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Autore: Layla    06/01/2014    3 recensioni
Io mi sdraio sul divano. Lui mi segue poco dopo e a me tocca fargli spazio.
“Amalia prima parlava di matrimonio.”
Io mi irrigidisco involontariamente, è un argomento importante e vorrei affrontarlo bene, ma penso che Tristepan sia di diverso avviso.
“Cosa ne dici, Eva?
Lo sposeresti uno come me?”
“Porto già in grembo tuo figlio!”
Rispondo io imbarazzata.
“Non mi hai risposto.”
Io arrossisco.
“Mi piacerebbe, ma non subito. Quando il bambino sarà più grande mi piacerebbe.”
Tristepan mi sorride e mi bacia con trasporto, rischiando di farci cadere entrambi dal divano.

EvaxTristepan
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evangeline, Tristepin, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2) Di parti e matrimoni.

 

Chiunque abbia detto che partorire è la cosa più facile del mondo meriterebbe di essere impiccato.
Prima del parto portare in giro la pancia sembra la cosa più difficile del mondo, è grande e ingombrante e – per una come me che è abituata a muoversi in modo agile – in un certo modo una seccatura.
Certo, Tristepan non fa che coccolarmi e trattarmi in maniera gentilissima, ma inizio a essere stanca di sentirmi come una malata.
Cosa che rimpiango durante il parto, le contrazioni sono frequentissime e dolorosissime e la mia bambina non sembra avere voglia di nascere. Non sono mai dilatata abbastanza e nemmeno camminare sorretta dal mio uomo mi aiuta.
Sono stanca, voglio che tutto questo abbia fine e vedere finalmente il faccino della nostra yocra (yop+cra).
“Come vuoi chiamarla, Eva?
“Di sicuro non Amalia o Cleo.”
Ringhio io.
“Perché dovresti chiamarla come loro.”
“Tristepan, dove cazzo vivi?
Sia Amalia che Cleo mi hanno chiesto di chiamare la bambina con i loro nomi!”
“Ah, davvero?”
Questi sono i momenti in cui vorrei prenderlo a calci, ma non posso a causa della pancia, finirà mai tutto questo?
La guaritrice torna in sala e mi rivisita.
“Ok, così può andare. Evangelyne, adesso spingi.”
Io eseguo.
Spingo e spingo ancora incitata dalla donna, sperando sempre che l’ultima spinta sia quella decisiva.
Finalmente dopo un bel po’ sento qualcosa uscire da me, sento le esclamazioni di gioia della guaritrice e di Tristepan e un piccolo esserino con un ciuffo di capelli rossi mi viene deposto sul petto.
Hai i capelli di Panpan, tutto il resto l’ha preso da me.
“Come volete chiamarla?”
“Alia!”
Rispondo io, ripensando a quella ragazza che ogni volta era disposta a recitare la stessa cosa al ragazzo che amava e che si dimenticava di lei ogni giorno.
“Alia Parsifal. Suona bene!”
“Certo, cervello di Yop, ci ho pensato io.”
Gli rispondo sorridendo.
“Sempre seria, eh?”
“Sempre sciocco, eh?”
Scoppiamo entrambi a ridere.
La bambina rimane con noi per un po’, poi la guaritrice la porta via e io mi lascio andare spossata sul letto, questo parto non è stato una passeggiata.
“Come ti senti adesso?”
Mi chiede premuroso Tristepan.
“Meglio, ora ho solo bisogno di un po’ sonno e sarò pronta a occuparmi della nostra bambina.
Ti piace il nome Alia?”
Gli chiedo seria.
“Sì, mi piace. È carino e facile da ricordare.”
Io sorrido, ho azzeccato il nome di nostra figlia e non è una cosa facile, prima del parto io e lui avevamo litigato parecchio per questa cosa.
“Ti lascio riposare, ne avrai bisogno.
Dopo vorrebbero venire a visitarti anche gli altri.”
Io annuisco, lui mi lascia un bacio in fronte e se ne va.
Io scivolo in un sonno tranquillo, ora mi sento finalmente in pace con me stessa e il mondo.
Vengo svegliata due ore dopo da un allegro vociare e cerco di indovinare a chi appartengano le voci: Panpan, Amalia, Ruel, mia sorella, il principe Armand (?!), il maestro di Tristepan, Elaine e Yugo.
Ecco perché Amalia sembra così di buon umore.
Poco dopo la porta si apre ed entrano tutti, Amalia ha in mano un mazzo di fiori quasi più grande di lei e Yugo sembra più adulto ora.
“Ciao, ragazzi!”
“Ciao, Eva!”
A turno vengo abbracciata da tutti.
“Eva, ho una notizia fantastica da darti!”
Esordisce mia sorella con un sorrisone.
“Dimmi.”
“Ecco, io sono diventata la dea degli Yop.”
La guardo senza capire, lei – un’ocra come me – dea degli Yop?
“Di’ un po’, hai preso una botta in testa, Cleo?”
“No, ho sposato Goultard.”
Io guardo il maestro di PanPan senza capire. Non era stato risucchiato nella dimensione degli Shushu, mentre lottava con Rushu?
“Non ci capisco nulla, qualcuno mi spiega per favore?
Lei non dovrebbe essere nel mondo degli Shushu?”
Chiedo a Goultard.
“Ah, dovrei, ma qualcuno ha aperto un portale solo per me e sono uscito.”
Io aggrotto la fronte, gli unici in grado di farlo sono Yugo e Adamai, visto che quando era successo a Panpan, Yugo e Remington erano stati Adamai e Quilby a creare un portale per salvarli.
“Yugo, Adamai, siete stati voi?”
Loro annuiscono.
“Ci stiamo esercitando con i nostri poteri e abbiamo deciso di salvare il maestro di PanPan.”
Lo Yop maggiore li guarda con gratitudine.
“In tal caso, vi devo la vita. Grazie.”
“Non ci ringrazi, siamo degli eroi, è il nostro compito salvare le persone in difficoltà.”
Io sorrido e penso che Yugo non sia cambiato di una virgola.
“Beh, una volta uscito dal mondo degli Shushu ho conosciuto tua sorella, era in una banda i pirati con un’altra ragazzina e una stella marina.”
Elaine e suo padre, Cleo si era unita a loro dunque. Una cra piratessa, se lo sapessero i nostri genitori la ucciderebbero.
“Mi ha fatto la corte fino a che ho ceduto e l’ho sposata.”
“Tu… Che cosa?”
Guardo di nuovo mia sorella e lei mi mostra una fede d’oro scintillante sull’anulare destro.
“Ah, mi sono sposata prima di te e con uno yop più forte di te!”
“La vita non è una gara a chi si sposa lo yop più potente!”
Le rispondo piccata.
“Su, signore, non litigate.”
Non avrei mai pensato che un giorno avrei ringraziato Armand per essere intervenuto in una discussione.
“Eva, le mie congratulazioni. Ora devo andare, spero di rivederti presto a palazzo, a proposito…
Come si chiama la bambina?”
“Alia.”
“Bel nome, molto ocra!”
Il principe lascia la stanza.
“Mia sorella si è sposata, ci sono altre notizie shock?”
“Io e Yugo ci siamo fidanzati e un giorno mi sposerà!”
Urla Amalia.
“Davvero, Yugo?”
Lui annuisce.
“Quando finirò l’allenamento tornerò a prenderla e la renderò la regina degli Elatrop.”
“Che bella, notizia!”
“Sì!”
Lui si gratta la testa, chissà cosa nasconde sotto quel lungo cappello?
Non ce l’ha mai mostrato, magari Amalia lo scoprirà.
“E voi quando vi sposate?”
La domanda di Cleo ci spiazza.
“Uhm, quando Alia avrà un anno circa.”
“Se volete posso organizzarvi la cerimonia per soli mille kama!”
Interviene Ruel.
“Ruel! Sei il solito taccagno!
Gliela organizzo io gratis, qui a palazzo!”
“Sono solo un povero vecchio che tenta di sopravvivere!”
Amalia alza gli occhi al cielo, credo che pensi che più che altro lui sia un vecchio taccagno, sempre alla ricerca di metodi per fare soldi. Non ha torto, Ruel è nostro amico, ma sappiamo com’è fatto ed è esattamente questo il suo carattere.
“Ragazzi, buoni!
Amalia, tuo fratello come ha reagito alla notizia del tuo fidanzamento?”
“Beh, nono è stato felicissimo, ma visto che Yugo è comunque un re non ha protestato più di tanto.”
Meglio o altrimenti non ce l’avrei fatta a sopportarli tutti e due.
“Volete vedere la bambina?
Tra poco me la dovrebbero portare.”
“Sì!”
Esclamano tutti in coro, proprio in quel momento entra la guaritrice con Alia in braccio, la guardano tutti incantati.
“Che bella bambina! Ha preso tutto da te, solo i capelli sono quelli di Tristepan.”
“Chissà se sarà un’ocra o una yop.”
Commenta Goultard.
“Sarebbe il colmo se la figlia di un tale grande guerriero fosse una cra!”
Interviene Ruby, PanPan, come suo solito, inizia a sbatterlo contro qualcosa, lo stipite della porta in questo caso.
“Stai zitto, stupido ferro vecchio!”
“Ahahahahaha! Sarà una cra!”
“Taci!”
“PanPan, basta!”
Urla Amalia.
“Siamo in un ospedale, se devi litigare con Rubilax fallo fuori.”
I due smettono immediatamente, anche se si guardano in cagnesco: hanno una relazione complicata per essere uno shushu e un guardiano.

 

Un anno dopo siamo di nuovo in una situazione critica.
Alia è cresciuta e abbiamo scoperto che probabilmente sarà una yop, è molto attratta da Rubilax, le piace giocarci e ascoltarlo, questo non piace né a me né a PanPan: è pericoloso che una bambina giochi con una spada.
La situazione critica, comunque non è questa, è un’altra: mi sto per sposare e rischio di impazzire.
Amalia ha convocato le sarte del regno e mi sta confezionando un abito spettacolare, peccato che per entrarci mi abbia messo a dieta e – nonostante mangi ogni giorno di meno – a ogni prova è così stretto che respiro a malapena.
Che diavolo di misure hanno preso?
Quelle di Alia al posto delle mie?
“Amalia, questo vestito è una tortura!”
“Non esagerare, ti sta benissimo e poi ti sposi una volta sola, devi essere perfetta!”
“Amalia, mangio sempre meno, ma questo coso è stretto lo stesso, come me lo spieghi?”
Lei picchietta un indice sulla tempia.
“È tutta una questione psicologica, l’abito ti sembra piccolo, perché sei preoccupa per il matrimonio, il che è davvero stupido.
Tu e PanPan vi amate, vero?”
“Certo che ci amiamo, abbiamo anche una figlia!”
“Allora non capisco come mai tu sia così preoccupata.”
Non lo so nemmeno io, se la teoria di Amalia è corretta, forse sono le responsabilità che un matrimonio comporta a spaventarmi.
“Quanto vorrei essere al tuo posto, mi manca Yugo.”
“Ha scritto che verrà alle nozze, lo vedrai lì.”
Lei sospira.
“È troppo poco e il tempo passa. Ho paura che quando finalmente sarà pronto, io sarò vecchia.”
“In tal caso risolverà lui la situazione, è uno che sa quello che sta facendo.”
Lei annuisce, non mi sembra troppo convinta, ma è l’unica consolazione che le posso offrire, non sono mai stata brava a consolare la gente.
Pensandoci bene, ho sempre avuto problemi con i sentimenti, deve essere per questo che il matrimonio mi preoccupa: è qualcosa di definitivo e da cui non si torna indietro.
“Accidenti, si è sposata Cleo, perché non dovrei sposarmi io?”
Mugugno io, dimenticandomi delle nostre differenze di carattere.
Amalia mi sente e sorride divertita.
“Non ti ho mai vista così impacciata come ora, di solito sai sempre cosa fare e come comportarti.”
“Perché cerco di fare le cose in modo razionale, ma ho capito che l’amore non è razionale.”
Dico alla mia amica.
“In fondo cosa abbiamo in comune io e Tristepan?
Poco o nulla, eppure, guardaci tubiamo come due colombe e abbiamo vissuto avventure inimmaginabili.
Forse è di questo che ho paura, delle cose che non so controllare e l’amore è una di queste.”
Amalia mi stringe le mani.
“Lasciati alle spalle questa paura e pensa solo a Tristepan e a tua figlia, ormai sono loro i punti fissi della tua vita e sarebbe veramente stupido se tu scappassi solo per un po’ di paura.
PanPan ti ama anche se lo chiami testa di yop ogni tre secondi e Alia sta crescendo benissimo.
Stai tranquilla, andrà tutto bene.”
Vorrei avere le stesse certezze di Amalia, invece dentro di me regna il caos. da una parte sono felicissima di sposarmi, dall’altra ho paura che potrei smettere di amare PanPan tra un anno, due, dieci e ci potremmo trovare imprigionati in qualcosa che non vogliamo.
“Amalia, come faccio a essere sicura di amarlo per sempre?
E se, che ne so, tra dieci anni cambiassi idea e non lo amassi più?”
“Pensa a tutto quello che avere superato e capirai che non succederà.
Quando tutti lo credevamo morto solo tu hai continuato a sperare di vederlo e ce l’hai fatta.”
“Già, hai ragione.”
“Signorina, sono finite le prove.”
Io e Amalia lasciamo la stanza, lei deve tornare ai suoi doveri di principessa, io a quelli di mamma, spero che il mio futuro marito non abbia fatto di nuovo giocare Alia e Rubilax.
Arrivo a casa e li trovo tutti e due addormentati, inutile dire che accanto a loro c’è la spada di Tristepan, la piccola sarà sicuramente una yop.
Con gentilezza sveglio Panpan, lui apre gli occhi  confuso.
“Già finito?”
“Sì e adesso tocca a te.”
Lui annuisce ed esce di casa, io prendo Alia e la metto a letto, è davvero una bella bambina, peccato che non sarà una cra. Ci penso un attimo e decido che non me ne frega niente, sarà quel che sarà, basta che sia felice.
Mentre la guardo dormire scivolo lentamente nel sonno e questa volta è il mio fidanzato a svegliarmi.
“Le prove del vestito sono un incubo e non c’è nessuno che mi tenga compagnia, se non il gran ciambellano, ma non possiamo sposarci vestiti così in un posto piccolo e solo per i nostri amici?”
“Non convincerai mai Amalia a smettere di organizzarci il matrimonio.”
Rispondo io, sbadigliando.
“Adesso preparo la cena.”
Scendo dabbasso e mi metto a cucinare pensando che il grande evento è tra due settimane.
Un brivido di paura serpeggia lungo la mia schiena.
Sono così coraggiosa in battaglia e codarda nella vita vera?

 

Il gran giorno è finalmente arrivato, indosso il mio bel vestito, Amalia e Armand – che mi accompagnerà all’altare – sono dabbasso e aspettano solo me, peccato che una forza invisibile mi tenga attaccata a questo letto.
Amalia bussa ed entra senza aspettare risposta, privilegi da principessa.
“Eva, aspettiamo solo te. Cosa sta succedendo?”
“Non voglio sposarmi”! Ho paura, e se non funzionasse?
E se PanPan si innamorasse di un’altra? E se io mi innamorassi di un altro?
E se…?”
Amalia mi dà un leggero schiaffo e io mi calmo all’istante.
“Ascolta, tutte le spose hanno paura prima del matrimonio, ma poi passa. Pensa a quanto lo ami.”
Io ripenso a Rubiliaxia e a come abbia seguito il vento, nonostante il mio timore di essere diventata pazza, pur di trovarlo e sento finalmente un po’ di pace.
“Hai ragione, Amalia. Andiamo, oggi mi devo sposare.”
Lei mi sorride e scendiamo a braccetto le scale.
“Finalmente, Evangelyne. Credevo avessi cambiato idea.”
“No, sua altezza. Ora sono qui e possiamo andare.”
I due mi scortano in una grande carrozza verde trainata da dragacchini e partiamo verso il grande prato in cui sarà celebrata la cerimonia.
Il verde del regno sadida si svela davanti ai miei occhi, non smetterò mai di amare questo posto: è così pieno di pace.
Arrivati, Amalia corre a prendere il suo posto come testimone insieme a Yugo, io invece scendo lentamente aiutata da Armand e guardo la gente presente e soprattutto lui che mi guarda estasiato.
Non mi sono mai sentita così bene se non sotto quello sguardo, gli sorrido e appoggiata al braccio che mi porge Armand percorro il breve corridoio.
Vengono pronunciate tutte le formule di rito, ma noi non le sentiamo, i nostri occhi sono impegnati in un dialogo muto d’amore.
“Vuoi tu, Tristepan, prendere come tua sposa la cui presente Evangelyne nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia finché morte non vi separi.”
“Sì.”
“Vuoi tu, Evangelyne, prendere come tuo sposo il cui presente Tristepan nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finchè morte non vi separi?”
Io sorrido.
“Sì!”
“Lo sposo può baciare la sposa.”
Tristepan mi coinvolge in un bacio mozzafiato, che mi lascia stordita e sorridente.
Come da tradizione i nostri amici ci lanciano del riso e io lancio il bouquet che finisce nelle mani di Amalia, che arrossisce e guarda speranzosa Yugo, che le fa un cenno impercettibile.
La mia amica sorride.
Tutti insieme ci avviamo verso il palazzo, dove i cuochi della famiglia reale e Alibert stanno cucinando per noi. La mia mano è stretta in quella di Tristepan e io mi sento felice.
Tutte le mie paure se ne sono andate, ho sempre amato questa stretta e la amerò sempre.
Non importa cosa potrà capitarci o se troverò qualcun altro carino, nessuno sarà mai come lui.
Lui ha la chiave del mio cuore e io del suo.
Chi l’avrebbe mai detto la prima volta che ci siamo incontrati, io no di certo, visto che lo odiavo.
“Sei felice, Eva?”
Mi chiede Panpan.
“Sì, sono felice. Ho te e Alia, cosa potrei chiedere di più?”
Adesso anche sul mio anulare scintilla una fede e io non ho paura di mostrarla al mondo.
Io e lui ci amiamo, solo questo conta.

Angolo di Layla.

E questo è l'ultimo, anche se credo che metterò altre storie più o meno collegate a questa.

Ringrazio christian98 e jessy87 per le recensioni^^!

 

   
 
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