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Autore: _artistheweapon    26/05/2008    1 recensioni
"Hai gli occhi chiusi e le labbra rosse semiaperte, i capelli ricadono indisciplinati sul tuo volto sereno e la visione nell’insieme mi da una sensazione di dejavu.. speciale. [...] Un solo, misero Click e la stanza si illumina. Soliti mobili, solite foto, soliti vestiti.. tutto come lo ricordavo. Alla fine lo avevo sempre detto io che nonostante i ricordi spariscano li sai subito riconoscere quando li rivedi, quello ne era l’esempio lampante. Mi rigiro su me stesso dando le spalle alla parete e guardandoti alla luce dopo due anni di astinenza dalla visione. Stesso sguardo, stesso viso, ma un uomo quasi sconosciuto sul letto che una volta era del mio fratellino." ItaSasu, scritta per una sfida contro Miciuzumachi90.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il Segreto Professionale Delle Margherite Di Campo

FANDOM: Naruto.
AVVERTIMENTO: Alternative Universe, Lime, Yaoi.
RATING: Arancione.
PERSONAGGI: Itachi Uchiha, Sasuke Uchiha.
TEMI: Fiori, canzoni o elementi.

 

Il segreto professionale delle margherite di campo.
(Quella dannata primavera di due anni fa.)

 
E dire che forse tutto fra di noi era iniziato per gioco, è logico.
Dire che tutto fra di noi cominciò per uno sbaglio, è inesatto.
E dire ancora che tutto fra di noi non è reale, è finzione.
Dire che tutto fra di noi è incredibilmente disgustoso, è pura follia.
Niente di tutto questo descrive quello che c’è fra di noi, puro amore o pura attrazione? Questo è il problema.
Questa cosa, qualunque cosa essa sia, è iniziata tutta per colpa della primavera di due anni fa, la mia stagione preferita e, in questo caso, il momento più bello della mia vita.
Avanzo fino alla sponda del tuo letto. È notte fonda e non sai che sono qui, mi pare logico che tu stia dormendo, però mi da fastidio.
Ti guardo dormire, sembri felice e questo mi consola, almeno provi ancora dei sentimenti.
Hai gli occhi chiusi e le labbra rosse semiaperte, i capelli ricadono indisciplinati sul tuo volto sereno e la visione nell’insieme mi da una sensazione di dejavu.. speciale.

*
- Itachi! Itachi! Aspettami.. non correre così veloce! Itachi! -
- Prendimi, marmocchio! –
- Itachi! Non sono un marmocchio! Aspettami, daaaaiii! –
Risi spensierato, come un qualunque ventenne, non come l’assassino che ero, che sono e che sarò fin quando non te ne renderai conto. Ero tornato a casa per te, perchè ti volevo vedere, perchè il mio fratellino meritava ogni attenzione possibile.
- Preso! - mi braccavi la vita abbracciandomi stretto per non farmi scappare, sorridendo sornione.
- Non vale ero distratto! –
Ti presi in braccio continuando a sorridere e ti sollevai di peso arrivando fino al prato verde appena fiorito, tipico segno di primavera, per buttarti sopra la mia giacca che giaceva lì abbandonata e farti il solletico.
Ridemmo, ridemmo per troppo tempo, fin quando tutti e due, oramai senza fiato, cademmo stremati sull’erba. Mi girai su un fianco per guardarti ridere ancora.
Un viso dolce e delicato, spensierato, gli occhi chiusi, i capelli blu arruffati dal gioco e dalla corsa, le labbra rosse socchiuse per prendere meglio fiato.. una visione.
Non so cosa mi prese, che cosa pensavo in quel momento, fatto sta che allungai una mano e accarezzai dolce il tuo profilo di neo uomo. Avevi appena superato quella fascia di adolescenza e di beata beatitudine che l’innocenza reca, delle prime avvisaglie di barba si intravedevano sul tuo viso, i tuoi lineamenti fanciulleschi stavano sparendo, velocemente, portati via dal tempo e sostituiti da altri più duri e maschili, sempre più simili ai miei.
Passai le mie dita dolcemente e con lentezza sul tuo profilo coprendo la superficie di pelle dalla tempia al mento. I tuoi occhi si aprirono curiosi e sconcertati e una voce un po’ stupefatta mi chiese se stessi bene e cosa stesse succedendo.
In quel momento mi resi conto che nonostante i giochi, gli affetti e le memorie fossero sempre quelli, il tempo era trascorso inesorabile e aveva cambiato anche la tua voce, alterandola, rendendola più bassa e rauca, più sexy.
- Sasuchan, non ti preoccupare per me, io sto bene. Il fatto è che sta succedendo tutto troppo velocemente! Cioè ogni volta che ti vedo sei dieci, dodici volte più bello e più uomo di quella prima.. -
- Itachi, che dici? – Eri arrossito fino all’inverosimile.
..quegli occhi dolci così scuri e vivi, così diversi dai miei rossi e violenti, docilmente curiosi..
..quelle gote rosse che spiccavano nettamente sul tuo volto pallido contornato dai fili ribelli dei capelli..
..quelle labbra sottili e arrossate dall’aria ancora fresca che aleggiava sul prato, semiaperte..
Tutto il tuo insieme era un quadro degno di un pittore impressionista francese, Monet o Manet avrebbero di sicuro apprezzato. Lo sfondo verde chiaro puntellato dal bianco e dal rosa pallido delle margherite di campo che vi crescevano sopra, il cielo azzurro vivo e la luce bianca mi parevano averti posto in paradiso.
E quell’angelo vestito di blu per me era come un invito.. il più bello e il più bramato di tutti gli altri.Tutto questo mi spinse fino a quel punto di non ritorno.
Ti baciai.
Fu un contatto piccolo, leggero, quasi inesistente, eppure ebbe il potere di farmi contorcere nel profondo, come mai era successo prima. Il mio cuore prese a battere frenetico, il mio stomaco si chiuse intrappolando mille farfalle in sé, la mia coscienza urlava all’imprudenza del gesto e il corpo la zittì prepotentemente. L’istinto gioì.
Quando ti guardai di nuovo in viso notai con piacere che non mi avevi respinto, che avevi chiuso gli occhi e che ti eri rilassato sotto al tocco delle mie labbra sulle tue.
- Itachi.. - ti poggiai l’indice sulla bocca per chiedere silenzio.
- Sasuke, ti prego, non dire nulla. Lascia che tutto questo rimanga come è stato. –
*

Mi giro a guardarti con la dolcezza negli occhi freddi e con la nostalgia di quel giorno di due lunghi anni fa. Quanto tempo è passato! Quante ne hai dovute patire, fratellino mio.
Oramai sei maggiorenne da quasi un anno, luglio è passato da un pezzo, non hai nulla da temere da parte mia, rimani pure tranquillo, tu hai il potere di riuscire sempre a tenere a bada l’assassino che è in me.
Poggio una mano sui tuoi capelli e comincio ad accarezzarli piano, per poi scendere sul tuo viso e ripercorrere quella linea che ho già percorso tante altre volte in precedenza.
Appena il movimento della mia mano si arresta tu sussurri nel sonno, sussurri il mio nome, mi sembra impossibile. Che me lo sia solo immaginato?
- Itachi.. -
Ti guardo allarmato. Non dovrei essere qua, non dovrei vederti, non dovrei incontrarti, saresti in pericolo. Faccio per allontanarmi quando un “Itachi” molto più deciso e sorpreso di prima mi assale. Sei sveglio oramai.
Mi rigiro e ti vedo, assonnato e maledettamente confuso, seduto sul tuo letto al buio.
- Ciao Sasuke. -
- Che ci fai tu qui? Che ore sono? –
- È notte fonda, dormi tranquillo, io stavo andando. –
- Che ci fai qui, Itachi? –
Non so se risponderti o provare ad andarmene. Dirti che sono qui per te o scappare?
- Allora, non rispondi? Sei venuto ad uccidermi? -
- NO! Mai! Non dirlo neanche per scherzo, sai che non potrei. Sono.. sono qui perchè.. tanto che importanza ha nasconderlo? Sono qui per vederti. –
- Per vedermi. –
- Per vederti. –
- Ah. – deglutisci a fatica e ti ricomponi sul letto per poi aggiungere – Accendi la luce, Itachi, ti voglio vedere bene anche io. –
Vado a colpo sicuro verso un punto preciso della parete con lentezza smisurata, voglio ritardare il momento in cui dovrò osservarti mentre schifato non mi presti neanche attenzione.
Un solo, misero Click e la stanza si illumina. Soliti mobili, solite foto, soliti vestiti.. tutto come lo ricordavo. Alla fine lo avevo sempre detto io che nonostante i ricordi spariscano li sai subito riconoscere quando li rivedi, quello ne era l’esempio lampante.
Mi rigiro su me stesso dando le spalle alla parete e guardandoti alla luce dopo due anni di astinenza dalla visione. Stesso sguardo, stesso viso, ma un uomo quasi sconosciuto sul letto che una volta era del mio fratellino.
- Sai che giorno è oggi, Itachi? -
- Nh. –
- Oggi è il secondo anniversario del 23 aprile. Sai che cosa successe due anni fa di 23 aprile, Itachi? –
- Sì, ovviamente. Ma non puoi farmene una colpa.. io.. –
- Te ne ho data la colpa, per caso? –
- No, non lo hai fatto. –
- Itachi, vieni qui e siediti per favore. –
I miei piedi si muovono da soli verso di lui, da quand’è che prendo ordini da mio fratello minore?! Il mondo si sta rovesciando.
Nel frattempo mi siedo accanto a lui, sul letto dove fino a cinque minuti fa dormiva sereno e indisturbato, così uguale al riposo di due anni fa. Del 23 aprile di due anni fa.
Non faccio in tempo a rinsavire che mi trovo il tuo viso così vicino, ma ancora nella misura della distanza di sicurezza, che mi osserva. Un’espressione indecifrabile ha preso il sopravvento su tutte le altre per il comando della tua faccia, il ché mi rende ancora più difficile il parlarti. Assomigli così tanto al vecchio me..
Improvvisamente le mie narici si riempono di un profumo altamente familiare e allo stesso tempo così evocante e provocante che non posso fare a meno di ricambiare il tuo abbraccio fortissimo. Quanto agognavo questo momento negli ultimi tempi.
Guardo appena dietro la tua spalla e lo sguardo mi cade discretamente su un vasetto piccolo e di vetro posto sul tuo comodino.
..contiene margherite di campo bianche e rosa pallido.
Ci metto un po’ a carpire questa informazione, il mio cervello si rifiuta di collaborare ora come ora ancora innebriato dal tuo profumo dolce.
Tu tieni delle margherite di campo vicino a te. Tu tieni le margherite di campo accanto a te.
Le nostre margherite di campo!
Realizzo e mi scosto poco poco da te guardandoti con uno sguardo dolce e decisamente voglioso. Mi ricambi con una occhiata perplessa e assonnata che però sparisce appena poggio di nuovo le mie labbra sulle tue, per la seconda volta ricadendo nel mio primordiale ed istintivo errore meraviglioso.
Un bacio casto e dolce, principalmente un ringraziamento e un’espressione verbale.
- Tu tieni delle margherite di campo in camera! -
- Ogni primavera, da due anni. –
Ti guardo ammirato e confuso.. possibile che per te quel bacio possa essere stato tanto importante? Una vocina della mia testa mi risponde che anche io ne ho passate di cotte e di crude per non far andar via il ricordo, che quella fu la più bella giornata della mia vita.
- Itachi? -
- Sì? – mi risveglio dai miei pensieri per guardarti.
- ..mi sei mancato, davvero. – arrossisci.
Abbassi gli occhi e ti giri di lato per coprire l’imbarazzo, ma tanto sai che l’ho notato. Sono un bravo osservatore, io!
Con la mano destra sotto al tuo mento, ti rigiro il volto verso il mio e faccio in modo che tu non sia più costretto a guardare in basso.
- Ehy, dai su non fare così! -
Mi fissi un attimo, lo sguardo perso sul mio viso, come se fossi in meditazione, e all’improvviso un bacio. Un bacio tutt’altro che casto. Una lotta, una lotta fra lingue, fra carezze al palato e mani impertinenti che spostano i vestiti.
Ho un’impellente necessità di aria, ma non mi staccherei da te per niente al mondo; l’asfissia pare ridarmi vita e, visto e considerato che il mio ossigeno sei tu, ti bacio con ancora più voracia e passione.
Tu gemi, gemi di impazienza, gemi di piacere.
La tua erezione preme sulla mia coscia destra, la sento viva e urgente. Me ne occupo subito.
La mano sinistra che ti teneva per un fianco si sposta lentamente e scendendo con calma a circoletti fino all’elastico del tuo pigiama sotto al quale, birichina, si infila.
Passa sfiorandone la consistenza sulla tua erezione provocandoti un gemito di piacere un po’ più forte.
- ..I-Itachi, ti pre-e-go.. – mormori al mio orecchio tra i baci.
La mia bocca allora percorre tutta la tua mandibola per arrivare al collo dove comincia a lasciare strisce umide e a depositare piccoli morsi leggeri.
La tua maglietta vola via seguita immediatamente dal tuo pigiama al completo e, un po’ più lentamente, ma ugualmente urgentemente, dai boxer oramai ingombranti.
- Itachi! Ti prego! –
E comincio ad accarezzarti sempre più velocemente mentre i tuoi gemiti leggeri mi ingombrano le orecchie e i tuoi baci distratti mi occupano le labbra.
Soddisfatto ti accasci sul materasso sotto di me ad occhi chiusi.
Quando li apri esclami con una voce tra il dolce e l’arrabbiato:
- Così non va, Itachi! Sei ancora troppo vestito. – e con un colpo di reni ribalti le posizioni reiniziando tutte le operazioni dall’inizio.
Quando anche io, stanco e soddisfatto mi ributto sul lenzuolo, stringendone ancora i lembi fra le mani, ti sento avvicinarti a gattoni per abbandonarti stanco e provato sulla mia spalla, così che io ti possa abbracciare facilmente. E così faccio.
- Itachi? -
- Dimmi Sasuke. –
- Tu sai che.. –
- ..che? –
- No, niente. Lascia perdere. –
Ti bacio i capelli e poi le labbra in un bacio lento e cauto, poco infuocato ma comunque bellissimo. Eravamo ancora lì, abbracciati nudi nel tuo letto, sotto il tuo lenzuolo bianco di cotone e davanti allo sguardo vigile delle margherite nel vasetto di vetro.
E proprio guardando loro mi viene un’idea malsana, ma quanto mai bellissima.
Mi alzo in piedi di scatto e ti lancio i tuoi boxer accompagnandoli con un – Vèstiti. – abbastanza perentorio e che non ammetteva repliche.

Doch wenn wir gehn
dann gehn wir nur zu Zweit

- Ma dove mi stai portando, Itachi? Non capisco, davvero. Il letto che era scomodo, per te? E perchè mi stai facendo camminare da venti minuti buoni bendato? –
- Sasuke, quando smetterai di lamentarti e comincerai a goderti il momento? –
- Quando mi siederò da qualche parte e verrò sbendato. –
- E ora non mettere il muso che siamo quasi arrivati.. marmocchio! -
..e ti sbendo. Ti sbendo e vedo la tua espressione sbigottita guardarmi come se fossi pazzo.
- Come mi hai chiamato, Itachi? –
- Marmocchio. – ghigno. Sapevo che avresti ricollegato!
Ti guardi intorno e immediatamente lo riconosci. È lui, è lo stesso prato di allora.

Nuovamente nudi e nuovamente amanti, stavolta sdraiati nella nostra erba, continuiamo a sbagliare. Ma io non ci vedo nulla di sbagliato, son forse io l’errore?
E nel nostro bacio sento la tua mano destra cambiare posizione e discendere dalla mia guancia alla mia mano, posata leggera sul tuo fianco destro, per poi fare lo stesso percorso inversamente accompagniando due mie dita alla tua bocca.
- Sa-Sasuke! –
Se mi fai impazzire, marmocchio, oh sì che lo fai!
Succhi tranquillo le mie dita, inumidendole, lambendole con la lingua. Quando ritieni di essere pronto mi lasci la mano e mi ordini con una voce rauca e ipnotizzante:
- Qui, ora.. ti prego! -
Non posso non obbedire. Scendo immediatamente verso la tua apertura continuando a deliziarmi del sapore delle tue labbra, nel frattempo.

 Ich will da nicht allein sein
lass uns gemeinsam
in die Nacht
Irgendwann wird es Zeit sein
lass uns gemeinsam
in die Nacht

 Il dopo, si sa, è sempre il momento più bello del fare l’amore. Il dopo con te, Sasuke, è la cosa più bella che mi sia mai potuta capitare.
- Pensi che qualcuno possa averci visto? -
- No, Sasuke, qui non passa mai nessuno.. è un posto totalmente disabitato! –
- Mh. –
- Hai visto quante margherite? – ti torturo un orecchio fra una parola e l’altra. – Hai visto quanti spettatori abbiamo avuto? –
- Itachi! E se lo dicessero a qualcuno? – usi la migliore faccia da cane bastonato che puoi vantare per dirlo e mi fai sorridere, ma ti rispondo serio.
- Sasuke, ma come! Ancora non lo sai? Diciotto anni e ti devo insegnare tutto io, mah. –
- Ma cosa? –
- Le margherite non possono dire niente a nessuno di quel che hanno visto.. –
- E chi te lo dice? –
- Non possono. Non possono perchè fa parte del segreto professionale delle margherite bianche e rosa pallido di campo, non possono dire quello che vedono. –
- Ah! Questo mi sfuggiva! –
Un bacio a fior di labbra.
- Se non ci fossi io, come faresti? -
- Non lo so. –
Ci giriamo tutti e due a guardare il cielo azzurro sopra di noi, oramai si è fatta mattina inoltrata. Quanto tempo abbiamo passato insieme questa volta?
Sperando di non aver compiuto un solo grande errore.
E mentre rifletto, mi rendo conto che te lo devo dire, questo è importante.
- Sasuke? – sorrido. - Anche tu mi sei mancato, fratellino. –

Ich höre wenn du leise schreist
spüre jeden Atemzug von dir
Und auch
wenn das Schicksal uns zerreißt
Egal was danach kommt
das teilen wir

 

 

 

Nota dell’Autrice:
Ciao a tutte! ^___^
Se siete arrivate fino a qui avete avuto un bel coraggio, i miei più sentiti ringraziamenti.
Allora, questa ff è stata scritta appositamente per la sfida con Miciuzumachi90 sul NarutoYaoiForum (http://narutosecret.forumcommunity.net/) basandosi sui temi proposti (fiori, canzoni, elementi).
Spero che vi sia piaciuta!
Datemi delle opinioni, ve ne sarei molto grata!
-Crestina

Ps: Ecco la traduzione della canzone usata per la storia:

Doch wenn wir gehn
Ma quando andremo via

dann gehn wir nur zu Zweit
andremo via solo insieme

Ich will da nicht allein sein
Io non voglio essere solo lì

Lass uns gemeinsam
lasciateci insieme

in die Nacht
nella notte

Irgendwann wird es Zeit sein
Un giorno ci sarà il tempo

Lass uns gemeinsam
lasciateci insieme
In die Nacht
nella notte

Ich höre wenn du leise schreist
Io l’ho sentito quando stavi urlando silenziosamente

Spüre jeden Atemzug von dir
Sento ogni tuo respiro
Und auch
e sempre
wenn das Schicksal uns zerreißt

quando il destino ci (strapperà) porterà via

Egal was danach kommt
Non importa quello che verrà dopo

Das teilen wir.
Lo divideremo.

   
 
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