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Autore: katyjolinar    04/01/2014    1 recensioni
Il Ponte interuniversi venne chiuso nel 2012. Tempo dopo l'equilibrio viene minato da una nuova minaccia. La Divisione Fringe dovrà affrontare un pericolo mai affrontato prima, mentre il nuovo membro del team cerca di ambientarsi nel nuovo mondo. [Lincoln/AltLiv]
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sorrisi, guardandomi intorno. Sfiorai quindi il led degli occhiali per avere conferma.
"Ci siamo. Vedo gli altri nell'altro lato!" dissi.
Olivia annuì, poi sentimmo di nuovo un muggito infastidito.
"Deve essere Gene, la mucca domestica di Walter." continuai, prendendo la mano della Rossa e andando verso la stanza adibita a stalla.
La mucca ruminava, innervosita dal rumore che avevamo fatto arrivando. Mi avvicinai con cautela e le carezzai affettuosamente il muso.
"Ehi, piccola, ti ricordi di noi?" dissi, vedendo che si stava calmando.
Gene muggì, proprio mentre la porta del laboratorio venne spalancata di colpo e qualcuno scese di corsa le scale. Mi allontanai dall'animale e tornai nel laboratorio, senza lasciare la mano di Olivia.
Ci trovammo di fronte Peter, col fiatone e un'espressione speranzosa sul viso, che però si trasformò in delusione appena ci riconobbe; dietro di lui stava entrando la sua compagna, l'altra Olivia, circospetta e sospettosa, con una mano pronta sulla fondina della sua pistola.
"Non è Walter." la informò Peter, continuando a fissarci "Ma credo siano dei guai più seri."
La Bionda ci guardò, togliendo la mano dalla fondina, si girò, fece un cenno verso la porta e attese. Una bambina bionda di circa tre anni fece capolino, timida, e la raggiunse, poi insieme scesero le scale.
Tornai a guardare Peter, mentre l'altra Olivia e la bambina si avvicinavano; doveva essere successo qualcosa di recente.
La Rossa lasciò la mia mano e si avvicinò alla sua alter. Entrambe si sorrisero e, infine, si abbracciarono calorosamente. Io e Peter le guardammo, poi decidemmo di imitarle; mi tolsi il guanto e gli porsi la mano, l'altro la strinse e, infine, ci abbracciammo amichevolmente anche noi.
"Cosa ci fate qui? È successo qualcosa nel vostro lato?" chiese la bionda, prendendo in braccio la bambina, che si strinse a lei con fare timido.
"Sì, avremmo bisogno del vostro aiuto. È una lunga storia." spiegai velocemente, guardandomi intorno "Dove è Walter? C'è bisogno anche di lui, se possibile..."
Notai immediatamente lo sguardo che si scambiarono i due, e intuii subito che Olivia aveva intercettato i loro pensieri.
"Walter è scomparso." riferì "Ieri, quando sono tornati dalla gita fuori porta non c'era più. Ha lasciato un messaggio a Peter."
L'altra Olivia la guardò sconvolta, sorpresa che la sua alter sapesse tutte quelle cose.
"Sono una telepate." si affrettò a spiegare la mia compagna "Lunga storia anche questa. E no, non è stato creato il Cortexiphan dal nostro lato."
La bionda annuì, ancora perplessa, e guardò la bambina.
"Tesoro, resti con papà mentre vado a preparare del caffè per queste persone?"
"Chi sono loro?" chiese la piccola, passando in braccio al padre e indicandoci.
"Sono dei vecchi amici di mamma e papà, Henrietta." rispose Peter, tenendola stretta "Sono venuti a chiederci aiuto per qualcosa."
Io annuii e lanciai uno sguardo alla Rossa, che senza dire nulla seguì la sua alter nell'altra stanza.
Peter attese che le due donne fossero uscite e andò a sedersi a uno dei tavoli; lo seguii e mi sistemai di fronte.
"Sono cambiate un po' di cose, vedo..." esordii "Avete messo su famiglia?"
"Sì, Etta è nata otto mesi dopo che abbiamo spento la Macchina..." spiegò l'altro.
"A proposito della Macchina, siamo qui per questo... abbiamo bisogno che venga riattivato il Ponte. Non posso spiegarti tutti i dettagli ora. Verrete con noi e vi spiegheranno tutto i nostri superiori."
Peter sospirò, e capii che la cosa non lo entusiasmava gran ché. Tornai a guardarmi intorno, cercando le parole giuste da dire.
"Dal nostro lato sono ripresi gli Eventi Fringe..." cominciai.
"'Nostro lato'?" ripeté l'altro, sorridendo "Allora hai davvero trovato un posto nel mondo?"
"Sì, ma su alcune cose ci sto ancora lavorando." dissi, lanciando uno sguardo verso il finestrone che dava sull'altra stanza, dove le due Olivia stavano chiacchierando, aspettando che il caffè fosse pronto "Comunque credo che qualcuno di questi Eventi possa essersi sentito anche da voi, perché è avvenuto in luoghi dove il confine tra gli universi è più labile."
"Tipo l'Opera House?" domandò Peter, dandomi conferma dei miei sospetti "Avete già individuato il responsabile?"
"Sì, ma non ci crederai mai..." continuai, sorridendo nervoso "Non lo abbiamo ancora catturato, abbiamo dovuto unire le forze noi della Divisione Faringe, i servizi segreti e un altro gruppo segreto, di cui io e Olivia facciamo anche parte, da un paio di mesi."
"Servizi segreti? Anche dal vostro lato esistono?"
"Sì, quelli ufficiali, l'equivalente della CIA, che da noi si chiama S.H.I.E.L.D., e un altro gruppo non completamente ufficiale, in cui siamo entrati quando sono emersi i nostri poteri..."
"Vostri? Stai dicendo che anche tu, oltre Olivia, hai una capacità simile alla sua?" chiese, sorpreso.
Annuii e fissai una pinza metallica da laboratorio posata sul tavolo a cui eravamo seduti. Questa si aprì e si richiuse, facendo saltare Peter, che non se l'aspettava. Senza dire una parola, mi tolsi i guanti e allungai le mani verso di lui, concentrandomi. Partendo dalle dita, la mia pelle e i miei abiti si trasformarono in metallo.
"Ma come..." balbettò l'altro, mentre la figlia mi fissava affascinata.
"Controllo elettromagnetico degli oggetti metallici, più il potere secondario di trasformare me stesso e ciò che tocco in metallo, a piacimento." spiegai "E sembra che questo faccia anche da scudo per la lettura del pensiero. Nessuno è in grado di leggere la mia mente, o quasi..." lanciai un altro sguardo verso le due donne nell'altra stanza, sospirando.
Peter seguì il mio sguardo, quindi tornò a sedersi di fronte a me.
"Tu e Olivia sembrate molto uniti..." disse.
"So cosa stai pensando, Peter. Non stiamo insieme... ma ci stiamo lavorando anche su questo." sospirai "Lei non è pronta, pensa ancora all'altro Lincoln, e ha paura di infangare la sua memoria."
"E tu come sai certe cose? Non era lei la telepate?" domandò l'uomo.
"Beh... ci siamo baciati un paio di volte, e lei è riuscita a leggere la mia mente. L'effetto collaterale è stato che anche io sono riuscito a leggere la sua." risposi, abbassando lo sguardo e arrossendo.
Peter annuì, sorridendo. In quel momento tornarono le due donne, con delle tazze di caffè; presi quella che mi porgeva la Rossa e lo assaggiai.
Erano tre anni che non bevevo un caffè come si deve: nel mio nuovo universo era una bevanda molto cara, accessibile solo a chi aveva molti soldi, quindi mi capitava di berlo soltanto durante le cene a casa Bishop, ma non aveva lo stesso sapore di quello che avevo bevuto nel mio universo di nascita.
"Quindi dovremmo venire con voi nel vostro universo?" chiese la Bionda, dopo un po'.
"Sì, per favore." rispose la Rossa, sorseggiando il suo caffellatte "I nostri superiori vi spiegheranno tutto, poi voi potrete chiedere a chi di dovere, da questo lato, una volta conosciuti tutti i fatti."
"La Macchina, al momento, è nei magazzini della Massive Dynamics, ci vorrà un po' per avere tutti i permessi..." spiegò l'altra Olivia.
"E la nostra è nei magazzini delle Stark Industries" confermai io "Ma è pronta per il piano. Posso venire anche io a parlare con chi di dovere da questo lato, se può servire."
"Ma non è pericoloso saltare da un universo all'altro così?" chiese ancora l'altra Olivia.
"Preoccupiamoci di un problema alla volta." tagliò corto la Rossa, alzandosi "Dobbiamo andare."
"Ma non possiamo lasciare Etta qui da sola..." obiettò Peter.
"Verrà anche lei con noi, non c'è problema, sarà iperprotetta." lo rassicurai "Non penserai che siamo gli unici con delle abilità speciali nell'altro lato. Solo una cosa: evita di fare commenti sull'altezza di Logan: è molto suscettibile su questo argomento."
Peter stava per obiettare ma la mia Liv lo anticipò.
"Si tratta degli X-Men. Da questo lato sono fumetti, ma da noi sono reali. E Logan è Wolverine." disse, avvicinandosi a me, mentre io controllavo il dispositivo di trasferimento. Alzai gli occhi, invitando gli altri due, con la bambina, ad avvicinarsi a me, dopo che avessero finito di scrivere il messaggio di spiegazioni ad Astrid, quindi premetti il tasto di accensione.
Ma nulla accadde. Il dispositivo rimase spento.
Imprecai e mi girai verso la Rossa.
"La batteria è scarica. Non possiamo usarlo." dissi.
"Cosa?!" domandò lei, controllando personalmente il dispositivo.
"Non avete un piano B?" chiese Peter, insolitamente calmo.
"No, il piano è riattivare la Macchina e prendere Magneto." riferii, cercando di attivare ancora il dispositivo; notai il suo sguardo sorpreso "Sì, proprio lui. Te l'ho detto, dal nostro lato molti eroi dei fumetti esistono realmente, e coloro che da questo lato erano parte del programma di sperimentazione del Cortexiphan sono mutan..."
Mi bloccai e fissai le due Olivia, quindi mi focalizzai sulla mia.
"Credo di aver appena ideato il piano B." riferii, sorridendo e passando una mano sui capelli di Liv.
"Cosa vuoi dire? Senza il dispositivo di Hank non possiamo..."
"Non ne abbiamo bisogno. Basti te." le dissi, calmo.
"Cosa?!" esclamò la Rossa "Ma l'hai detto anche tu che non sono in grado..."
"Sì, l'ho detto." ammisi "Ma so che puoi farcela. Devi solo stare calma e concentrarti."
Olivia era perplessa. Non aveva ancora acquistato molta sicurezza nel gestire i suoi poteri, e aveva paura di fare qualche errore; glielo leggevo negli occhi, e la capivo pure, perché ci ero passato anche io, le prime settimane di addestramento.
Le presi il volto con entrambe le mani e la guardai negli occhi.
"Puoi farcela." ripetei "Ho fiducia in te. Ti guiderò io, stai tranquilla."
La Rossa annuì e fece un respiro profondo, mentre io mi avvicinavo ancora, per sussurrarle le istruzioni all'orecchio e tenerla calma e concentrata.
Con la coda dell'occhio vidi la famiglia Bishop avvicinarsi a noi, per facilitare alla mia Olivia il compito di farci passare tutti e cinque nell'altro universo. Continuai a parlarle, a bassa voce, sfiorandole i capelli con una mano, finché, finalmente, non notai l'ambiente attorno a noi tremolare, per poi stabilizzarsi di nuovo: eravamo riusciti a passare il velo.
Sorrisi e mi allontanai dalla Rossa, quindi mi girai verso il gruppo degli X-Men, che ci stava aspettando, e li presentai a Peter e la Bionda.
"Peter, Olivia, loro sono gli X-Men." dissi, quindi mi tolsi il dispositivo per il passaggio interuniversi dal polso e lo lanciai alla Bestia "Hank, dagli un'occhiata. Abbiamo rischiato di restare bloccati di là. Se non fosse stato per le abilità di Liv non avremmo mai potuto..."
Non potei completare la frase: Olivia era caduta a terra, priva di sensi e con forti convulsioni.
Allarmato, la soccorsi, aprendole la tuta fino al petto e spostandola in una posizione più sicura per lei, cercando di capire cosa le fosse appena successo

   
 
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