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Autore: Adaralbion    26/05/2008    8 recensioni
[...]Pochi secondi dopo essersi chiuso la porta alle spalle, cominciò a saltellare come un pazzo gettando i pugni in aria e ovunque, felice come una pasqua per aver superato in velocità quell'antipatico di Near. Poi si esibì in una serie di inchini rivolti ad un pubblico invisibile sussurrando “Grazie, grazie.. vi adoro!” seguiti da una lunga serie di vaneggiamenti simili.[...]
Come annunciato ecco la mia Mello/Near!^^
Per ora gli avvertimenti sono solo: Spoiler e Yaoi, ma potrebbero cambiare nel corso della storia così come il raiting.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Introduzione:


Ritengo opportuno fare un'introduzione a questa storia per un semplice motivo, ovvero per avvertire immediatamente che andando avanti probabilmente cambierà di raiting. Per ora lascio arancione per il solo motivo che non ci sono scene yaoi: questo per lo meno nei primi capitoli.


Questa Mello/Near è dedicata a tutti coloro che odiano Near (e ce ne sono tanti tra i miei lettori XD)...voglio provare, per una volta, a farvi cambiare totalmente idea sul suo conto!

Sfida ardua, ma chi mi conosce lo sa... io amo le sfide!


Un kiss a tutti, buona lettura (recensite mi raccomando, adoro leggere le vostre impressioni, commenti e critiche! Siete una fonte di ispirazione veramente potente!)


Adaralbion




Capitolo Primo – Scherzo



Mello era seduto al suo banco, la testa china sul test e le mani macchiate di inchiostro blu.

Teneva la lingua tra i denti, lo sguardo fisso sul foglio sul quale la penna scorreva veloce tracciando numeri e lettere con una grafia impeccabile.

Ogni tanto alzava lo sguardo su Matt, il suo migliore amico, che teneva la penna poggiata tra le labbra reggendola tra l'indice e il medio della mano destra: lo sguardo puntato al soffitto con aria pensosa.

Poi gli occhi del biondo si spostavano qualche banco più in là, sulla sinistra, per scorgere la chioma bianca di Near il quale, in tutta tranquillità, arrotolava una ciocca tra le dita mentre l'altra mano era impegnata a scrivere veloce.

Allora Mello chinava nuovamente lo sguardo sul foglio e tentava di aumentare il ritmo.

Quella volta no! Near non avrebbe consegnato prima di lui!


Dopo neanche dieci minuti il biondino scrisse l'ultima risposta sospirando eccitato: buttò un occhio in direzione di Matt che ora aveva la faccia appiccicata al foglio e poi su Near che continuava ad arrotolarsi una ciocca e a scrivere.

Evvai! Aveva finito per primo!

Tutto pimpante e sorridente si alzò dal banco e, a testa alta, si avviò verso la cattedra.

L'insegnante, quando lo vide avvicinarsi, sorrise e poi prese il test che lui le porse “Puoi uscire se vuoi” disse la donna mentre già cominciava a controllare le sue risposte.

Mello annuì in silenzio e, guardando tutta la classe dall'alto in basso, uscì nel corridoio.

Pochi secondi dopo essersi chiuso la porta alle spalle, cominciò a saltellare come un pazzo gettando i pugni in aria e ovunque, felice come una pasqua per aver superato in velocità quell'antipatico di Near. Poi si esibì in una serie di inchini rivolti ad un pubblico invisibile sussurrando “Grazie, grazie.. vi adoro!” seguiti da una lunga serie di vaneggiamenti simili.


Era troppo felice!

Erano ormai un paio di settimane che on consegnava un test prima di Near ed era sicuro al mille per cento che, da quel giorno in poi, altri successi simili si sarebbero succeduti in una rapida ascesa.

Si appoggiò al muro deciso a festeggiare l'evento sgranocchiando beato la barretta di cioccolato fondete che tirò fuori dalla tasca: che dolce sapore aveva la vittoria! E quell'aroma delizioso si sposava perfettamente con quello della sua amata cioccolata.

Non fece in tempo ad assaporare il primo boccone che la porta della classe si aprì di nuovo: la figura bianca di Near gli si palesò davanti.

Mello sghignazzò tra sé cogliendo al volo l'occasione per schernire un po' quel mocciosetto presuntuoso “Ce ne hai messo di tempo per consegnare, eh?” asserì con un ghigno malvagio dipinto sulle labbra che si serrarono poi intorno al dolce.

Near lo guardò senza cambiare quella sua perenne espressione vuote “Ero un po' indeciso sulla risposta numero tre. Ho preferito ricontrollare” rispose con calma stuzzicando nuovamente una ciocca con i polpastrelli.

Mello gioì tra sé: la domanda n° 3 era proprio una sciocchezza!

“Io l'ho trovata tutt'altro che complicata” disse con estrema sicurezza guardando Near dall'alto in basso.

Il piccolo non cambiò espressione nemmeno stavolta “Bene” rispose semplicemente prima di voltarsi ed avviarsi a passo lento nel corridoio.

Mello lo guardò accigliato: non poteva andarsene proprio ora che iniziava il vero divertimento!

“Dove vai?” chiese staccandosi dal muro per seguirlo “In bagno” rispose atono Near “Perchè mi segui?” chiese ancora voltandosi a guardare il biondo “Devo andare in bagno anche io” rispose l'altro dando un altro morso alla cioccolata.

Il piccolo lo scrutò per qualche secondo come per cercare di capire li sue intenzioni, ma lui sfoggiò una delle sue facce più inespressive che non lasciavano trasparire niente, allora l'altro si voltò nuovamente ricominciando a camminare.

Mello intanto, alle sue spalle, stava pensando a cosa poter combinare a quello sgorbietto: se solo avesse avuto una macchina fotografica! Aveva già in mente un paio di scatti che avrebbe potuto far girare per tutto l'istituto o, più semplicemente, appendere in bacheca!

Ma non aveva assolutamente tempo per recuperare una macchina fotografica in quel momento: doveva farsi venire in mente qualcos'altro.

Intanto erano giunti al bagno dei maschi che non distava molto dalla classe: Near spinse la porta per entrare, Mello lo seguì subito dietro.

Il più piccolo tentò di ignorare il biondino e, se pur a disagio nel trovarsi da solo con lui in bagno, si infilò in un cubicolo chiudendo la porta col paletto.

Fortunatamente quei bagni non erano di quelli aperti sotto, ma solo sopra, e Near era certo che Mello, sfaticato com'era, non si sarebbe mai preso il disturbo di arrampicarsi fino a lassù solo per infastidirlo. Quel pensiero lo rassicurò leggermente e, mentre tirava giù pantaloni ed intimo, potè rilassarsi e sedersi tranquillamente per fare pipì.

Nel frattempo Mello si guardava in giro per darsi velocemente un'idea di cosa combinare a quello stupido di Near: poteva mettere il sapone liquido davanti alla porta, così quando l'altro fosse uscito sarebbe scivolato e caduto! Dio, sai che spasso? Purtroppo dovette scartare quell'idea sadica per due motivi: primo, Near era talmente goffo che avrebbe sicuramente battuto la testa da qualche parte, rompendosela e, anche se l'idea di non avere più quel moccioso tra i piedi lo inebriava da morire, qualcuno avrebbe potuto indagare sull'accaduto e incolpare lui; come seconda cosa, gli erogatori di sapone erano fissati al muro sopra i lavandini.

Sbuffò lievemente scocciato, cercando di non farsi sentire mentre buttava la carta della cioccolata nel cestino, e la sua attenzione fu attirata dalla sistola verde fissata ad un rubinetto a muro: le signore delle pulizie la usavano per pulire per bene tutto il bagno.

Un ghigno diabolico si dipinse su quel visino angelico mentre srotolava il tubo e constatava, con enorme piacere, che era abbastanza lungo per permettergli di mettere in atto il piano che aveva in mente.

Facendo silenzio entrò nel cubicolo accanto a quello dove era entrato Near, trascinandosi dietro il tubo verde: salì in piedi sulla tazza e fece calare un po' il tubo al di là del muro, proprio nel bagno dove era l'altro, poi scese sghignazzando come un pazzo e si diresse al rubinetto.

Il piccolo Near, ignaro di tutto, intanto s'era pulito e si stava alzando per rivestirsi, quando la voce di Mello lo raggiunse “Hai fatto la doccia oggi, Near?” chiese il biondino ridendo. Near ci pensò su un secondo chiedendosi in contemporanea che razza di domanda poteva essere quella: aveva le mutande tirate su per metà e osservava la porta un po' accigliato quando un getto d'acqua ghiacciata gli piombò direttamente in mezzo alla testa facendolo urlare di paura.

Mello intanto era poggiato alla porta, in attesa, e quando lo sentì urlare in quel modo non riuscì a trattenere le risate “Buona doccia Near!” urlò prima di scappare velocemente nel corridoi per tornare in classe.

Near intanto, nel cubicolo, cercava di ritrarsi a quel getto d'acqua ghiacciata mentre, in contemporanea, tirava su intimo e pantaloni che ormai erano completamente fradici.

Uscì più velocemente che poteva e quando si vide allo specchio quasi gli venne da piangere: era totalmente mezzo!

Sconsolato, lasciando una scia d'acqua sui suoi passi, si avviò a chiudere il rubinetto e poi uscì dal bagno.

Mentre camminava per il corridoio tenendosi i pantaloni troppo larghi che, madidi d'acqua, rischiavano di scivolare giù da un momento all'altro, si costrinse a ricacciare indietro le lacrime e ad entrare in classe a testa alta anche se si vergognava come un ladro: vestiti bianchi bagnati in quel modo, lasciavano intravedere la pelle chiara del suo corpicino esile.

Quando rientrò in classe, diventando rosso sotto lo sguardo allibito dei suoi compagni che scoppiarono a ridere fragorosamente, e quello incredulo dell'insegnante che gli si avvicinò preoccupata, si sentì morire.

“Che è successo Near?” chiese la donna mentre lanciava uno sguardo truce al resto della classe che si ammutolì all'istante.

Near abbassò lo sguardo, fissando un punto imprecisato del pavimento mentre sentiva la gola stringersi e gli occhi prudere: l'insegnante lo fissò un secondo e poi decise che era meglio se uscivano nuovamente.

Quando la porta si chiuse alle sue spalle potè sentire chiaramente che tutto avevano ricominciato a ridere.

“Mello...sei un mito!” sussurrò Matt con le lacrime agli occhi all'amico che sedeva di fianco e il biondino ricambiò con un occhiolino e un sorrisetto soddisfatto. Eh si, era stato proprio un bellissimo scherzo, sopratutto perchè Near era talmente scemo che se n'era tornato in classe piuttosto che andare a rintanarsi in qualche buco! E poi, per chiudere in bellezza, sapeva perfettamente che il mocciosetto non sarebbe andato a raccontare nulla a nessuno, nemmeno a Roger: Near poteva anche essere intelligente, ma di spina dorsale non era stato proprio fornito!

“Near, chi è stato a farti questo?” chiese ancora l'insegnante mentre si chinava alla sua altezza per guardarlo negli occhi. Il piccolo volse lo sguardo verso il muro e non rispose “Dimmelo Near” incitò la donna “Non puoi esserti ridotto così da solo!” asserì convinta con voce gentile mentre gli scostava una ciocca gocciolante da davanti agli occhi.

L'insegnante sapeva perfettamente che Near non era proprio il tipo di ragazzino che combinava pasticci e si metteva nei guai, anzi! Era lo studente più tranquillo di tutto l'istituto.

Il piccolo ancora non rispose continuando imperterrito a fissare il muro, mentre i vestiti bagnati e freddi gli si incollavano alla pelle: non avrebbe mai confessato che era stato Mello a fargli quello scherzo crudele... non era una questione di temere le conseguenze, era solo che Mello si metteva già nei guai con le sue stesse mani e lui non ci teneva proprio a contribuire.

“Va bene Near..” disse poi l'insegnante sospirando ed alzandosi in piedi “Adesso è meglio che tu vada in camera tua a cambiarti, altrimenti rischi di prenderti un bel raffreddore. Sei esonerato per il resto della mattinata dal frequentare le lezioni” concluse con voce triste guardandolo ridotto in quello stato pietoso. Poi aprì la porta dell'aula lasciando lì da solo.

Near si diresse strascicando i piedi fino alle scale, poi salì con calma dirigendosi alla sua stanza.

Si chiuse la porta alle spalle con un sospiro e poi si infilò nel bagno per spogliarsi e fare una doccia.

Erano anni ormai che Mello lo aveva preso di mira per ogni scherzo crudele che gli veniva in mente e ancora lui, nonostante avesse compreso perfettamente il perchè, non riusciva ad abituarsi.

Rimase nudo ad osservare la sua immagine riflessa nello specchio per qualche secondo poi, starnutendo rumorosamente, decise di infilarsi nella doccia. Aprì l'acqua infilandosi sotto il getto caldo.

La sua mente tornò ancora a pensare a quanto era accaduto nel bagno e al motivo per il quale il biondino lo odiava così tanto: era tutto strettamente legato ai risultati scolastici. Near era il primo dell'istituto, Mello sempre il secondo, e questo rendeva il biondino più isterico di quanto non lo fosse già al naturale.

Quello che stupiva Near era come il perfetto, brillante, simpatico, estroverso, biondino e amato da tutti Mello, potesse anche per un solo istante sentirsi secondo a lui, Near, l'asociale ragazzino dai capelli bianchi, gli occhi troppo scuri e immensamente grandi, la pelle cadaverica e l'amore spassionato per i giocattoli.

Nessuno avrebbe voluto – e nessuno in effetti lo voleva – essere suo amico, invece c'era chi nell'istituto avrebbe pagato – e pagava in cioccolata – per essere amico di Mello.

Non c'era proprio paragone, pensava mentre si crogiolava sotto l'acqua calda: eppure Mello pareva proprio non accorgersi di queste cose, si era limitato a prenderlo di petto solo perchè era più bravo di lui nello studio.


Near uscì dalla doccia e si infilò nel morbido accappatoio bianco per poi dirigersi verso il suo letto nell'altra stanza, dove si gettò del tutto sconfortato.

Sarebbe mai finita quella rivalità con Mello? Si sarebbe mai accorto, il biondino, di quanto era più fortunato di lui? Avrebbe mai capito quanto lo ammirasse e desiderasse essere al suo posto?

Al diavolo i voti! Avere degli amici era sicuramente meglio che avere dei voti alti in trigonometria!

Con quei pensieri che gli ronzavano in testa, Near si acciambellò su se stesso, scivolando lentamente nel mondo dei sogni immaginando, come faceva sempre, di essere Mello per un giorno.


   
 
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