I miei passi risuonavano sulle assi di legno del pavimento, mentre nervoso e preoccupato andavo avanti e indietro davanti alla porta dell'infermeria. Ormai erano lì dentro da più di mezz'ora, e io non ne potevo più di aspettare, avevo bisogno di sapere come stava Nami. Tutta la ciurma aspettava insieme a me in silenzio, anche loro erano preoccupati.

Era successo tutto così in fretta, avevamo appena finito di fare colazione, Nami si stava alzando dal tavolo ed improvvisamente perse i sensi. Io riuscii ad afferrarla un secondo prima che finisse a terra, la presi fra le braccia e tra il panico generale che si era scatenato la portai in infermeria seguito immediatamente da Chopper che, dopo aver posato Nami sul lettino, mi chiese di uscire. 
Ed ora io e la ciurma ci trovavamo ad aspettare senza poter fare niente e senza sapere come stava.

Finalmente quella dannata porta si aprì, il piccolo medico fece capolino dalla porta con le lacrime agli occhi, il mio cuore si fermò di colpo.

-Come sta?- chiese Rufy al posto mio, che ero rimasto paralizzato

-Zoro dovresti venire un momento...- disse abbozzando un mezzo sorriso, forse significava che stava bene, e allora perchè tutto questo mistero?

Seguii Chopper ed entrai in infermeria, vidi Nami, era cosciente. Tirai un sospiro di sollievo, ma mentre mi avvicinavo vidi che anche lei stava piangendo.

Il mio cuore si fermò un'altra volta, se qualcuno non si decideva a dirmi qualcosa avrebbero dovuto ricoverare me.

-Zoro vieni qui...- disse sorridendo

-Cosa è successo?- chiesi io sempre più preoccupato, mentre andavo accanto a lei

-Tranquillo, devi solo sentire una cosa...-

Io la guardai confuso, Chopper prese lo stetoscopio e lo spostò a destra e a sinistra alla ricerca di qualcosa, quando trovò quello che cercava me lo passò...

-Ascolta...- mi ripeté Nami

Feci come richiesto, anche se ancora non capivo, perchè non si limitavamo a dirmi che diavolo stava succedendo, poi lo sentii, un battito.

Dal mio sguardo scioccato Nami doveva aver capito che avevo sentito quello che voleva

-E' nostro figlio...- disse sorridendo

Io rimasi immobile per qualche secondo, continuando ad ascoltare quel suono.

Il mio cuore si fermò ancora una volta, ma questa volta era un sentimento del tutto diverso, quel battito era il suono più bello che avessi mai sentito.