.
L’incubo è sempre lo stesso. Notte dopo notte. Anno dopo anno. È lì la sera, in agguato tra le coperte, che attende che io mi sdrai e chiuda gli occhi, così da potermi ghermire e trascinare nell’Arena, in quel luogo dove ho perso una parte di me… l’innocenza.
E dove ho perso un’amica da poco conosciuta, che non meritava una fine così atroce. Solamente non capisco perché sogno proprio di lei, di Maysilee: in fondo è stata lei a sciogliere il nostro patto ed io non ho partecipato in alcun modo alla sua morte. Non avrei potuto evitarla.
Nel buio che mi circonda, avverto una presenza muoversi sinuosa come una serpe al mio fianco. Quasi scatto a lato, temendo che il mio incubo si sia trasformato in realtà, che sia Maysilee la ragazza al mio fianco, a guardarmi con i suoi occhi morti e il suo viso deturpato dal sangue e da quel sorriso così crudele.
Ma non è Maysilee. Quella visione mostruosa che popola le mie notti non è che questo: una visione. Nulla di reale.
“Haymitch. – Mi sussurra dolcemente Gloria mentre le sue braccia magre mi cingono le spalle a volermi confortare, come fa tutte le notti. – Ancora con quell’incubo?”
Annuisco lentamente, con il respiro che si fa più calmo, anche il tremore inizia a passare. Le sue carezze sono la miglior medicina che avrei mai potuto chiedere. Non che disprezzi i rimedi casalinghi di mia madre, ma la cosa migliore in certe situazioni è un semplice contatto umano.
Appoggio le mie mani su quelle di Gloria con un sospiro. Sono passati otto anni da quando sono uscito dall’Arena, eppure… tutto è ancora così vivo nella mia mente, persino gli incubi che mi accompagnano da allora sono così terribilmente reali.  
Trovo conforto nel sapere che qui con me ci sono Gloria, Hugo, il mio fratellino e anche mia madre con le sue terapie stravaganti e divertenti: come l’idea di appendere in camera decine e decine di centrini finemente ricamati, così che essi possano, con le loro minuscole reti, intercettare i brutti sogni e farmi dormire meglio.
Abbasso il viso a pensare al mio fratellino che cresce così in fretta, con la consapevolezza che l’anno prossimo il suo nome sarà posto in una boccia di vetro, come successe al mio. Questo pensiero mi spaventa, ma sto facendo per lui tutto quello che posso per prepararlo a quel momento e poi, lui sarà avvantaggiato, il suo nome comparirà una sola volta e questo, un po’ mi rassicura.
Sento il viso di mia moglie posarsi su una mia spalla, strappandomi ai miei pensieri. Mi bacia delicatamente il collo mentre mi sussurra dolci parole per calmarmi ancora e sono in questi momenti che capisco perché l’ho sposata: chiunque altra mi avrebbe lasciato al mio destino d’incubi senza fine, ma lei no. Me l’ha promesso, non mi lascerà mai.
Sospiro alle sue attenzioni che hanno il sapore del miele. Socchiudo gli occhi dimenticandomi per un attimo di tutto.  
Resto staccato dalla realtà per qualche tempo, quanto di preciso non so, ma a un certo punto sento un lieve vagito provenire dalla culla a pochi passi dal nostro letto matrimoniale. È una piccola struttura candida, tanto da permettermi di scorgerne il profilo anche nell’oscurità.
Mi sciolgo dall’abbraccio di Gloria e mi alzo in fretta, chinandomi sul lettino e sulla minuscola creatura che mi guarda dal suo interno, con occhi piccoli per il sonno interrotto, le mie urla devono averla svegliata.
“Oh, piccina mia, gli incubi di papà ti hanno svegliata?” Chiedo con voce idiota e un sorriso ebete sul viso rasato di fresco solo per lei. La prendo in braccio, posandole un bacio sulla fronte.
La piccina emette un lieve borbottio compiaciuto e mi guarda con i suoi occhioni grigi, occhi tipici da Giacimento: uguali ai miei e a quelli di sua madre. Una lievissima peluria le copre la testolina, che mi porto con dolcezza al petto.
Torno a sedermi nel letto, a fianco di mia moglie e con nostra figlia tra le braccia.
Averla è stata una scelta difficile sapendo quello che la vita le avrebbe offerto: i Giochi. Ma ora che è qui, non avrei mai potuto immaginarmi la nostra vita senza di lei.
Una sua manina mi sfiora il mento, mentre gli occhi si chiudono per la stanchezza. Povera creatura, la tengo sveglia tutte le notti per via del mio sonno turbolento. Se non altro ora non può chiedersi da cosa sono provocati, ma lo farà quando sarà più grande, ne sono certo. Ed io mi siederò di fronte a lei e cercherò di spiegarglielo.
E forse, un giorno, con il suo aiuto il mio sonno sarà sereno e senza incubi. Perché lei è la speranza che non credevo di poter trovare.
Gloria mi sorride, appoggiandosi di nuovo a me e guardandoci.
“Siete proprio uguali.” Sussurra piano, per non disturbare la bimba mentre si rannicchia contro il mio petto caldo, abbassando la manina per stringermi piano un dito. Questo mi fa capire che è una combattente, una creatura che sa quello che vuole e che lotta per ottenerlo. Con presunzione, penso che assomiglia proprio a me in questo.
“Già, perché se somigliava a te, povera piccola!” Ridacchio, ricevendomi come risposta una cuscinata in pieno viso. Avrei dovuto aspettarmelo, anche se passano gli anni, Gloria rimane sempre la bimba dai capelli corti e con le lentiggini di cui mi sono innamorato alla nostra prima Mietitura.
Ridiamo insieme, prima che i miei occhi cadano sulla nostra figlioletta. Dorme serena. Così come un giorno dormirò sereno io. Le poso un nuovo bacio sulla fronte, delicatamente, non volendola svegliare.
“Buonanotte, Hope.” Le sussurro, distendendomi. Gloria mi segue qualche attimo dopo, tirando le coperte e abbracciandoci.
In questo momento so che il resto della mia notte sarà senza incubi. Perché ho Hope che mi proteggerà.
 
 
~ Fine! ♥ ~
 
 
 
***
 
HOLA! ^_^
 
Carissimi e Carissime… dopo una vita e mezza torno in questo Fandom di cui mi sono letteralmente innamorata e con una Fic sul mio idolo! *Vocetta idiota da fan sfegatata!*
Ehm… *si ricompone* … dunque… u_u
Prima di tutto devo ringraziare la carissima M4RT1 per aver indetto il Contest “Extreme Makeover Contest Edition” … un Contest bellissimo basato sui What If? dei nostri eroi.
Io ho ricevuto l’incarico di descrivere come sarebbe stata la vita di Haymitch se avesse vinto legalmente alla sua edizione degli Hunger Games ed eccone il risultato. Premetto che volevo scrivere qualcosa di triste, magari con la fidanzata che mollava Haymitch perché troppo problematico, ma mi sono detta: “eh no… così diventerebbe l’ubriacone che è anche oggi!” per questo motivo… ho cancellato tutto e ho provveduto a stendere questa One Shot fin troppo coccola e sdolcinata per i miei gusti, ma non ho saputo resistere. Hay come papi è troppo adorabile a detta mia! ^^
Volevo inoltre precisare che i nomi dei personaggi li ho presi dalla Fic della stessa M4RT1 (Non ne vale la pena) perché mi sembravano adatti e volevo comunque farle una sorta di piccolo tributo, ecco.
Ma da buona sadica quale sono, non poteva mancare un filo di violenza iniziale, quindi, eccovi servito l’incubo di turno del nostro buon Mentore, suggeritomi dalla Challenge “La sfida dei duecento prompt” indetta da MSP17 con il prompt 131) Incubo.
Beh, che altro vi posso dire?
Ah sì… apro l’angoletto della pubblicità per dirvi quattro cose:
1) Se questa Fic vi è piaciuta, l’avete odiata, l’avete trovata paradossale o quant’altro lasciatemi un pensierino che di certo non vi mangio! ;)
2) Andate assolutamente a leggere la Fic originale di M4RT1 perché è troppo bella! (la trovere QUI)
3) Se avete letto questa Fic significa che siete degli appassionati della saga di Hunger Games. In questo caso ho il Contest che fa per voi, indetto dalla sottoscritta! 1 su 24 ce la FA! Un Contest a Turni in cui dovrete mettere alla prova voi stessi in otto spietate prove. (Troverete il link sul mio profilo).
4) La storia partecipa da cinque minuti al Contest "Keep Calm and... Whati if?" indetto da giorgiab105 sul forum di EFP
Se gradite il genere, accorrete, c’è ancora qualche posto libero! ^^

Bene… angolo pubblicità chiuso, posso anche lasciarvi andare… u_u
ByeBye gente e alla prossima! ;)

 
ManuFury! ^_^
 
  
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