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Autore: Meromissi    06/01/2014    4 recensioni
Ma Scudodiquercia guardava il mare, specchiandosi in quelle nere acque, non dando peso ai capricci dell'altro. Pensieri si affollavano nella mente del re che, deciso ed orgoglioso, attendeva impaziente il sorgere del sole.
Bilbo si rialzò, rimanendo però fermo sul posto.
Un ticchettìo e poi il cielo iniziò a piangere, bagnando con le sue lacrime il mondo.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bilbo, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A new day has come



E il mondo credeva che io avessi tutto ormai
ma stavo aspettando te...
Bilbo Baggins






Bilbo Baggins, hobbit amato da molti ma capito da ben pochi, stava seduto sulla panca di legno, vicino all'ingresso di casa, accompagnato solo dal forte odore della sua inseparabile pipa. Un respiro profondo ed ecco che il tabacco, come per magia, diveniva fumo. Si divertiva, forse più per passare il tempo che per altro, a creare cerchi increspando così la bocca in espressioni buffe.
Ma un dolore lo accompagnava di giorno in giorno e non gli avrebbe dato tregua fino alla fine. Chiuse gli occhi sospirando, trovandosi di fronte a due iridi cristalline, azzurre come l'acqua più pura.


Thorin...



La mano si spostò sul petto, chiudendosi poi in un fermo pugno. La testa faceva troppo male e non avrebbe resistito ad un altro ricordo, ma il cuore era ansioso e cocciuto.
Così, mentre il tabacco lentamente si consumava, l'immagine del re sotto la montagna si faceva sempre più viva .
Aveva un portamento regale, mentre i lunghi capelli corvini gli scivolavano ribelli lungo le spalle. La barba non era lunga e increspata, anzi, era proprio una bella barba, corta e morbida. Di questo ne era convinto visto che il suo volto rimase attaccato a quei peli per lunghe notti. E fu a quel ricordo che si sorprese sorridere, appoggiando la mano proprio su quella stessa guancia.
Era davvero un bel nano, diverso da tutti quelli che aveva visto in vita sua.

« Zio! Sapevo che ti avrei trovato qui a fumare! »

Frodo Baggins, nipote di Bilbo, scese la piccola scalinata in pietra e raggiunse il parente. I pollici del giovane si divertivano ad allungare le marroni bretelle, per poi lasciarle andare delicatamente.

« Vado a fare una passeggiata, magari mi fermerò sotto il grande albero a leggere, comunque non preoccuparti zio, tornerò sicuramente per cena! »

« E chi si preoccupa! » disse l'anziano prendendosi gioco del nipote.

Seguì con occhi vigili la figura di Frodo, fino a quando essa non sparì dietro la collina. Fu solo allora che abbandonò la pipa sul vialetto e corse in casa, chiudendosi la porta alle spalle. Percorse il corridoio lungo e stretto fino a raggiungere il suo piccolo studio. Si sedette ed iniziò a rovistare fra i cassetti, spargendo fogli su tutto il pavimento. Si calmò solo quando trovò l'oggetto dei suoi desideri e, questa volta, non si trattava di un piccolo anello dorato, no di certo, era solo un semplice ritratto.

« Mi ero dimenticato di quanto eri maestoso...»

Thorin Scudodiquercia, era questo il nome del volto raffigurato su quel pezzo di carta ingiallita dal tempo.

« Quel giorno dovevo morire insieme a te e forse l'ho fatto »



Quella notte tutti i nani caddero come sassi in un profondo sonno, l'indomani sarebbero partiti alla riconquista di Erebor e avevano bisogno di riposo. Grazie all'ospitalità del buon Bard ognuno di loro aveva un giaciglio sul quale riposare le membra, almeno per quella notte.
Solo un giovane hobbit non riusciva a prendere sonno così, nel buio, decise di sgattaiolare fuori dalla porta principale. Forse non era una buona idea fare una passeggiata nel cuore della notte, ma sentiva il desiderio di riavere un po' di perduta solitudine. In fondo non era facile passare le giornate in compagnia di 13, chiassosi, affamati, frenetici nani!
Appoggiò la schiena contro un palo di legno che reggeva il forte tetto di un fienile. In quei momenti gli mancava casa sua, il suo bel giardino, ma specialmente la sua adorata pipa. Ma tutte queste comodità erano un lusso che non tutti si potevan permettere, ora doveva pensare a loro, quei tredici compagni che russavano gli uni contro gli altri.

« Non riesci a prender sonno? »

Una voce profonda quanto familiare lo fece sussultare, e fu così che nel buio una figura avanzò verso lo hobbit.
Thorin Scudodiquercia venne illuminato dal bagliore della luna che fece capolino dietro ad una nube minacciosa.
Bilbo deglutì vedendo l'uomo a pochi centimetri di distanza dal suo volto ed indietreggiò, ritrovandosi col sedere a terra.
Il re corrugò la fronte, non comprendendo il perché di quegli improvvisi movimenti goffi.

« Domani tu rimarrai qui! »

L'ordine uscì minaccioso dalle labbra di Thorin e lo hobbit spalancò gli occhi.

« Non dopo tutta la fatica che ho fatto per arrivare fino qui! No signore! Voi avete bisogno anche di me! »

Ma Scudodiquercia guardava il mare, specchiandosi in quelle nere acque, non dando peso ai capricci dell'altro. Pensieri si affollavano nella mente del re che, deciso ed orgoglioso, attendeva impaziente il sorgere del sole.
Bilbo si rialzò, rimanendo però fermo sul posto.
Un ticchettìo e poi il cielo iniziò a piangere, bagnando con le sue lacrime il mondo.

« Thorin avanti! Vieni qua sotto! »

Il nano si voltò lentamente, andando così a ripararsi insieme allo hobbit dentro al fienile. Si sedettero sulla paglia guardando il mare agitarsi.

« Ma tu non hai mai paura? » domandò ingenuamente Bilbo.

Sorrise l'altro, mentre i capelli gocciolavano contro la pesante armatura.

« Certo che ho paura, temo il domani ad esempio... »

« Ti consiglio di levartela quella, o domani l'unica cosa che vedrai sarà solo il letto e una bacinella d'acqua fredda! »

Thorin si alzò, obbedendo al consiglio appena ricevuto, ed iniziò a spogliarsi. Gettò gli abiti a terra, rimanendo così a petto nudo.
Bilbo rimase come stregato alla vista di quel petto tonico e muscoloso e tremò. Le gote si fecero improvvisamente rosse e si rannicchiò non capendo cosa gli stesse accadendo. Ma il re notò questo suo atteggiamento e gli si sedette accanto.

« Hai freddo? »

« No... No di certo! »

« E allora è timore quello che leggo nei tuoi occhi Mastro Baggins? »

« Temo per la tua vita! Domani... Beh... Domani potremo morire tutti! È logico avere un briciolo di timore! »

Bilbo non era pronto ad un confronto così diretto con quegli occhi che lo rapirono non appena i loro sguardi si scontrarono. E fu preso alla sprovvista quando due labbra estranee sfiorarono le sue.
Avrebbe voluto allontanarlo, davvero, e lo avrebbe fatto se quella maledetta bocca non si schiuse trasformando un casto ed innocente bacio in qualcosa di più profondo. La barba di Thorin sfregava contro la candida e morbida pelle dello hobbit, ma ciò non gli creò disturbo, anzi, era leggera e non dava irritazione. La mano del nano scivolò dietro la nuca dell'altro, obbligandolo così a sdraiarsi sul fieno.
Bilbo era davvero pronto a tutto, tranne che a questo. Spalancò gli occhi sentendo il peso dell'altro aggravarsi su di lui. Tentò di divincolarsi, ma tutto fu vano, il re era decisamente più forte e più grosso. Quindi l'unica cosa da fare era sottostare a quelle attenzioni, non del tutto sgradite in fin dei conti.
Le mani callose, rovinate da anni di combattimento con la spada, andarono ad esplorare la bianca pelle dello hobbit, sotto la pesante maglia verde.
Guardava intanto quella piccola creatura sciogliersi sotto i suoi tocchi e li Scudodiquercia si rese conto che non esisteva al mondo espressione più bella.

« Non permetterò che tu muoia, non nelle profondità di una montagna, tu morirai quando giungerà la tua ora, nel calore confortevole di casa tua, accanto ad una moglie e a dei pargoli che avranno ereditato da te la testaccia dura! »

Bilbo rimase basito e la gola si seccò.

« Io... Io non comprendo le tue parole... Perché mi fai un discorso simile? »

« Perché tendo a volere il meglio per le persone che amo! »

Al giovane hobbit mancò l'aria ed il cuore iniziò a battere freneticamente.

« Tu... Tu mi ami? » domandò incredulo, ma sotto sotto felice.

Il re sorrise, ricatturando le rosee labbra della sua dolce preda.
Si amarono tutta la notte, attendendo poi, svegli e nudi, la nascita di un nuovo giorno.


I raggi irradiarono tutta Esgaroth, riscaldando i tetti e le mura infreddolite da una notte tempestosa. Le dita di Thorin percorrevano la schiena di Bilbo, avanti ed indietro, donandogli piccoli brividi. Si accoccolò lo hobbit, contro la spalla muscolosa del nano, colto da un'improvviso colpo di sonno.

« Ehi, dovremmo alzarci... E tornare dagli altri! »

« No, stiamo qui per sempre! »

Il re rise trovando bella per quanto impossibile l'idea appena espressa.

« Ho un trono da riprendere, dimentichi? »

Bilbo si destò completamente ed osservò l'altro indossare l'armatura.

« Promettimi che non ti farai ammazzare... »

Thorin non rispose, alzando lo sguardo al cielo.

« Ho bisogno... Ho bisogno di te, intero! »  urlò questa volta lo hobbit, in preda al panico.

L'altro si voltò sorridendo.

« Nessuno è in grado di uccidermi! »




« Nessuno è in grado di uccidermi... »

Bilbo ripetè quella frase a bassa voce, mentre lacrime copiose iniziarono a rigargli le vecchie guancie rugose.
Rimise al suo posto il ritratto, mentre sentiva il cuore sanguinare poco a poco.

« Domani nascerà un altro giorno e questo mi porterà sempre più vicino a te, che sei stato l'unico amore della mia vita »














   
 
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