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Autore: BambolinaMou    06/01/2014    3 recensioni
Liam odia le stazioni perchè puzzano di addii e di sporco. Ma quando i suoi occhi sfiorano sbadatamente il pavimento trova una sorpresa, in carne ed ossa con occhi così scuri da bucare : Zayn. E da lì imparerà ad amare i treni, serpenti lunghi che tagliano le città e le distanze.
Ziam.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chitarre Scordate

 

 
Liam odiava i treni, troppo sporchi e troppo affollati. Per non parlare delle stazioni che puzzavano di urina e che erano trincee tristi, perchè l'unica parola che riusciva ad associare ad un tale luogo era squallore. Anzi, degrado. Come i film in bianco e nero da cui si teneva a debita distanza.
Ma quella mattina era cambiato qualcosa. In venti passi esatti il suo cuore era mutato per sopravvivere alla stagione calda perchè nella sua cassa toracica i fiocchi di neve si erano sciolti alla luce di un sole prepotente lasciando spazio ai soffioni con tanto di allergia al polline. In venti passi Liam aveva cominciato a camminare  in modo completamente diverso, o almeno a lui pareva di essere più leggero e di sfiorare appena quel pavimento calpestato da altre persone sconosciute ; si chiedeva se anche gli altri avessero abbassato lo sguardo proprio a metà di quel pavimento lurido, in quel sottopassaggio. Si chiedeva se anche loro avessero cambiato occhi nel vedere un simile spettacolo in quella sporcizia perchè superate le macchinette, a metà corridoio, accanto ad un cumulo di coperte e ad un barattolo di plastica c'era un ragazzo, seduto a gambe incrociate che guardava tutti con un'espressione quasi assente. E l'aveva guardato e si erano guardati. Liam si era fermato come il mondo intorno a loro. Poi un signore aveva interrotto il momento con una spallata piuttosto brusca a cui Liam aveva anche rivolto un "'mi scusi" a mezza voce perchè si sentiva in colpa per aver osato guardare un ragazzo che sembrava un lenzuolo. Un ragaz che sembrava ossa e malinconia, per aver profanato quei occhi dipinti del colore della pece. Liam voleva chiedere scusa al mondo intero per essersi sentito così bene. Da quel giorno amò le stazioni tanto quanto amava il caffè con un cucchiaino di zucchero e gli ovetti di cioccolato.  Da quel giorno cercò di vivere dentro quello sguardo che aveva migliorato la  sua banale vita di 19 anni costruita su fogli di carta e litigi in famiglia.


Liam ci mise venti giorni prima di rivolgergli la parola oltre che il suo sguardo. Passava sempre di lì con la tracolla pesante e le ginocchia tremanti, come un bambino rallentava il passo e buttava gli occhi su quella figura sempre ferma, con lo sguardo perso che urlava parole che si perdevano nel vuoto. Il ragazzo sembrava diventare sempre più magro, la chitarra sempre lì accanto e il barattolo pieno di monetine che sembravano essere le stesse ogni giorno come se fossero di plastica. Come se la sua presenza lì fosse solo una comparsa senza senso perciò Liam si sentiva tremendamente preso in giro dalle palpitazioni e dal gioco di sguardi, uno dietro l'altro senza fine.
Passarono venti giorni e poi si fermò davanti a quel vagabondo, alzò lo sguardo e gli sorrise mostrandogli i denti dritti, un poco gialli e le gengive terribilmente arrossate. Gli si erano formate delle rughette sotto gli occhi. Era come un piccolo sole. Quel sorriso sarebbe  rimasto dentro il cuore di Liam finchè non si sarebbe sciolto. E Liam si sarebbe ricordato di lui come Zayn, voce roca, nessun soldo per le sigarette e una chitarra che non sapeva nemmeno suonare. Zayn, nella testa di Liam risuonava come una delicata melodia, una sinfonia oro.


Ascoltò la storia di Zayn davanti ad un caffè e ad un cappuccino con brioches alla crema in un bar vicino alla stazione. Liam perse il treno ma non gli importò, si dimenticò dell'esame da preparare, dei tomi pesanti da finire, si dimenticò della sua monotonia e cambiò la direzione dei suoi piani, cominciò perdendo un treno.
E ne avrebbe persi altri di treni per Zayn, per quel ragazzo dagli occhi neri con sfumature ramate, per quel ragazzo che non aveva più una famiglia e che si era lasciato alle spalle una relazione di due anni con Niall, il suo ex irlandese che l'aveva lasciato per una ragazza, l'aveva lasciato cacciandolo fuori da quello che era il loro appartamento lanciandogli la sua chitarra. Zayn rise, non portava rancore. Rise perchè la chitarra non l'aveva mai toccata nonostante avesse girato mille stazioni e avesse scavato in mille volti.
Zayn era solo un po' dimagrito, con i polsi quasi invisibili e le clavicole sporgenti dal giubbotto di pelle rovinato. Liam capì che aveva davanti una roccia, un intero universo e mille lune.


Liam cominciò a perdere treni ma a guadagnare sempre più baci. La mattina quando usciva e la sera quando tornava a casa. E Zayn lo aspettava, cucinava e gli raccontava del suo passato per farlo addormentare. Liam avrebbe perso anche una vita intera ascoltandolo, toccandolo e amandolo.

 



Questa storia la dedico a chi ha creduto nelle mie parole dal primo istante. A Cristina.
  
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