Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: SkyFullOfStars_    05/01/2014    2 recensioni
Kurt è un'apprendista stilista in un delizioso appartamento a New York.
Ma il destino ha deciso di giocherellare un po' con lui, facendolo capitolare in un evento, che gli farà incontrare un certo Blaine.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
















34. Remember When…
 













 
 






 
 
 
Sei mesi esatti.
In casa Hummel l’atmosfera serale s’intrufolò in un batter d’occhio donando nell’aria un leggero freddo, mentre Kurt preparava la tavola per la cena e Blaine se ne stava seduto in modo innaturale sul divano, senza spiccicare parola.
Dall’ultima volta in cui Alex gli aveva fatto visita, le cose tra Kurt e Blaine erano cambiate. Parecchio.
Le terapie le avevano continuate, certo, ma le chiacchierate che nascevano prima, adesso erano maledettamente sostituite da un maestoso silenzio, soprattutto da parte di Blaine.
Kurt non riusciva proprio a capire…Che cosa lo aveva fatto comportare così? Centrava Alex, per caso?
Tra questi mille pensieri nel disporre due bicchieri sul tavolo, un altro si fece spazio nella sua mente: il sogno di sua madre.
Strano ciò che gli aveva detto, ma non l’aveva di certo dimenticato. Oh, gli mancava così tanto.
Ancora non riusciva a spiegarsi il fatto dei sei mesi…della vera felicità…un enigma per caso?
Ma ora il significato doveva venire fuori, visto che la data era esatta quella sera.
-Blaine!- chiamò Kurt –la cena è pronta!-
Nessuna risposta.
Riprovò a fare il suo nome, convinto che magari avesse acceso la tv e che non avesse sentito.
Niente.
Si diresse verso il salotto e lo trovò nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato, a contemplare con sguardo fisso sulla finestra di fronte a lui.
Il biondino tentò di guardare nella sua stessa direzione, ma non c’era nulla di strano che lo potesse trattenere lì.
-Blaine, va tutto bene?-
-Non ho fame.- rispose lui, con voce ferma e convinta.
-Ma…ma come? Devi pure mangiare qualcosa! Sono giorni ormai che cerchi di evitare cibo! Non puoi…-
-Kurt, non ho fame ho detto.- lo interruppe bruscamente Blaine.
Per pochi secondi il biondo restò lì, senza afferrare il motivo del suo comportamento.
-No,- obiettò poi, - non lascerò che tu rimanga giorni e giorni senza nutrirti.- e detto questo si mise a braccia conserte al lato del suo divano.
Il moretto sbuffò pesantemente.
-Voglio andare via.-
-Via? E dove?-
-A casa mia, e via dal tuo appartamento. Sono stufo di te.-
-Scusami?-
-Non ti sopporto più.-
Ora era Kurt a fissare la finestra.
Perché gli stava riferendo quelle cose? In che aveva sbagliato?
Il suo cuore sussultò per un attimo, cominciando poi a prendere quel ritmo sfrenato che aveva provato tante volte.
-Perché…mi dici questo, Blaine?-
-Perché non ce la faccio più di stare qua dentro! Tu, mio padre, quell’Alex…-
Ops.
-Aspetta,- lo bloccò Kurt con una punta di sospetto,- che diavolo centra Alex?-
Doveva proprio capire.
-E’ lui la causa di tutto!-
-Cosa? Blaine, ma che…-
-Sono geloso, ok?!-
Tutto si fermò d’un tratto.
Non può essere”-esclamò Kurt nella sua testa.
Geloso? Blaine? Quello che provava rabbia per lui, ora gli interessava così tanto da esserne geloso?
-E’ uno scherzo?- continuò Kurt con il cuore che batteva forte.
Silenzio.
La mente di Kurt era in confusione: vari pensieri e riflessioni vagavano velocemente, come se avessero fretta di non essere elaborati dal biondo apprendista.
Blaine intanto sembrava più arrabbiato di prima per ciò che aveva appena detto.
Si passò una mano sul viso e si massaggiò gli occhi, come per riflettere.
Intanto il giovane biondo se ne stava al lato del divano, con la bocca semi aperta e con gli occhi fissi, ora, su un fianco del sofà.
-Mi stai prendendo in giro?-
-No, Kurt, è così!-
-E allora la tua rabbia? Il tuo odio per me? Tutte balle?-
-…Non sono arrabbiato con te.-
“Cosa?”- pensò Kurt.
-…Sono arrabbiato con me stesso.-
-Adesso basta questi giochi di parole, Blaine!-
-Vuoi la verità?!- rispose il riccio, alzando la voce e spalancando le braccia.
-Si. Voglio la verità.- annuì prontamente Kurt.
Improvvisamente il moro fece per parlare…ma dalle sue labbra tremanti non uscì nulla.
Neanche una sola, singola, parola.
Niente.
Gli occhi azzurri del biondo si riempirono allora di profonda delusione…
-Ti prego…- mormorò tra le prime lacrime.
-Ti scongiuro Blaine…dimmi cosa c’è che non va…-
Il moro volse lo sguardo, ora debole, verso di lui.
-Cos’ho fatto di male? Perché mi tratti così?- continuò, lasciando scivolare sulla sua guancia la prima calda lacrima.
Silenzio.
-Tu non hai la minima idea di ciò che ho fatto per te.-
-Kurt…io…-
-No,- lo interruppe la voce spezzata dell’apprendista,-tu non sai che vuol dire venire a trovarti ogni giorno all’ospedale…l’ho fatto ogni giorno da quel maledetto incidente, Blaine, ogni giorno!- ripeté sforzandosi di mostrare un po’ di convinzione, ma invano.
Blaine abbassò la testa lentamente, quasi si vergognasse.
-Ho trascurato il mio lavoro per te, ti ho dedicato tutto il mio tempo…me stesso, la mia casa…- un’altra lacrima faceva il suo corso.
-Non sai che dolore vederti ogni volta disteso su quel lettino dell’ospedale…con gli occhi serrati…il respiro quasi assente…Con la costante paura di non vedere più il tuo petto alzarsi…Ho sofferto, Blaine! Ma a te non importa questo, vero?- proseguì, piangendo.
La risposta che gli fu data fu solo un altro pesante silenzio ed il capo di Blaine che fissava per terra.
-Non ti importa neanche il fatto che ho perso la più grande occasione della mia vita…solo per correre da te quando stavi per…morire?-
Il debole cuore di Blaine fece un forte balzo.
-Cosa?- sussurrò, con gli occhi velati dalle lacrime.
Davvero era arrivato a questo per lui?
-Tu non sai queste cose…- continuò Kurt sulle sue parole sfocate.
-Non sei a conoscenza di come mi sono sentito io quando ho saputo che avevo quasi ucciso una persona…quando ho messo in pericolo di vita te…- singhiozzò.
Blaine lo guardò, piangendo anche lui.
Solo allora si rese conto di tutta la sofferenza repressa che stava tirando fuori Kurt.
Adesso, voleva solamente scomparire.
Dopo una breve pausa, la flebile voce di Kurt continuò:
-Mi sono sentito colpevole…quasi un assassino...Avrei dato la mia vita solo per accertarmi che tu potessi riprenderti…- disse, poggiandosi una mano sul cuore, e sentendolo palpitare rumorosamente.
Blaine si passò una mano sulla bocca, per maledirsi di ciò che aveva detto precedentemente.
Ora aveva i brividi.
All’improvviso il suo cervello interruppe tutti i suoi altri pensieri.
Nella confusione di quel momento, cominciò a parlargli con delle semplici frasi…
…Non possiamo essere sicuri che ricambi…
Che diavolo mi sta succedendo?”-si chiese mentalmente.

…E lo rispetterò se succederà così. Non l’obbligherò…

-C-Che…- balbettò il riccio, reggendosi la testa con una mano.

Kurt corrugò la fronte, allarmandosi appena per la sua agitazione momentanea.

…Lo senti? E’ il mio battito del cuore…

Questa è la voce di Kurt!”- ragionò ancora.

Il respiro di Blaine, allora, si fece accelerato, costringendo il biondo a corrergli incontro, disporsi in ginocchio davanti a lui e ad accarezzarlo delicatamente, come per rassicurarlo.

-Blaine…Blaine…- chiamò allarmato tra le lacrime.

-Io …-

-Cosa? Per favore, guardami…- e tentò di alzargli il viso per collegare i loro sguardi sconcertati.

L’ansia inondava il salotto in quel momento ed il silenzio che li circondava sembrava attendere il resto come un vero spettatore accanito.

…Sai perché te lo faccio sentire?...

Gli occhi di Blaine si posarono su quelli di Kurt, ormai ritrovati.

…Per ricordarti come si fa a vivere…

-Per ricordarti come si fa a vivere!- ripeté la massa di ricci scompigliati, stupita e sorridente.

-Cosa? Blaine, ti senti bene?!-

-Io…mi ricordo…-

Lo sguardo del biondino lo scrutò, cercando di capire le sue parole.

-Ti ricordi…cosa?-

-Le tue parole…Mi ricordo che…che mi stringevi le mani…all’ospedale, quando ero in coma…- Blaine respirava affannosamente.

Il giovane biondo si mise una mano sulla bocca e ricominciò a piangere, di gioia.

-Io…,-continuarono ancora le labbra tremanti del moro, -ti ho sentito! Ho sentito il tuo tocco, le tue parole…ricordo tutto adesso!-

La stanza attorno a loro si riempì di sollievo, compreso il cuore di Kurt, il quale riprese il suo solito battito veloce, dovuto a una forte emozione.

E che emozione.

Le sue speranze, ora, si erano fatte più forti e l’apprendista adesso poteva essere sicuro che i suoi sforzi non erano stati vani e che avevano portato gioiosamente a questo.

Indescrivibile emozione.

-Oh..Oh mio Dio…- sussurrò, avvicinandosi ancora di più al viso di Blaine e poggiando la sua fronte su quella del moretto.

-Tu…tu ti ricordi…ogni mia singola parola?-

-Si…ogni cosa…-

I sospiri erano tanti in quel momento e nessuno dei due si era davvero accorto che, ora, erano in una posizione piuttosto ravvicinata.

-Kurt…- cominciò Blaine, con voce tremante.

-Mi dispiace di quello che ho detto…-

Il biondino si morse un labbro ed incatenò il suo sguardo bagnato dalle lacrime a quello del moretto, altrettanto emozionato.

-Non ti meriti di essere trattato così dopo tutto quello che hai fatto e che stai facendo per me…Perdonami.-

-No, non ti preoccupare. Hai tutte le ragioni per essere arrabbiato con me…Insomma, sono io quello che ti messo in simili condizioni…- obiettò il biondo, dando un’occhiata fugace alle sue gambe immobili.

-Ma se non l’avessi fatto non ti avrei mai conosciuto.-

Ecco che ritornano i brividi.

Ma questi erano diversi dagli altri provati in precedenza…Erano più dolci, come se qualcuno li avesse presi uno ad uno e spennellati con un po’ d’amore e di estrema dolcezza…possibile?

I cuori pulsanti dei due ragazzi pareva stessero facendo una gara a chi batteva di più.

Blaine allora sentì il bisogno di dire qualcosa…Forse quella cosa che lo aveva fatto essere così duro e così scontroso per tutto questo tempo…Ma ci sarebbe riuscito?

-Kurt…- prese coraggio, e sussurrando, fece il suo nome..

-Si?

Le due parole che doveva dire gli si bloccarono proprio sulle labbra, insistendo a rimanere dov’erano sempre state.

Ma il riccio sapeva che se non l’avesse dette adesso, non l’avrebbe più fatto.

Era il momento giusto.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: SkyFullOfStars_