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Autore: Rosmary    05/01/2014    7 recensioni
“Te l’avrei detto, dove stiamo andando…”
“Ma?”
“Ma non ti fidi di me, quindi, aspetti.”
“Sei un tiranno.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi sono proprietà di J.K. Rowling;
la storia è scritta senza scopo di lucro.




“Ti fidi di me?”
 
“No.”
 
Quella risposta, gliel’avevi rifilata convinta, certa di non avere elementi a tua disposizione per fidarti di lui, ma lui non aveva prestato affatto attenzione al tuo monosillabo, aveva scosso il capo fintamente contrariato e non t’aveva dato via di scampo: t’aveva afferrato il polso e t’aveva trascinata con lui lungo un sentiero che non conoscevi affatto.
Ed eri ancora lì, in quel sentiero che diventava sempre più stretto, per nulla intenzionata a liberarti della morsa di lui, ma più che vogliosa di dirgliene quattro, o anche cinque o sei, le meritava tutte.
Eravate a Hogsmeade, era un bel sabato pomeriggio, un sabato che v’era stato concesso di trascorrere fuori dalle mura del castello, perché la Umbridge, si sa, è magnanima. Naturalmente, la dolce professoressa aveva ben pensato di disporre chi e quando dovesse uscire dai confini della scuola, ed ecco che ‘per magia’ tutti i gruppi d’amici erano stati autorizzati a uscire in orari diversi. A te era toccato il sabato pomeriggio, dal dopopranzo alle sei di sera, a Ron era stato concesso il sabato mattina e a Harry… nulla, era in punizione. Anche al tuo ‘rapitore’ era stato concesso il sabato pomeriggio e poteva essere davvero un bel – e soprattutto proficuo – pomeriggio, se quello zuccone che ti trascinava non avesse distrutto il tuo ingegnoso piano per metterti in contatto con Rita Skeeter. Beh, a essere onesti, eri riuscita anche nel tuo intento, ma lui, forse annoiato dall’assenza del gemello e dell’amico, t’aveva cercata ovunque sino a trovarti e con la sua irruenza aveva rischiato di insospettire alcuni clienti di Rosmerta: ‘che fai, parli con la gente mascherata?!’ aveva esordito a gran voce e tu gli avevi pestato un piede, mentre Rita usciva di soppiatto. E ora, che avreste dovuto essere sulla strada del ritorno, ti trascinava come un sacco di patate.
 
“Mi dici dove stiamo andando?”
 
“No.”
 
“Dimmi dove stiamo andando.”
 
“Hermione, non darmi ordini!”
 
“E tu non trattarmi come un sacco di patate.”
 
“Te l’avrei detto, dove stiamo andando…”
 
“Ma?”
 
“Ma non ti fidi di me, quindi, aspetti.”
 
“Sei un tiranno.”
 
L’affermasti con tono convinto, lo stesso tono del ‘no’, e Fred sogghignò divertito, ammiccando in tua direzione. Quel ragazzo era snervante! E altrettanto snervante era seguirlo e sapere, in fondo, di avere anche una certa voglia di essere con lui. Avresti, in effetti, potuto ribellarti quando lui t’aveva afferrata, pietrificarlo in caso di insistenza… insomma, avresti potuto fermarlo in ogni modo, ma non avevi fatto nulla, a eccezione di quel ‘no’, s’intende.
A te piaceva trascorrere del tempo con Fred e non lo conoscevi, il perché: t’era simpatico e antipatico nello stesso istante, t’appariva carino e riluttante a un tempo, insopportabile e intrigante in egual misura… Era un insieme di contraddizioni quel ragazzo per te, lo era come non aveva saputo esserlo nessun altro. Gli altri ragazzi che conoscevi, o che avevi conosciuto, erano inquadrati in una categoria: Harry l’amico, Ron l’amico un po’ fastidioso, Neville l’insicuro, Victor il ragazzo, George il malandrino, Malfoy il viscido e così via, saresti potuta andare avanti per giorni interi, perché tutti avevano una categoria, tutti tranne lui. Lui non era l’amico, ma era un po’ fastidioso, non era insicuro, ma era un – o forse il? – ragazzo, non era viscido, ma era malandrino, ed era anche tanto altro, lui era Fred il Fred… che definizione buffa!
Quando eravate ormai fermi, t’accorgesti d’essere finita in quello che aveva tutta l’aria d’essere uno sgabuzzino.
 
“Siamo a Hogwarts?”
 
“Ottimo intuito!”
 
“Non potevamo prendere la strada normale?”
 
“Ci avremmo messo più tempo.”
 
“Ma non siamo in ritardo… O sì? Siamo in ritardo? Fred?”
 
“Non fare l’isterica, non siamo in ritardo. Alle sei in punto uscirai di qui e la tua immacolata reputazione sarà salva, va bene?”
 
“Va bene, ma… ma cosa vuoi, Fred?”
 
Tempo.”
 
“Tempo?”
 
“E occasione.”
 
“Sii più chiaro.”
 
“Oggi non toccava a me uscire, toccava a George.”
 
“E perché vi siete scambiati?”
 
“Perché mi serviva del tempo e un’occasione, non sarebbe ricapitato tanto alla svelta di poterti beccare senza mio fratello e Harry!”
 
C’era poca luce in quello sgabuzzino, e si stava terribilmente stretti, ma fu evidente per Fred ch’eri arrossita. D’improvviso, trovavi molto imbarazzante guardarlo in volto e controbattere alle sue parole. Stava nascendo qualcosa di strano in te, avvertivi una certa aspettativa, quasi adrenalina o emozione o paura… era qualcosa di confuso che s’era risvegliato dentro di te e ti faceva stare bene e male allo stesso tempo. Lui, di fronte a te, sembrava leggere il tuo stato d’animo e bearsene, a giudicare dall’espressione soddisfatta e vanesia che esibiva. T’avvicinò senza invito e sembrava proprio che volesse baciarti. Era impazzito?
 
“Che stai facendo? Perché?”
 
“Perché mi piaci.”
 
“Ma a me non piaci tu.”
 
Solo al dirlo t’accorgesti che fosse una menzogna, ma dovevi pur difenderti in qualche modo dalle ignote sensazioni che ti assalivano, e da lui soprattutto.
 
“Ah, cattiva Granger! Dovresti saperlo, no? È il motto della Umbridge! Non si dicono le bugie!”
 
Che fosse una bugia divenne palese una manciata di secondi dopo, quando Fred posò un fugace bacio sulle tue labbra e poi un altro e un altro ancora, continuando così, senza forzarti, sino a quando la tua mente decise ch’era l’ora del riposo e l’istinto assunse il comando del corpo; a quel punto, fosti tu a cercare le sue labbra.
Era proprio un bel sabato pomeriggio.

 
   
 
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