Demons
Kassali(KassimxAlibaba
Saluja)
I want to hide
the truth
Quanto sia doloroso per me, non è
minimamente concepibile.
Quanto sia pressante dentro la mia anima, la nera e triste verità, nessuno può
calcolarlo. E né tanto meno lascerò che tu sappia, non voglio. Non posso. Non
mi è concesso. Ma non per qualche strano patto ultraterreno con qualche
divinità. No. Non mi è concesso. Non voglio che tu conosca cosa ci sia davvero
dietro un mio sorriso, una cortese birra offerta. Devi vivere da principe, è
quasi un gesto egoistico il mio. Non ti importa di vivere da re, probabilmente
saresti voluto rimanere con noi, nella povertà più totale, quasi vergognosa, e
oltre ogni immaginario umano.
Non posso permettere che viva come vivo io. Tu meriti di meglio, sei stato
predestinato a certe cose, a compiere grandi azioni, a vivere da re, nel lusso,
nello sfarzo. Sei saggio, e tanto buono. Non posso permettere che certe cose ti
macchino, oscurino la tua luce, tanto bella, quanto calda.
Potrei passare anche per
insensibile, senza cuore, non mi interessa. Il mio scopo ultimo non ti vede di
certo dentro una bettola con animaletti che la fanno da padrona, in mano a regnanti
che ci vendono al miglior offerente. Non posso permettere di veder il tuo
sorriso sbiadito, la tua vita passare come se fosse una palla di fieno in balia
del vento del deserto. Non posso, il mio corpo si intorpidisce al solo
pensiero, soffre, quasi ha un attacco epilettico. Ma tento di trasformare
questo mio malessere collettivo in una forza nuova, ritrovata, per andare
avanti, far avanzare il mio esercito, abbattere ciò che ci ha ridotti così,
perché è L’UNICA soluzione visibile, in un mondo che ci prende solo a schiaffi
in faccia, ci affoga nello sterco. Non ci voglio affogare. Dovessi rimetterci
la vita, non mi sottometterò mai a una cosa del genere. Cani.
-Kashimu?-
-Mh?-
-Ancora con questa storia?-
Faccio un tiro al sigaro e mi
gratto lentamente una gota, mordendomi l’interno della guancia, che comincia
lentamente a sanguinare. Non mi smuoverai dalla mia decisione, nemmeno i tuoi occhioni di nocciola potranno mai convincermi, devi mettertelo
in testa.
-È meglio per tutti, Aribaba, credimi, non vi è altra soluzione-
-No! Io voglio rimanere qui e- -
Mi alzo di scatto battendo un
pugno, violento, che quasi si incrina questo tavolo di legno massiccio, poco
lavorato, un tavolo di fortuna che è stato allestito da Hassan.
I tuoi occhi si spalancano, e mi guardano come se avessero visto una tigre in
mezzo alla foresta, libera, che ti ha adocchiato come pranzo, ti senti preda.
Allungo una mano, tirandoti per la casacca bianchissima, premendo la mia fronte
contro la tua. Non so esattamente l’espressione che sto avendo dinanzi a te, ma
vedo che sei talmente spaventato che le tue iridi si sono notevolmente ridotte,
tanto spalancati sono i tuoi occhi.
-Ho detto che non voglio storie,
chiaro?-
Sussurro, per poi lasciarti
andare con fare brusco, per niente delicato. Vieni sballottato leggermente da
una parte ed io, per non sentire altre ragioni, forse per non voler sentire la
vera realtà dei fatti che non è minimamente congeniale a ciò che la mia testa
pensa, testarda e senza condizioni, esco incontrando un Hassan
alquanto preoccupato. Sicuramente avrà sentito il nostro litigio. Non lo guardo
nemmeno negli occhi e lui sospira, cominciando a parlare con lui. Non so cosa
si siano detti, e sinceramente, non mi interessa minimamente. Non mi smuovo
dalle mie idee, quelle sono e moriranno con me, probabilmente.
I want to shelter
you
Strano a dirsi vero? Eppure
vorrei proteggerti con ogni fibra del mio corpo. Tu, con tua madre, mi hai
accolto tra le tue calde braccia, nella tua luminosa luce, tanto da poter
accecare quello che dentro di me non andava bene. Una luce che,
sfortunatamente, ha cominciato a spegnersi piano, inesorabilmente: la tua, come
la luce di tutti noi, di questo popolo, venduto tra le mani di Dio solo sa chi,
di qualcuno che non merita il nostro sudore ed il nostro sangue. Ma ti prego,
lascia che io protegga te, Mariam, Hassan, Zaynab, il nostro popolo,
che ne ha patite troppe. Basta. Andare incontro a chi ci tratta come maiali da
macello, è un insulto ad ogni diritto umano, di quelli inalienabili, come lo
stesso vivere.
Ma per questo non ti lascerò spegnere, come una flebile fiammella non
alimentata, lasciata lì a morire, nelle mani di chi, come sotto coloro cui ci
troviamo noi, ci lasciano patire ogni forma di dolore fisico, mentale, di tutti
i tipi, senza alcuna voglia di porvi rimedio, senza alcun modo di farlo. Perché
non vedono come si sta dall’altra parte, quella della fanghiglia dove ci
troviamo noi.
Ed è per questo che tu devi andare via, lontano, lascia che ogni mio insulto,
ogni mia spinta, anche ogni mio pugno, ti porti ad allontanarti da tutto
questo, va’, da quei maiali che mangiano ogni piccolo pezzo delle nostre anime,
e fa’ qualcosa, io lotterò senza sosta per proteggere tutto quello che è stato
costruito, uomini, case, tutto, e ti proteggerò con ogni parte di me, con ogni mio
muscolo, finché mi sarà possibile, finché quell’anima maledetta occuperà
quell’involucro vuoto del mio corpo.
Lascia che ti porti via con me dopo,
via. Proteggere te e il paese è lo scopo per cui sono nato, sono cresciuto per
combattere, per poter essere qualcosa di più che una mera ombra nella tua vita
e nelle vite di tutti, ma evidentemente per quanto io ci metta tutto me stesso,
per quanto vomiti e pianga sangue, questo non serve ad ottenere quello per cui
tanto lotto e lottiamo.
Vero, Alibaba?
-Sei sicuro?-
-Ovviamente. Sono mai stato
insicuro di qualcosa Aribaba?-
Tu, biondo come l’oro, mi annuisci
lentamente, mentre ti faccio versare altra birra nel boccale. Sorrido. Quanto
sono stanco, sono così stanco che mi fanno male persino le vene -se possono far
male, ovviamente. Socchiudo gli occhi mentre, con il viso che viene sorretto da
una mano, ti guardo tracannare un altro boccale. Sorrido di nuovo.
-Non mi sembra che vada tutto
bene, in realtà.-
-Sì, qualche screzio qui è là, ma
credimi, è tutto in ordine-
Sorrido, un sorriso di
circostanza. Tutto secondo i piani. Guardo Hassan che
mi poggia una mano sulla spalla e gli sorrido lentamente. Alcune persone
vengono a salutarmi. Troppo rispetto. Non ora, non è per niente il momento,
dannazione. Guardi sospetto tutta la scena, ed io caccio un paio di persone con
un semplice gesto della mano, congedandole non esattamente in modo educato, ma
insomma, non è il momento per i convenevoli da palazzo reale.
-Dovresti tornare dov’eri, Aribaba. È lì il tuo posto, e lo sai perfettamente.-
Parlo piano, tanto che non mi
senti. Alzi il viso, chiedendomi con il tuo solito sguardo splendido e solare,
di cosa stessi parlando, o se avessi pronunciato qualche frase. Asserisco di no
in modo assolutamente convinto e faccio un sorso al boccale di birra.
Pian piano ti tingi di un delicato
rossore sulle gote e quasi ti stendi sul tavolo, col boccale di birra in mano.
Lo agiti, da bravo ubriacone, assumendone i perfetti movimenti ed anche il
confuso linguaggio, quando chiedi un altro boccale.
Prontamente metto giù la tua
piccola mano con il boccale, guardandoti con rimprovero. Mi sono sempre sentito
un po’ un fratello maggiore con te, ed è mio compito non farti esagerare tanto
da farti cadere stramazzato a terra, per poi chiedermi chissà quando ti saresti
svegliato.
-Basta.-
Il mio tono è sicuro e tu, con un
tenero broncetto, dopo aver sporto il labbro
inferiore, mi guardi e posi il boccale, ritornando col viso contro il tavolo.
Don't get too
close
It's dark inside
Le braccia conserte sul tavolo, ti
osservo. Ricambi lo sguardo, decisamente più confuso di me, accasciato mollemente
al tavolo. A un certo punto, ti avvicini piano premendo la fronte sulla mia.
Lentamente poggio una mano contro la tua spalla, come a volerti lentamente
cacciare da me. No. Non farlo. Potresti vedere cose che non sarebbe conveniente
vedere, soprattutto per me. Non voglio che tu veda, non voglio. Sarebbe troppo
per me. Il mio cuore ne sarebbe sollevato, ma il mio orgoglio non lo sarebbe
minimamente: quell’orgoglio che ha portato avanti un intero esercito di
rivoltosi pronto a salvare tutto e tutti, il villaggio, e anche te Alibaba.
-Cosa fai?-
Chiedo, mentre metti il broncio e
ti spingi in avanti con tutto il corpo per contrapporre le mie braccia, forti,
questo è vero, ma non so se basti la mia forza per reggere la tua insistenza.
-Mi sei mancato…-
Sussurri, lentamente,
avvicinandoti ancora un po’ e poggiando le labbra contro le mie, sull’angolo.
Se ti fossi spostato di poco sicuramente avresti compiuto la cosa a pieno. Ti
allontano, abbasso il viso. Spero vivamente di non essere arrossito, sarebbe un
qualcosa di disdicevole, dato e considerato che sarebbe come svelare una parte
di me.
Anche tu mi sei mancata, piccola
stella dal sorriso luminoso come una supernova. Ma non posso dirtelo, rimarrà
un segreto, un mio segreto, mio e con me stesso, nulla di più. Non voglio che
tu veda quello che porto dentro di me, è talmente scuro che ti ci perderesti
dentro, e non voglio, sei troppo importante.
Ti vedo insistere, ed accade
quello che non avrei voluto.
Mi baci, piano, dolcemente, sai
come i dolcetti che preparava Anise per tutti noi,
con quel poco che avevamo. Eppure erano così dolci, come le sue labbra, le tue
labbra Alibaba, sono così buone, e sanno proprio di
quei dolcetti di grano.
Deglutisco lentamente, indeciso se assecondarti oppure no. Ma non ho il tempo
di decidere, che la mia mano si è mossa lentamente da sola e ti accarezza il
viso.
Smettila.
Esci ti prego.
Non voglio che tu veda.
Non devi.
Intanto il bacio va avanti,
lento. Le lingue si toccano. Fremo, e non voglio che si vada oltre, eppure da
un lato ne vorrei di più, vorrei di più da te. Di te. Ma so che questo
porterebbe ad esporsi troppo, e questo vorrebbe dire darti spiegazioni,
raccontarti tutto e gettarti nuovamente in quell’ammasso di sterco, bruno,
puzzolente e oscuro che è la mia vita. Il mio destino, tutto ciò che ne porta.
Tutto.
Sospiro e ci allontaniamo quasi insieme, non sei andato oltre.
Ma sento il mio cuore in gola.
Forse ti guardo malissimo, ma in un modo quasi tenero, perché ti vedo sorridere
ed accarezzarmi lentamente il viso, con la punta delle falangi. Così soffici.
Si vede che ti hanno viziato in questi anni, quando non eri qui.
Con me.
Ma andiamo avanti.
Lo spettacolo deve continuare.
Mi dispiace Alibaba.
Mi dispiace davvero. Sei troppo importante per farti sprofondare nel baratro di
disperazione dentro di me. Così nero, che non ci si vede nemmeno. Nulla. Solo
il nulla. Vuoto. La mia anima, maledetta, costellata da ciò. Non puoi
illuminarla.
Oh quanto vorrei. Doloroso
ammetterlo, ma per quanto vorrei che tu possa fare qualcosa per me, per quanto
sicuramente ci proveresti, nessuno potrebbe, nemmeno se fossi tu.
Bella stella, che brilli troppo
lontana per essere toccata, dammi l’onore di essere l’ombra che ti porti
dietro. Perché…
Ti amo.
Note dell’autrice
E ben trovati, con una tempesta
assurda di feels notturni! La storia parla da sé, no
non shippo Morgiana con Alibaba, troppo facile per il mio povero cuore no? VERO? Unf. Comunque. Voglio ringraziare la mia tettosa beta reader LAISA (Lisuccia ciao <3 ) e per il resto la cosa è dedicata. (Demons – Imagine Dragons)
Ma sh, non vogliamo che Alibaba
lo sappia vero? :D