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Autore: AboutGre    06/01/2014    7 recensioni
[Songfic, "La guerra di Piero", F. De André]
Ora quelle gambe storte stanno distese, non possono più correre, i papaveri rossi che vegliano su di lui come guardiani silenziosi.
Guardiani, di una persona.
Non siamo solo delle persone? Sì, proprio come tutti gli altri.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                Soltanto persone.

 

 [....]
 
Così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve 
il vento ti sputa in faccia la neve

Il tuo nome che esce dalla boccia di vetro, le gambe troppo molli per reggere il peso di quell'estrazione.
"Lo prometto, tornerò"
 Ma lo sai anche tu, che sono soltanto parole.
 Non c'è scampo, devi andare, con la flebile speranza di rivedere ancora il viso di tua madre.
 
 
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera 


Sei nella tana dell'orco. Sei dove i tuoi peggiori incubi diventano realtà.
Sei in un covo di assassini.
Il sole ti picchia sulla schiena, ma è come se fosse pieno inverno, senti freddo e non riesci a scrollarti di dosso questo peso.
Forse perché impugni il ferro della spada, troppo pesante per le tue spalle da bambino, ti pieghi ma continui a camminare.
Non mollerai, mollare significa morire.
 


E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
 

Alzi la testa, lo vedi.
 Deve avere la tua età, ma i suoi capelli sono scuri, i suoi occhi del colore del carbone. Non è del tuo distretto, ma adesso lo senti così simile a te:
Anche le sue spalle sono piegate dal peso della spada, il suo sguardo chiede pietà proprio fa il tuo.

 
Sparagli [....] , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue 

e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore


Stringi la spada, il fiato sospeso.
Potresti ucciderlo. Ma perché farlo?
Non avrà amici, proprio come te?
Non avrà un sogno, proprio come te?
Non avrà una madre che prega  per lui, proprio come ce l'hai tu?
Non avrà un cuor, proprio come te?
 
Abbassi la spada, la butti a terra.
è soltanto una persona, proprio come te.
 
 
E mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
 
 
I suoi occhi grigi incontrano i tuoi. Adesso la pietà si trasforma in paura.
Gli tendi la mano, in cerca della sua.
Ma lui non ti ascolta,
probabilmente non l'ha capito che sei solo una persona, proprio come lui.


Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato


Il ferro della spada è freddo quando ti attraversa lo stomaco, ma il tuo sangue è caldo quando ti cola lungo la pancia.
Il dolore non esiste, quello che fa più male è la mano ancora tesa verso di lui che adesso ti guarda senza più emozioni negli occhi.
"Scusa" ti sussurra, ma è già tardi per te.
Tutto ha perso colore,
anche il papavero che giace a pochi centimetri dal tuo cuore.


Cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
 

Volti il viso e vedi il papavero, accorgendoti che quello è l'ultima cosa che vedrai.
Ti rendi conto che non tornerai mai a casa. Ti rendi conto che la tua vita è finita, che quella lama ghiacciata te l'ha portata via.
Che lo sapevi dal primo giorno,
 non ci sarebbe stato un ritorno.


E mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
 
La spada ancora nella mano.
Lo so, vorresti urlare, ma nella tua gola non c'è più traccia di respiro. Pensi a tua madre e una lacrima di scende sul viso, perché non hai più tempo per rivedere il suo sorriso.
L'ultimo pensiero che ti attraversa la mente, ti fa chiudere gli occhi per sempre.
Ero solo una persona, proprio come tutti gli altri.
 
 
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
  ma son mille papaveri rossi 

Una bara argentata, il numero del Distretto sul coperchio, è troppo piccola per appartenere ad una persona adulta.
Sepolto dal fango e dalle lacrime di tua madre, nello stesso campo in cui le tue gambe storte correvano in una sera d'autunno, cercando di cogliere l'abbraccio dell'ultimo raggio di sole della giornata.
Ora quelle gambe storte stanno distese, non possono più correre, i papaveri rossi che vegliano su di lui come guardiani silenziosi.
Guardiani, di una persona.
Non siamo solo delle persone? Sì, proprio come tutti gli altri.

 L'angolo di Katgale97:


Probabilmente non ho mai scritto niente di così triste, ma ascoltando "La guerra di Piero" non ho potuto che ricollegarlo ad Hunger Games e così... beh, ecco questa ff. Oddio, chiedo veramente scusa a Fabrizio , perché probabilmente ho mandato a farsi benedire una delle sue grandi canzoni, ma vabbè, spero solo che non si rivolti nella tomba.
Anche perché io lo adoro, potevo non scrivere una ff con una sua canzone, visto che è il mio cantante preferito? eheh , direi proprio di no.
Ok, spero che non vi abbia fatto vomitare e... beh, le recensioni sono graditissime :)
A presto
Katgale97
   
 
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