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Autore: Ultraviolet_    06/01/2014    4 recensioni
La Vigilia di Natale all'Istituto. Un giorno come tutti gli altri, in cui Jace e Clary si imbattono nell'albero genealogico dei Lightwood e degli Herondale.
SPOILER "Shadowhunters - Le Origini - La principessa"
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I will tell you the story of it. Another story of Lightwoods and Herondales and Fairchilds. But it will take more than an hour in the telling, and you must be cold."
|Clockwork Princess



 
Another little story of Fairchilds and Herondales
 

-Jace, credi di poter riuscire a smettere di torturare quel pianoforte?- domandò una voce fuori dal campo visivo del ragazzo.
-Perché, i tuoi delicati padiglioni auricolari sono disturbati da queste soavi note?- chiese di rimando alzando lo sguardo dai tasti bianchi e neri e fissandolo, divertito, sulla ragazza dai capelli rossi seduta su una poltrona poco distante.
-No, per carità, solo che mi faceva pena… quando non ti viene un brano lo torturi in modo terribile- spiegò lei assumendo un tono malinconico.
Il ragazzo si alzò in piedi, chiudendo delicatamente i tasti dello strumento sotto all’asse apposita. Quel modello non la prevedeva, ma l’avevano fatto aggiungere dopo che Church aveva deciso di farsi una passeggiata sul pianoforte alle tre di notte, svegliando tutto l’Istituto. Si avvicinò alla poltrona e si appoggiò allo schienale con i gomiti.
-Mi dispiace di averla turbata, dolce fanciulla. Come potrò mai farmi perdonare?- chiese soffiando poi piano sui capelli di Clary.
-Per esempio, tirando giù quel libro da lassù- rispose lei con semplicità, indicando un alto scaffale che ospitava diversi tomi enormi.
Jace emise uno sbuffo, che era per metà una risata soffocata.
-E io che avevo in mente cose ben più interessanti- si lamentò dirigendosi verso la sua meta e afferrando il libro prescelto senza il minimo sforzo.
La ragazza lo prese rivolgendogli un sorriso buffo, poi si spostò un po’ per fargli posto accanto a lei.
-C’è mia madre di là, quindi qualunque cosa interessante avessi in mente temo che dovrai rimandare- lo informò accoccolandosi tra le sue braccia.
-Questa faccenda con tua madre non mi piace. Troverò il modo di piacerle, stanne certa. So di averti messa spesso in pericolo… e che se non mi conoscessi lei sarebbe riuscita a convincerti a stare fuori dalla faccende magiche, ma ormai il danno è fatto e preferirei farmi togliere le rune piuttosto che rinunciare a te- affermò deciso –Ma riuscirò ad ammorbidirla, quanto è vero che mi chiamo Herondale.
-Ti ricordo che devi stare attento a dire frasi del genere, se lo avessi detto pochi mesi fa sarebbe stata una promessa del tutto inutile- rise Clary soffiandogli un bacetto sulla guancia.
-Molto divertente, davvero. Ma ora so perfettamente di chiamarmi Wa.. Light… Morgens… volevo dire Herondale.
Queste parole provocarono l’ilarità di Clary, così Jace iniziò a farle il solletico, rendendo totalmente inutili i suoi tentativi di scappare, visto che riusciva a muoversi solo a scatti convulsi che fecero scoppiare a ridere anche lui.
-La-lasciami- riuscì a dire tra una risata e l’altra. Scivolò a terra, supina, e così Jace, che rimase in ginocchio e la tirò per le braccia delicatamente finché anche lei non si sedette.
Le lasciò un piccolo bacio sulle labbra, ma quando fece per staccarsi lei le cercò di nuovo, come una droga, e il bacio si approfondì. Lui prese ad accarezzarle i capelli, e ignorando i suoi mugolii di protesta si staccò e la prese in braccio. Prese a camminare per la stanza ridendo e baciandola ogni tanto.
-Mettimi giù!- protestò lei sentendosi una stupida principessa, o come diceva da piccola, princifessa, delle fiabe.
Jace non dava segno di volerla accontentare, così Clary prese l’iniziativa e saltò giù, però inciampò nel tappeto e ricominciò a ridere, mentre il ragazzo la sorreggeva indietreggiando. Colpì una libreria ed emise un verso di dolore, e in risposta un libricino gli cadde in testa. La ragazza fu costretta a mettersi carponi per il gran ridere, mente Jace si massaggiava la nuca.
-Vediamo un po’ cosa è caduto sui preziosi riccioli d’oro di Jace Herondale- disse infine Clary, dopo essersi ripresa. Si sedette a gambe incrociate e prese il libro.
Lui, borbottando, si mise accanto a lei scrutandolo torvo, e notò che non si trattava di un libro, bensì di un fascicolo.
-“Albero genealogico della famiglia Lightwood”- lesse lei –e qui c’è un’aggiunta a matita “+ Herondale”.
-Ah sì, c’era qualcosa di simile dietro alla lettera di mio padre che mi ha dato Amatis insieme alla scatola- ricordò Jace –Maryse tiene molto a queste cose e in biblioteca c’è un quadro che raffigura le radici della sua famiglia, ora mi sfugge il cognome, e dei Lightwood. A quanto pare li conserva anche qui.
Clary commentò che aveva sempre trovato interessanti quel genere di cose e aprì il fascicolo. Il primo foglio era piegato in quattro, e aprendolo si trovarono davanti la famiglia Lightwood al completo. Lo guardarono per un po’, poi a un tratto la ragazza indicò un punto.
-Guarda, qui c’è scritto Herondale! Gabriel Lightwood e Cecily Herondale. Accidenti, risale al milleottocento!- esclamò estasiata, prendendo il foglio successivo. Era più piccolo di quello, e lo riconobbe come la lettera dal padre di Jace. La voltò e vi trovò la stessa cosa di prima, ma in piccolo e con nomi diversi.
-Ah, ecco Cecily. Era sorella di William Herondale ed Ella Herondale. Accidenti… lei è morta molto giovane- fece notare la ragazza.
-E William sposò… Tessa Gray- disse Jace seguendo le linee con un dito –Non c’è la data di morte… possibile che fosse una strega? E qui c’è una Verlac. Quindi non solo i Lightwood erano imparentati con Sebastian… cioè, quello vero.
-Anche qui non c’è la data di morte… James Carstairs. Ma com’è possibile? Ha il cognome di tutti gli altri, non può essere immortale se è un Nephilim!- esclamò Clary.
Rimasero così per qualche tempo, indicando tutti i nomi e ridendo quando trovavano qualcuno di loro conoscenza. C’era anche Amatis, accanto al nome Stephen Herondale, e sull’altro lato la madre di Jace. Alla fine, si alzarono e riposero il fascicolo da dov’era caduto.
-Ancora non mi spiego come mai quel… Carstairs non avesse la data di morte- disse Clary poco dopo, mentre dormicchiavano insieme sulla poltrona.
-Probabilmente si sono solo dimenticati di scriverla… oppure, c’è un solo modo per cui questo sia possibile.
-E quale sarebbe?
Jace stava per rispondere, quando bussarono alla porta. Clary si alzò di scatto, giudicando che sarebbe stato meglio non farsi trovare così dalla madre. Ma dall’uscio sbucò la testa di Isabelle che li informava che il tanto atteso cenone della Vigilia di Natale era servito.
-Hai cucinato tu?- domandò il ragazzo visibilmente preoccupato.
-No, idiota- lo rassicurò Izzy voltandogli le spalle sdegnata e uscendo.
I due la seguirono ridacchiando, e Clary le rivolse un grande sorriso che la ammorbidì un po’. Lungo la strada fu informata che sua madre si era chiesta più volte dove mai si fosse cacciata, così comprese che la sua mezza idea di chiederle il permesso di rimanere un po’ più a lungo dopo cena era del tutto inapplicabile.
Arrivati in sala da pranzo, presero posto uno di fronte all’altra, Izzy accanto ad Alec, e salutarono tutti. Jocelyn rivolse alla figlia un piccolo sorriso e un’occhiata neutra a Jace, che in tutta risposta fu gentilissimo e intrattenne con lei un’interessante discussione sulle Sorelle di Ferro. Dopo mangiato, tutti si scambiarono i regali e persino Maryse sopportò senza dire nulla le grida di felicità dei ragazzi ogni volta che scartavano un pacchetto. A un certo punto, Clary si alzò in piedi e guardò fuori dalla finestra.
-Nevica!- esclamò –Mamma, vado un attimo fuori- disse con gli occhi luccicanti, afferrò la giacca e corse verso la porta.
Jace, dal canto suo, si alzò lentamente, indugiando e fissando il suo cappotto. Incrociò lo sguardo di Jocelyn, che fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo per un momento, poi fece un cenno della testa verso la porta. Lui, stupefatto, la ringraziò col pensiero e uscì.
-Tua madre è un mito- affermò raggiungendo Clary al centro del cortile.
-Sempre saputo- commentò lei con un sorriso.
-Ma se te ne lamenti in continuazione…- fece lui, ma fu interrotto dalle labbra della ragazza sulle sue. Le cinse la vita con le braccia e la alzò un po’, in modo da portarla alla sua statura, continuando a baciarla.
-Ti amo- sussurrò sulla sua bocca.
Lei allora chinò un po’ la testa, lo abbracciò all’altezza della vita e posò il capo sul suo petto, come a farsi scudo dal freddo e dalla neve che cadeva soffice. Rimasero così a lungo, lui a inspirare il suo profumo e ad accarezzarle i capelli e lei ad occhi chiusi, certa di essere al sicuro, con la guardia abbassata, una volta tanto. Erano rari i momenti in cui si sentiva così rilassata, così bene.
-La neve è perfetta- disse lui d’un tratto –Insomma, solo tu sei meglio di lei. E’ così bella e… fredda- completò.
-Già, sicuramente è fredda- fece lei, chinandosi velocemente, prendendone in mano una manciata e altrettanto velocemente infilandola nel collo del cappotto del fidanzato, che lanciò un’esclamazione strozzata e, in risposta, prese a calci la neve a terra bagnando le scarpe di Clary.
-Se è a questo gioco che vuoi giocare, in guardia- la avvisò sulla difensiva.
-Vieni qui, Dolce Sogno- rise lei avvicinandosi, usando il nome con cui una volta si era definito lui stesso.
-A dire il vero preferivo Tanta Roba, mi descrive meglio- la corresse Jace indietreggiando.
Prese ad inseguirlo per tutto il giardino, e si era quasi arresa quando lui si fermò di scatto e lei vi si scontrò. Il bacio che seguì allontanò tutto il freddo che le era penetrato nelle ossa durante la breve corsa, se non fosse stato per il fatto che, stringendola, lui si lasciò cadere a terra e se la tirò dietro, ridendo degli strilli che emise.
-Jace… cosa stavi dicendo prima che arrivasse Isabelle, prima?- chiese allora Clary, che si era messa seduta sul suo petto e lo inchiodava a terra.
-Stavo dicendo che l’unico modo che conosco per cui un Nephilim possa essere immortale- disse alzando il busto e facendo scivolare Clary fino alle sue gambe –sarebbe quello di diventare un Fratello Silente.
-Come Fratello Zaccaria?
-Sì, come Fratello Zaccaria- confermò Jace, e poi posò le sue labbra su quelle di Clary, come a suggellare quell’affermazione di scarsa importanza con un bacio.






 


 
Angolino Autrice

Salve salve!
Questa è la mia prima storia su Shadowhunters, quindi abbiate pietà di me ahahah :3
Come si sarà notato, sono una fan sfegatata della Clace, li amo.
Ho voluto provare a fare questa cosa... una specie di punto d'incontro tra The Mortal Instruments e The Infernal Devices (Le origini), visto che non ne posso più di aspettare l'uscita del sesto libro :)
Spero che vi sia piaciuta, anche se è una cosa assolutamente senza pretese e scritta in un momento di noia.
Mi piacerebbe tanto che mi lasciaste una piccola recensione per dirmi cosa ne pensate, così magari potrò considerare l'idea di scrivere una long su questa saga, che personalmente adoro :3
Vi ringrazio in anticipo se lo farete, o anche solo se avete letto :)
Ciao ciao!


 
  
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