27/05/2008
4 recensioniI'm a Statue, Baby (Knock Me Out).
How could a fistfight be romantic?
Thinking back now will you ever feel the same?
the Used - Paralyzed
Solo in quel momento si rese conto di quanto ancora le facesse male la ferita sul ventre.
Si sfilò gli occhiali da sole, facendo scorrere un rapido sguardo sulla sala, prima di tornare sull'uomo che le stava di fronte.
Fece finta di niente, malcelando l'insofferenza.
A prima vista, non avrebbe trovato niente di attraente in lui.
Il colletto inamidato della camicia sembrava serrargli il collo in una candida, ferrea morsa.
I bottoni dei polsini perfettamente (fastidiosamente) abbottonati.
La cravatta immobile ed impeccabile là, al suo posto... niente di troppo appariscente.
Sapeva essere discreto nella sua pomposa alterigia.
Aveva un non so che di marmoreo e monumentale nel suo apparire.
Poteva fissarla dall'alto in basso, nonostante la differenza di altezza non fosse poi così rilevante.
Riusciva a perforarla con lo sguardo, con quel suo fissarla insistente, come se già gli si fosse dispiegato davanti tutto quello che sarebbe successo di lì a poco.
I suoi tratti erano marcati, duri, quasi violenti. Non aveva un viso armonioso.
Erano lineamenti superbi almeno tanto quanto lui.
Ogni suo sguardo era un gelido giudizio che le scagliava contro.
Non sapeva dire se era solo tutta un'impressione e niente più.
Ma era capace di giudicarla senza nemmeno aprire bocca, magari soltanto assottigliando un po' lo sguardo, o corrugando leggermente le labbra in una smorfia di puro disappunto.
Di quell'uomo era rimasto poco o niente.
Le avevano raccontato cos'era successo, ma non era realmente sicura di ricordarsi ogni singolo particolare.
Quando accadeva, solitamente, dimenticava qualsiasi cosa non la riguardasse.
Se era lei ad agire, finiva semplicemente per tirarsene fuori, lavarsene le mani e sforzarsi di fingere che mai niente fosse realmente accaduto.
Eppure quel viso le era familiare.
Gli occhi erano leggermente più infossati, i capelli spettinati e in disordine.
Il ciuffo impotato delle prime volte non le mancava affatto - gli dava un'aria da perfetto manichino. Se fosse arrivato qualcuno a prenderlo di peso e infilarlo in una vetrina, non se ne sarebbe minimamente stupita.
Perché era da lì che sembrava fosse uscito all'inizio: dall'elegante vetrina di un negozio d'alta moda, magari uno di quelli che fa abiti su misura per ricchi sfondati che hanno soldi da buttar via.
Sembrava cambiato.
Era l'uomo delle apparenze, ma c'era un non so che di sfacciatamente sincero nella sua persona in quel momento.
La voce di Bob arrivò ad infrangere quel misero secondo di silenzio che aveva visto l'accavallarsi dei suoi pensieri.
- Niki, penso che tu conosca già il signor Petrelli.
Lanciò un'occhiata all'uomo al suo fianco, prima di tornare su Nathan.
Lo stava facendo di nuovo - quella cosa, col suo sguardo.
Gli sorrise comunque, lentamente, nonostante i muscoli della faccia fossero ancora irritantemente indolenziti.
- Sì. Sì, credo di sì.