Non ho mai creduto all'importanza delle date e ho sempre odiato quelle coppiette che devono per forza rendere indimenticabile i loro mesiversari regalandosi la qualunque. Quello per me non è un gesto d'amore, è solo egocentrico. È solo un modo come un altro per farsi invidiare, per creare voci, malelingue.
Beh, si, ma oggi è diverso.
Io e Peeta non siamo mai stati come gli altri. Noi siamo degli alleati, una squadra, degli amici, una coppia, innamorati. È inimmaginabile il solo fatto che lui non sia a fianco a me, che non mi stringa durante la notte, che non mi ami.

15 ottobre.
Ecco la nostra data. La nostra data di sempre.
Una data che racchiude troppi ricordi, troppe emozioni.
15 ottobre, quando lui è tornato al distretto 12.
15 ottobre, quando dopo un anno mi sono donata a lui completamente.
15 ottobre, quando 20 anni fa mi ha chiesto di passare l'intera vita assieme a lui, con le sue paure, le sue insicurezze, che pian piano sarebbero passate; ma anche con i suoi baci, con il suo amore, amore che era durato per tutta la sua vita e continua a farlo.
Mi ricordo ancora lo strano modo in cui me lo aveva chiesto, per un attimo, in quel momento, mi eravamo sembrati io e Gale prima degli Hunger Games, in uno di quei pochi istanti di spensieratezza. Mi aveva chiesto di un posto importante, un posto che mi ricordasse qualcosa di felice. Il mio primo pensiero era andato al bosco, l'unico posto dove fossi mai veramente stata felice, all'infuori delle braccia di Peeta.
Poi un altro luogo mi era saltato in mente. Il piccolo giardinetto della vecchia casa del Giacimento, sotto l'albero di gelsomino, dove mamma disse a papà di essere incinta di Prim. Ero piccola allora, ma lessi la felicità nei loro occhi, nei loro abbracci, nelle lacrime di gioia di papà e quella sensazione di allegria mi pervase e al solo pensiero mi pervade ancora.
Ricordo che Peeta mi chiese di portarlo li, anche se sapevo benissimo che conosceva a memoria quel posto tante erano state le volte che dalla finestra l'avevo visto spiarmi innocentemente.
Una volta arrivati dove tempo fa c'era l'albero, ormai distrutto come la mia vecchia casa, mi chiese di chiudere gli occhi. Lo faceva sempre quando voleva giocare a vero e falso, un piccolo modo di prendere con un'altra prospettiva la sua cura, dati alcuni episodi che sempre sarebbero stati con lui.

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"Mmm..iniziamo con una domanda semplice. Mi piace guardarti. Vero o falso?"
"Vero" - sorrido.
"Mi piace il tuo sorriso. Vero o falso?" - lo sento ridere e io lo faccio di rimando.
"Vero" - dovrebbe smetterla con queste domande, anche se vuole solo vedermi felice.
"Mi piace fare l'amore con te, anzi, amo fare l'amore con te. Vero o falso?"
"Oh beh, questo dovresti saperlo tu, ma penso proprio che sia vero!" - scoppio in una risata sincera e un po' maliziosa, poi mi zittisco in attesa della prossima domanda.
"Va bene, va bene, questa era scontata! Ora mettiamo alla prova la tua memoria, Kat. Sei pronta?" - annuisco convinta, io ricordo sempre tutto, lo sa.
" Era il 15 ottobre quando l'abbiamo fatto la prima volta. Vero o falso?"
"Vero"
"Oggi è 15 ottobre. Vero o falso?"
"Vero"
"Bene, mi vuoi sposare?" - Apro gli occhi incredula, non mi aspettavo quella domanda.

Mi rispecchio nei suoi occhi, gli stessi a cui ho promesso la vita, gli stessi a cui mi aggrappo ogni volta che ne ho bisogno, sempre. Amo quegli occhi. Occhi di un blu leggero ma tanto tanto intenso, mi ci perdo.

"Vero"
"Cosa? Cioè..dici sul serio?"
"Si, si, si!" - lo abbraccio forte, ci sposeremo.

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Oggi è il nostro 20esimo anniversario, e seppur non ami le date, oggi è troppo importante per ignorare il mondo, per ignorare la mia vita, quella che mi sono costruita insieme a Peeta. La stessa vita che mi ha dato la forza di andare avanti.

Ce l'ho fatta, ho preparato tutto. Cena a lume di candele comprate in un negozietto posizionato nella periferia del distretto, lontano dalla panetteria di mio marito, in modo da non destare sospetti.
Il menù della serata è tutto secondo i gusti di Peeta. Come primo ho preparato le penne alla crema di funghi, le sue preferite. Di secondo ci sono due bistecche arrostite, lui le preferisce ai ferri, ma è il massimo che ho potuto fare.
Il dolce lo porta lui ogni anno, quindi ho evitato ei prepararlo io dato che sarebbe stato un flop assoluto e proprio oggi vorrei evitare di morire per mano mia. Ogni singolo anno, si. Ma non è così ogni anno, ora..ora è diverso.
Sono le otto in punto quando mio marito entra dalla porta di casa soddisfatto e sorridente.

"Amore, sono a casa..ma, cos'è questo profumino?" - lo sento avanzare verso la sala da pranzo, quando entra fissa la tavola.
"Oh..Katniss ma hai cucinato tu? È imposs.."

Gira lo sguardo verso di me e si blocca. Indosso un vestito color champagne, nudo sulla schiena e con maniche a tre quarti, alcune parti in pizzo..vecchio regalo di Cinna. I capelli sono raccolti sopra, lasciando cadere di lato le punte lucenti e infine per la prima volta, sono truccata in modo decente.
Mi immagino bellissima, ed è così che sono evidentemente data la sua espressione.

"Oh..oh sei bellissima, Kat. " - mi avvicino sorridendo e lo bacio delicatamente sulla bocca.
" Buon anniversario amore mio" - dico dolcemente.
Lui appoggia la fronte alla mia chiudendo gli occhi.
" Buon anniversario" .
Ci scambiamo un altro bacio e ci sediamo a tavola, ridiamo e scherziamo come sempre. Dopo aver mangiato la sua buonissima torta con panna e fragoline mi guarda con uno sguardo interrogativo.

" Dimmi, Peeta"
" Perché? Cioè..perché tutto questo? Si, ok, è il nostro anniversario..ma accade ogni anno ed è la prima volta che fai una cosa così.."
"Così?"
"Così non da te" - sbotta, facendo spallucce.

Non posso nasconderglielo ancora.

"Beh, in effetti stavolta è diverso"
"Diverso..perché?"

"Sono incinta, Peeta" - si, c'era riuscito, mi aveva fatto cambiare idea sui bambini, alla fine desideravo avere un figlio..e desideravo che quel bambino frutto della mia fantasia avesse il piacere di avere come padre l'uomo migliore che io avessi mai incontrato, l'unico a potergli dare tutto l'amore del mondo: Peeta.
E ora sono incinta.
Un sorriso si allarga sul mio viso e i suoi occhi si illuminano, si alza, quasi buttando le bottiglie di vetro a terra, e corre verso di me, anche se lo spazio tra me e lui è abbastanza piccolo. Mi abbraccia, fortissimo.

"Non puoi immaginare quanto ti amo"

" Oh si che posso, e posso immaginare quanto amerai lui, o lei" - sorrido, e a lui scende una lacrima.

"Grazie"

"Grazie a te per avermi dato la vita, e per averla data al piccolo che cresce dentro di me."

Ci scambiamo un altro bacio, e poi un altro e un altro. Saliamo sopra e facciamo l'amore, in un modo così da dolce da farmi venire i brividi. Quando lo stringo al mio petto, nudo e stanco ma felice, capisco una cosa. Capisco di essere fortunata ad avere un amore così. Fantastico sul fatto che un giorno i libri parleranno di noi, delle nostre imprese, del nostro coraggio e che ogni ragazza vorrebbe essere amata così come Peeta ama me. Così come Peeta ama Katniss.
 Peeta ama Katniss.
Katniss ama Peeta.

Peeta da un bacio alla mia pancia e sussurra: 

"Buonanotte amore di papà"

Sorrido alla scena, lui si accuccia di nuovo su di me, lo stringo e lo cullo come lui ha sempre fatto con me, gli accarezzo i capelli, fino a quando entrambi cadiamo in un meraviglioso e tranquillo sonno.

La mia vita ora è completa, ora è perfetta.