Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: JeanGenie    06/01/2014    3 recensioni
Ken e Julia, prima dell'olocausto nucleare
(E prima dei remake...)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Julia, Kenshiro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL GIORNO PRIMA

 

“… ennesimo vertice tra le due superpotenze si è rivelato una fumata nera… le parti in causa non sono arrivate a trovare un accordo soddisfacente…purtroppo dobbiamo riportare che da entrambe le parti in causa sono arrivati insulti e minacce…L’incontro è stato sospeso in tutta fretta… il servizio di sicurezza è dovuto intervenire…

 

Chi li osservasse dall’esterno non noterebbe nulla di strano in loro. Una ragazza alta e snella dai lunghi capelli di una caldo castano ramato e dall’espressione corrucciata che non riesce comunque ad offuscarne la bellezza e un giovane bruno, dall’aria ombrosa, dalle lunghe gambe sottili e dal torace ampio e muscoloso.

Lei si è fermata di fronte alla tv nell’atrio del ristorante ed osserva inquieta l’ennesimo notiziario. Da giorni le altre trasmissioni sono sospese, da quando i vari network e anche la tv di stato si sono resi conto che le edizioni speciali si susseguivano ad un ritmo vertiginoso. Il ragazzo passa un braccio intorno alle spalle della sua compagna con fare protettivo.

“Dai, lascia stare…” le dice con dolcezza.

Lei sorride e si stringe nel cappotto. “Scusa… non usciamo insieme tanto… dobbiamo rilassarci e divertirci, vero?” Poi prende la mano del ragazzo e lo conduce all’interno dove un tavolo riservato li sta aspettando.

 

“Perché se non si metteranno d‘accordo saremo davvero nei guai… nella merda fino al collo, lasciatemelo dire… ed è uno schifo che le vite di tutti, ma proprio di tutti siano in mano a quei quattro idioti guerrafondai…”

L’uomo al tavolo accanto al loro sta alzando la voce. Ha bevuto troppo. È una cena di lavoro da quello che i due ragazzi hanno capito. Cinque uomini che sono finiti comunque a parlare della situazione mondiale. Come tutti nell’ultima settimana. È cominciato tutto con un dichiarazione ufficiale del presidente degli Stati Uniti. “Hanno la bomba e minacciano di usarla…”

Il fratello maggiore del giovane ha parlato di catastrofismo immotivato. Ma lui è il tipo di persona che riesce a vedere il buono in chiunque. Fa il medico e quasi sempre si dimentica di farsi pagare. Ma stranamente questo succede solo con le persone che non navigano nell’oro. Un anno prima è riuscito a far riconoscere ufficialmente il tipo di medicina che applica, una forma di digitopressione che usa i fondamenti della scuola di Hokuto per curare le cellule malate, anziché distruggere anche quelle sane. I luminari della scienza hanno fatto di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote. Ma non è servito a molto. Le prove della sua efficacia sono sfilate una dopo l’altra di fronte ai loro occhi. Il ragazzo si trova a riflettere che se al potere ci fossero persone come suo fratello ora il mondo non sarebbe sull’orlo del collasso.

“Julia…” il ragazzo preannuncia il nome della sua compagna, le prende la mano e tenta di sorriderle. Non l’ha mai vista ansiosa come in quei giorni. Sembra davvero che abbia paura. Lui invece si sente di condividere, anche se non con la stessa fiducia, l’ottimismo di suo fratello. “Vuoi che dica loro di parlare più piano?”

La donna scuote la testa. “Stanno dicendo solo quello che tutti pensiamo.” Non ha quasi toccato la sua cena. E le sue mani sono fredde.

“Toki dice che secondo lui finiranno per trovare un accordo…” le ricorda il ragazzo, come se suo fratello fosse una sorta di oracolo. Sa che quello servirà a rasserenarla anche se per poco. La stima della ragazza per Toki è grande.

“Va bene… Senti… Non era mia intenzione farti passare una serata con quest’atmosfera lugubre… Ricordi le regole? Niente argomenti tristi, niente guerra. E soprattutto niente Hokuto e niente Nanto. Stasera facciamo finta di essere solo due ragazzi normali.”

Così va bene… pensa il ragazzo perso nella luce dei suoi occhi color pervinca. Niente Hokuto e niente Nanto. Si trova a riflettere amaramente che nel caso si arrivasse al punto di non ritorno né la scuola di Hokuto né quella di Nanto potrebbero fare niente. Ma questo non può dirlo a Julia. Non ora che sembra finalmente disposta a lasciarsi tutte le preoccupazioni alle spalle.

“Ken…”

Lui trasale. Per il tono con cui lei ha pronunciato il suo nome, non perché fosse evidentemente distratto. “Dimmi…”

“Ti prometto che poi chiuderò l’argomento, ma ho bisogno di dirtelo. La successione… Tuo padre finirà per mettere uno contro l’altro i suoi figli…”

Julia, saggia e matura… Non può dirle che si considera praticamente fuori dai giochi e che probabilmente il diritto alla successione sarà una faccenda che riguarderà gli altri tre probabili eredi. Non può farlo perché lui sembra essere l’unico a pensarla in questo modo. Se fosse nei panni di suo padre non avrebbe dubbi. Toki è il migliore di tutti loro. “Non stai ai patti, Julia di Nanto…”

Lei sorride, poi sospira. È incredibilmente bella, con gli occhi chiusi e quell’espressione pensierosa. “Hai ragione… Non sono una buona compagnia stasera…”

Lui sa qual è al momento il modo migliore per farle tornare il buonumore. Una enorme fetta di dolce al cioccolato. “C’è un concerto al parco più tardi. Ti va di andarci…?” le chiede.

“Chi suona?” domanda lei.

“Chopin…”

Lei abbassa gli occhi e solo dopo un attimo il ragazzo si accorge che sta ridendo. “Chopin… Chopin non può suonare, Kenshiro. Chopin è morto. Ma se volevi dire che al parco suoneranno Chopin, allora mi piacerebbe andarci. Se non altro per vederti sbadigliare. Tu e la musica classica… un ossimoro vivente…”

“Dessert? Torta al cioccolato…” le dice sentendosi leggermente offeso. È vero, la sua cultura non si può dire strabiliante ma sono cose che succedono quando si è passata l’intera esistenza a combattere.

“Torta al cioccolato…” annuisce lei. “Ti sei offeso?”

“Io? No.”

Lei allunga una mano per accarezzargli il viso. “Scemo. Se voglio intrattenere una conversazione intellettuale posso sempre andare da Toki o da Shin. Ma tu sei tu. E non riesco nemmeno ad elencare le cose che mi piacciono di te perché sono troppe.”

“A me Chopin piace” mente lui spudoratamente. Continua a pungolarlo il pensiero che lei consideri il suo cervello inferiore a quello di uno Shin qualunque. Uno Shin qualunque, che oltretutto è anche il suo migliore amico oltre ad essere della stessa ‘famiglia’ di Julia. Ok. Scusa, Shin… Non sei uno qualunque… Ma cerca di non intrattenere troppe conversazioni con lei… Potrei cominciare ad essere geloso…

Lei gli lancia un’occhiata obliqua. “Ottimo…” dice con una punta di sarcasmo.

Lui le sorride. È mia, riflette. Questa donna meravigliosa è mia. È il destino che ha deciso così…

“Dico che finiranno per farci saltare tutti in aria!” continua l’uomo la tavolo accanto alzando di nuovo la voce.

Torta al cioccolato per la mia Julia… pensa il ragazzo. Qualunque cosa succeda… qualunque destino ci attenda… io sarò con te e ti proteggerò… sempre…

 

“… il presidente ha ribadito che è ormai inutile parlare di disarmo. E che non verranno accettate ulteriori provocazioni. Il consiglio di sicurezza dell’ONU durante la seduta odierna ha confermato la volontà comune di trovare una soluzione pacifica…”

 

A un osservatore distratto quella potrebbe sembrare una serata come tutte le altre. Una piccola orchestra che suona, un gruppo sufficientemente numeroso di persone che ascolta, le stelle a fare da tetto. Un ragazzo e una ragazza seduti in terra, abbracciati, un po’ in disparte che ascoltano e ogni tanto si scambiano un bacio. Ad intervalli regolari di circa due minuti la ragazza sgomita il suo compagno per impedirgli di addormentarsi. Una scena idilliaca e piena di tenerezza. Ma sui loro volti così come su quelli di tutti i presenti c’è un’ombra che sembra impossibile scacciare.

 

Meraviglioso… pensa la ragazza mentre le ultime note del Notturno si affievoliscono. Non che l’esecuzione sia stata impeccabile ma ha contribuito comunque migliorarle l’umore. Le dispiace solo che il suono di una radio accesa sulle ultime notizie abbia guastato l’atmosfera. Non vuole pensare, non vuole riflettere, non vuole sentirsi angosciata. Perché lui si renderebbe subito conto che c’è qualcosa di più, che non si tratta solo dell’ansia che negli ultimi giorni si è impadronita di qualunque essere umano sul pianeta. Lei sente. Il suo padre adottivo le ha sempre ripetuto che quello è un dono. Ed è grazie a quella che lui chiama ‘empatia’ che lei è stata prescelta. Solleva gli occhi per guardare le stelle. L’Orsa Maggiore e la Croce del Sud sono insolitamente vicine, ma in quel momento lei non si chiede quale strana situazione astrale abbia causato quel fenomeno. Pensa solo che in fondo anche quello è un segno del destino. Io e te…L’Orsa e la Croce… insieme… uniti… succeda quello che succeda… Respira intensamente l’odore del ragazzo. Il cuoio della sua giacca, la pelle che sa di aria. E di forza. Tu ci credi… ci credi davvero che andrà tutto bene… Ma tu non senti… non puoi sentire…Ed è una fortuna per te, credimi… Si sforza di portare i suoi pensieri altrove. Alla sua vita di tutti i giorni. Al sole che sorgerà di nuovo, identico, domani, e domani ancora. Ai fiori che continueranno comunque a sbocciare. A Nanto ed Hokuto che per altri duemila anni andranno avanti con le loro tradizioni sanguinarie in mezzo alla civiltà dell’uomo che ignora la loro esistenza, così importante perché l’equilibrio venga mantenuto.... Equilibrio… La donna rabbrividisce. L’equilibrio spezzato… le città in macerie…il mondo che cade in pezzi…

“Julia… che c’è?” le chiede il ragazzo.

Lei tace. Non può dirgli che ha paura di veder nascere il nuovo giorno. Né che un sensazione di freddo maligno si è infiltrata nelle sue ossa. Tenteresti di nuovo di rassicurarmi, mio caro, caro Kenshiro…e ora non lo sopporterei… Trema mentre il cielo si incendia ad occidente, fiamme, polvere… un boato e poi silenzio… morte… Chiude gli occhi e si stringe al ragazzo ricacciando dentro di sé la voglia di gridare. Perché il cielo è ancora un tappeto nero cosparso di stelle. E lei ha solo sognato ad occhi aperti. Un sogno, certo… dovuto all’ansia... forse mi sono addormentata per un attimo… e le mie paure hanno preso forma nella mia testa… Non succederà nulla del genere, vero? Vero?

“Ken…”

“Dimmi…” Solo lei lo conosce davvero. Solo lei sa cosa nasconde quell’apparenza così chiusa e ombrosa. Solo lei. Per questo sente di potersi affidare alla sua anima serena e al suo cuore. Al suo grande cuore.

“Qualunque cosa succeda…” Voglio dormire… senza sogni… solo con te che mi stringi… “Io appartengo a te… soltanto a te…”

“Che discorso molto poco femminista…” risponde lui ridendo, poi le bacia i capelli. “Rimettiamo le cose a posto. Anch’io appartengo a te, Julia…”

“Qualunque aspetto avrà il mondo domani… anche se tutto intorno a noi impazzisse e perdesse la sua logica…” Anche se tutto sarà solo caos e dolore… questo non cambierà mai…

Chiude gli occhi desiderando di trovarsi altrove. In un universo dove nulla di brutto potrebbe mai accadere, una dimensione forgiata dalla loro mani, dai loro sogni e dai loro desideri, dove lasciarsi dietro tutto ciò che non può essere cambiato. Sarebbe bello…Sarebbe bello… Ma i sogni muoiono all’alba… E quest’alba…

“C’è aria di pioggia…” dice il ragazzo.

No… pensa lei. Non è la pioggia… Non quella che noi conosciamo… sarà nera…e cattiva…Non mi lasciare mai…

Appoggia la testa sul suo petto, credendoci davvero. Che lui potrà mandare via ogni pensiero triste. Solo restandole vicino. “Ho sonno…” dice. Non mi svegliare domani…non mi svegliare più. Perché io non voglio. Non voglio vedere il mondo che ci aspetta…

 

 

 

 

Note: Vecchia come il mondo, scritta prima dei prequel e dei reboot. Quando ancora su Hokuto no Ken era lecito farsi domande sensate. Dedicata a chi ancora saprà apprezzarla.

 

 

 

   
 
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