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Autore: Birsby    05/01/2014    2 recensioni
Damone e Finzia, questi erano i veri protagonisti secondo Valerio Massimo, legati da una forte amicizia. La situazione è la stessa, ma Naruto e Sasuke provano solo amicizia? Forse c'è anche un pizzico di amore: ed ecco nascere l'AMIORE.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Buon 2014 a tutti!!! è un anno che scrivo su questo meraviglioso sito e ho pensato per festeggiare di inventare qualcosa. L'idea mi è venuta mentre facevo i compiti di latino che non ho nemmeno finito e sono disperata. Ho ripreso la storia di Damone e Finzia e ho cercato di immaginare come sarebbe stata qulla situazione per Naruto e Sasuke, perchè no, la loro non può essere solo amicizia.
Non so che altro dire quindi auguro a tutti, signori e signore, grandi e piccini (?) una buona lettura.

 
Amiore
 
-Sei condannato a morte.- Quelle parole pronunciate da Neji Hyuga, tiranno di Siracusa ancora le sentiva risuonare nelle orecchie, mentre lentamente veniva condotto fuori dalla sala del processo da due guardi armate.
Era stato accusato di tradimento, uno dei reati peggiori, ma non aveva potuto fare altrimenti. Lui, comandante dell'esercito, non aveva eseguito gli ordini dei superiori. Solitamente non faceva mai di testa sua, limitandosi a seguire strategie immaginate da altri.
Gli avversari erano schierati davanti a lui e tra quelle fila di uomini aveva scorto dei capelli neri e degli occhi d'ossidiana con riflessi rossi.
Si sarebbero dovuti ritirare, ma con un segno Sasuke aveva ordinato di attaccare. Ricordava perfettamente la voce di Naruto che lo pregava di fermarsi, che gli urlava di non commettere pazzie. Lo aveva ignorato e l'amico, dopo aver visto la direzione in cui stava andando, aveva capito tutto. Sapeva la sua storia, sapeva chi era quell'uomo che avrebbe voluto uccidere e lo aveva accompagnato in quella folle battaglia: insieme, come lo erano sempre stati.
Alla fine non era riuscito a uccidere Itachi. Non aveva avuto abbastanza tempo e la cosa che più gli faceva male era che non ne avrebbe più avuto la possibilità.
Naruto lo guardava sconvolto e quando per un attimo i loro occhi si incrociarono un lampo di dolore e tristezza colse entrambi.
-Non è giusto. - Il biondino si alzò in piedi di scatto attirando gli sguardi di tutti.
Cosa stava combinando?
Neji lo osservò attentamente e Naruto si affrettò a spiegare.
-Per molti anni, Sasuke ha servito questa città portandola sempre alla vittoria. È sempre un valido combattente e lo posso assicurare essendo sempre stato al suo fianco.-
-Vorresti dire che la mia sentenza è sbagliata?- Lo freddò Neji, pronto a fare un cenno alle guardie.
-Non dico questo, Sasuke ha sbagliato ed è giusto che paghi.-deglutì piano, non pensando realmente quelle parole.  
Aveva paura, non per se stesso, ma per quello che sarebbe capitato al moro.
-Ma almeno vorrei che esaudisse il suo ultimo desiderio.-
Sasuke sbarrò gli occhi. Sapeva bene cosa desiderava e anche Naruto lo sapeva, ma Neji non avrebbe mai permesso una cosa simile.
-Va bene. Qual è il tuo ultimo desiderio.-
 Il moro guardò Naruto che annuì per incoraggiarlo.
-Voglio tornare nella mia terra d'origine. Devo sistemare alcune faccende private.-
-No. Chi mi assicura che non fuggirai?- Quella risposta era piuttosto scontata e Sasuke sorrise rassegnato.
-Io!-
Miliardi di sguardi si puntarono nuovamente su quel bizzarro ragazzo biondo.
-Resterò io qui al suo posto. Potrete usarmi come garanzia.
E Neji accettò, accettò quella folle idea con sguardo sadico. Del sangue sarebbe colato e a lui importava solo quello.
 

 
Solutus erat periculo mortis is qui modo cervicem gladio subiectam habebat; eidem gladio caput suum subiecerat is qui securus vivere poterat.
[Era stato salvato dal pericolo di morte colui che poco prima aveva il collo minacciato da una spada; aveva esposto la propria vita in balia della medesima spada colui che avrebbe potuto vivere sicuro.]

 

Sasuke girava per la stanza come un leone in gabbia. Naruto, invece, seduto sul letto, fissava il pavimento pensieroso, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
-Che cosa ti è passato per la mente, me lo vuoi spiegare?- gli urlò contro il moro infuriato per la difficile situazione in cui erano finiti. Il biondino non ebbe nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo.
Era spaventato e confuso, ma sicuro di aver fatto la scelta giusta.
-I-io, non ti avrebbe mai lasciato andare se-se- bisbigliò non riuscendo a trovare le parole esatte, sempre se ci fossero delle parole esatte.
-Se cosa? Se non avessi deciso di farti ammazzare?!? Deve essere la mia testa a rotolare non la tua.-
Sasuke si inginocchiò davanti a lui sempre più infuriato. Naruto continuava a fissare il pavimento senza volerlo affrontare veramente ben sapendo che lui non sopportava i codardi. Senza alcuna delicatezza Sasuke gli afferrò i capelli della nuca tirandoli indietro e finalmente poté rivedere quegli occhi che tanto adorava.
-Non-non mi ammazzeranno...sigh... tornerai in tempo.- tentò di spiegare il più piccolo, ormai non riuscendo a non piangere.
Sasuke vedendo quelle linee salate rigare il viso dell'amico sospirò forte, poggiando la propria fronte su quella dell'altro, ma continuando, con una presa più leggera a tenere nelle mani quei fili di grano.
-E se non riuscissi a tornare in tempo? Se non riuscissi a vendicarmi in tempo? Se non volessi più tornare? In fondo ci rimetterei la pelle. Chi ti assicura che tra tre anni sarei di nuovo qui.- Questa volta parlò con calma, abbassando notevolmente il tono della voce.
-So che tornerai.
-Come fai?- Chiese ancora Sasuke alzandosi lentamente in piedi come svuotato di ogni forza.
-Sei il mio migliore amico, mi fido di te.-La voce di Naruto gli arrivò chiara e ferma alle orecchie. Il biondino non piangeva più e al contrario suo, sembrava aver conquistato un po' di sicurezza.
-Ti fidi talmente tanto da affidarmi tutta la tua vita?-
Anche Naruto si alzò in piedi.
-So che non mi deluderai, anche se forse...- non riusciva bene a parlare, la gola gli bruciava per tutte le grida della giornata. Però, poi, immaginò la testa di Sasuke rotolare per terra, gli occhi sgranati e sul viso una smorfia di terrore, la gente urlare contenta per quell'atrocità. Non ci riuscì, non riuscì a non esclamare spaventato:
-Non tornare! Sarebbe inutile morire in due...- le ultime parole le sussurrò.
Anche quelle erano uscite spontanee, ma capì troppo tardi che era stato un errore pronunciarle.
-Cosa vuoi dire?-chiese stupito Sasuke.
-Mi stai facendo un po' troppe domande questa sera.- Naruto ridacchiò cercando di cambiare discorso, ben consapevole che il moro non era della sua stessa opinione.
-Forza rispondimi!
-Lascia perdere- biascicò stanco
-Parla!- All'ennesimo incitamento decise di vuotare il sacco. Non era mai stato bravo a tenersi qualcosa dentro.
-Se tu dovessi morire, credo che mi ucciderei.- Questa volta lo aveva guardato negli occhi e aveva visto chiaramente Sasuke impallidire, allontanarsi di qualche passo scioccato.
-No, no tu devi vivere.-
Il biondo non lo aveva mai visto così.
-Non puoi morire, non puoi morire per me. Non me lo merito. Sono solo il tuo migliore amico, non ne vale la pena. Tornerò.-
Era vero, Sasuke era il suo migliore amico, ma entrambi sapevano che c'era anche qualcos'altro.
-Non sei solo il mio migliore amico, io ti amo anche.- Gli sussurrò Naruto avvicinandosi.
Sulle labbra di Sasuke comparve un piccolo sorriso. Abbracciò il suo biondino dolcemente stringendolo a se.
-Non devi morire, promettimelo. Io forse raggiungerò il mio obbiettivo e tu devi aver la possibilità di fare lo stesso col tuo. Devi governare la regione, devi portare finalmente la pace-
Naruto negò piano con la testa. Che senso avrebbe avuto vivere senza Sasuke?
Nessuno.
Era lui che gli dava gran parte della forza per andare avanti. Senza di lui non sarebbe riuscito a fare niente.
Il moro alzò gli occhi al cielo. Quanto era testardo!
-Allora non partirò. Se dobbiamo morire entrambi non ha senso stare lontani per tre anni. Non ha senso farci altro male.-
-No, per te è importante. Devi partire, devi chiudere con il tuo passato.- esclamò allarmato Naruto staccandosi da quel confortante abbraccio.
-Tu promettimi che continuerai a vivere.
-Va bene, te lo prometto- Aveva ceduto, alla fine aveva ceduto ancora. Il moro ghignò soddisfatto, avvicinandosi ancora una volta al biondino. Lentamente e con una delicatezza che non gli era propria posò le labbra su quelle del compagno. Un tocco lieve, casto, puro capace di rendere tutto l'affetto che entrambi provavano.
-Tornerò te lo giuro.
-Mi fido.

 
***
Tre anni. Tre anni erano finalmente passati, ma nemmeno lui sapeva se era un bene. Gli mancava, gli mancava terribilmente, aveva bisogno di rivedere il suo amico. Che strana parola quella.
Non era molto adatta al loro rapporto. C'era qualcosa in più.
Forse amore, ma nemmeno quello bastava. Forse provavano entrambi i sentimenti, amicizia e amore: Amiore.
Scosse la testa ridacchiando a quello sciocco gioco di parole.
Non era cosi tanto sicuro però di voler il ritorno di Sasuke. L'amico sarebbe morto, sarebbe stato decapitato. Se non riusciva a tollerare di non vederlo per tre anni, come sarebbe stato non poterlo più rivedere? Avrebbe preferito morire ma aveva promesso di non uccidersi. E lui manteneva sempre le promesse.
Decise di uscire dalla camera in cui stava. Poteva andare ovunque tranne che superare i confini del palazzo. Era trattato come un ospite gradito e non come la garanzia di un condannato a morte.
Tutta quella gentilezza era falsa, era compassione mal mascherata. Sapeva bene cosa pensavano gli altri. Dicevano che era stato uno sciocco. Dicevano che
Sasuke non sarebbe mai tornato. Lui purtroppo era sicuro del contrario. Voleva vederlo, voleva assicurasi che avesse compiuto la sua vendetta, quella vendetta che lo avrebbe liberato dai mostri del passato. Ma poi avrebbe voluto che scappasse. Magari se avesse fatto qualche minuto di ritardo, non sarebbe stato ucciso. In ogni caso sicuro che sarebbe tornato e che lo avrebbe rivisto almeno un'ultima volta.
Decise di fare una passeggiata nei giardini per scacciare la tensione.
A mezzogiorno in punto sarebbe finito il tempo a disposizione.
Mentre camminava vedeva gli sguardi giudicatori di tutti. Quegli occhi che lo additavano e lo giudicavano come folle, come pazzo.
Gli sembrava di essere tornato alla sua infanzia. Quando tutti lo evitavano e lo giudicavano un mostro. Sapeva bene che i suoi capelli dorati, i suoi occhi chiari e la sua carnagione biscotto non erano comuni, ma per un bambini era stato ugualmente terribile essere evitato da tutti. Alcuni lo consideravano addirittura un piccolo demone distruttore e quelle cicatrici sulle guance che aveva fin dalla nascita, il suo essere orfano di entrambi i genitori,
accresceva quella crudele teoria.
Era stato a quei tempi che aveva conosciuto Sasuke. Era l'unico che si era avvicinato curioso a lui e in breve tempo erano diventati inseparabili nonostante i caratteri che sembravano opposti. Sasuke sapeva bene cosa significava essere soli ed era stato in quel dolore che avevano capito quanto in realtà erano simili.

 
***
C’era tantissima gente all’entrata del palazzo. Davanti a tutti Neji e a un metro dietro da lui Naruto. La tensione era palpabile. Il ragazzo biondo sperava che nessun volto comparisse da quei cancelli, ma il suo desiderio non venne realizzato.
Capelli neri e occhi dello stesso colore. Solo quei due particolari lo resero riconoscibile a tutti. Sasuke, come promesso era tornato. Era più alto di parecchi centimetri e anche il suo fisico sembrava essersi rafforzato molto. I vestiti che indossava erano semplici, ma insoliti. Non aveva alcuna armatura, solo una pesante maglia di lana strappata in più punti.
Sul volto di Naruto comparve un meraviglioso sorriso, come non accadeva da anni, anzi da tre anni. Corse verso l’amico, senza che le guardie potessero fare niente per fermarlo, fermandosi proprio davanti.
I due si fissarono, si osservarono. Ritrovarono nei rispettivi occhi il vecchio amico di un tempo. Fu Sasuke a fare la prima mossa. Semplicemente sorrise e per Naruto quello rappresentò il lascia passare per le braccia del moro. Gli si gettò contro, abbracciandolo stretto. Si erano appena ritrovati e già si dovevano separare.
Era questo ciò che faceva più male. Avrebbero tanto voluto avere più tempo per loro, per la loro amicizia, per il loro amore.
Si separarono lentamente, continuando a osservarsi fino a quando le loro labbra non si attirarono come calamite. 
Scomparve tutto, rimasero solo loro due. Non c’era più nessuna a guardarli con occhio critico, nessuna condanna a morte, nessuna vendetta, non erano passati tre anni dal’ultima volta che si erano visti. Naruto volle imprimere nella mente ogni sensazione che lo coglieva in quel momento.
Con gli occhi osservò quei capelli ora disordinati, ma sempre perfetti, quel viso pallido, gli occhi chiusi con le ciglia lunghe e il naso piccolo e a punta.
Con il naso ispirò il profumo di Sasuke: un odore muschiato e virile.
Con la bocca assaporò il suo sapore. Era proprio come lo ricordava.
Con le mani gli accarezzò lentamente il petto, sentendo sotto le dita la forma di quei muscoli aumentati grazie ad anni di allenamenti.
Con le orecchie ascoltò tutti i mugolii emessi da quelle labbra carnose.
Stettero in quella posizione per molti secondi, finché non avvertirono i passi di Neji sempre più vicini a loro. Si separarono leggermente, ma Naruto rimase sempre rannicchiato contro quel corpo caldo che gli cingeva i fianchi con fare protettivo.
Quando il tiranno fu a pochi metri da loro i due ragazzi videro una scintilla in quegli occhi chiari.
 
Paenituit tum tyrannum crudelitatis suae et non solum supplicium remisit, sed etiam  eos* rogavit ut se tertium amicitiae repicerent
[Allora il tiranno si pentì della sua crudeltà e non solo revocò la pena, ma li pregò anche di accoglierlo nel loro gruppo di amici come terzo]


Quella proposta, però, non sarebbe mai potuta essere accettata e tutti lo sapevano.

 


*Sul testo originale vi è scritto Damonem et Phintiam; ho cambiato io con il pronome.

 
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