Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |       
Autore: Riky3    06/01/2014    0 recensioni
Un uomo,una passione,un'auto e una notte. E' il 31 dicembre di un anno non ben definito,e un uomo riflette sull'anno che se ne sta andando,avendo come sottofondo la sua passione per il Jazz. E quale se non New York come città poteva fare da ambientazione a questa "avventura".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era appena passata la mezzanotte,era già il 31 dell anno,l' ultimo giorno prima dell anno nuovo.
New york era tranquilla,fuori nevicava,in giro non c' era nessuno,e io sembravo l unico sveglio in quella città.
Presi l' auto e andai a Brooklyn,avevo già in mente cosa fare.Attraversai il ponte di Brooklyn,il fiume era semighiacciato,mi fermai qualche minuto guardando il fiume fermo,gelato.Riflessi sull' anno appena passato,sui rimpianti e sui rimorsi,ma anche su quante cose sono andate male e quante sono andate meglio di come immaginavo.Risalii in macchina,ripresi a dirigermi verso Brooklyn,intanto la neve iniziava a cadere molto forte.Arrivai a Brooklyn,parcheggiai l' auto,una Cadillac del '92 di mio padre,me la ricordo bene persino quando la comprò.
Scesi e entrai in un bar,quei bar che stanno aperti tutta la notte,dove ogni tanto si esibiva qualche jazzista della zona sul piccolo palco in legno.
Entrai,l' atmosfera era diversa da fuori,in alto la classica nebbia da sigarette,mentre il locale era semi vuoto,solo qualche gruppetto di amici,al massimo tre,ubriachi e addormentati sui tavoli.
Mi sedetti e ordinai al barista un bicchiere di whisky,proprio in quel momento stava comparendo un uomo piuttosto minuto,sulla cinquantina,sul palco.
Prese il jazz,e iniziò a suonare.
Arrivò il mio whisky,tirai fuori un sigaro cubano,mi ripromisi che quello sarebbe stato l ultimo dell anno e l ultimo della mia vita.Avevo visto mio nonno ammalarsi per il fumo,e non volevo lasciare due figli senza padre.
L' accesi e iniziai a fumarlo.
Girai la sedia verso il palco,in una mano il whisky,nell' altra il sigaro.Iniziai a perdermi nei pensieri,mentre il barista venne a sedersi al mio tavolo.
Iniziammo a parlare,disse che lui viveva a Brooklyn da quando aveva circa 6 anni,prima viveva nella grande metropoli,dove vivo io.Se ne intendeva di jazz,ormai conosceva tutti gli artisti che si esibivano in quel bar.Guardai il mio orologio,era l' una.
Era strano,fuori era tutto calmo,dentro era tutto calmo uguale,sembrava che in quel bar il tempo era tutto uguale,che fosse natale o che fosse pasqua,li dentro c' era sempre la stessa gente,sempre le stesse ordinazioni,sempre il solito.
Iniziai a bere il whisky,me lo gustavo con calma,lasciando che il jazz facesse da sottofondo ai miei pensieri e alle parole del barista.
Io venivo da New York,dal centro,mio padre aveva un negozio di vestiti e noi abitavamo all' appartamento sopra.All' eta di circa 20 anni presi un appartamento sulla 52 esima strada,e andai a vivere da solo.
Adesso avevo 45 anni e due figli,con una moglie fantastica.
Il sigaro stava finendo,il whisky era già finito da un po'.
Stavo bene.Era l' ultimo giorno dell anno,e,al contrario degli altri anni,stavo bene.Ogni 31 dell' anno io non sono a posto con me stesso,ho come la sensazione che sia passato un anno senza fare nulla.
Diedi tre dollari al barista e me ne andai,proprio mentre il jazzista ebbe finito di suonare.Uscii.
Fuori imperversava una bufera di neve,riuscii a entrare nella mia Cadillac,l' accesi e accesi il riscaldamento.Mi diressi verso New York,erano le due,ero stato circa un' ora e mezza in quel bar,immerso nella gente normale.
Andai verso il centro,in mezzo ai grattacieli,in giro non c' era nessuno,se non qualche prostituta non molto fortunata e qualche barbone accasciato vicino ai negozi.
Girai New York,come fosse la prima volta che la vedevo.
Decisi di rientrare a casa,avevo sonno.
Erano le due e mezza,arrivai sotto casa,parcheggiai e salii su per le scale.
Entrai stando attento a non svegliare nessuno,mi misi il pigiama e andai a letto,cercando di dormire,lasciandomi indietro i problemi,con la consapevolezza che,prima o poi,sarebbero tornati...
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Riky3