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Autore: NeveCristallina    04/01/2014    1 recensioni
Erano così loro; follemente innamorati e tremendamente bambini.
E il loro amore era diventato indistruttibile, tra baci all’arsenico e insulti di zucchero.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                      Tra baci all’arsenico e insulti di zucchero



Erano passati ben quattro ore e quarantaquattro minuti da quando Elettra si era rinchiusa in quel maledetto bagno e proprio non accennava a voler uscire.
In altri casi Alex l’avrebbe lasciata in pace, ma, in quel momento, sentiva che se non si fosse sbrigata ad aprire quella porta la sua vescica lo avrebbe abbandonato.
E poi, diciamolo, gli piaceva da morire infastidire la propria ragazza.
Così, tra un saltello e l’altro per evitare di creare un lago sul pavimento, si avvicinò alla porta.
‘Il bagno è per caso diventato di tua proprietà senza che lo sapessi?’ cominciò a urlarle, in modo che la sua voce raggiungesse l’altra parte della porta.
‘Non rompermi le palle!’ gli urlò di rimando una voce stridula e infastidita, segno che Elettra aveva combinato un altro dei suoi casini.
Un rumore di boccette, lo scrosciare dell’acqua e un ‘Merda!’ provenienti dal bagno, confermarono i sospetti di Alex.
Probabilmente aveva provato, per l’ennesima volta, a mescolare le tinte che possedeva, ricavandone un intruglio dal colore improbabile.
Il ragazzo non riuscì a trattenere una risatina, mentre la sua mente ricreava l’immagine vista in passato di una furibonda El dai capelli verdi fluorescenti.
‘Ehi bambolina, hai cercato nuovamente di imitare Hulk?’ disse tra una risata e l’altra.
‘Se non chiudi il becco col cazzo che ti faccio entrare!’ urlò nuovamente la ragazza.                          
‘Te l’ho mai detto che sei proprio una principessa?’ rispose Alex cercando, invano, di trattenere le risa.
‘Te l’ho mai detto che sei proprio una rompipalle?’ disse di rimando Elettra, spalancando la porta e pentendosi subito dopo di quel gesto.
Alex, infatti, dopo aver sgranato gli occhi alla vista della sua folta chioma, si era lasciato andare ad una risata senza fine, piegandosi su se stesso per cercare di controllare la sua dannata vescica.
‘Mio Dio El, quanti poveri puffi hai ucciso per far diventare i capelli di quel colore?’ riuscì infine a sussurrare, poiché le troppe risate lo avevano lasciato quasi senza fiato.
Inutile specificare di che colore fosse diventato nel frattempo il viso di Elettra, ma potrebbe essere utile dire che, quando Alex alzò lo sguardo, se la ritrovò ad un centimetro di distanza con un ombrello in mano.
‘Caro amore, osa proferire ancora parola e faccio diventare il tuo viso dello stesso colore dei miei capelli.’ sibilò a denti stretti, contorcendo la bocca in un sorrisino falso.
Ma il ragazzo, che ormai conosceva quella delicata camionista della sua fidanzata, non accennava a voler smettere di ridere, facendo così nascere ulteriore rabbia nel corpo della ragazza.
‘Ah, vai al diavolo!’ sbraitò Elettra, iniziando a colpire con l’ombrello il poveretto, che nel frattempo aveva cominciato a correre per tutta la casa ridendo come un matto.
I due si rincorsero per una buona ventina di minuti, dimenticandosi, l’uno, della vescica che strepitava e, l’altra, dei capelli blu elettrico, finché non giunsero alla grande libreria ad angolo che sorgeva nel loro piccolo salone.
‘Ah, finalmente sei in trappola, piccola peste!’ ghignò la ragazza accennando una risata malvagia che non le uscì poi così bene.
Effettivamente Alex si trovava con le spalle contro il legno della libreria, il tavolo alla sua destra ed El davanti.
La vendicativa ragazza non aveva però tenuto conto della forza del suo fidanzato, il quale, con un abile gioco di braccia, capovolse la situazione, incastrandola tra il proprio corpo e la libreria.
‘Dicevi, dolce puffetta?’ sussurrò con un sorriso di vittoria disegnato sul volto.
La ragazza sospirò in segno di resa e, con un viso falsamente dispiaciuto, ammise la superiorità del ragazzo.
Il compiaciuto Alex mosse le sue labbra in un sorriso enorme e, a detta di El, estremamente irritante.
‘Allora, che ne dici di festeggiare la mia vittoria?’ sussurrò sensualmente il ragazzo, quasi sulle labbra di Elettra.
Tuttavia, nonostante la conoscesse ormai da più di tre anni, Alex non aveva preso minimamente in considerazione la furbizia della ragazza e la sua bravura nel ribaltare ulteriormente le situazioni.
Così, mentre l’inconsapevole vittima socchiudeva gli occhi, con la sicurezza di ricevere un dolce bacio, El diede un forte calcio alla libreria, provocando una piccola cascata di libri, che le permise di dileguarsi, mentre, al povero ragazzo, provocò solo un immenso dolore.
‘Dicevi, irritante Goblin?’ gli fece il verso El, ridendo.
Alex sorrise tra sé e sé, per poi partire all’inseguimento della sua amata.
E, quando l’avrebbe raggiunta, si sarebbero nuovamente invertite le parti, dando vita a nuovi inseguimenti, insulti, carezze e baci.
Erano così loro; follemente innamorati e tremendamente bambini.
E il loro amore era diventato indistruttibile, tra baci all’arsenico e insulti di zucchero.
 
  
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